Atto secondo

La scena si svolge a Palazzo Farnese, nella camera di Scarpia. Il poliziotto cena e fa consegnare a Garrone un biglietto per Tosca, che lo raggiunga dopo il concerto. Scarpia qui esprime , in un monologo, il suo virulento desiderio erotico e il cinismo per ottenerne l’appagamento. Entra in scena Spoletta, terrorizzato nel dovere confessare che nella villa non c’é traccia di Angelotti. L’ira di Scarpia s’attenua, quando gli si comunica che hanno catturato Cavaradossi. Scarpia s’appresta ad interrogare il pittore. Questi, spavaldo si rifiuta di rivelare il nascondiglio del fuggitivo. Seguono scene di di minaccia per ogni rifiuto e toni paternalistici, per mostrare benevolenza nel caso egli tradisse Angelotti. Il pittore rimane fermo nelle sue posizione. Tosca, entrando in scena si stupisce di trovarvi l’amato. Scarpia comprende che solo Tosca potrà condurlo all’evaso. Ordina che si porti Cavaradossi nella stanza della tortura. Inizia l’interrogatorio di Scarpia a Tosca, mentre s’odono i lamenti del torturato. La cantante implora lo spietato poliziotto, perché faccia cessare la tortura, ma Cavaradossi, comanda alla donna di non parlare. In un crescendo di minacce, l’ira del carnefice, s’ode un urlo di dolore di Cavaradossi. Tosca, temendo per l’amato, rivela il nascondiglio di Angellotti nel pozzo. Cavaradossi viene portato svenuto in scena. Scarpia ordina che si vada a prendere il console. Mario rinviene, conosciuta la verità si dispera. Entra in scena Garrone ed annuncia che a Marengo non hanno vinto le forze imperiali ma Napoleone. Cavaradossi, felice, grida con forza Vittoria! Vittoria! Gli sbirri lo trascinano via.
Scarpia, inizia il gioco del ricatto, mostrando la propria passione per Tosca. Il suo istinto è un crescendo d’eccitazione, cerca lei disperatamente. Un rullo di tamburi, annuncia la fucilazione di Cavaradossi. Tosca piangendo canta la famosa aria vissi d’arte. Le lacrime non fanno tacere le brame di Scarpia. L’entrata in scena di Spoletta, con la notizia della morte di Angelotti, suicidatosi pur di sfuggire alla cattura. Scarpia ordina che si proceda alla fucilazione di Cavaradossi, ma comprende che Tosca ora è disposta a concedersi. Tosca vuole che l’amato sia liberato immediatamente, Scarpia smorza le speranze d’una subitanea liberazione. Bisogna inscenare una falsa fucilazione, in modo che tutti credano che Cavaradossi sia morto. Spoletta , comprende dagli ordini che la fucilazione non sarà una simulazione. Tosca chiede un salvacondotto, per sé e il suo amato. Il poliziotto và alla scrivania, mentra scrive, Tosca vede sul tavolo un coltello e lo nasconde dietro la schiena. Scarpia finito di scrivere si alza e cerca di abbracciare la cantante, questa lo colpisce e l’uccide; prende il salvacondotto e depone sul petto di Scarpia un crocefisso e ai lati del cadavere due candelabri.

                              atti 1-2-3