La crisi aperta con le dimissioni del
presidente D'Alema si è risolta in breve tempo. Amato ha avuto la
fiducia dalla Camera e - al momento in cui scrivo- si appresta a ricevere
quella del Senato. Risolta la crisi, ma non i problemi relativi alla stabilità
dell'esecutivo, alla tenuta della maggioranza e ai rapporti fra maggioranza
e minoranza.
IL GOVERNO AMATO
Una soluzione della crisi in tempi brevi,
almeno per le abitudini italiane. Quali sono le caratteristiche di questo
governo? A prima vista appare una continuità con il governo
D'Alema. Ma le differenze non sono secondarie. In primo luogo lo spazio
dato agli ex socialisti craxiani: superamento di un ostracismo o primo
passo per cancellare tangentopoli? In secondo luogo la sostituzione dei
due ministri - Berlinguer e Bindi - che avevano tentato serie riforme nella
scuola e nella sanità. Riforme discutibili, forse, ma che certamente
avevano intaccato il potere di corporazioni potenti. Un governo più
spostato a destra? E' difficile dirlo, ora. E' necessario analizzare i
comportamenti futuri. Amato ha presentato un programma ampio, troppo per
il tempo che ha davanti (un anno circa). L'ambizione è di essere
più di centro - cioè più attento ai ceti medi - e
più di sinistra - cioè più capace di azione riformatrice
-.
LA MAGGIORANZA
Uno dei grandi limiti di questo governo
sta nell'instabilità della maggioranza. Lo stesso fallimento del
tentativo di snellire il numero dei ministeri lo dimostra. Purtroppo la
maggioranza è instabile sovente non per contrasti ideali, ma per
l'occupazione di poltrone, rendendo necessario un complesso gioco di equilibri.
Dalla maggioranza è uscito Di Pietro in polemica personale con Amato.
L'acquisizione di Di Pietro nel centro-sinistra è stato segno di
un'ambiguità. L'ex magistrato è troppo individualista per
contribuire alla vita di una coalizione. In crisi sono i Verdi e i Democratici.
Il problema della maggioranza rimane quello di dare una prospettiva comune
alle differenti forze che la compongono. La proposta di una "Casa dei riformisti"
lanciata da Veltroni potrebbe costituire un passo verso questa prospettiva.
L'alternativa è l'attuale frammentazione suicida.
LA MINORANZA
La minoranza di destra ha promesso un'opposizione
dura. Nessun accordo può essere stipulato. neanche sul piano di
una nuova legge elettorale. E' chiaro che ognuno può scegliere la
linea di opposizione che preferisce. E' certo però che il modo di
far opposizione dimostra il grado di maturità democratica. Un'opposizione
preconcetta che nega legittimità al governo non è un buon
segnale in questo senso.
I REFERENDUM
Si avvicina la data dei referendum.
Ne parleremo. Personalmente conservo i miei dubbi sull'uso che viene fatto
di questo strumento di democrazia. Sia perché si chiede di decidere
con un si od un no su situazioni complesse. Sia perché legittimamente
un cittadino può non avere tutte le conoscenze necessarie su certi
problemi.
beppe scapino
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