Entrano i soldati, sono dietro loro, il regista mi ferma un attimo. Sono ora con loro, tre ragazzi, s’apprestano a schiantare tre catinelle con i piedi; l’ordine del regista, numeri per i gesti dell’ufficiale. Il puntamento, la sciabola s’abbassa, il simultaneo schianto. Il frate guarda il morente, il pittore è un cantante veneto, amante della buona tavola e del fascino femminile. Laureato in veterinaria, era caduto come un bove al mattatoio. Il frate doveva benedirlo. Lentamente, mi sono avvicinato a lui, privo d’occhiali, vedevo solo ombre, con la pesantezza delle luci a ferire i miei stanchi occhi. Nell'attesa della scena, avevo provato il segno della croce, domandandomi come dovevo tenere lo sconsacrato attrezzo di legno. Alla fine ho misurato il gesto, indietreggiato, guardando, il gonfio corpo del tenore, con la punta dell’occhio osservando i soldati che rientravano tra le quinte. Il melodramma era concluso, finalmente sarei riuscito a bere e ritrovarmi a tavola con cantanti ed organizzatori. Annunzia, era seduta in alto tra le gradinate, senza mai scendere tra noi, lei aveva goduto a pieno lo spettacolo, al contrario di me. Un mese di fatica, quattro anni di preparazione e poi…ho fatto la comparsa.
Danilo Tomassetti, e-mail indirizzata alla cantante Susanna Parigi
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