Le recensioni on line di Gabriella
 
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    Antonio Skarmeta
    TEMA IN CLASSE
    Edizione Piemme
    Luigi Garlando
    IL MONDO È UNA BOMBA!
    Edizione Mondadori
    Recensione di Gabriella Bona

    Pedro e Milan hanno in comune un’infanzia difficile e un grande amore per il pallone e sono i protagonisti di “Tema in classe” di Antonio Skármeta e di “Il mondo è una bomba!” di Luigi Garlando. 
    Pedro vive in Cile, negli anni della dittatura di Pinochet, i suoi genitori trascorrono le loro serate ascoltando la radio, poche parole tra i tanti disturbi sulle onde che arrivano dall’estero.  
    Persone vengono arrestate, scompaiono, eppure la gente continua a lavorare, a sposarsi, tenta di condurre una vita normale in una situazione che normale non lo è più. I bambini giocano, a pallone soprattutto, e sognano: “il giorno del suo compleanno Pedro ebbe in regalo un pallone. Lui protestò perché ne voleva uno di cuoio bianco a bolli neri, come quelli che usano i giocatori professionisti”. 
    I bambini frequentano la scuola e un giorno arriva un militare e gli assegna un tema: “Che cosa fa la mia famiglia alla sera”. 
    I genitori scopriranno nel tema di Pedro una maturità e un’intelligenza che non si sarebbero mai aspettati dal loro bambino. 
    Il libro è illustrato da Alfonso Ruano, uno dei più noti artisti spagnoli. 
    Milan è nato a Sarajevo, da madre cristiana e padre musulmano. La guerra distrugge la sua famiglia: il padre è in montagna a combattere e Milan perde la madre e la gamba destra nell’esplosione di una bomba in un mercato. Ora è a Milano, adottato da una famiglia senza figli e la sua vita difficile, invece di abbatterlo, lo rende coraggioso: vuole giocarsela, su una gamba sola, e vincerla la sua partita. 
    Le frasi di Milan parlano di calcio e di guerra, sottolineano un linguaggio comune tra le due attività così diverse, apparentemente, tra di loro. 
    “La maestra mi fissa come il più infallibile dei rigoristi. […]Seduto a undici metri dalla cattedra, lo confesso, ho un po’ di paura. […] Come può una maestra sapere quello che succede e fare giustizia, se sta sempre voltata alla lavagna, senza neppure un guardalinee che l’aiuta?”. Sono frasi che fanno sorridere ma che dimostrano una forza e un coraggio incredibili. 
    Milan è, come il suo papà nuovo, tifoso della squadra che porta il suo nome ed è felice quando può conoscere i suoi beniamini, Boban e Savicevic soprattutto e con loro parlare “con le nostre vecchie parole”. 
    Il calcio appare a Milan una cosa meravigliosa, che sa trasformare, come il calzolaio del suo paese, le cose brutte in bellissime: “magari senza il pallone Boban e Savicevic sarebbero sulle montagne e spararsi addosso”, magari sarebbero tra quei 250.000 morti, 200.000 feriti, 13.000 disabili permanenti che sono il bilancio di quattro anni di una guerra in cui si sono contrapposti serbi, croati e musulmani di Bosnia. 
    Milan ha un’amica, Chiara, e un nemico, Passoni, e la sua vita si svolge tra gioie e difficoltà e un dolore che, alla sua età, non dovrebbe aver conosciuto. 
    Entrambi i libri sono in collane per l’infanzia. E’ giusto che i bambini italiani conoscano la vita dei loro coetanei che vivono in paesi meno fortunati del nostro, ma penso che siano libri che dovrebbero leggere tutti gli adulti: sono loro, chi creandone le condizioni, chi appoggiandoli, chi facendo finta che non stia succedendo niente, che provocano guerre e dittature, che rendono difficile la vita di tanti bambini. 
      
    gabriella bona


 
 
 
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