CON IL 25
DICEMBRE SI DARA’ AVVIO ALL’ANNO GIUBILARE
PER UN NATALE
DIVERSO....
AUGURI E RIFLESSIONI
DEL VESCOVO ARRIGO
“Mentre un profondo silenzio avvolgeva
tutte le cose e la notte era giunta a metà del suo percorso, la
tua Parola onnipotente è scesa dal Cielo, dal tuo trono regale...’’.
Suona così uno dei
testi della liturgia natalizia, tratto dal libro della Sapienza (18, 14-15)
e in origine scritto per fare memoria dell’Esodo.
Mi pare un testo quanto
mai adatto per prepararci ad un Natale diverso, l’ultimo degli anni Novecento
e primo giorno del grande Giubileo del Duemila. Un Natale dove trovi spazio
il silenzio, come lo trovò nel cuore di Maria (Lc. 2).
A dire il vero tutti dicono
quest’anno di voler celebrare un Natale ed un Capodanno diversi, un po’
per il Giubileo e molto per la data “fatidica’’ del Duemila.
Il semplice cambio di cifre
nella numerazione degli anni secondo il calcolo dell’Era Volgare o Dopo
Cristo in sé non rappresenta niente di straordinario: il tempo continua
a scorrere inesorabilmente con i suoi ritmi. Tanto meno si possono cercare
significati reconditi nel passaggio da 1999 a 2000, come vogliono far credere
i Millenaristi vecchi e nuovi.
Per noi il fatto eccezionale
è la nascita di Gesù, che celebriamo nella liturgia del Natale,
e dunque ancora nel ‘999. A rigore non è neppure un annivesario,
essendo ormai accertato che Gesù nacque alcuni anni prima dell’anno
zero della nostra era.
Celebriamo il Giubileo
non per commemorare una data ma per riscoprire una Presnza, poiché,
come dice Giovanni Paolo II nella Bolla di indizione del Giubileo, “la
nascita di Gesù a Betlemme non è un fatto che si possa relegare
nel passato. DInanzi a lui, infatti, si pone l’intera storia umana: il
nostro oggi e il futuro del mondo sono illuminati dalla sua presenza’’
(n. 1).
Dunque sarà diverso
questo Natale se noi sapremo riacquistare la capacità di stupirci
di fronte a Lui, come i pastori e i magi, come Anna e Simeone, come Maria
e Giuseppe, come tutti coloro che hanno avuto un giorno la gioia di scoprirlo
o riscoprirlo.
Un Natale diverso da quelli
celebrati in passato, ma anche un Natale diverso da come tante voci, agenzie,
organizzazioni, più o meno interessatamente, vogliono proporcelo.
Anche l’anno del grande
Giubileo potrà essere un anno diverso, anzitutto se ci rendiamo
conto che il vero Giubileo è stato dichiarato aperto da Gesù
un sabato di circa venti secoli fa, nella Sinagoga di Nazaret (Lc. 4,19)
e dura tuttora, ogni giorno, poiché Gesù ci ha aperto i tesori
della misericordia del Padre.
Nessun automatismo dunque
nell’anno santo o nelle indulgenze. Starei per dire: nulla di eccezionale
in questo anno, se non la riscoperta dell’eccezionalità, della straordinarietà
di quanto Dio ha operato per noi in Gesù.
La preghiera e l’ardente
desiderio di tutta la Chiesa, anzitutto del Papa Giovanni Paolo II, renderanno
eccezionale quest’anno, ottenendoci di saper spalancare gli occhi e aprire
il cuore di fronte alla presenza di Gesù. Un anno per tornare a
stupirci e per imparare a cantare un canto nuovo (cfr. Sal. 97).
Riscopriamo Gesù,
Gesù di Nazaret, la sua vita, la sua parola, la sua storia, la sua
terra, i suoi testimoni.
Nella notte di Natale e
nella notte di Capodanno (quale simbolismo profondo nella notte...) cerchiamo
Gesù nel silenzio, negli occhi dei poveri, sui sentieri della pace,
nelle pagine del Vangelo, a cominciare dalle più semplici e conosciute,
nella gioia della riconciliazione ricevuta e donata, dell’eucaristia condivisa.
Le occasioni per questo
Incontro non mancano e possiamo contribuire a moltiplicarle: prolungare
un po’ il tempo della liturgia e della preghiera personale, stare un po’
più di tempo con chi è solo, con chi soffre, pregare e camminare
per la pace, ecc. Oltre alle iniziative nazionali e diocesane, ogni parrocchia
sappia trovare tempi e modi per offrire a tutti la possibilità di
un Natale veramente diverso.
Gli Auguri. Anzitutto apapa
Giovanni Paolo II, che il Signore lo renda sempre più segno universale
ed appassionato dell’amore di Dio per il mondo, con la sua persona totalmente
donata, più eloquente ancora delle sue parole pur sempre vibranti
ed incisive.
Al Vescovo sempre nostro
Luigi: che il Signore lo faccia sentire per noi e per lui, padre e fratello
più di prima, due volte, in questa nuova stagione del suo episcopato.
A tutte le Comunità
parrocchiali della nostra diocesi: che il Signore le renda sempre più
Tenda aperta e accogliente, casa della condivisione, aperta alle necessità
della Chiesa e di tutto il mondo.
A tutte le famiglie: che
il Signore conceda loro di sperimentare, almeno una volta al giorno, che
“c’è più gioia nel dare che nel ricevere’’ (At. 20,35).
A tutti i bambini:
che il Signore difenda in loro la meraviglia e lo stupore, che noi sappiamo
accogliere sempre la luce dei loro occhi, che la loro presenza sia considerata
sempre una benedizione del Signore.
A tutti: la gioia di questo
Natale possa mettere radici profonde e stimolarci a rivedere tutta la nostra
vita alla luce del Vangelo.
+ arrigo miglio
CON IL
25 DICEMBRE SI DARA’ AVVIO ALL’ANNO GIUBILARE
PER UN ANTALE
DIVERSO...
AUGURI E RIFLESSIONI
DAL VESCOVO LUIGI
Per trentadue anni dal Risveglio Popolare
ho rivolto ai diocesani di Ivrea gli auguri per il Santo Natale e l’Anno
Nuovo, aggiungendo una lettera circolare con note personali per i sacerdoti,
i più stretti collaboratori del Vescovo. Ora sarà compito
di Mons. Arrigo, a cui faccio pubblicamente i più affettuosi auguri
per la missione bella e grande che il Signore gli ha affidato nella sua
e nostra terra. Mi sia permesso, per quest’anno, unirmi ai suoi auguri,
non solo perché inizia un anno eccezionale (primo di un secolo,
Anno Santo, Anno del Giubileo, anno centenario anche per Ivrea), ma perché
è il mio primo anno integralmente vissuto da “emerito’’, dopo l’anno
della trasmissione del mandato.
E lo faccio anche per assicurare
il mio ricordo grato ed affettuoso, la mia vicinanza a tutti, clero, religiose
e religiosi, membri tutti del popolo di Dio, cittadini tutti di Ivrea,
del Canavese, del Chivassese. Mi vedete ormai di rado - qualcuno, a cominciare
da Mons. Arrigo, dice: troppo di rado - ed in realtà sono spesso
in giro per l’Italia, invitato per predicazioni e conferenze. Sono grato
al Signore che me lo consente, mantenendomi in buona salute; ma lo faccio
volentieri, non solo e non tanto per lasciare libero campo al mio successore
ed evitare ogni sfumatura di malinteso nella gente ma soprattutto perché
ritengo possa essere una missione disseminare ovunque quei germi di riflessione
e di stimolo - in particolare, come ho già detto, sui grandi temi
del Concilio e della pace - che per lungo tempo ho cercato di testimoniare
nel mio ministero episcopale in Diocesi di Ivrea, dove dunque una mia presenza
potrebbe ridursi a richiami, pur sempre cari, di simpatia e di amicizia.
E così, lasciatemi
girare, per questa missione, faticosa ma opportuna, nella quale in fondo
continuo a portare non solo il nome, ma l’affetto, l’esperienza, l’entusiasmo
di Ivrea e del Canavese. Grazie per il vostro ricordo e la vostra solidarietà.
E carissimi auguri a tutti ed a ciascuno, per un Santo Natale, un Anno
Nuovo - che inizierò con la tradizionale Marcia di Capodanno a Siena,
e con la Santa Messa in Cattedrale, in unione con Mons. Arrigo che lo celebra
in Terra Santa - auspicando che lo trascorriamo e concludiamo in operosità
e serenità (e... santità: è l’Anno Santo!),
mentre sarebbe più problematico auspicare di concludere il secolo,
e tanto più il millennio, per i quali però tutti siamo chiamati
a contribuire perché siano davvero tempo di grazia, di speranza,
di solidarietà, di pace.
+ luigi bettazzi