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CONCORSO DI PROGETTAZIONE DI MASSIMA

PER LA SISTEMAZIONE ED ARREDO URBANO

DI PIAZZA EUROPA E ZONE LIMITROFE

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COMUNE DI SANT’ARSENIO

 

LA SFINGE DELLE MEMORIE 

 

 

  • prologo

    Molte altre volte ci siamo trovati impegnati in progettazioni di sistemazioni ed arredi di piazze e centri urbani, ed oggi come le altre volte ci siamo riposti la stesse domande:

    Urbanistica o Architettura ?

    Poesia o Razionalità ?

    OMISSIS...................................................................................................................................................


    Intervento generale

    Dalle premesse fatte e dalla certezza che la qualità della vita di una città scaturisce dalla qualità della Architettura, dalla riqualificazione, dal rispetto e dalla vocazione dei luoghi urbani, il nostro preciso scopo è stato pertanto rispondere a tali bisogni, reinterpretando semplicemente il luogo e la vita quotidiana dei cittadini di Sant’Arsenio.

    E’ stato così naturale a tale scopo ridisegnare l’intero comparto della piazza in maniera elementare nel rispetto delle forme e delle funzioni, affidandole e facendole vivere, godendole, ai pedoni, in quanto una bella PIAZZA, che da sempre è stata e sarà la definizione spaziale architettonica e non superflua, né tanto meno effimera, del luogo e della sua naturale vocazione alla funzione ed alla forma, "è il luogo di incontro dove gli esseri umani possono scambiare le loro idee e i loro sentimenti" (come scrive Christian Norberg Schulz).

    Ecco che la prima operazione effettuata è stata quella di pedonalizzare il più possibile l’intera area della attuale piazza alberata ed unendola al suo prolungamento, deviando la circolazione automobilistica ed eliminando i parcheggi e l’incrocio attualmente esistenti al suo interno. E localizzando adeguate are di parcheggio in due zone, una a ridosso del Municipio, l’altra nella zona est del comparto e comunque fuori dell’area pedonale della piazza.

    Così percorsi pedonali a portici a due livelli lungo il verde, fra prati ricchi di macchie di fiori e belle di notte, fra la pietra di Padula delle Porte e della Sfinge delle Memorie, liberano l’intera area di Piazza Europa dalle auto, restituendo lo spazio ad una vera piazza : La Piazza dell’Europa.

    La Piazza è stata da noi intesa come una Città nella Città nella quale convengono i popoli dell’Europa. Questa così diviene Città d’incontri, come avveniva una volta, ove incontrarsi non significa necessariamente trovarsi d’accordo, ma significa confrontare le proprie diversità. Lo spazio urbano diviene così luogo di scoperta, ambiente delle possibilità, che deve rispondere alle richieste sensoriali ed emotive della collettività. E come ogni buona città essa ha le sue Porte di accesso: La Porta della Città Civile, La Porta d’Europa, La Porta del Portico, La Porta dei giochi. Questo a simboleggiare i diversi momenti, che hanno bisogno oggi di incontrarsi per una buona vita civile.

    Ma non basta pensare alla piazza come ad una città totale, non basta affermare l’incontro delle emozioni e dei bisogni collettivi, bisogna affermare una unità più profonda fra le necessità civili e quelle morali e fra queste e quelle della cultura e del proprio indelebile passato.

    Ecco che l’intera area del comparto è stata geometrizzata attraverso due assi teorici e simbolici, che, partendo l’uno dal municipio - la Città Civile - e l’altro dal sagrato della chiesa - la Città Morale -, attraversando tutto lo spazio della piazza - la Città della Ricreatività -, pervengono nel fulcro della TORRE, luogo delle memorie, vera e propria Sfinge delle Memorie.

    Ma il simbolo è di per sé qualcosa che rifiuta qualsiasi lettura univoca, i suoi significati possono rivelare e nascondere: è il mondo delle idee che prende forma fisica, attraverso la mitologia del linguaggio fondata sulla possibilità di credere in una realtà fondamentale e perduta, che può essere rivelata dalla propria forza dell’interpretazione.

    Ecco che, se a qualcuno può apparire riduttivo riferire lo spirito di una città a "Peppone e Don Camillo", possiamo legittimamente credere ad una metafisica dell’immagine, per ricordarci che lo Spazio della Città non è soltanto Architettura , ma è popolato da "oggetti strani" o comunque apparentemente estranei, come quel dirigibile della "Architettura ed Immagini celesti" o - in altro campo artistico - dei mezzi meccanici di De Chirico.


    Ma cos’è la nostra Sfinge ?

    E’ il luogo delle Memorie di Sant’Arsenio, è il nocciolo dell’esistenza di ogni cittadino di Sant’Arsenio, è il desiderio di una riproposizione storica, in quanto le funzioni delle tracce del passato, nel bene e nel male, hanno sempre condizionato non solo la qualità espressiva delle città, ma la stessa vita sociale, in pratica l’uomo si è sempre riconosciuto nei suoi monumenti, ma tale riconoscimento supera il semplice dato storico architettonico del manufatto, in quanto sono le funzioni che si appropriano dei significati. In tal senso non sono semplici emblemi della città e della sua vita, ma diventano qualcosa che va oltre il simbolo, interagendo costantemente con il quotidiano. Come per Benjamin il volto anonimo delle moderne megalopoli, deve ritrovarsi nel tempo ed il presente può divenire metafora del passato.

    La nostra TORRE, moderna funzione della collettività, si approprierà dei significati della storia del paese e diverrà monumento dei "monumenti" della tradizione.

    Essa conserverà come una Sfinge significati anche intelligibili, ma che scaturiranno dal profondo della cultura di sant’Arsenio, per innalzarsi quasi a cento metri da terra, svettando fra civico e religioso, a testimonianza della supremazia della cultura e delle tradizioni dell’uomo civico e morale.

    Il primo livello, quasi scavato nella roccia che fuoriesce quasi naturalmente dal terreno, ospita una vasca d’acqua alimentata dalla vasca più piccola posta superiormente ed all’esterno, dalla quale attraverso fori e scanalature l’acqua permea la pietra rosa all’esterno e si proietta a cascata nella vasca interna.

    Tale sala è illuminata da feritoie nella pietra e dalla sala circolare, ove la scala a chiocciola che sale fino alla sommità per dominare il paesaggio, ne è il nocciolo vitale. La sala cosiddetta della vasca d’acqua ospiterà mostre del passato remoto, ne costituirà le viscere culturali dell’intero complesso espositivo - museale che in pratica è l’intera torre - sfinge. Il secondo livello ospiterà esposizioni e mostre del recente passato, ne sarà pertanto il polmone; mentre gli altri anelli intorno alla scala centrale a chiocciola ospiteranno la vita quotidiana, ne sarà pertanto il palpitare costante del cuore.

    Gli accessi sono ad ogni livello: si potrà accedere direttamente da due scaloni, posti lateralmente al cerchio della torre al secondo livello a significare che il passato remoto costituisce le fondamenta del presente, ma non per questo bisogna costantemente attraversale per pervenire all’esperienza della conoscenza: il passato remoto è già parte del nostro DNA. Mentre delle ascensori liberamente dalla piazza porteranno ai piani del quotidiano, attraverso passerelle leggere volanti, le quali diverranno anche sversatoi d’acqua per la cascata sulla vasca grande all’interno della piazza. Il nostro obiettivo era di realizzare una struttura architettonica museale che potesse essere parte della vita quotidiana di Sant’Arsenio: in pratica vogliamo che il contatto con la cultura non sia un fatto da programmare ed episodico, ma sia costantemente stimolato, da un attraversamento casuale e non eccezionale.


    I Portici

    L’intero progetto di sistemazione della piazza e del suo contesto oltre che dalle considerazioni qui già espresse in prologo, prende le mosse da un punto fermo e chiaro: rispetto totale degli alberi esistenti.

    Pertanto si sono progettati dei lunghi portici fra i filari degli alberi esistenti e laddove il disegno attuale non avesse ben individuato la presenza di un albero, nell’esecutivo gli si adatterebbe: il progetto è in realtà, pur se dettagliatamente studiato, assolutamente permeabile ad ogni possibile variazione.

    Ma lo spirito di fondo comunque di realizzare dei percorsi porticati attrezzati e plurifunzionali, nonché multidirezionali che racchiudessero fra il verde ed un disegno di pavimentazione accurato, lo spazio architettonico della piazza, non muterà. Si è voluto testimoniare con la realizzazione di portici coperti a capriate in ferro e vetro, posti fra i filari degli alberi, la partecipazione diretta della Architettura con la Natura, cioè si è voluto affermare la priorità della creatività dell’uomo che sapientemente intervenendo tra la natura la elabora per restituire alla società la sua opera culturale: tutto è più bello se l’arte riesce ad elaborare visioni ed emozioni. Tali portici inoltre, come un po’ dappertutto ogni altro intervento architettonico progettato, le Porte, le passerelle ecc. , sono fruibili a più livelli, in quanto oggi non possiamo considerarci più al centro dell’universo, non possiamo ritenere che vi sia un punto di vista prospettico prediletto, neppure sui piani verticali: la contemporaneità di viste a livelli diversi, moltiplicando i quadri prospettici, dinamizza la spazialità urbana.


    Gli arredi ed il Parco giochi

    Si è disegnata una zona per i bambini con "un fortino" all’interno di un parco verde, molto ampio. Tale attrezzatura è anch’essa aperta alle più svariate variazioni, è in sostanza il luogo pietrificato delle possibili "fantasie" del bambino: egli potrà al suo interno realizzare, più che fare, ogni suo atto creativo.

    Lungo le strade che costeggiano l’area della piazza a partire dall’accesso al cuore di Sant’Arsenio, si è studiato un marciapiede attrezzato con panche, fioriere e lampioni, tali da rendere "abitabile" ogni momento di pedonalità.

    Lungo l’asse immaginario che collega la Torre della Sfinge all’orologio del municipio, vi è un asse reale di attrezzature di arredo polifunzionali: panche, lampioni, fioriere, fontane: fontane tante ed un po’ ovunque quasi a simboleggiare il ristoro che l'acqua offre agli assetati di conoscenze.


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