Aldo Forbice "I signori della
morte" Edizione Sperling & Kupfer
Recensione
di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
Il primo Stato nel mondo ad abolire
la pena di morte è stato il Granducato di Toscana, nel 1786. Oggi,
a più di due secoli da quella data, 85 paesi la contemplano ancora
nei loro codici, contro i 110 che la hanno abolita.
Migliaia di donne e di uomini e
“in molti paesi donne incinte, ragazzi di età inferiore ai 18 anni,
invalidi, handicappati mentali vengono assassinati in quegli Stati ‘mantenitori’
del boia e dei patiboli, ma anche [da] tutti quei tiranni e tirannelli,
prepotenti e mandanti di criminali che, con l’alibi delle guerre, dei conflitti
interni e delle vendette, applicano sul campo la pena di morte e ogni forma
di tortura”.
Il libro di Forbice offre un ampio
panorama sullo scenario mondiale rilevando la contraddizione tra i paesi
che hanno mantenuto la pena capitale ma non la applicano da anni e quelli
che la hanno abolita dai loro ordinamenti ma nei quali militari, forze
di polizia e squadroni della morte uccidono e torturano ogni giorno per
motivi politici, religiosi, criminali.
L’Europa è l’unico continente
in cui la pena di morte sia stata completamente abolita e l’Italia continua
, in questo campo, ad essere all’avanguardia nel mondo: la sezione italiana
di Amnesty, la Comunità di Sant’Egidio, l’associazione Nessuno tocchi
Caino, da decenni svolgono un’intensa attività per l’abolizione
totale in tutti i paesi del mondo.
“Uccidere chi uccide è un
castigo senza confronto maggiore del delitto stesso. L’assassinio legale
è incomparabilmente più orrendo dell’assassinio brigantesco”:
Dostoevskij, come molti altri scrittori, ha condannato la pena di morte
e cercato di incidere sulla coscienza umana perché la rifiutasse.
Come è emerso da molti studi,
riportati nel libro, oltre ad essere orrenda, la pena capitale si è
rivelata anche assolutamente inutile come deterrente: il tasso degli omicidi
e degli altri reati per i quali è prevista, non è cambiato
nei periodi in cui è stata o non è stata applicata e, in
alcuni stati, l’abolizione ha provocato un calo.
I più grandi e i più
popolati paesi del mondo, USA, Cina, Giappone, India, mantengono la pena
di morte; un enorme traffico di organi si sta sviluppando sfruttando i
cadaveri delle persone uccise; in molti paesi le esecuzioni vengono attuate
negli stadi sportivi, di fronte ad un enorme pubblico (succede in Cina,
in quegli stadi che nel 2008 ospiteranno le Olimpiadi) e trasmessi in televisione.
Il libro di Forbice è un libro durissimo, sono pagine che ci pongono
di fronte ad una realtà drammatica, ai diritti umani calpestati.
E’ un libro che l’Autore si augura “sia utile a far riflettere coloro che
ritengono che la pena capitale sia qualcosa di diverso dalla tutela dei
diritti umani, coloro che ancora si ostinano ad aggrapparsi all’idea del
boia come deterrente alla crescita della criminalità”, perché
“per sconfiggere i ‘signori della morte’ […] è importante non continuare
a stare alla finestra”.
gabriella bona
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