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    Tripletta: "Cuore granata"
    Recensione di Gabriella Bona
     
       Nel 1999 si è celebrato il cinquantesimo anniversario del disastro aereo di Superga in cui persero la vita l’intera squadra del Torino, l’allenatore, i tecnici e i giornalisti che avevano partecipato alla trasferta per una partita amichevole in Portogallo. 
    Ai numerosi libri apparsi durante l’anno, si sono aggiunti gli ultimi tre, arrivati in libreria nel periodo natalizio. 
    “L’ultimo urlo per il Grande Torino” di Roberto Thöni, pubblicato da Abaco Editori, è un libro particolare, in cui troviamo, in dosi ben calibrate, il giallo e la fantascienza, la storia e lo sport, gli affetti famigliari e il grande amore per il Toro, Percorriamo in parallelo la Torino di oggi e quella di cinquant’anni fa, abbiamo talvolta l’impressione di esserci persi, nel tempo o nello spazio, o di aver perso il filo del racconto, ma ogni volta lo ritroviamo, fino all’originale e sorprendente finale. 
    “Le vene granata” di Marco Bonetto, edito da Bradipolibri, è la raccolta di venticinque interviste ed un atto di generosità: “questo libro rende possibile la costruzione di pozzi in Africa. L’amore per il Toro porta l’acqua a chi soffre”. Perché, come scrive Paolo Pulici nell’introduzione, “come fa un bambino a giocare su un campo verde se non c’è acqua?”. L’intero ricavato delle vendite del libro sarà devoluto per finanziare il progetto “Acqua per il Sahel”. 
    Nel libro troviamo i “grandi vecchi”: Francesco Franzoni, classe 1904, il più anziano ex granata ancora vivente e il “gatto magico” Aldo Olivieri, classe 1910, i miti del Grande Torino Virgilio Maroso raccontato dalla moglie, Romeo Menti e Giuseppe Grezar raccontati dai figli, Gigi Meroni raccontato da Natalino Fossati e Giorgio Ferrini nei ricordi della moglie Mariuccia, i due inglesi pazzi Law e Baker, i vincitori delle Coppe Italia del ’68 e del ’71 e dello scudetto ’76, Giovanni Gallea, 96 anni, che a bordo del suo pullman trasportò per anni la squadra granata, Orfeo Pianelli, il presidente dell’unico scudetto del dopo Superga, Serafino Geninetti, il pittore del Toro, autore di splendide coreografie della curva Maratona: un secolo di storia e di amore per una squadra in cui ci si sente, come spiega Paolo Enrico Archetti Maestri degli Yo Yo Mundi, “quasi fratelli, nelle nostre vene, d’altronde, imparentati per chissà quale caso, scorre lo stesso sangue. Sangue color granata”. 
    “Un sogno granata” di Stefano Bovero, edito da Piemonte in Bancarella, è la storia che avrebbe potuto succedere “se il Grande Torino fosse sopravvissuto a Superga”. Lo psicologo e psicoterapeuta racconta i sogni di un paziente che non è riuscito a superare il trauma della perdita della sua squadra. Sogna i campioni vivi, che vincono scudetti e Mondiali, l’inserimento delle nuove leve e l’addio degli anziani. Ma, nonostante il buon progetto e i buoni propositi, il libro risulta appesantito dalle lunghissime descrizioni di gioco, da uno stile sempre in bilico tra letteratura e cronaca sportiva, tra un realismo impossibile e una fantascienza priva di una vera fantasia. Forse non mi è piaciuto perché è l’unico libro sul Toro che non mi ha fatta piangere? Ma, si sa, anche se ci piacerebbe trovare qualche momento di felicità in più di quelli che la vita calcistica ci somministra, noi del Toro siamo così, siamo affezionati alla nostra storia e anche alle nostre lacrime.   

    gabriella bona

 
 
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