Dalla Vostra inviata alla 2° prova di
coppa del mondo di canoa slalom a Tacen (Slovenia)
DOBRA IUTRO (buongiorno, in sloveno).
Ciao ragazzi, sono di ritorno dalla mia
nuova esperienza internazionale. La 2° prova di Coppa del mondo di
slalom 2014, dal 13 al 15 giugno, si tiene a Tacen, pochi chilometri da
Lubiana , su un campo che nel
2010 ha ospitato i mondiali
e che ogni
anno, normalmente, è tappa del circuito World Cup.
Qui gareggiano e vincono sempre i migliori
atleti della canoa mondiale. Questa è la patria di Peter Kauser ma anche
il nostro Daniele Molmenti conosce bene questo tratto di canale sulla
Sava: lui abita poco lontano e queste sono le acque dove spesso si
allena.
Parto giovedì 12: il navigatore indica 660
km praticamente tutti in autostrada, le previsioni meteo sono buone e il
caldo comincia a farsi sentire. Lascio il Mar Ligure all’alba e
raggiungo l’Adriatico in poche ore per poi addentrarmi nell’interno del
territorio sloveno. Lungo il percorso, ripasso la geografia, incontro
fiumi e molti svincoli autostradali “canoisticamente conosciuti” per via
degli ormai 25 anni di trasferte. Per ognuno ho ricordi, esperienze e
colleghi a cui ora, nella solitudine e lunghezza del mio viaggio mando
un pensiero. Il casello più orientale è quello di S. Giorgio di Nogaro
dove sono stata la prima volta nel 1988, fresca di esame da aspirante.
In quell’occasione, ad esempio, ho conosciuto Giorgio Tagliavini ma
quanta acqua abbiamo preso!!
Arrivo a Lubiana nel primo pomeriggio, il
viaggio è stato buono, la giornata è torrida ma ho un paio di ore per
potermi riposare in albergo prima che la navetta ci porti sul campo gara
per la prima riunione, per la dimostrazione e approvazione del percorso
e per il test dei 6 apripista fra i quali scenderà anche Marco Babuin.
Nel frattempo scoppia un temporale, la temperatura si abbassa e smorza
un po’ l’umidità.
Mi accredito. Alla riunione incontro Sue
Natoli, Chief Official e Urska Stoklasa, Assistant Chief Judge. Vedremo
Borut Tuma, Chief Judge, solo alla riunione del mattino successivo prima
giornata di gare.
Dei colleghi presenti conosco già
Krzysztof Pochwala (Pol), Birgit Fehling (Ger) e il mitico Rien
Wesselink (Ned) che mi presenta Gert Ian Teunissen suo connazionale che
di solito pratica i campi gara come team leader. Ci sono anche Hans
Peter Weiss -responsabile ICF per il video- e Patricija Strukelj con i
quali abbiamo condiviso l’anno scorso l’esperienza del mondiale a Praga.
In attesa di iniziare mi presento a Brian
e Sherry Fike (vengono dal Colorado), Emma Aldridge e Shona Jennings
(inglesi), Lucia Zahorska, russa come Elena Usova che arriverà solo
venerdì mattina.
Naturalmente sono presenti anche molti colleghi
sloveni, Branko Vretic, Branko Kavs, Matej Kaiser e Boris Volaj; alcuni
di loro mi chiedono notizie degli amici italiani e in particolare di
Peppino che sono preoccupati di non vedere più in giro.
A tutti assicuro che sta bene ma che è
troppo impegnato “to paddle” da quando ha ripreso a gareggiare e vincere
in tutte le discipline dell’acqua mossa.
Per le notizie sugli altri colleghi, in
particolare Raffaella, Fulvio e Gianni assicuro tutti sulla loro forma e
nel frattempo colgo l’occasione per inviargli, telepaticamente, un
grosso in bocca al lupo visto che proprio in concomitanza sono impegnati
in Valtellina nell’esame per l’abilitazione internazionale della
discesa.
Dopo la dimostrazione del percorso, con la
discesa dei 6 apripista, tutto è stato collaudato: le nostre postazioni,
gli incroci, i PDA ecc. tutto funziona. C’è ora solo da tornare in
albergo, cenare e fare una bella dormita in previsione della lunga
giornata di qualifiche del venerdì.
Intanto dalla Valtellina arriva la notizia
che abbiamo 3 nuovi giudici internazionali di discesa: bravi ragazzi,
continuate così!!
Venerdì 13, ore 7,45: si fa l’appello.
Eccoci pronti. La prima sorpresa è che i fogli delle penalità -che ci
avevano assicurato avremmo trovato precompilati con il “Colin’s system”-
non sono stati stampati per problemi sorti in vari ed inutili tentativi
notturni.
Urska si scusa: dobbiamo dunque darci una mossa perché alle
8,30 è necessario essere già in postazione con i fogli compilati. Ancora
due raccomandazioni del Ch Judge riguardano la segnalazione delle
penalità: la gestualità, le comunicazioni con il Transmission Judge e la
compilazione dei moduli. Ognuno deve scrivere quello che ha visto,
indicare che si è visto qualcosa di diverso dai colleghi: l’incrocio
serve proprio a integrare le diverse possibili angolazioni e a garantire
a tutti gli atleti un ottimo servizio.
Ho l’incarico di Gate judge a scavalco
fra il 1° e il 2° settore: primary judge (PJ) delle porte 5-6-7 e
secondary (SJ) per la 3, la 4 e la 8. Per la 3-4-5 faccio riferimento a
Birgit (TJ) del 1° settore, mentre per le porte 5-6-7 il corrispondente
TJ è Rien. Sono numericamente ma non sono porte complesse, si tratta
solo di trovare i passi giusti per spostarmi un pochino in postazione
mentre l’atleta affronta il settore: essere ben in linea con le porte
in risalita e di fronte su quelle in discesa. Durante la giornata non
ci sono problemi, tutto ci sembra filare liscio anche per quanto
riguarda l’attenta compilazione dei moduli nel risicato minuto
disponibile fra un atleta e l’altro.
La pausa è fissata alle 14. Un
bollente gulash sotto una tenda militare, una mela e via, riprendiamo
alle 15 fino alle 18.
Nella riunione di fine giornata ci consegnano il
report sulle richieste di verifica (inquiry) e dei reclami (protest)
presentati nelle qualifiche.
Alcune penalità sono state modificate per
errata trasmissione del PDA, qualche altra invece è modificata grazie
alla verifica incrociata dei nostri fogli o con la prova video. Nelle
mie porte è stato definito “intentional push” (50 secondi di penalità)
un tocco inizialmente indicato solo con il 2 mentre altre due verifiche
hanno confermato la penalità. In un paio di casi, nelle porte in cui ero
SJ, sono stati assegnati “2” a motivo di “light touch” e “boat” dove
inizialmente il PJ aveva dato “0”. Direi una buona statistica sui circa
2.400 passaggi giornalieri nelle 6 porte!!
Alle 19, viene costruito il nuovo percorso
per le semifinali del sabato ma la nuova dimostrazione del percorso è
solo “sezione per sezione” dunque non siamo impegnati nel rilevare i
passaggi. Dopo la torrida giornata e poco prima che la navetta ci rilevi
scoppia un nuovo temporale con tuoni e lampi, grandine. Aspettiamo
qualche minuto per rientrare in albergo, cenare e riposare.
Sabato 14, ore 7,45. Riunione. Come
d’incanto, questa mattina, i moduli sono già compilati, le semifinali
previste partiranno ogni 2 minuti e mezzo. Sono assegnata al 2° settore
(con Brian TJ) a scavalco con il 3° (con Rien TJ): porte dalla 6 alla
11 (+ la 12 “if you can”, Rien ringrazia e Sue Natoli commenta “passion
for work!”).
Come già ieri, le porte sono molte
ma non sono complesse e si tratta di stabilire i movimenti giusti per
non finire in acqua!!
La mattina passa senza troppa fatica, al
pomeriggio ci sono le squadre del C1W e del K1M, dove ad ognuno di noi è
assegnata una sola porta “one judge, one gate” : una pacchia!!
Anche oggi la giornata è calda, siamo
tutti entusiasti e cominciano ad arrivare i primi risultati finali: nel
C1M, “Cippo” Cipressi che è stato terzo fino all’ultimo perde la
medaglia di bronzo per un reclamo accolto a favore dell’atleta di casa
Lukas Bozic. Le squadre del C1M (Cippo, Colazingari e Ceccon) e del K1M
(Molmenti, Di Gennaro e Romeo) non hanno buona fortuna ma il percorso è
tosto e gli altri sono bravi davvero.
Alla riunione di fine giornata ecco di
nuovo le statistiche: sulle mie porte sono state fatte 2 inquiries di
cui una accolta (è stato tolto un 2) e l’altra confermata (il 2 è
rimasto 2). Anche oggi mi sembra di aver portato a casa la pellaccia e
siccome sono solo le 17, 45 dopo la riunione decidiamo di concederci un
po’ di musica dal vivo e una birra (qualche collega avvezzo anche di
più) intorno al campo gara dove aleggia un buon profumo di bbq. Il
solito temporale del tardo pomeriggio rinfresca l’aria senza
raffreddare gli animi e la musica non smette.
Subito dopo cena saluto tutti e vado a
riposare.
Mi sta aggredendo un gran raffreddore, la
tosse e penso che la mia temperatura stia salendo. Prendo un
antipiretico e mi preparo all’ultima giornata di gare nonché ad
affrontare il viaggio di ritorno.
Domenica 15, riunione ore 8,30.
Nessuna novità sulle postazioni, nessuna
particolare ulteriore indicazione per quanto riguarda l’arbitraggio ma
la sola raccomandazione di non abbassare mai la guardia e sorridere alle
telecamere!!
La mattina trascorre in fretta.
L’intervallo lungo fra un atleta e l’altro ci permette di considerare e
scrivere ogni minimo dettaglio delle eventuali penalità tanto che non ci
saranno cambiamenti nei giudizi. In più, ci consente di vedere dal maxi
schermo anche qualche altra situazione oltre i nostri settori:
all’atleta polacco Polaczik, nel K1M, affonda la barca intorno alla
porta 19; un C1 femminile riprende una porta saltata risalendo la
corrente “a mano” sui sassi.
Purtroppo, assisto anche al nostro C2 Ferrari-Camporesi che, dopo essersi qualificati con una ottima SF,
proprio in finale si rovesciano e malgrado l’eskimo non riescono ad
evitare 2 salti di porta. I ragazzi avevano un ottimo vantaggio
all’intertempo. Un vero peccato ma hanno dato prova di grande abilità e
forza, stanno crescendo davvero bene.
Quello di Tacen, dove non ero mai stata, è
un campo insidioso anche per i migliori. Daniele Molmenti nella
semifinale
incappa in 2 salti di porta e non guadagna la finale, mentre Jessica
Fox, proprio nella finale del K1 prende un 50 alla porta 5 dove un
azzardato passaggio le lascia mezza testa fuori: i giudici del settore 2
(Brian, Shona e Gert) chiedono la prova video perché sembra quasi
impossibile ma dalla mia postazione, sotto la porta, la dinamica è molto
chiara e, su richiesta del PJ scrivo un appunto personale in aggiunta
sul mio foglio. Brian mi ringrazierà perché davvero abbiamo fatto un
buon lavoro di squadra.
In pausa pranzo qualche chiacchiera con il
Chief Judge. Al pomeriggio assistiamo alle ultime gare a squadre del K1W e
del C2M. Finiamo persino con qualche minuto di anticipo, intorno alle
15. La riunione è fissata solo per le 16 e siccome minaccia pioggia e la
strada è molta, chiedo a Borut e a Urska di poter partire subito. Saluto
i colleghi, alcuni dei quali, come me, rientrano a casa già in serata.
Con qualcuno ci diamo appuntamento a Deep Creek per i mondiali a
settembre, con qualcun altro, invece solo un arrivederci “some day,
somewhere!!”
Il viaggio è buono, con poco traffico e
poca pioggia. Domani, però, mi sono concessa ancora un giorno di ferie.
Grazie alla DAC e alla Federazione mi è
stata data una grande, intensa e appagante opportunità per fare davvero
una nuova esperienza.
Ciao, Enrica
(alcune
foto sono di Hans-Peter Weiß e presa dalla pagina Facebook "Canoe Slalom
Judges")
|