ELEZIONI D.A.C. quadriennio 2013 -
2016
Programmi dei candidati
Volevo altresì ringraziare i candidati Presidenti
e i Consiglieri che hanno gentilmente risposto alle mie domande.
Grazie di esservi messi in gioco.
Un saluto a tutti.
Davide
IL MIO PROGRAMMA
Cari amici, desidero innanzitutto ringraziare i colleghi che
hanno sentito il dovere/piacere di partecipare al dibattito che ho
attivato sul nostro sito con la richiesta di “aiuto” per la definizione
del mio programma per il prossimo quadriennio, qualora vorrete affidarmi
l’incarico di rappresentarvi all’interno della DAC.
Sono stati affrontati tutti gli argomenti che vi avevo
proposto, con considerazioni e approfondimenti di assoluto buon senso e
pienamente condivisibili e che hanno messo in evidenza i punti di
maggiore criticità e che devono pertanto essere presto affrontati con la
ricerca di soluzioni adeguate.
I vostri interventi mi hanno aiutato a mettere ordine nei
miei pensieri e a dare forma organica al progetto che vorrei condurre
all’intermo della Direzione Arbitrale, principalmente per mantenere e
migliorare la qualità del settore “Acqua Mossa”, ma anche per
contribuire a definire regole, comportamenti e procedure che impattano
anche sulle altre discipline e sulla vita del nostro collegio.
PREMESSA
Partirei nell’illustrarvi alcune considerazioni generali la
cui presa di coscienza e condivisione diventano il presupposto per
comprendere meglio gli obiettivi della strada che vorrei percorrere.
Il nostro ruolo sui campi di gara è ben definito dalle
“linee guida” che, seppure pubblicate con gran fatica nel lontano 1998,
ancora oggi risultano molto attuali e di forte indirizzo per ricoprire
al meglio le varie postazioni sui campi di gara.
Seppure tutti molto importanti, alcuni dei ruoli che
ricopriamo nelle gare hanno una valenza, diciamo così, più
amministrativa, altri invece richiedono un giudizio immediato a carico
del Giudice che può avere (anzi ha !) impatto sul risultato finale
dell’atleta.
Questi ruoli richiedono una preparazioni arbitrale perfetta
perché – ad esempio - una penalità non assegnata nello slalom o un gol
negato nella polo, possono rovinare la carriera di un atleta che si sta
giocando, magari, la partecipazioni ai Campionati Mondiali o ai Giochi
Olimpici.
Un altro aspetto importante riguarda le abitudini nella
composizione delle giurie che nel tempo si sono stratificate a livello
di singole discipline. Vi faccio alcuni esempi.
Il controllo imbarcazioni nelle manifestazioni di acqua
piatta viene svolto dagli Ufficiali di Gara, nelle gara di acqua mossa
da volontari messi a disposizione dall’organizzazione. Dov’è la
differenza ?
In una gara di campionato italiano slalom a squadre
occorrerebbero 18 giudici di porta per garantire gli stessi giudizi di
una gara individuale. Questo non avviene mai e allora si osserva quello
che si riesce a osservare o ci si affida alla collaborazione di persone
non qualificate. Ma non è assolutamente regolare !
Se poi ci spostiamo sull’uso delle nuove tecnologie gli
esempi potrebbero moltiplicarsi. E’ non commuova eccessivamente la
campagna “P. & P.” dell’amico Bedini per gli eccessivi impegni dei
colleghi della canoa d’acqua piatta ! Qualcuno di quelli che si lamenta
provi a fare il Giudice di Porta per 8/10 ore di seguito relazionando
sul report gli errori di ogni passaggio in ogni porta….e poi vediamo in
quali manifestazioni devono essere implementate le giurie ! E dico
questo senza nessuna polemica e con il più grande rispetto per il lavoro
dei colleghi della’acqua piatta. Ma è una cosa che va detta.
Nell’acqua mossa mi sento di dire che i ruoli più complessi
sono solo due:
§
Il
Giudice di Porta che, oltre a conoscere esattamente le regole e la
casistica arbitrale (e ci mancherebbe altro !) deve imparare a valutare
bene la posizione da dove controllerà il proprio settore e dove si
renderà necessario ricorrere all’aiuto degli altri giudici o
collaboratori. Per far questo deve essere in grado di immaginare cosa
succederà nelle porte a lui assegnate e solo una grande esperienza, per
i trascorsi sportivi e per la numerosità di gare osservate o arbitrate,
consentirà di farlo.
§
Il
Giudice Principale, che oltre ad essere un ottimo Giudice di Porta per
poter decidere l’assegnazione dei settori in relazione ai collaboratori
di cui può disporre, deve conoscere perfettamente i processi
organizzativi di una gara ricordando al Direttore di Gara e agli
organizzatori quali sono gli adempimenti che devono essere previsti a
tutela del miglior risultato a favore dei partecipanti e a prevenzione
di errori e reclami. E questo vale anche per la Discesa.
Il Giudice di Partenza, il Giudice d’Arrivo, il Commissario
d’Imbarco, l’addetto al controllo imbarcazioni e alla sicurezza, seppure
altrettanto importanti, sono ruoli che richiedono minori competenze e la
casistica oggetto di squalifica, che si può rilevare dalla relazione di
Valerio Veduti, indica davvero pochissimi e scarsamente significativi
interventi.
Tutto questo per
dire che abbiamo bisogno di investire maggiormente solo sui ruoli
arbitrali veramente importanti, destinando le risorse risparmiate alla
formazione e alla crescita.
Sicuramente
adottando criteri di maggiore omogeneità nella composizione delle Giurie
fra le discipline (in particolare quelle olimpiche).
BUDGET
Come tutti voi ho letto con attenzione tutte le relazioni
dei Consiglieri uscenti ma, in particolare, quella del Presidente
soffermandomi con doveroso interesse sul rendiconto di spesa, cosa che
in passato non avevo mai fatto.
Eccovi come sono ripartite percentualmente le nostre risorse
a livello di disciplina:
§
Acqua piatta |
43,20 % |
§
Acqua mossa |
24,90 % |
§
Polo |
22,50 % |
§
Varie (Far, Supervisioni, Esami, Altro) |
9,40 % |
Mi aspetto che per
il futuro queste forti discrepanze vengano superate e che ai Consiglieri
DAC venga attribuita la responsabilità di definire un budget di settore,
composto dalla somma dei costi previsti per la designazione delle giurie
che dovranno coprire le manifestazioni dal calendario FICK, giurie che
dovrebbero essere formate sulla base dell’importanza delle singole gare
e dei criteri stabiliti dalla nuova DAC, orientati ovviamente alla
sobrietà e alla meritocrazia.
Parte del budget
sarà obbligatoriamente da destinare alla spesa per interventi formativi
(riunioni e tutoraggio) e di questa voce sarà importante tenerne
rendiconto.
Passare quindi da
un “spendiamo sino a quando ne abbiamo” ad un più professionale
“Controllo Gestionale della Spesa” indirizzato a raggiungere obiettivi
di partecipazione qualitativa alle manifestazioni nazionali ed
internazionali.
Belle idee ! Ma se non abbiamo risorse umane e finanziarie
sufficienti per farlo ?
Credo che la Federazione in questo possa darci una mano
legiferando in merito. Proseguiamo....
COLLABORATORI
ARBITRALI
E’ necessario individuare presso le società, soprattutto
quelle che organizzano gare (ma non solo) persone che ruotano attorno al
mondo della canoa, disposte a ricoprire incarichi arbitrali nelle gare
regionali ma anche alcuni nelle gare nazionali.
E’ una cosa che si fa già oggi in maniera destrutturata, ma
da organizzare invece con formazione ed esami, cosa che darebbe maggiore
ufficialità e garanzia di risultato.
Diventano abilitati ad assegnare penalità i Dirigenti
Federali e Societari e gli Allenatori; gli accompagnatori possono
controllare il giro di boa o stendere un cronologico in una gara di
discesa.
Potrebbe essere il Comitato Regionale a tenere ed aggiornare
questo “albo” in accordo con il FAR di riferimento.
E’ vero che le persone che girano intorno al mondo della
canoa sono poche e non è possibile fare confronti con i cugine francesi
che cito spesso; ma uno preso qua ed uno la, piano piano si riesce a
mettere insieme una bella squadretta di collaboratori. Ed in giro sui
campi di gara ce ne sono di davvero validi.
I costi di trasferta – se previsti - a carico dei Comitati,
la formazione a carico dei FAR e della DAC. E non su statuti e
regolamenti federali ma sulle regole pratiche e sulle attenzioni che
devono essere poste in essere nella copertura di uno specifico ruolo. La
designazione sui campi di gara a cura di accordi fra GAP, FAR e Comitato
Regionale.
Il resto lo farà il Giudice Principale, che dovrà imparare a
gestirsi, formare, verificare anche questi collaboratori.
Nella Polo, come sapete, già esistono e si chiamano AACP. E
mi dicono che sono in genere, bravissimi.
Li volete chiamare CAR ? Li volete chiamare Aspiranti
aspiranti Arbitri ? Chiamateli un po’ come volete, ma abbiamo un gran
bisogno di mettere ordine su questo argomento.
Raggiungiamo così
un secondo bell’obiettivo che aiuta a raggiungere il primo ! Copro in
una gara tutta le posizioni tecniche previste (e in una gara a squadre
di slalom non ho bisogno di convocare 18 arbitri !) ma dedico le risorse
del Collegio a coprire solo le posizioni più impegnative e con quello
che risparmio posso mandare un collega più esperto a fare formazione al
povero Aspirante che si è trovato per la prima volta a gestirsi da solo
una garetta regionale (e che a volte sono proprio quelle più ricche di
casistica e difficili da arbitrare).
VALUTAZIONE
PRESTAZIONI
Scegliere i componenti di una Giuria credo non sia tanto
facile. Indubbiamente merito, rotazione, disponibilità e costi sono i
principali fattori che dovrebbero indirizzare le scelte.
Fra questi elementi valutare il merito potrebbe risultare
piuttosto difficile in assenza di elementi oggettivi.
Oggi utilizziamo il Rapporto Arbitrale e sicuramente molti
di noi lo compilano con scrupolo e attenzione nella parte dedicata alla
valutazione dei colleghi.
Ma file interminabili di “ottimo” in molti rapporti
evidenziano anche che non tutti assegnano lo stesso valore ad aggettivi
ed avverbi. Quello che per me è ottimo per te è sufficiente ?
Un arbitro che fa tutto bene è ottimo o ha fatto solo bene
le cose che gli viene richiesto di fare ?
La valutazione delle prestazioni è un argomento
difficilissimo nelle aziende, figuriamoci in un hobby domenicale !
Abbiamo parlato anche di disponibilità.
E’ vero che la DAC ha l’obbligo di coinvolgere nell’attività
arbitrale tutti gli appartenenti al Collegio, ma il Collegio deve avere
un atteggiamento molto rigoroso con se stesso, anche se stiamo solo
trattando di un hobby.
Un arbitro diventa severissimo, pronto alla squalifica di un
atleta che si presenta in ritardo sulla linea di partenza, quando veste
i panni di Giudice ma poi è molto più accomodante con se stesso quando
si tratta di rispondere alla Mail, di compilare il Rapporto Arbitrale,
di inviare la nota spese. E nel dare la propria disponibilità annuale.
Se non arbitri mai, se non ti aggiorni, se la tua
disponibilità è troppo condizionata (questa disciplina si ma questa no;
marzo si, aprile no…) allora è venuto il momento di valutare se hai
ancora motivazioni per continuare a far parte del collegio.
Sarei per eliminare
questa parte del rapporto.
Le notizie sulla
qualità della prestazione potrebbero essere sostituite da uno spazio
dove riportare solo note negative o particolarmente positive.
Sapere che un
collega ha fatto bene il proprio lavoro diventa un esercizio burocratico
e di scarsa utilità se non attivo un meccanismo di comunicazione e di
confronto atto a migliorare la prestazione.
Sarei anche
d’accordo di introdurre una brevissima relazione per gli Ausiliari,
orientata a cogliere aspetti che il GAP non ha rilevato, ma anche
valutazioni sulla stessa prestazione del GAP.
L’osservazione
diretta sui campi di gara e uno scambio di opinioni con GAP e FAR (ma
anche con gli altri colleghi) dopo le gare, aiuta certamente di più a
definire le qualità ed i punti deboli di un collega.
Gli episodi
negativi devono essere subito stigmatizzati; se gravi puniti. Gli
aspetti positivi riconosciuti e, ove possibile, premiati.
Il nostro
regolamento, spesso richiamato da tanti, è molto preciso sui doveri di
noi tutti. Bisognerà tornare a rileggerlo bene e a cercare di
osservarlo.
COMPOSIZIONE GIURIE
Anche se non più formalizzato un circuito di GAP e di
Giudici di Porta già esiste.
Vorrei studiare alcuni meccanismi oggettivi per determinare
i criteri con cui gestirli e con cui un collega ne entra a far parte. O
ne esce.
Come già detto sono due ruoli molto importanti e chi ritiene
di poterne far parte deve rendersi molto disponibile e studiare ed
informarsi.
Non possiamo permetterci di presentare nelle più importanti
manifestazioni Giudici scarsamente preparati, distratti o portati a
“lasciar correre”. Una squalifica non comminata per lassismo fa
casistica ed è sicuro che ci verrà rinfacciata alla gara successiva. Ma
il suo collega domenica scorsa a ….. quante volte l’ho sentita questa
frase !!
Un percorso di avvicinamento a questo ruolo passa
sicuramente dalla partecipazione alle gare, ma anche dal costante
auto-aggiornamento.
Tutti i candidati alla nuova DAC hanno dichiarato la volontà
di introdurre strumenti di autoformazione a distanza. Se così sarà (e
dovrà essere così) ogni arbitro potrà contare sull’erogazione di pillole
formative che emergono dalla lettura della casistica sui campi di gara,
dal cambio dei regolamenti, dalle esperienze degli arbitri
internazionali.
Le piattaforme di Formazione a Distanza consentono di
monitorare la fruizione dei corsi e questo potrebbe aiutare a
comprendere il livello di interesse dimostrato con la partecipazione, ma
anche il livello di conoscenze acquisite a favore del proprio percorso
di carriera.
Mi aspetto poi che i colleghi che intendono impegnarsi nel
loro sviluppo di carriera siano attori propositivi nell’interpretazione
dei regolamenti e non solo beceri esecutori di decisioni prese da altri.
Così come mi aspetto che chi ha raggiunto l’appartenenza
all’elite arbitrale abbia la capacità di tenersi aggiornato nel tempo e
sia in grado di valutare serenamente quando ha fatto il suo tempo.
Imparare inoltre ad accettare le osservazioni che vengono
fatte ai comportamenti sui campi di gare evitando di interpretarle come
attacchi personali. Le cose vanno dette (magari cercando di dirle bene)
perché deve esistere la possibilità di modificare i propri errori ed i
propri comportamenti non idonei; e solo chi lo sa può cambiare.
Possiamo discutere, arrabbiarci, litigare anche….ma poi a
cena alla sera il piacere dell’amicizia ed il rispetto reciproco per le
nostre persone che dedicano con gioia il loro tempo allo sport della
canoa, devono prendere il sopravvento.
Definire quindi i
criteri di appartenenza ai “circuiti” ed il percorso che deve essere
affrontato dai colleghi per poterne fare parte in una alternanza di
formazione “sul campo” e teorica.
Prevedere, sin dal
momento della definizione della griglia annuale, i nominativi delle
riserve in modo tale che la sostituzione di eventuali defezioni che
sorgono in corso d’anno diventi un fatto amministrativo e non più la
disperata ricerca del collega disposto a fare un piacere al Consigliere
di settore.
SETTORE
INTERNAZIONALE
Il settore Acqua Mossa presenta a livello internazionale
colleghi di buone capacità.
Se da un lato è importante che la FICK ci consenta di
inviarli all’estero per crescere e migliorare, dall’altro è importante
che essi si rendano disponibili a partecipare anche a più gare
all’estero nel corso di un anno e senza rinunce dell’ultimo minuto !
Anche se si è molto bravi tecnicamente, partecipare alle
gare ICF e alle Olimpiadi non è oramai così scontato. Il lavoro di
preparazione è lungo ed i nuovi regolamenti prevedono vincoli di
partecipazione, agli eventi internazionali e ai seminari, molto stretti
per poter entrare nella rosa dei prescelti.
Credo che a partire dal 2014 già si dovrà decidere chi andrà
a Rio ed investire su questo/a collega.
Dai colleghi internazionali mi aspetto un forte ritorno
dalle esperienze internazionali. Pratiche di arbitraggio,
posizionamento, modulistica, interpretazioni delle regole e
organizzazione devono essere patrimonio condiviso con il collegio al
fine di tenere il passo con le migliori pratiche a livello mondiale
anche nelle nostre gare.
E’ vero che partecipare ad una gara internazionale di alto
livello è già di per se una grande soddisfazione. Ma fa una certa
differenza occuparsi di controllo imbarcazioni o di partenze rispetto ad
essere indicato come “trasmission-judge” nello slalom. E per arrivare a
coprire questa posizione bisogna dare prova di capacità non solo di
osservazione delle porte ma anche di organizzazione del gruppo e di
rapidità nel prendere le decisioni.
I colleghi
individuati per rappresentare il collegio all’estero, devono essere
spinti da forti motivazioni e da un minimo di spirito di sacrificio.
Sono il “fiore all’occhiello” del nostro movimento ma anche della nostra
nazione e le loro capacità devono essere assolute ed indiscusse. Sono
informati su quello che succede nel movimento canoistico mondiale ed
hanno ottime relazioni con la Commissione Slalom dell ‘I.C.F. e con gli
altri giudici.
Non partecipano
alle gare solo per loro stessi ma devono sentire il piacere della
rappresentanza di tutto il collegio.
FAR
Proverei a riempire di maggiori contenuti il ruolo del FAR
perché così sembra proprio scarsamente partecipe degli obiettivi che gli
assegna il regolamento.
Alcuni esempi sono stati fatti nel corso di questa
presentazione (valutazione dei colleghi e preparazione dei collaboratori
regionali) ma anche una più attenta relazione da parte della DAC può
essere utile.
Eviterei di
formalizzare incarichi di FAR dove la copertura risulterebbe forzata per
mancanza di elementi disponibili a ricoprire il ruolo con la dovuta
motivazione, energia, capacità e riconoscimento dell’autorevolezza da
parte della base e solo perché lo prevede il regolamento.
In taluni casi sarà
possibile aggregare più Regioni o spostare la gestione a livello
centrale.
RIVISITAZIONE
REGOLAMENTI
L’ultima osservazione riguarda il nostro regolamento che
secondo me è oramai da considerare orientato ad escludere più che a
favorire la partecipazione alla carriera arbitrale e non tiene più conto
dell’evoluzione delle discipline e delle tecnologie. E’ necessario
rivedere le gerarchie, i tempi di avanzamento, le incompatibilità e
forse anche alcune attribuzioni.
Su questo immagino
la costituzione di una commissione di "saggi" che prepari, per
un’assemblea straordinaria da celebrarsi nel 2014, la revisione del
nostro regolamento.
Sarei poi orientato
a specializzare maggiormente il collegio per ogni singola disciplina; il
Dragon non ha niente a che fare con la Sprint e lo Slalom poco con la
Discesa.
Sarebbe anche utile
che qualche appassionato collega iniziasse a visionare altre discipline
emergenti già riconosciute dall’ ICF e che presto potrebbero essere
introdotte anche sui nostri campi di gara.
Giuseppe D’Angelo
Caro
Peppino, provo a dare il mio contributo sulle tue tante sollecitazioni.
Valutazione
delle prestazioni e dei comportamenti degli arbitri
Con tutto il lavoro fatto sui modelli di RA, si può avere dubbio che
questo non serva? Io confido proprio nel valore di questo strumento.
Io penso infatti che il RA sia lo strumento giusto per valutare gli
Ausiliari, la giuria nel suo complesso e l’organizzazione della gara.
Certo la compilazione è un lavoro impegnativo che deve essere preso e
considerato con la stessa Responsabilità con cui il GAP e i suoi
ausiliari hanno svolto il lavoro e gli incarichi “tecnici” della giuria
e sicuramente collaborato con il C.O. e il D.G. anche per gli aspetti
della gestione “generale” della gara.
La valutazione dei singoli UUG da parte del GAP è sicuramente un punto
chiave per monitorare l’attività del Collegio da parte della DAC: di
come i colleghi si formano, si aggiornano, si comportano e mettono in
evidenza quelle attitudini che molti hanno imparato a cercare e scoprire
dentro se stessi nei seminari del dott. Cipolletta su Autorità e
Autorevolezza.
Di fatto, per esperienza, se la gara fila via liscia, si è più propensi
a valutare con maggior magnanimità gli ausiliari anche se magari sono
arrivati un po’ in ritardo, anche se magari da qualche cosa capisci che
non hanno letto di recente il regolamento o l’ultima circolare federale
uscita....
Troppo spesso, poi, la gara fila via liscia se l’organizzazione è buona,
se le attrezzature messe in campo sono adeguate e sul più bello non
mollano boe, corsie, porte, paline, fotocellule, canestro, tabellone,
cronometro, ecc., cioè se tutto va per il verso giusto, se anche le
condizioni climatiche danno una mano e, se qualcosa non funziona, se
anche gli arbitri ci mettono una gran bella pezza e dose di adattamento
per colmare ciò che invece non va.
Composizione delle giurie.
Bella domanda. Vi sembrerò banale nel dire che deve essere un mix di
tutti quei fattori tale che si riesca a dare qualità alla giuria (anche
con rispetto ai “circuiti”), contenimento dei costi, giusta alternanza
delle designazioni nel rispetto di una premialità che consenta di dare
un po’ a tutti la possibilità di essere partecipi di eventi tecnicamente
importanti e formativi così da accrescere il proprio profilo.
Mettiamoci poi che le giurie si fanno anche con la disponibilità dei
colleghi. Molte sono le non disponibilità, le rinunce che derivano
inevitabilmente dalla conciliazione di impegni familiari o altro.
Attività
internazionale.
Sulla attività internazionale non voglio esprimermi più di tanto perché
sembrerei di parte: condivido, se effettivamente è stato nel passato o
sarà così nella nuova DAC, che il criterio per designare a livello
internazionale dovrebbe essere “a quelli bravi tecnicamente che però
danno un forte contributo in ambito Nazionale e Regionale” .
Naturalmente occorre capire e condividere il valore di quel forte
contributo.
Non commento sui costi per le trasferte internazionali perché troppe
volte ho avuto dimostrazione che “il buon padre di famiglia” avrebbe
agito diversamente.
Formazione.
La formazione di questi anni è stata molto importante, con qualche
significativa occasione ritagliata anche nella ristrettezza di risorse,
con capacità e molta determinazione. Di questo ringrazio in particolare,
senza sminuire nessuno, Valerio Veduti e Peppino D’Angelo nei loro
diversi ruoli e coinvolgimento. Al primo auguro di recuperare ritmi
“normali” di vita da dedicare al Collegio, per il secondo auspico il
riconoscimento, attraverso l’elezione nella DAC, di tutto quello che ha
fatto per il Collegio e di come ha rappresentato e rappresenterà ancora
i Giudici internazionali all’estero.
La formazione deve essere sicuramente programmata e sistematizzata
(certo con l’uso delle moderne tecnologie) ma continuerà a dover
inevitabilmente fare affidamento anche sulla continua disponibilità fra
i colleghi nelle occasioni delle gare: per condividere le competenze,
armonizzare i comportamenti: i giovani carpiscono le esperienze dei
vecchi e stimolano questi a “saper divenire....”.
La formazione andrebbe condivisa con i consiglieri e i dirigenti
federali perché ancora troppe sono le distanze che emergono in occasione
di certe gare e ciò non sempre aiuta a fondere le competenze di tutti o
ad affiancare i dirigenti al lavoro degli arbitri.....
Crescita.
La crescita deve essere qualitativa per chi è già dentro il Collegio(in
questo caso occorre fare formazione e scambio di esperienza) e nei
numeri dell’organico; per poter essere su tutti i campi di gara con
numeri e competenza adeguate (ogni gara per le proprie necessità).
L’idea di fare emergere a livello di società sportive figure preparate
per collaborare con gli UUG è sicuramente importante ed è una strada da
percorrere, occorre però fare anche i conti con le risorse umane
(volontari) disponibili all’interno delle stesse organizzazioni. Spesso,
infatti, i numeri sono così risicati per i C.O. che distrarre qualcuno a
coprire anche ruoli arbitrali sembra poco percorribile.
Far.
E’ certo che occorra un referente di area per l’organizzazione
dell’attività regionale (designazioni). Potrebbe essere un referente
condiviso direttamente dagli UUG di zona; potrebbe pertanto non essere
necessario un incarico formale se però ci fosse una più sistematica
rotazione.
Consiglieri
DAC.
Direi che il rapporto con le DAC fino ad oggi è stato molto buono; negli
ultimi anni la segreteria arbitrale ha fatto un significativo lavoro ed
è auspicabile che possa continuare e anche ulteriormente potenziarsi. Su
questo argomento mi ricollego alle considerazioni sul ruolo del FAR che
forse non sembra più così significativo. In certe situazioni il FAR è
stato forse scavalcato con la gestione diretta DAC/UG e lo stesso non è
venuto a conoscenza di episodi che avrebbero potuto modificare
significativamente il giudizio generale sull’UG ovvero ricomporre
situazioni che invece hanno portato a scelte definitive (ad es.
dimissioni dal Collegio).
Un ultimo punto
A
proposito di AGGIORNAMENTO DEGLI UUG, vorrei suggerire per il
futuro che la segreteria federale si facesse parte diligente
nell’inviare ai singoli indirizzi (e-mail) dei componenti il Collegio
l’elenco delle delibere federali che sono assunte nel corso dei Cons.
federali. Non si tratta di voler “spiare” l’attività federale. E’
materialmente difficile fra le tante cose, anche star dietro al
calendario delle riunioni di consiglio e delle relative emanazioni.
Tale
informativa è fondamentale in particolar modo quando le decisioni prese
coinvolgono -per diretto argomento- proprio gli aspetti arbitrali in
senso lato (non sono solo quelli meramente tecnici ma ad es. quelli
organizzativi delle gare). E consentirebbe a noi di svolgere al meglio e
regolarmente il nostro incarico.
Direi
che uno degli ultimi casi è proprio sulla compatibilità fra l’attività
agonistica e quella arbitrale per la quale molti di noi erano a
conoscenza della proposta fatta dalla DAC -grazie al fatto che la DAC
stessa ce l’aveva inviata p.c.- ma vorrei sapere quanti di noi erano a
conoscenza della Delibera 61/2012 presa dal consiglio fed e poi della
successiva rettifica?
Non
voglio essere fraintesa o additata come polemica, ma direi che anche
questa volta il sito del Collegio, vorrei dire “di Peppino”, si è
dimostrato più efficace –e non solo per noi- di quello federale.
Mi
fermo qui per il momento ma nei prossimi mesi, state tranquilli, gli
argomenti non mancheranno.
Un
forte in bocca al lupo a tutti, ci vediamo a Castelgandolfo. Un caro
abbraccio, Enrica
Enrica
Eh!
Eh!, forse questa volta Peppino riesce a far “parlare” il Collegio
attraverso questa richiesta articolata rivolta ai Colleghi di esprimersi
sui punti-chiave per migliorare la NUOVA crescita del Collegio. Spero,
però, di non contare gli interventi con le dita delle mani.
Sì,
per NUOVA CRESCITA, intendo il lavoro da fare sulle nuove leve
che si sono affacciate in questi ultimi quattro anni, come di recente un
campione come Milani.
Se
questi hanno persistito nello svolgere attività in questo settore della
FICK è evidente che sono motivati, molto motivati, visto quant’è
cambiata la nostra realtà rispetto a 10/12 anni fa.
Ma il mondo cambia e….. anche gli Ufficiali
di Gara devono cambiare.
Veniamo al dunque.
a)
Valutazione delle prestazioni e del comportamento degli
arbitri
Il
Rapporto Arbitrale, specie quello attuale, è lo strumento più adatto per
conoscere le capacità dei Colleghi.
Il
giusto valore allo strumento lo dà l’estensore. Dipende molto dalla
dedizione e dalla motivazione con le quali il GAP intende fornire
alla DAC quegli elementi utili, quelle note caratteristiche cui basarsi
riguardo ai componenti la giuria. Troppe volte sono stati “descritti”
dei Colleghi attraverso chiacchiere o, peggio ancora, pettegolezzi che
poco hanno da vedere con la parte “agonistica”.
E’
pur vero che l’ U.G., durante l’espletamento del suo servizio, potrebbe
essere in forma, concentrato e svolgere bene l’incarico, come,
d’altronde, potrebbe distrarsi e commettere una cosiddetta “papera” che
andrebbe ad esaltare un comportamento negativo. Quindi, attraverso i
R.A. la DAC deve capire la casualità delle situazioni o l’impreparazione
di un soggetto.
Tutti
noi UU.G. dobbiamo essere ben coscienti che in una gara di campionato
italiano che sia di polo, di fluviale o di velocità, un atleta si gioca
il lavoro di un anno di preparazione, di sacrifici e di impegno
economico, quindi bisogna valutare attentamente i Codici di Gara prima
di squalificare o escludere qualcuno, a volte più per puntiglio che per
la reale infrazione. Dobbiamo essere autorevoli, magari anche
“educatori” verso atleti e dirigenti, non autoritari e caparbi.
Quindi, tornando al R.A., per il GAP non
deve essere un “peso da togliersi” o un noioso “compito a casa”, per cui
prima me lo tolgo meglio è, ma deve sentirlo come un impegno personale
per far crescere il Collegio.
La valutazione delle competenze
dovrebbe essere fatta in modo oggettivo, magari stabilendo per gli UU.GG.
degli obiettivi minimi indispensabili da raggiungere, comuni e/o
specifici per settore, valutabili attraverso i R.A. ed elaborati su
apposite schede che, a fine anno, portano ad un giudizio finale.
Potrebbe sembrare macchinoso, ma non lo è.
Il
mantenimento delle capacità deve avvenire sui campi di gara, con
le “reclute” impegnate in ruoli sempre più importanti, magari assistiti
da un “vecio”, dove , però, sono loro a doversela sbrogliare. Unitamente
a seminari di aggiornamento, organizzati in occasione di gare.
Si
potrebbe tornare come nei primi anni ’80, quando le designazioni
nazionali venivano fatte semestralmente, con le giurie formate per
meritocrazia. Mi è piaciuto quanto è stato fatto nell’ultimo biennio,
lasciando in bianco la giuria dei Campionati Italiani o la nomina del
GAP a ridosso della gara. Tanti si sono sentiti stimolati ad impegnarsi
sempre meglio.
Però,
se si vuole investire sulle “nuove leve – probabili GAP” è bene che
costui o costei lo sappia in anticipo, onde potersi preparare per questo
“esame”, a partire dallo studio della gara, del bando, “farsi la
cartella” ovvero, prepararsi la “CASSETTA dei FERRI” (di cui è stato
grande Maestro, Marcello Brugnoni), sia dal punto di vista della
modulistica necessaria, che per altri piccoli strumenti necessari, ma
che magari mancano sul campo di gara).
b)
COMPOSIZIONE GIURIE
In
parte mi sono già espresso prima, comunque vedo necessario il
mantenimento del Circuito dei GAP. Questo deve dare spazio a Colleghi
tecnicamente più validi, di comprovata esperienza, motivati anche verso
la crescita dei più giovani. Non ci si deve sentire umiliati se un U.G.
con la qualifica di Arbitro, domani,venisse designato come GAP in una
gara nazionale, anzi ci si dovrebbe sentire gratificati magari a fargli
da Vicario. Questa filosofia è un po’ che la pratichiamo per le gare
regionali in Liguria ed i “giovani” stanno crescendo…, stanno arrivando
a conseguire la dovuta autonomia.
Noi
“vecchi” dovremmo essere la telecamera di sorveglianza della DAC, sia
come GAP che come ausiliari dei giovani GAP, con l’impegno di
collaborare con la stessa fornendo indicazioni CERTE e CHIARE ed utili
elementi valutativi. Chi non ci sta, deve poi accettare di non essere
convocato a gare importanti, di essere utilizzato per compiti banali o,
ancor peggio, di essere lasciato a casa.
Sul
numero di componenti delle giurie , ho già creato abbastanza
fermento due anni fa, con la creazione goliardica del “Comitato P. & P.”
che perorava la dotazione di pappagalli per i maschietti e pannoloni per
le colleghe, vista l’assegnazione di gare su 3 giornate o manifestazioni
con 228 gare di velocità su due giorni.
Quindi senza neanche il tempo di andare in bagno. Con grosse difficoltà
per il viaggio di ritorno a casa, visto che alla domenica si finiva
tardi e si doveva affrontare un percorso di 500/600 km., per essere al
lavoro il lunedì.
Il
mio messaggio, sebbene posto in chiave goliardica, non è mai stato
pienamente recepito, anche se formalmente e seriamente espresso nei
R.A., anzi, è stato irriso dalla maggior parte del Collegio mentre, da
altri, è stato volutamente travisato e strumentalizzato. Tant’è che mi
sono guadagnato il dono ufficiale di un pacco di pannoloni da parte del
Presidente Buonfiglio.
In
tanti hanno mugugnato nel Collegio, ma quanti altri hanno evidenziato il
problema? Nessuno.
Risultato : il Consigliere DAC , Silvestri, per una stagione è riuscito
a potenziare le giurie di certe gare, ma nella stagione agonistica
appena conclusa, siamo tornati daccapo.
c)
ATTIVITA’ INTERNAZIONALE
-
Quali criteri, ecc.
Devono poter partecipare a gare all’estero , a rotazione, tutti ad una
gara, almeno quelli bravi tecnicamente e più giovani, compresi i
COMPONENTI DELLA DAC . Essi sono quelli deputati a dare il loro
contributo a tutto il Collegio. E’ DA TEMPO CHE L’ICF chiede all’Italia
di mandare agli esami UU.G. ben più giovani di quanto fatto finora.
Bisogna snellire le procedure di ammissione che, al momento, richiedono
una vita di Collegio di circa 10 anni, per cui gioco forza si vanno a
fare gli esami attorno ai 50 anni. Troppi.
Anche
l’ICF sta adeguandosi ai tempi.
d)
Crescita
Sono
assolutamente contrario alla figura di CAR. E’ un ruolo mai decollato,
di cui se ne parlò già quando ero io in DAC (1996/2000) e, ancora
adesso, siamo ancora assillati da questa figura che “aleggia”,
ponendoci il dilemma se è nato prima l’uovo o la gallina.
Parlo, per la mia esperienza di questi ultimi anni, nelle gare
regionali : a pesare le barche, un responsabile indicato dal Comitato
Organizzatore; a prendere gli arrivi : una persona disponibile a
collaborare in torre d’arrivo. E tutto è filato liscio. Anzi, qualcuno
ci ha preso gusto e si ripresentava alla gara successiva, indagando per
fare la domanda come aspirante.
Al
contrario, ci sono state antipatiche contestazioni sull’imparzialità
dell’uno o dell’altro, quando sono stati coinvolte figure appartenenti
a società, in quanto l’uno accusava l’altro. Per cui, dove si può, ci si
deve arrangiare tra di noi UU.G. .
e)
FAR
Io ho
sempre creduto nella figura del FAR, come coordinatore e trascinatore
dei gruppi regionali.
f)
Consiglieri DAC
Il
loro numero è sufficiente, dipende dalla dedizione al servizio per cui
si sono candidati. Certo, bisogna aprire alle nuove realtà emergenti
della canoa, dove adesso non si può più improvvisare. Mi riferisco alla
Paracanoa, al Dragon Boats, alla Polinesiana, al Rafting.
Dipenderà molto da come il presidente della DAC saprà affidare loro gli
incarichi e da come saprà motivarli. Certamente, se il Consigliere DAC
pensa di sedersi su tale poltrona a gestire l’ordinario (ovvero comporre
la griglia e le giurie) se ne può andare a casa, lasciando il posto a
chi crede nel futuro del Collegio.
CONCLUSIONE
Cari
Colleghi e Cari Amici
spero
che abbiate letto queste mie idee, senza annoiarvi e confido che su queste
stimolazioni di Peppino si apra un reale forum, anche dopo l’assemblea,
in modo da supportare veramente la DAC.
Adesso è di moda il termine “rottamare”, forse lo sarò anch’io, anche se
mi ritengo ancora un “usato garantito”, disponibile ad assistere e
collaborare per lo sviluppo dei “nuovi modelli” di UU.G. Credo
fortemente nei giovani e mi troverete sempre pronto per far crescere il
Collegio, non certo solo nel numero.
Arrivederci a Castel Gandolfo!
Chicco Bedini
Ciao Peppino, ma
quante domande ci fai ?
E hai ragione a dire
che, diciamo, chi vuole fare parte del collegio, seriamente, non
ha bisogno di essere in pensione !!!
Parto subito con un mio modesto pensiero,
anche se saranno cose difficili da mettere in pratica, io ci provo:
due "riunioni obbligatorie" nel corso
dell'anno in occasione di gare anche non di spicco, con arrivo in
località il sabato nella mattinata; in una "lunga" mattinata (prima del
Consiglio di Gara) si riuscirebbe a discutere di molti argomenti.
Naturalmente chi non è convocato ufficialmente ha le spese a proprio
carico !!! Io sono uno che non sopporta l'arrivo dei colleghi il
giorno della gara. Un GAP che è già in tensione per i molti problemi
prima della partenza della gara, in più deve pensare anche al collega
che non è ancora arrivato nella sua postazione....!!!!
Ricordi, qualche anno fa, quando Valerio
organizzò a fine anno i gruppi di lavoro oppure quando fummo invitati da
Ivaldi a Verona (anche se in quell'occasione non ero presente ma poi
sono stato sempre informato) ?
Sempre secondo il mio punto di vita, è lo
stare insieme discutendo delle varie problematiche che aiuta a crescere,
soprattutto i giovani che si vogliono mettere in evidenza.
Gli altri argomenti che ci chiedi di
trattare sono tutti molto importanti: FAR, gare all'estero,
problematiche varie, tutti argomenti da discutere negli incontri di
gruppo....SPERO !!!
Ora ti saluto con affetto.
Gianni Pidia
Non mi sento in grado di dare consigli ne spunti di
discussione a nessuno, però spronata dalla tua mail, ti faccio partecipe
del mio bilancio personale di questo anno da aspirante:
il momento più formativo è sicuramente stato ad Ivrea il 7/8 luglio,
purtroppo solo in quel caso ho avuto la seria possibilità di
confrontarmi con un gruppo qualificato; ho anche avuto modo di rivestire
i panni del "giudice principale" in una gara regionale di discesa a
Cuneo (2 giudici per pochi atleti) e a Moncalieri a settembre (3 giudici
e tante, troppe, persone che "davano i numeri") quindi alla domanda:
"E' meglio stendere il cronologico d'arrivo ad una gara nazionale o
essere il giudice principale in una garetta regionale?"
Ti rispondo francamente che nella mia posizione preferirei anche, o
solo, portare i panini ai colleghi (sia in gare regionali che
nazionali qualsivoglia), che ricoprire ruoli importanti con
leggerezza...in un clima di leggerezza.
Per Cuneo, stendiamo un velo pietoso, considerati i miei trascorsi con
il Cuneo Canoa, rischierei di essere faziosa, ma per la gara slalom di
Moncalieri avrei molto da dire, considerato che solo un anno prima era
stata gestita molto più seriamente. C'eri anche tu nel 2011... era la
mia prima gara!
Quest' anno c'erano dei "volenterosi - volontari" più o meno
improvvisati sulle porte... molto in difficoltà!
Le penalità raccolte da me e Landra, prese in consegna solo
alla fine di ogni manche, non dovevano essere considerate (perché?);
salvo poi nella stesura della classifica della seconda manche: i miei
dati sono stati recuperati perché non si trovavano tutti i foglietti,
molto volanti, dei "volontari di porta", e nel fare questa operazione
sono stati presi erroneamente i fogli della prima manche, mischiati
maldestramente nella confusione generale, aggravata dal fatto che non
funzionava il generatore di corrente, quindi le penalità della prima
sono andati alla seconda. Nota bene: i 50 fioccavano come neve, diverso
era il discorso per i volontari che per esempio davano per buona una
porta anche quando era già stata oltrepassata la successiva... e via
dicendo.
Con stupore nessun atleta si è venuto a lamentare, il livello in effetti
era molto basso, la prima manche ha rispecchiato la seconda, e chi
meritava di vincere avrebbe vinto comunque!
Un altro grosso problema che è sorto in quella gara, ma che credo
intimamente non dovrebbe essere vissuto come problema, è la presenza di
un atleta in sedia a rotelle: bene se quel ragazzo non si è sentito di
troppo in quel contesto è un miracolo!
Quella gara mi ha lasciato un po' di amarezza, ma una cosa in quell'
occasione l'ho imparata: SEGNARE SEMPRE, SU OGNI FOGLIO, IN ALTO, SE SI
TRATTA DELLA PRIMA O DELLA SECONDA MANCHE!
Monica Gariglio
Caro Peppino, sono quasi un uomo libero e ti
mando alcune riflessioni sulle domande che hai posto al Collegio (ho
visto con piacere che ne è nato un bel dibattito):
§
Valutazione delle prestazioni e dei comportamenti degli
arbitri.
E’ il rapporto arbitrale il giusto strumento per conoscere le capacità
dei nostri colleghi ?
Direi che come viene compilato oggi non serve a molto. Molti
colleghi tendono sempre ad essere troppo magnanimi dando OTTIMO a tutti
senza approfondire la valutazione delle prestazione.
In che modo deve incidere la valutazione
delle competenze sul percorso di carriera di un arbitro ?
Io
sono assolutamente per la meritocrazia;
non importa che uno sia G.A o A. chi è più bravo deve andare
avanti.
Come valutare il mantenimento delle capacità arbitrali ?
Con le
supervisioni e magari con dei corsi di aggiornamento che potrebbero
essere fatti coincidere con l’assemblea di biennio……….
§
Composizione delle giurie. A quali criteri si deve fare
riferimento nella stesura della griglia delle convocazioni ? Circuito
dei GAP, circuito dei Giudici di porta, lontananza, costi, rotazione,
una gara a tutti…. Siamo tanti, siamo pochi, siamo giusti ?
Sempre e solo, possibilmente alla
meritocrazia, i colleghi più validi tecnicamente devono poter spaziare
in tutti i campi di gara, senza limitazioni di lontananza e rotazione.
Siamo in pochi, penso che la concorrenza stimolerebbe maggiormente la
voglia di prepararsi e migliorarsi.
§
Attività internazionale. Quali criteri ? Tutti almeno una gara,
a rotazione, solo quelli più bravi, solo quelli più impegnati nella vita
del Collegio ? Chiediamo alla FICK e all'ICF….?
A quelli bravi tecnicamente che però danno
un forte contributo in ambito Nazionale e Regionale.
§
Formazione. E’ meglio stendere il cronologico d’arrivo ad
una gara nazionale o essere il giudice principale in una garetta
regionale? Magari assistito dal FAR o da un collega di maggiore
esperienza ? Con quali strumenti deve essere riempita la “cassetta degli
attrezzi “ di un buon arbitro ?
La
formazione è importante; fondamentale . Deve essere perseguita con i
mezzi più idonei nelle varie specialità. Io credo molto nella formazione
sul campo; colleghi meno esperti che sono affiancati da persone
“altamente qualificate” che possono insegnare come si “governa” un
settore di slalom e tante altre cose che non si possono trovare nel
Codice di Gara. Con l’ affiancamento ai giovani di un tutor nella
discesa.
§
Crescita. Tutti vogliono dare risalto alla figura del
CAR. Ma cosa devono fare questi CAR ? Solo gare regionali o possono –
per esempio - anche fare i giudici di porta nelle gare nazionali o il
controllo del peso nelle gare nazionali di acqua piatta ? E con quale
preparazione ? La figura del CAR non è mai decollata, forse anche perché i
Comitati Regionali non sono riusciti a reperire le persone giuste.
Sarebbe importante riproporre la cosa alla Federazione, ai Comitati
Regionali e ai Comitati Organizzatori di gare nazionali e non vedendo la
cosa in un’ottica di razionalizzazione delle risorse umane e dei costi.
Non c’è dubbio che comunque dovrebbero essere formati ed inquadrati allo
svolgimento di funzioni “più semplici” come la partenza e l’arrivo ed il
controllo delle imbarcazioni e misure di sicurezza.
§
Far. Ma è una figura che serve a far crescere il movimento o
che si limita a comporre le giurie regionali ? Quale futuro per loro ?
§
Consiglieri DAC. Quale rapporto con la base ? Cos’è
maggiormente qualificante nello svolgimento del loro mandato ? Fare
contenti gli amici, attivarsi per sostituire gli assenti, farsi sentire
periodicamente, essere presente sui campi di gara, anche quelli
regionali ? Il loro numero è sufficiente ?
Questo tanto per cominciare, spero che in un
futuro molto prossimo tante altre voci si vogliano unire al coro per
trovare delle soluzioni condivise per migliorare la figura dell'U.G.
Un caro saluto
Valerio Veduti
Un
saluto cordiale a tutti i candidati e colleghi, per chi non mi
conoscesse sono un arbitro con la specializzazione nella polo, premetto
che non discuto il programma presidenziale di Nicola Fornarelli (il
quale avrà tutto il mio appoggio) ma vorrei fare solo una breve e
concisa annotazione sul famigerato e tanto discusso
punto 10 c. 3 dello stesso programma. Premesso che essere arbitri di
polo significa essere parte attiva ed integrante di una partita (come
nel calcio, pallavolo, pallacanestro, ecc.) e come tale influiamo con le
nostre decisioni in positivo ed in negativo……il più delle volte (secondo
il pensiero delle squadre)…… sull’andamento di una partita e quindi sul
risultato finale.
Il mio pensiero è che i colleghi della cosiddetta TRIADE,
avendo una maggiore esperienza sul campo ed in campo
nazionale/internazionale (scusate il gioco di parole), abbiano
aiutato, giustamente, le giovani leve dando loro delle
linee guida su come gestire al meglio una partita di canoa polo. Ma allo
stesso tempo penso che abbiano consigliato a coloro
che non avevano margini di miglioramento o voglia di
apprendere, a distanza di qualche anno di rodaggio,
di cambiare disciplina. Forse è per questo che alcuni colleghi si siano
sentiti esclusi e di conseguenza si sia sparsa la voce sulla
mancata crescita del livello medio degli Ufficiali di
Gara a causa della chiusura del gruppo di UU.G. di vertice della polo.
Detto
questo rinnovo un saluto a tutti e ci vediamo a Castel Gandolfo.
Un saluto.
Nicola Volpe
Ciao Peppino, sono
molti gli argomenti che tu poni e tutti dovrebbero far riflettere molto
e bisognerebbe anche cambiare molto.
Ti vorrei dare il mio
pensiero su alcuni punti, che forse più che degli aiuti sono delle
riflessioni:
FAR – ruolo e
competenze
· Quale
è il compito del FAR, fare solo la griglia o anche aiutare a crescere i
propri arbitri?
o
A fine
anno si compila una relazione ma come faccio a giudicare dei colleghi
che non ho mai visto su un campo di gara ne regionale ne nazionale? Solo
sulle sue disponibilità o per sentito dire….
o
Perché se
nel corso dell’anno un collega della mia regione ha avuto dei problemi
non è stato avvertito il FAR per tentare di risolvere (esempio nel mio
caso ho avuto notizia di una dimissione solo con la lettera ufficiale,
non sono stata avvisata quando è stata inviata la mail di richiesta di
dimissioni con le motivazioni (che non ho mai ricevuto) magari potevo
tentare una telefonata)
· Il
FAR può essere anche un mediatore tra lui e la DAC, ma se la DAC agisce
direttamente senza informare il FAR si toglie ruolo e “autorevolezza” al
FAR (forse non è un nostro compito).
·
A cosa serve la riunione dei FAR?
o
A
rileggere le relazione inviate tramite mail? NO attualmente si fa questo
o
Non è
possibile ricevere tramite mail le relazioni di tutti i colleghi?
o
A
scambiarsi le opinioni sui vari colleghi? SI perché non possiamo
discutere cosa pensano in DAC dei nostri colleghi per andare verso una
direzione comune (se un arbitro in regione mi da poca disponibilità
perché in nazionale deve essere convocato in tante gare compresi i
campionati Italiani….magari ci sono motivazioni che non conosco)
o
A dare
delle linee guida comuni? SI come dobbiamo comportarci sulle
convocazioni delle gare interregionali sempre più numerose? E’ corretto
che solo il FAR della regione organizzatrice faccia le convocazioni
oppure devono essere suddivise?
o
Perché
solo in fase di riunione si vengono a conoscere delle
casistiche/problemi particolari che sono avvenute nel corso di una gara,
forse bisogna migliorare la comunicazione tra di noi per evitare gli
stessi errori
GARE REGIONALI E
GARE NAZIONALI
· Sono
convinta che le gare regionali non possono avere la stessa
organizzazione delle gare nazionali e quindi anche gli arbitri non
possono pretendere le stesse cose di una gara nazionale (non conviene
regolamentare cosa avviene già su molti campi)
· Es.
in Acqua mossa, non è possibile garantire tanti giudice di porta come in
gara nazionale e quindi come possiamo garantire che le penalità siano
corrette? A questo punto si potrebbe limitare i giudici ed obbligare le
società partecipanti di portare dei controllori magari con un
“patentino” per gestire l’intera gara, magari si trovano dei buoni
arbitri per il futuro.
ATTIVITA’
INTERNAZIONALE
· La
partecipazione all’estero è molto importante per un movimento, ma quello
che ho constatato che noi “nel bene e nel male” non siamo mai integrati
come gli altri arbitri nelle squadre nazionali. Perché? E’ vero noi
siamo una figura molto distaccata dai nostri atleti mentre gli altri
fanno parte delle organizzazioni federale ma il loro lavoro lo svolgono
sempre con molta professionalità.
· Leggendo
i nuovi regolamenti internazionali mi sembra che ICF stia dando le nuove
linee guida per la formazione degli arbitri internazionali che dovremo
seguire per il futuro ma niente vieta la possibilità di mandare più
arbitri magari ad una stessa gara (viaggiare insieme in auto,
condividere la camera in albergo……)
Io sono molto d’accordo
di dare la possibilità anche agli arbitri di partecipare alla vita di
una società oppure partecipare a qualche gara, perché comunque le nostre
origini sono quelle.
Quest’anno pochi
arbitri hanno gareggiato ma perché gli altri non erano in forma, questa
nuova regola mi ha invogliato a rimettermi in canoa e chissà forse
domani a scendere qualche fiume… che bello. E comunque penso che questa
regola sia per tentare di trovare nuove leve perché il futuro della
canoa è trovare gente appassionata che ha voglia di impegnarsi nella
propria società, pagaiare sui nostri bellissimi fiumi e perché no
passare qualche week end a far rispettare le regole.
Ancora una riflessione,
spero che il nuovo presidente sia una guida comune per tutte le
discipline, che dia un indirizzo comune e di poterlo vedere su tutti i
campi di gara, non solo quelli di una specialità.
Ci vediamo a Castel
Gandolfo.
Ciao
Raffaella
Cari colleghi, mancano oramai pochi giorni al nostro
appuntamento per l’elezione del gruppo che governerà il Collegio nel
prossimo quadriennio olimpico.
I candidati Presidenti hanno illustrato le loro proposte che
presentano moltissimi aspetti interessanti e condivisibili e che
sicuramente troveranno grande appoggio nella squadra che verrà eletta,
me compreso nel caso vorrete darmi la vostra fiducia.
La crescita delle persone e la formazione delle competenze
personali (tecniche e di comportamento) sono difatti argomenti da porre
innanzi a qualsiasi altra attività, perché sono quelle che ci
qualificano maggiormente nel rapporto con gli altri attori sui campi di
gara.
Sapere, saper fare, saper essere e…saper divenire. Così ci
insegnava il Dr. Cipolletta nei seminari a cui molti di noi hanno
partecipato.
Conoscere i regolamenti e saperli applicare, sapere porsi
nei confronti delle persone e, soprattutto, saper tenere il passo con
i tempi !
Dispiace un po’ per la “polemichetta” che Nicola ha
innescato con i colleghi della Polo (e che ha ulteriormente alimentato
nel tentativo di smorzarla) e che non va certo a favore della dichiarata
volontà di “ricompattare
il Collegio che in questo momento appare “separato in casa” tra “fluvialisti”,
“acquapiattisti” e la piccola frazione dei “polisti”
come riporta nel suo programma. Su questo punto l’inizio non sembra dei
migliori.
Così come dispiace che i candidati non abbiano inserito nel
loro programma la dovuta attenzione alle discipline emergenti
come il Dragon Boat, il Rafting, la Canoa da mare, il Waweski ed il
Freestyle, la “Paracanoa”.
Su questi temi abbiamo bisogno di specializzare le nostre
competenze cercando di non trovarci in futuro in situazioni che ci
piovono addosso trovandoci completamente impreparati. E queste nuove
bellissime discipline potrebbero dare spazio alle ambizioni di
partecipazione e crescita di molti di noi.
Così come abbiamo bisogno di confrontarci con maggiore
incisività con le nuove tecnologie che sempre di più vengono introdotte
sui campi di gara. E’ del tutto evidente che oramai una semplice
telecamera amatoriale può svolgere molto meglio di ciascuno di noi
alcuni dei ruoli che oggi ci vengono affidati !
Dispiace anche che nelle relazioni dei due candidati
Presidente l’argomento “regolamenti” venga ancora trattato in
termini di scarsa apertura al mondo reale che ci circonda e che cambia
molto più velocemente di quanto noi siamo in grado di fare con le nostre
“assemblee straordinarie”.
Ma che paura abbiamo nel dover gestire un “arbitro-agonista”
o un “arbitro-dirigente di club” o un "arbitro-dirigente federale" ?
Vi passo qualche dato.
Olimpiadi di Londra: con me in giuria il presidente della
federazione norvegese ed il vice presidente di quella polacca. Due
genitori di atleti nazionali, uno dei quali in gara e giudicato…. dalla
sua mamma.
Eppure giudici onesti ed imparziali, preparati e
stimatissimi da tutti.
Coppa del mondo di Pau in Francia: nel mio settore quale
giudice di porta il presidente della “Commisione slalom” della
federazione francese; ma vi rendete conto ? Come se da noi Petromer
stesse sulla riva opposta a vedere se gli atleti toccano le porte !
Tutti gli altri colleghi arbitri fortemente coinvolti nella
vita sportiva della loro federazione e sempre chiamati a festeggiare
medaglie e risultati dei loro beniamini.
Noi no. Noi siamo puri, il nostro regolamento lo vieta !
Credo di essere stato l’unico "arbitro-agonista" di questa
stagione (forse anche Marco Vadalà ha fatto qualche giro in
Dragon). Ma vi assicuro che raramente ho provato la gioia che ho provato
nel sentirmi dire dall’olimpionico Molmenti, che mi guardava
con occhi
stralunati alla partenza dell’Adigemarathon vestito da canoista e non
da arbitro, “questa è vera passione !” . E sono comunque pronto a
ridargli qualche 50, ove dovesse meritarlo. Come già fatto tante volte.
E che dire dei tempi biblici previsti dal nostro “bellissimo
regolamento arbitrale” , figlio delle "carte federali" e nipote dei
"principi ispiratori del CONI", per diventare Giudice Internazionale ?
Ben che vada sono nove anni !
A Londra con noi in
giuria c'era Ting Ting Lee di Taipei, più o meno 25 anni.... di età, non
di carriera !
Domandate a Fulvio Asconio che solo e ramingo ha dato
l’esame per lo slalom in Francia. Lui era da solo i francesi erano
almeno in 10, tutti giovanissimi !!!
E non andranno di certo tutti a fare le gare all’estero ma
almeno potranno coprire le gare internazionali nel loro paese e potranno
dare prova di capacità per poterlo fare in un prossimo futuro. Vi allego
l’elenco delle abilitazioni internazionali preso dal sito ICF.
Dategli un’occhiata, nelle altre nazioni ci sono famiglie intere di
arbitri ! Marito, moglie, figli....tutte persone con "grande passione"
che passano le loro domeniche sui campi di gara.
In Francia ci sono più di duemila arbitri regionali (la
carriera non è gestita a livello di gradi ma a livello di territorio)
che riescono a garantire gratuitamente lo svolgimento, in un fine
settimana nella stessa località, di tre gare di slalom con più di 700
atleti. Sono difatti le società che sono obbligare a presentare almeno
un giudice regionale ogni tre atleti iscritti.
Eppure non ho mai visto arbitri delle altre nazioni vestiti
di tutto punto come siamo noi. Forse una volta, a Bratislava, gli amici
slovacchi che indossavano tutti una maglietta verdina, stinta e stretta
dai troppi lavaggi. Ma quanti erano ! Tutti internazionali, tutti
preparatissimi e…tutti canoisti !
Vabbè, mi sono un po’ allargato ma su questi temi c’è
davvero da scaldarsi. Torniamo a noi.
Nella presentazione della mia candidatura, nei giorni
scorsi, vi avevo chiesto di darmi una mano a focalizzare i punti
qualificanti del mio – eventuale – prossimo mandato.
Ho visto con il consueto dispiacere che solo Davide Verganti
è intervenuto sul nostro sito per porre delle domande ai candidati
presidenti e consiglieri, peraltro pertinenti ed interessanti. Bravo
Davide !
Non so come deve essere letto questo vostro totale
disinteresse. Va tutto bene e non ci sono cose nuove da proporre ?
Possibile ?
Dai, fate uno sforzo. Abbiamo ancora qualche giorno e, con
il vostro aiuto, potrei davvero presentare qualche “ricetta” operativa
che è frutto di un pensiero comune e non solo della testa di una sola
persona messa la solo perché bisogna pur metterci qualcuno.
Vi propongo qualche argomento valido tanto per i nostri
Internazionali quanto per gli ultimi Aspiranti arrivati:
Ø
Valutazione delle prestazioni e dei comportamenti degli arbitri.
E’ il rapporto arbitrale il giusto strumento per conoscere le capacità
dei nostri colleghi ? In che modo deve incidere la valutazione delle
competenze sul percorso di carriera di un arbitro ? Come valutare il
mantenimento delle capacità arbitrali ?
Ø
Composizione delle giurie. A quali criteri si deve fare riferimento nella stesura
della griglia delle convocazioni ? Circuito dei GAP, circuito dei
Giudici di porta, lontananza, costi, rotazione, una gara a tutti…. Siamo
tanti, siamo pochi, siamo giusti ?
Ø
Attività internazionale. Quali criteri ? Tutti almeno una gara, a rotazione, solo
quelli più bravi, solo quelli più impegnati nella vita del Collegio ?
Chiediamo alla FICK e all'ICF….?
Ø Formazione.
E’ meglio stendere il cronologico d’arrivo ad una gara nazionale o
essere il giudice principale in una garetta regionale? Magari assistito
dal FAR o da un collega di maggiore esperienza ? Con quali strumenti
deve essere riempita la “cassetta degli attrezzi “ di un buon arbitro ?
Ø
Crescita.
Tutti vogliono dare risalto alla figura del CAR. Ma cosa devono fare
questi CAR ? Solo gare regionali o possono – per esempio - anche fare i
giudici di porta nelle gare nazionali o il controllo del peso nelle gare
nazionali di acqua piatta ? E con quale preparazione ?
Ø
Far. Ma è
una figura che serve a far crescere il movimento o che si limita a
comporre le giurie regionali ? Quale futuro per loro ?
Ø Consiglieri DAC. Quale rapporto con la base ? Cos’è maggiormente qualificante nello
svolgimento del loro mandato ? Fare contenti gli amici, attivarsi per
sostituire gli assenti, farsi sentire periodicamente, essere presente
sui campi di gara, anche quelli regionali ? Il loro numero è sufficiente
?
Ecco, dietro a queste domande c’è anche la costruzione di
alcune risposte alle richieste di Davide. Volete darmi una mano a
scriverle ?
Ci conto !
Grazie
Peppino
Caro Davide,
ti sembrerà
che rispondo con ritardo alle tue domande, in realtà le tue domande sono
state fatte prima che fosse pubblicato il mio programma. Come avrai
potuto vedere, alcune risposte sono già state soddisfatte. Posso
aggiungerti, per quanto riguarda:
-
gli
stimoli, quelli come hai sottolineato anche tu, li dobbiamo
trovare all’interno di noi stessi, non stiamo vendendo nessun prodotto
commerciale né tanto meno, chiunque, può rivestire il ruolo di UU. di
G.. La selezione delle persone è importante, così come la maturità nel
ruolo;
-
lo
scambio di idee con le altre aree federali può avvenire facilmente
quando si hanno delle proposte valide che non richiedano molte
risorse; come ho scritto nel programma, ci sono delle cose, ad esempio
la formazione, che possono intersecarsi con le altre attività federali
(allenatori, Direttori di gara e UU.G.), con il risultato di ottenere
delle economie e delle sinergie;
-
e
candidature di specialità, così come sugli atleti/arbitri o meglio
sugli arbitri /atleti si tratta di argomenti da Regolamento
arbitrale e quindi da Assemblea, si possono avere idee personali, che
possono anche modificarsi all’interno di una sana dialettica, ma non
si può decidere;
-
la
formalizzazione delle convocazioni per gli arbitraggi, posso dirti
che queste sono legate ai tempi dei bandi e quindi al fatto che i
Comitati Organizzatori diano seguito agli impegni e …….. di questi
tempi……………..;
-
il
posizionamento delle gare nei week-end di festività o a ridosso di
ponti nazionali non credo proprio si possano evitare visto che il
nostro è un movimento sportivo per lo più svolto da appassionati non
professionisti e da ragazzi in età scolastica.
Al di là di
quanto ti ho brevemente esposto, voglio dirti che il programma di un
candidato alla Presidenza non può entrare nel più piccolo dettaglio
poiché il Presidente eletto, nella pluralità degli intenti, dovrà
confrontarsi con i consiglieri prima di risolvere le problematiche che
si presentano. Né tantomeno intendo aggiungere al mio programma altri
punti dettati o richiesti dagli elettori per compiacerLi, perché il
programma, snaturato, perderebbe di personalità.
Grazie
comunque per l’attenzione, salute e a presto !
Nicola
Cari Colleghi,
è un piacere potervi scrivere purtroppo non
so se il lavoro mi consentirà di essere presente alle prossime elezioni,
non ho ancora il diritto di voto ma sarebbe bello rivederVi tutti e
scambiare due parole con Voi. Ho letto purtroppo con tristezza il punto
3 del programma di Nicola Fornarelli.....Vi racconto come è iniziata la
mia carriera , cercando di essere breve.
Penultima partita di Campionato di polo
femminile ai laghetti EUR a Roma, all'epoca giocavo o per lo meno ci
provavo, a causa di un grave infortunio fui costretta ad uscire in
lacrime ...sapendo già che la mia pur scarsa e breve carriera di polista
si sarebbe fermata lì.....
Mi venne incontro qualcuno che mi disse :
ah Marì e molla di giocà, la polo non è per te, vieni ad arbitrà!!! (
scusate il romanesco). Inutile dirvi che la persona in questione era
Gianluca Zannoni. Cercava di strapparmi un sorriso. Seguì sempre quel
giorno una telefonata di Donzelli che mi consolava per l'infortunio e mi
ribadiva l'invito fattomi da Zannoni circa la possibilità di arbitrare.
Il mio desiderio più grande era rientrare
in canoa e giocare ma purtroppo non fu possibile. Per diverso tempo ho
ricevuto le telefonate di Zannoni, Donzelli e Pelli che con la scusa di
chiedermi come procedeva la mia guarigione continuavano a pungolarmi
perché iniziassi ad arbitrare.
Come ho già detto mi sforzerò di essere
breve ma è difficile racchiudere gli ultimi 4/5 anni di vita arbitrale.
Ma i 3 mi hanno coccolata, protetta, ascoltata, stimolata a non mollare
quando non mi sentivo all'altezza, quando mi accorgevo che a causa di un
mio errore il risultato di una partita cambiava. Li ho stressati fino
all'inverosimile per guardare le partite insieme, commentarle insieme,
arbitrarle insieme pur non essendo designati ma dal bordo campo.
Zannoni
in un momento di mia personale difficoltà, ha anticipato per me dei
soldi di una trasferta, mi ha ospitata a casa sua in occasione di
un'altra trasferta ( andando lui altrove....). Mi hanno invitata tante
volte ad andare ai tornei internazionali, dicendomi che per il soggiorno
e il vitto mi avrebbero aiutata loro....
Certo non è stato sempre tutto rose e
fiori, a volte ci siamo confrontati anche in modo sanguigno ma abbiamo
sempre risolto con chiarezza, stima e affetto le nostre divergenze di
opinioni. Facendo in modo di crescere tutti come gruppo e come
movimento.
Purtroppo nonostante i loro continui inviti
e le tante telefonate di Nicola Bevilacqua, quest'ultimo anno a causa di
miei problemi personali sui campi sono stata pochissimo ma non mi sono
sentita abbandonata da nessuno del gruppo polo e soprattutto non dalla
Triade. E' così che vengono chiamati....e ci scherziamo su.
Dico solo che se si vogliono dire cose
sulle persone citate và bene, ma non diciamo che non mettono gli altri
arbitri nelle condizioni di crescere perché non corrisponderebbe al
vero.
Scusatemi se vi ho tediato.
Un abbraccio a tutti e buona canoa, che sia
olimpica fluviale o polo.
Marisa
Vorrei intervenire nella discussione sul
punto di vista da parte del candidato Presidente Fornarelli esposto nel
suo programma, ed in particolar modo il punto 3 sulla canoa polo, per
chiedere di evitare di far scaturire polemiche; credo di avere inteso
che basandosi sulle
sue precedenti esperienze in DAC, abbia tratto conclusioni che con il
tempo, vuoi per la maturità raggiunta dal gruppo, vuoi per il lavoro che
si è cercato di fare insieme al Consigliere Bevilacqua, sono state
superate.
Mi auguro che la sua opinione sia migliorata nei confronti del nostro
gruppo, e se avrò modo di essere presente nella prossima DAC, di
dimostrare a lui e a coloro che ancora hanno dei pregiudizi
sull'integrazione dei colleghi "polisti" nella famiglia arbitrale
italiana, che nel tempo abbiamo lavorato per avvicinarci alle categorie
storiche della DAC.
Il lavoro di Stefano prima e di Nicola poi dovrà avere seguito per
cercare di portare i miglioramenti che tutti ci prefiggiamo.
Diamoci appuntamento a Castel Gandolfo per lavorare per il nostro comune
interesse.
Maurizio
Cari Antonio, Domenico e Dario,
leggo il Vs. disappunto relativamente ad una delle motivazioni tra le
cause, che ho elencato al punto 10 del mio programma, del basso numero
di Ufficiali di Gara disponibili per la disciplina della Polo. Si tratta
semplicemente di una mia personale opinione e non di un “punto
programmatico”. Accetto volentieri la Vs. di opinione e sono contento di
sapere che in questi ultimi quattro anni, di mia assenza dalla D.A.C.,
le cose si siano evolute in maniera positiva nella disciplina di cui
parliamo, soprattutto, sono contento di sapere che il Presidente
entrante avrà un problema in meno da risolvere.
Ma, a questo punto, permettetemi di scusarmi con il amico Nicola
Bevilacqua, consigliere DAC uscente del settore, perché evidentemente
avevo sottovalutato il suo lavoro di compattamento del gruppo che ne ha
migliorato la coesione; migliorata a tal punto da far pensare a tre
persone contemporaneamente la stessa cosa.
A presto e salute a tutti !
Nicola
Gent.mo
Fornarelli, prendo spunto dal suo programma per evidenziare che su un
punto che riguarda il settore Canoa Polo e, nella fattispecie, cito:
"mancata crescita del livello medio degli Ufficiali di Gara a causa
della chiusura del gruppo di UU.G. di vertice della polo", mi trovo in
completo disaccordo.
Dal 1982, nell'ambito della nostra Federazione,
ho praticamente ricoperto tutti i ruoli (atleta di olimpica e polo,
allenatore federale, dirigente sociale, presidente di comitato
regionale). Se da qualche anno ho deciso di avventurarmi nel settore
arbitrale, molti meriti li ha il citato "gruppo di vertice della polo".
Le posso assicurare che ogni occasione era buona per fare azioni di
convincimento nei miei confronti e di altri atleti. Grazie a loro io e
altri colleghi abbiamo partecipato attivamente a impegni davvero seri
(finali scudetto, partite delicate, ecc.).
Il mio intervento, non è polemico, ma da parte
mia è doveroso che vengano dati i giusti meriti a coloro che tanto hanno
fatto e fanno per il settore arbitrale e che danno lustro a livello
internazionale alla nostra nazione.
In bocca lupo.
Saluti.
Antonio Pilia
Caro Nicola F. premesso che quello che sto
per scrivere è frutto di un mio pensiero per il bene della polo, mi
dispiace leggere come da tuo programma al punto 3 della disciplina polo,
la mancata crescita degli arbitri per la chiusura del gruppo di UUG di
vertice. Posso garantirti e ribadire che sin da giocatore sono stato
accompagnato e non solo io, a diventare arbitro. Sicuramente un sincero
ringraziamento va al mio tutor che mi ha seguito voluto “Maurizio” e il
mio consigliere “Nicola”.
L'esperienza é un valore difficilmente
spendibile a proprio vantaggio, perché, è il famoso pettine che ci viene
dato quando abbiamo perso tutti i capelli. Ma, fortunatamente può essere
preso in prestito da chi è in grado di apprezzarne l'utilità.
Tutto ciò non vuole essere una critica.
Un saluto
Domenico Di Cosimo
Gentile Sig. Fornarelli, mi presento.
Sono Dario De Rosa arbitro di polo dal 2009 (se la memoria non mi
inganna sulla data) nonchè dapprima giocatore del medesimo sport
debuttando nelle fila del Canoa Club Maiori, nel lontano giugno 1992
quando allora vigeva il regolamento con la pagaia. Pensi che la mia
prima trasferta è stata alla piscina comunale di Palermo pochi giorni
dopo l'attentato di via D'Amelio allorquando il sottoscritto aveva 15
anni e i miei genitori impauriti dell'accaduto volevano quasi non
mandarmi.
Ho ripreso l'attività agonistica nel 2000 nel C.C. Offredi di Amalfi per
poi smettere causa lavoro e famiglia nel 2006. Dopo tre anni ebbi una
telefonata da Maurizio Pelli allora FAR Campania il quale mi propose di
svolgere l'esame da aspirante arbitro. Apprezzai subito la disponibilità
e la fiducia riposta in me da Pelli. Tant'è che già dopo poco tempo e
alcune supervisioni durante le gare ufficiali la fiducia nei miei
confronti ebbe un'ampiezza molto più estesa e non solo da Pelli. Sempre
più numerose le trasferte (da qui la fiducia del cons. alla polo
Bevilacqua) dove ho incontrato colleghi oltre che simpatici, molto in
gamba, dai cui non mi restava e resta da imparare. Alcuni nomi:
Donzelli, Zannoni, Verganti, Volpe.
Una disponibilità e una fiducia nei miei confronti senza precedenti per
quanto mi riguarda essendo, comunque, uno degli ultimi arrivati nel
settore arbitraggio della polo. Mi consenta di non essere d'accordo con
un suo punto programmatico ove cita una fantomatica chiusura dei vertici
arbitrali del settore.
Mi perdoni la lunga presentazione, anticipata di proposito, in quanto se
le urne DAC dovessero vederLa vincente sarà anche il mio presidente.
Nell'augurarLe traguardi prestigiosi, porgo cordiali saluti.
A. Dario De Rosa
Stefano Zsigmond risponde alle domande di
Davide Verganti:
D) Quali sono le vostre idee pratiche e la vostra pianificazione nei
prossimi 4 anni per l'ampliamento del collegio in tutte le specialità?
E' compreso rendere effettiva ed applicabile la possibilità di fare
attività come atleta della FICK e arbitro?
R. Una
pianificazione e una prospettiva futura del Collegio e' strategica,
quindi la prossima D.A.C. dovrà cooperare con la Federazione per
capire dove andare e cosa fare. il mondo solo negli ultimi due anni e'
profondamente cambiato e, quindi, dovremo cercare di aggiornare la
nostra organizzazione. Nel 2014 ci sarà, da parte del C.O.N.I., un
ulteriore taglio delle risorse alla Federazione e quindi in
collaborazione con i F.A.R. e con la Federazione stessa dovremo capire
il Collegio del prossimo quadriennio. Sicuramente, negli anni, i
F.A.R. si sono già adoperati per la crescita e la riorganizzazione in
tal senso ma, purtroppo, il risultato ottenuto è stato inferiore alle
aspettative.
Per ampliare il
Collegio, ritengo indispensabile una maggiore interazione sul
territorio con i Comitati Regionali e con le Società, in quanto
attraverso le stesse possiamo reclutare persone capaci e appassionate
al nostro mondo. Un altro elemento che potrebbe far si che i Comitati
si attivino maggiormente per rintracciare persone che potrebbero
entrare nel Collegio, è far constatare i maggiori costi che
deriverebbero ai Comitati dall’utilizzo di Ufficiali di Gara di
regioni limitrofe.
Sarebbe interessante
avere la possibilità, come D.A.C., di poter partecipare e discutere,
in accordo con la Federazione, ad una riunione di Consulta, e
discutere un OdG, in cui vi sia l’argomento Ufficiali di Gara, cos’
facendo la D.A.C. si renderebbe una parte attiva e non solo un
'ospite'.
Per la Polo penso
che dopo tre anni dalla loro nascita si debba fare un bilancio degli
A.A.C.P., come sono andati, le loro capacità e capire se intendono o
meno far parte del Collegio. Altro strumento che potrebbe essere
utilizzato per coloro che superano il limite di età previsto dal
nostro Regolamento, è l’utilizzo dei C.A.R.. Come già detto nel
programma il Regolamento dei C.A.R. va quantomeno rivisto, ed
eventualmente aggiornato, essendo lo stesso un po’ datato.
Per il secondo
punto la risposta è semplice. L’attuale D.A.C. nella Sua lettera
del 10.02.12 comunicava la deroga al Regolamento Arbitrale circa la
possibilità per un Ufficiale di Gara, di svolgere attività agonistica
e, concludeva dicendo che l’argomento sarebbe stato trattato in
occasione dell’Assemblea Straordinaria che sarebbe stata convocata
fine 2012/inizio 2013.
Come hai potuto
rilevare dalla convocazione l’Assemblea è Ordinaria quindi, secondo la
mia interpretazione, l’argomento Ufficiale di Gara/Atleta, decade. Si
rende, quindi, necessario affrontare l’argomento nel momento post
elezione, discutendone in Assemblea sapendo che la deroga se dovesse
essere applicata, lo sarebbe per almeno due anni, ovvero fino alla
prossima Assemblea di biennio, in cui si dovrebbero approvare anche le
modifiche al nostro Regolamento, in base ai principi informatori del
C.O.N.I.
D)
Visto i grossi problemi di budget che sembrano essere sempre più
pressanti, che idee pratiche avete di compressioni dei costi cercando di
mantenere la stessa qualità del servizio da noi erogato, senza far in
modo che entriamo in una routine di arbitraggio senza stimoli, per
essere più chiaro, soliti posti, solite giurie, soliti incarichi?
R.
Comprimere i costi oltre l’attuale limite penso che sia difficile. Il
bilancio del Collegio, quando ero in D.A.C., era di Euro 110.000,00 –
130.000,00, oggi mi sembra sia di circa Euro 90.000,00. Si può cercare
di ottimizzare i costi modulando il rimborso auto per i colleghi che
provengono dalle stesse zone, pernottare in camera doppia,
condividendola con un Collega, oppure, cercare di prenotare i mezzi di
trasporto con un certo anticipo in modo da poter usufruire di prezzi
più bassi.
Penso alla Polo che
da sempre inoltra le convocazioni nei tempi limite previsti dal Codice
di Gara. Sarebbe sufficiente inviare le convocazioni con una settimana
di anticipo rispetto al praticato, ed i costi degli aerei si
abbasserebbero.
Il problema dei soliti posti e delle solite giurie
esiste, non dobbiamo negarlo, ma è' molto complesso da affrontare e
risolvere: i soliti posti dove si va ad arbitrare dipendono dalle
scelte del Consiglio Federale, che decide in base alle
offerte-proposte delle Società che organizzano le gare. Se sono sempre
le stesse che si propongono come sede di gara, saranno sempre gli
stessi i posti, anche perche organizzare bene una gara non e' semplice
e richiede uno sforzo notevole che poche società strutturate possono
fare.
Per quanto riguarda
la D.A.C. si rientra nel discorso di ottimizzazione delle risorse,
ovvero un collega che risiede vicino ad un campo di gara ed il cui
costo di trasferta è pari o vicino allo zero, è probabile che sarà
designato nel campo gara vicino a casa. Sicuramente si può aggiornare
questo modo di ragionare in considerazione dei voli low cost e dei
principali scali aeroportuali. Mi spiego meglio: per una gara a Milano
un collega di Bari o Roma costa meno di viaggio di un collega di
Torino, quindi si possono formare le giurie anche in funzione dei
costi aerei, che su certe tratte battono ampiamente la macchina e/o il
treno.
Per le solite giurie si renderà necessario far coesistere un
apprezzabile tasso tecnico con la capacità di far crescere i giovani.
Sicuramente andranno formate meglio le giurie in funzione del livello
tecnico della gara e di un percorso di crescita dei colleghi più
giovani. In questo campo e' determinante il contributo dei Consiglieri
di settore, che conoscendo al meglio la loro specialità possono
coadiuvare al meglio il Presidente all'interno delle scelte
programmatiche e politiche stabilite.
Per quanto mi riguarda cercherò, avendo acquisito esperienza arbitrale
diretta in tutte le discipline gestite dal Collegio, di
ricostituire/rinfrescare i circuiti di settore delle varie specialità,
cercando di utilizzare i colleghi con maggiore esperienza per fare
formazione nelle giurie in cui saranno utilizzati, per le loro
competenze acquisite e per la loro esperienza, quali formatori dei
loro colleghi che presentano caratteristiche e potenzialità idonee a
ricoprire incarichi di maggior impegno.
D) Quest'ultima domanda si lega alla generazione di stimoli, che
principalmente deve nascere da noi stessi, ma che deve essere coadiuvata
dalla DAC, qual è la vostra ricetta in concreto su questo argomento?
R. Per gli stimoli va
da se che il primo che deve trovare stimoli in ciò che fa è l’Ufficiale
di Gara. La D.A.C. può, come si dice nelle aziende, creare dei percorsi
di crescita, che si traducono nel
C
sondare
tramite i F.A.R. quali sono le aspettative oggettive dei singoli
C
impiegare i colleghi suggeriti dai F.A.R. per un maggior utilizzo nelle
gare, nei vari incarichi da svolgere durante una manifestazione, in modo
da valutare le loro capacità nelle singole mansioni
C
coinvolgere i colleghi nella vita del Collegio tramite i suggerimenti
degli stessi. Una mente aperta e fresca può dare dei suggerimenti che la
D.A.C. può valutare ed, eventualmente, utilizzare a beneficio di tutti.
C
sfruttare al meglio le nuove tecnologie per creare dibattiti e forum on
line, sia per la casistica sia per le giuste aspirazioni di ogni
collega.
D)
Qual è la vostra idea di comunicazione/scambio di idee verso la
Federazione? Come ben tutti sappiamo, siamo i primi ad essere coinvolti
in qualsiasi cosa avvenga su un campo di gara, chissà perché incarniamo
sempre la figura con più autorevolezza, anche dei direttori di gara
alcune volte impreparati al compito a loro assegnato. Qual è la vostra
idea di comunicazione/scambio di idee verso la Federazione? Presidente
DAC/FICK? Consigliere DAC/FICK?
R. E’ inutile negare
che esiste, talvolta, un problema di gestione delle gare. Tra il G.A.P.
ed il Direttore di Gara ci deve essere reciprocità di informazioni circa
le situazioni che si creano durante la gara e, quindi, un confronto
leale e costruttivo.
È' basilare una
maggiore sinergia con la Federazione al fine di risolvere le questioni
che si creano sui campi di gara.
È mia intenzione
creare, in collaborazione con il Presidente Federale, un rapporto anche
con i Direttori di gara designati, in modo da affrontare e superare
insieme le criticità che sicuramente si creeranno sul campo di gara.
D) In relazione agli ormai sviluppi tecnici e tecnologici delle
specialità, non sarebbe meglio che per le elezioni della DAC, ci si
potesse presentare la propria candidatura come consigliere di specialità
e non come consigliere in genere? E quindi avere la possibilità di
votare un candidato per ogni specialità per la quale si ha
l'abilitazione?
R. L’impossibilità a
candidature di settore è figlia dello Statuto Federale. Qualche anno fa
in occasione dell’aggiornamento dello Statuto Federale venne tolta la
divisione a candidature, allora, della Velocità e della Fluviale. Anche
Francesco De Crescenzo in un’Assemblea espresse il suggerimento che i
settori avrebbero dovuto esprimere i loro candidati, ma impedire ad un
collega di candidarsi al ruolo di Consigliere mi sembra scorretto e
sgradevole. Finche non cambierà ci atterremo al regolamento che abbiamo.
Un punto che
vorrei sollevare, anche se non era tra le tue domande, e' una maggiore
comunicazione tra la D.A.C. e il Collegio tramite il sito e le mail.
Un sogno è quello di 'copiare' la relazione del Presidente Federale
che tutti vediamo sul sito della Federazione, creandone una del
Presidente D.A.C., in modo da aggiornare costantemente il Collegio
sull'attività della D.A.C. e delle novità del nostro Collegio.
Spero di aver risposto in modo chiaro alle tue domande. Sono
comunque a disposizione tua e di coloro che vorranno fare altre domande,
in quanto il tempo un assemblea e' tiranno, invece il sito ci permette
di valutare al meglio le diverse posizioni, per esprimere un voto
valutato.
A presto
Stefano Zsigmond
Gentili
Colleghe/i, Cari amici,
come promesso con
la precedente e-mail,
Vi invio il mio
programma che è una elaborazione, credo esaustiva, del Piano già
inviato.
Buona lettura, un
caro saluto e ……a presto !
Programma
Maurizio Pelli
risponde alle domande di Davide Verganti.
1
- Che migliorie avete intenzione di intraprendere nei settori per i
quali vi candidate?
Per quanto riguarda la canoa polo le migliorie sono legate a due punti
focali: il numero degli abilitati troppo esiguo e il livello di
preparazione generale che é da migliorare.
Aumentare gli arbitri é difficile anche perché l'età dei praticanti non
supera i quarant'anni, convincere un giocatore a smettere per passare a
"fischiare" é difficile, il percorso da intraprendere o meglio da limare
é quello degli AACP, ormai in tre anni abbiamo visionato più di cento
aspiranti con diverso risultato, ora quelli diciamo di fascia alta vanno
instradati ed utilizzati sempre con maggiore frequenza creando un gruppo
di élite, che porterà ad avere dei CAR (uso un termine del passato che
rende il senso) che anche per il loro posizionamento geografico possono
alleviare questa criticità.
Il livello di preparazione, e qui mi collego alla seconda domanda, va
portato ad un coinvolgimento di tutti i colleghi a costi pari a zero,
utilizzando Formazione a Distanza, schede test con una cadenza tri/bimestrale
da compilare on-line, ponendo in evidenza casistiche frequenti, cosa che
già per gli abilitati internazionali avviene con una certa frequenza.
Ho visto che spontaneamente alcuni colleghi si sono "esaminati"
utilizzando il test presente sul sito ICF per vedere il loro livello di
conoscenza, quindi viene naturale pensare che questo tipo di verifiche
verranno apprezzate se messe a regime anche in DAC.
2 - Quali sono le vostre idee per la creazione, disturbo e diffusione
della casistica che in tutte le nostre specialità dovrebbero essere
notevolmente ampliate?
3 - Come pensate di ridurre i costi nelle nostre specialità ed aumentare
il tasso tecnico?
A questo quesito credo che si possa rispondere dicendo che ridurre i
costi é difficile, ottimizzarli é possibile.
La polo é la disciplina con i costi più elevati perché gli arbitri sono
pochi, devono percorrere distanze importanti e metà del costo medio
(300/350 €) se ne va' in biglietto aereo.
Come si può migliorare, innanzitutto come già detto cercando di
localizzare in regioni carenti elementi da attingere negli elenchi AACP
da coinvolgere sempre di più e meglio affidandogli le gare minori (
regionali, serie B, etc).
Se si escludono Campania, Puglia e Veneto dove siamo coperti in maniera
adeguata, le regioni scoperte sono tante, Sicilia e Liguria sono quelle
con maggiori difficoltà considerando anche il numero di gare che si
disputano sul territorio, é impensabile pagare vitto e alloggio per un
campionato regionale, il rimedio é prendere a km 0 aspiranti che
qualitativamente garantiscano però un servizio adeguato.
Altro aspetto che tu hai toccato é migliorare il modo di spendere, avere
per tempo la convocazione può dare modo di fare per tempo un biglietto
risparmiando, in più se come auspicato dal Consigliere Roma si andrà
verso i campi di maggiore frequenza per le diverse serie di polo,
conoscendo ormai dove alloggiare e mangiare si potrebbe fare una sorta
di convenzione attraverso la DAC e anche proporre una carta prepagata
che dia modo laddove si presenti la necessità di pagare il viaggio,
perché il sistema on-line consente risparmi non da poco rispetto alla
prenotazione tramite agenzie.
L'aumento del tasso tecnico va ottenuto come detto prima con costante
aggiornamento attraverso test sui vari casi di gioco, ma anche con una
rotazione di tutti gli effettivi ai diversi livelli di campionato, dando
modo a tutti di "fischiare" i top team, chiedendo però disponibilità,
come ben sai la polo chiede una frequenza elevata, non si riesce con
poche gare a fornire un buon livello tecnico per quanto si possa essere
preparati teoricamente.
Un'altro punto per migliorare il settore polo é quello di lavorare in
condivisione, cercando di attingere dal gruppo sfruttando le
peculiarità di ognuno, il suo bagaglio di conoscenza legato anche
all'attività lavorativa, per creare una squadra con cui lavorare a cui
dare ad ogni persona una funzione.
Sfruttare ad esempio Donzelli che è stato nella commissione ICF, che é
quasi sempre chief referee ai mondiali o agli europei, e quindi una
risorsa fondamentale nella formazione di ognuno di noi, oppure chi ha
conoscenze specifiche nel campo informatico per rivedere la nostra
modulistica da portare sempre più alla compilazione in rete, rendendola
più snella ed efficace.
Ritengo questi i punti da porre come obbiettivo se come mi auguro avrò
l'onore di entrare a fare parte della DAC, per dare risposte effettive e
reali ai tuoi quesiti e a quelli di tutti i colleghi.
A presto
Maurizio Pelli
Caro direttore,
ti invio queste domante, un po' come fanno i giornalisti, per
accendere ed infiammare le Presidenziali Usa, tra Obama e Romney, per
i nostri candidati delle nostre elezioni a Dicembre:
Per i candidati presidenti Nicola
Fornarelli e Stefano Zsigmond
-
Quali sono le vostre idee pratiche e la vostra
pianificazione nei prossimi 4 anni per l'ampliamento del collegio in
tutte le specialità? E' compreso rendere effettiva ed applicabile la
possibilità di fare attività come atleta della FICK e arbitro?
-
Visto i grossi problemi di budget che sembrano
essere sempre più pressanti, che idee pratiche avete di compressioni
dei costi cercando di mantenere la stessa qualità del servizio da noi
erogato, senza far in modo che entriamo in una routine di arbitraggio
senza stimoli, per essere più chiaro, soliti posti, solite giurie,
soliti incarichi?
-
Quest'ultima domanda si lega alla generazione di
stimoli, che principalmente deve nascere da noi stessi, ma che deve
essere coadiuvata dalla DAC, qual è la vostra ricetta in concreto su
questo argomento?
-
Qual è la vostra idea di comunicazione/scambio di
idee verso la Federazione? Come ben tutti sappiamo, siamo i primi ad
essere coinvolti in qualsiasi cosa avvenga su un campo di gara, chissà
perchè incarniamo sempre la figura con più autorevolezza, anche dei
direttori di gara alcune volte impreparati al compito a loro
assegnato. Qual è la vostra idea di comunicazione/scambio di idee
verso la Federazione? Presidente DAC/FICK? Consigliere DAC/FICK?
-
In relazione agli ormai sviluppi tecnici e
tecnologici delle specialità, non sarebbe meglio che per le elezioni
della DAC, ci si potesse presentare la propria candidatura come
consigliere di specialità e non come consigliere in genere? E quindi
avere la possibilità di votare un candidato per ogni specialità per la
quale si ha l'abilitazione?
Per i candidati consiglieri
-
Che migliorie avete intenzione di intraprendere
nei settori per i quali vi candidate, non formalmente visto che non vi
sono candidature di "settore", come precedentemente scritto? Presumo
che i colleghi Silvestri, che si ricandida e che a gestito
precedentemente l'acqua piatta, D'Angelo che si candida per la l'acqua
mossa e Pelli per la polo, abbiamo già delle idee ben precise sulle
quali lavorare nelle rispettive specialità, mentre per i colleghi
Santonocito e Barison mi aspetto che tocchino un po' tutte le
specialità se non ne hanno una predominante.
-
Quali sono le vostre idee per la creazione,
discussione e diffusione della casistica, che in tutte le nostre
specialità dovrebbero essere notevolmente ampliate?
-
Come
pensate di ridurre i costi nelle vostre specialità ed aumentare il
tasso tecnico?
Vi ringrazio tutti per l'impegno che date e
che darete quando sarete eletti, non è facile mettersi in gioco e non
è facile prendersi delle responsabilità, vi ringrazio di cuore e
aspettando le vostre risposte vi auguro un buon successo per le vostre
candidature, ma vi lascio con una provocazione; com'è possibile
ricevere la griglia delle convocazione a Marzo e riceve una
convocazione EFFETTIVA solo due settimane prima della gara? Se si
potesse formalizzare il tutto subito si potrebbe organizzare le
trasferte con ampio anticipo, con riduzione di costi, ad esempio se si
evitasse ad esempio di posizionare le gare nei week end di festività o
a ridosso di ponti nazionali, voli lowcost etc etc
Aspetto vostre nuove
Cordialmente
Davide Verganti
Cari Amici e
Colleghi,
faccio seguito
alla mail con cui ho comunicato la mia candidatura alla Presidenza
del Collegio, e ho presentato il programma, per proporVi una
integrazione dello stesso, frutto di alcune mail che mi sono
pervenute da parte Vostra.
Grazie ancora
per l’attenzione.
Stefano Zsigmond
***
Cari amici e
colleghi
l’invito fatto, vale a dire
scambiamoci delle idee, è stato raccolto.
Sono soddisfatto dall’aver ricevuto
sia da colleghi di lunga permanenza nel Collegio, sia da colleghi di
permanenza più fresca, delle mail in cui segnalano argomenti di
grande interesse, argomenti che possono essere approfonditi in
occasione della nostra prossima Assemblea e, pertanto, li porto a
conoscenza di tutti.
Mi è stata segnalata
- la necessità
di adeguare il nostro Regolamento Arbitrale alle linee guida del
C.O.N.I., ed aggiungo allo Statuto Federale (D.A.C.)
- che il
candidato Presidente dovrebbe presentare la propria squadra,
ovvero indicare quali saranno i Consiglieri(D.A.C.)
- l’esigenza
di “riqualificare” la figura dell’arbitro (D.A.C.)
- la voglia,
per chi ha due abilitazioni, di partecipare, in occasione delle
assemblee, alle riunioni tecniche di settore (D.A.C.)
Le segnalazioni ricevute, decisamente
concrete, meritano di essere dibattute in assemblea attraverso uno
scambio di idee che, sarebbe bello, iniziasse già sul nostro sito.
Il nostro collegio non è formato solamente da coloro che partecipano
all’Assemblea, ma anche da coloro che, per qualifica, non hanno un
ruolo attivo.
Fare dietrologia è sempre antipatico
ma ritengo ancora valido il vecchio argomento “Autorità
ed Autorevolezza”, e penso che il
test presentato in occasione dell’ultima Assemblea Ordinaria,
sviluppato con Giuseppe D’Angelo, sul come facciamo fronte alle
situazioni che si possono verificare durante una gara, avrebbe
meritato una maggio fortuna anziché essere messo in un cassetto.
Arrivederci a Castel Gandolfo
Carissimi,
raccogliendo
un'ipotesi lanciata da alcuni Ufficiali di Gara ho deciso di mettermi a
disposizione del Collegio candidandomi quale consigliere alla Direzione
Arbitrale Canoa.
Ben conscio
dell’impegno richiesto, dopo aver attraversato un periodo complicato per
quanto riguarda il mio lavoro, posso affermare di avere il tempo e la
volontà per affrontare questo impegnativo incarico.
In questi anni ho
maturato una discreta esperienza da mettere al servizio di tutti Voi.
Sarà mio impegno
operare, a prescindere dal candidato Presidente eletto, in sinergia con
i componenti della Direzione Arbitrale Canoa per mantenere alto il
prestigio del Collegio.
Sarà mio impegno
vigilare perché, anche in questo periodo di ristrettezze economiche,
vengano garantite le minime risorse ed equi trattamenti per la nostra
attività.
Importante
sarà contribuire al miglioramento della preparazione e delle prestazioni
degli Ufficiali di Gara attraverso una costante presenza sui campi di
gara accompagnata da nuove metodologie di apprendimento ed
aggiornamento da sviluppare con l'aiuto di tutti Voi, attraverso gruppi
di lavoro e/o supporti informatici.
Importantissimo
sarà contribuire alla preparazione di nuove leve facendo in modo che
possano apprendere “sul campo” affiancando colleghi già considerati
formatori o comunque con esperienza, creando un loro percorso formativo
che le coinvolga ed appassioni.
Senza grandi
illusioni e senza promettere cose impossibili penso sia possibile
ottenere, attraverso la dimostrazione di efficienza ed una puntigliosa
preparazione di ogni proposta e/o richiesta, situazioni migliorative e
coperture economiche che consentano un’adeguata preparazione ed
un'adeguata operatività degli Ufficiali di Gara così come oggi è
richiesto dal nostro sport
Con la speranza che
questa mia disponibilità verso il Collegio sia cosa gradita Vi saluto
cordialmente.
Sandro BARISON
Carissimi, vi informo di aver presentato la mia candidatura
come Consigliere della D.A.C. per il prossimo quadriennio olimpico.
Ovviamente intendo occuparmi principalmente di Acqua Mossa nella
continuità del lavoro svolto in questi anni da Valerio Veduti e sulla
base della ricca esperienza acquisita “sul campo” in questi anni.
Garantirò a qualsiasi Presidente verrà eletto fra coloro che
si sono presentati, la mia più completa collaborazione e disponibilità
per mantenere ad elevati livelli l’immagine e la competenza che il
nostro Collegio vede oggi ampiamente riconosciute dagli organi federali
e dagli atleti e dirigenti sui campi di gara, tanto in Italia quanto
all’estero, grazie al buon lavoro sin qui svolto dalle precedenti
Direzioni, dalle strutture organizzative create e dai processi di lavoro
impostati.
Desidero impegnarmi soprattutto nel miglioramento della
qualità delle prestazioni dei nostri giudici e nella ricerca e crescita
di nuove leve, se necessario, con l’introduzione di nuovi o diversi
meccanismi che governino la preparazione, il mantenimento e la
specializzazione delle competenze personali.
Ma allo stesso tempo vigilerò affinché professionalità,
impegno, onestà, trasparenza ed equità nell’utilizzo delle sempre più
scarse risorse, rimangano obiettivi comuni della nuova Direzione
Arbitrale che il Collegio si accinge ad eleggere.
Desidero infine chiedere a voi, nei prossimi giorni, un
contributo nello stendere l’elenco delle “cose da fare”, affinché il
programma che dovrò seguire nei prossimi anni diventi non solo il MIO
impegno, ma l’impegno di TUTTO il Collegio.
A presto quindi e iniziate a pensare !
Giuseppe D’Angelo
Cari colleghi, è mio piacere
informarvi che ho presentato la mia candidatura come
Consigliere per la DAC.
Questa scelta è maturata
dopo essermi confrontato ed avere ascoltato l'opinione di
alcuni di voi ed è scaturita dalla necessità di affrontare
i problemi che affliggono il settore polo.
Gli anni trascorsi come
F.A.R. mi hanno dato modo di conoscere le esigenze e le
criticità poste dai colleghi delle altre regioni nel
gestire le gare di settore, la pratica sul campo di
affrontare gli ostacoli che il numero esiguo di abilitati
ha comportato.
Avere avuto il piacere e
l'onore di fare parte di giurie nazionali e internazionali
mi ha dato modo di arricchire il mio bagaglio di
esperienza, di verificare e affrontare le diverse
difficoltà sempre ponendo come primo obbiettivo la qualità
del nostro operato.
Il mio augurio è che la
crescita sia del movimento e non dei singoli, così da
ampliare e migliorare il gruppo arbitri polo.
Certo di avervi fatto cosa
gradita, vi invio i miei migliori saluti
Caro Nicola condivido e appoggio
pienamente la tua candidatura alla presidenza della DAC e
approfitto per comunicare la mia candidatura in qualità di consigliere
anche per il prossimo quadriennio.
²²²²
Cari
amici, la motivazione che mi ha spinto a riproporre la mia candidatura è
una sola, continuare a lavorare per tutti Voi e portare avanti il lavoro
svolto finora, cercando di migliorare ancora ciò che è stato fatto.
Se verrò rieletto conterò molto sul Vostro
aiuto e suggerimenti, come è stato per questo quadriennio, per
elaborare e portare avanti nuove proposte per la crescita di tutto il
collegio.
I punti salienti e primari che mi prefiggo
di portare avanti nel prossimo quadriennio sono i seguenti:
-
Migliorare la preparazione tecnica con
la stesura di linee guida;
-
Programmare stage di aggiornamenti per
la crescita tecnico-professionale di tutti gli Ufficiali di Gara da
tenere anche in occasione delle gare;
-
Valorizzare e lanciare giovani Ufficiali
di Gara con l’aiuto di colleghi più esperti;
-
Ricerca di nuovi Aspiranti
(possibilmente ex canoisti) per rinforzare le file del Collegio e
avere più Arbitri a disposizione.
Ovviamente questi quattro punti su esposti
vanno ad integrarsi con il programma che porterà il nuovo Presidente
D.A.C.
Un sincero e caloroso saluto a tutti e
arrivederci a Castelgandolfo
Gennaro Silvestri
Gentili Colleghe/i, Cari amici,
sono il candidato “ITALIANO” alla Presidenza del Collegio degli
Ufficiali di gara della FICK.
Al di là dello scherzo, mi propongo seriamente come
Presidente del COLLEGIO degli UFFICIALI di GARA e, quindi, della
Direzione Arbitrale Canoa, poiché come ricorderete quattro anni fa non
ho centrato l’obiettivo, a causa di una ricandidatura inaspettata.
Oggi analizzando quanto è stato fatto in questi anni posso affermare che
da quella votazione è scaturita una Presidenza scarica di entusiasmo, di
idee, che ha svolto la ordinaria amministrazione grazie al supporto di
una segreteria – arbitri finalmente efficiente e di un sito web, così
ben tenuto da sostituirsi a volte al sito Ufficiale FICK.
Mi è sembrato naturale riproporre la candidatura ricaricato e
voglioso di ripartire.
La non superficiale conoscenza dell’attività del Collegio e dei colleghi
che lo compongono ritengo siano elementi fondamentali per dirigere
questo gruppo di amatori che attraverso il continuo impegno, non senza
sacrifici, contribuisce a rendere regolare lo svolgimento di gare di
canoa.
Dopo la scadenza della data di presentazione delle candidature Vi
proporrò un programma per argomenti, snello e facilmente leggibile che
scaturisce da una rilettura, quattro anni dopo, di quanto progettato nel
2008.
L’intento è quello di:
-
favorire la crescita di tutti i colleghi che si proporranno,
agevolando il loro percorso personale, in linea con gli obiettivi del
Collegio e del Consiglio federale, senza distinzione di sesso e
regione di provenienza. Ciascuno di Voi, cari colleghi è prezioso
per il Collegio, soprattutto in un momento in cui le attrazioni
esterne e la longevità degli atleti di canoa non favoriscono le
“vocazioni arbitrali”;
-
contribuire a riavvicinare gli Ufficiali di gara ai valori ispiratori
della nostra attività, quelli della lealtà, della rettitudine e della
moralità in osservanza del principio di terzietà;
-
riaprire ad altri colleghi Giudici arbitri internazionali, la
speranza, propria di tutti i tesserati per la verità, di poter
partecipare alle Olimpiadi, speranza da vari quadrienni sopita, se non
abbandonata da parte di alcuni di loro;
-
ricompattare il Collegio che in questo momento appare “separato in
casa” tra “fluvialisti”, “acquapiattisti” e la piccola frazione dei
“polisti”.
E’, inoltre, mia intenzione non avvantaggiarmi della posizione di
Presidente per raggiungere obiettivi personali. Molti di Voi
riconosceranno che so fare un passo indietro!
Un caro saluto e ……a presto !
Nicola
Cari Amici e Colleghi,
Vi informo della mia intenzione di
presentare la mia candidatura alla Presidenza del Collegio, perché
penso che sia venuto il momento di mettere a disposizione di tutti
l’esperienza vissuta fino ad oggi, non solo nel mondo canoistico, ma
anche nel mondo lavorativo, dove quotidianamente devo relazionarmi con
molte persone con problemi e caratteri diversi.
Ho individuato alcuni argomenti su cui
potrei portare modifiche tali da consentire un miglioramento del
nostro modo di operare, miglioramenti intravisti anche durante il mio
operato da consigliere D.A.C..
Non ho affrontato argomenti relativi
alle singole discipline perché ritengo che gli stessi debbano essere
affrontati dai colleghi che si candideranno come Consiglieri. Penso
che il Presidente del Collegio debba essere un elemento di
comunicazione tra il Collegio, i Consiglieri e la Federazione, e che
debba cercare sempre soluzioni soddisfacenti per tutti.
Sono convinto che il successo di questa
impresa sia condividere con Voi ancor prima del momento elettivo
quello che poi sarà il mio programma per i prossimi quattro anni,
portando alla Vostra attenzione una raccolta di idee, proposte e
borbottii sentiti in questi anni, da tanti Colleghi sui campi di gara.
Questo per poter avere con Voi uno scambio proficuo (la mia mail è a
Vostra disposizione), che potrebbe portare ad una conferma che il mio
modo di vedere è allineato e condiviso da altri colleghi, e per poter
cogliere sfumature e possibili varianti alle mie idee per poter avere
ancora più chiaro il disegno da perseguire nei prossimi anni.
Gli argomenti proposti sono divisi tra
quelli che possono essere realizzati solamente dal
Collegio, e sono quelli con l’indicazione tra parentesi D.A.C., quelli
dove l’incombenza del miglioramento dovrà essere condivisa con la
Federazione, tra parentesi F.I.C.K. – D.A.C., e quelli la cui
attuazione spetta alla F.I.C.K. di cui facciamo parte come struttura
tecnica e che rappresenta anche il nostro alter ego naturale.
Mi aspetto che prendiate in
considerazione questa mia richiesta, perché il successo di questa
missione deve esser sentita da Voi perché voglio essere il Vostro
Presidente del Collegio, un Presidente con idee nuove che però porta
avanti un programma condiviso e voluto da molti, così che il risultato
elettorale non sia solo un mio successo personale, ma quello di un
gruppo che ha voluto affidarmi la missione di un programma di idee
nuove, con una sola finalità: migliorare ulteriormente la
professionalità del ruolo arbitrale nella trasparenza che sempre ci
deve contraddistinguere.
Confido nella Vostra fiducia per poter
sviluppare nel prossimo quadriennio, insieme, un’attività sempre
tecnicamente elevata, adeguata ai tempi ed alle esigenze degli Atleti.
Un saluto a tutti e arrivederci
all’Assemblea
Stefano Zsigmond
Programma
Sono ALDO
SANTONOCITO - classe 1965 abito a Trento, Gardolo via Noce, 6 -
Cell. 393/80.80.453 .-
Giudice Arbitro dal 2000, ho svolto la mia attività in seno alla
Federazione, operando sempre con lealtà, rettitudine ed imparzialità
nello svolgimento della mia lunga attività di Giudice Federale.
Dal 2007 al 2009 ho ricoperto la carica di responsabile F. A. R. (
Fiduciario Arbitrale Regionale ) per le Province Autonome di Trento
e Bolzano !
Durante lo svolgimento di questa attività ho avuto modo di contattare
periodicamente i vari colleghi dislocati in zona.
Con essi ho avuto modo di affinare le mie capacità sia nel risolvere i
problemi contingenti e sia nell’ascoltare le varie richieste che man
mano si evidenziavano nell’arco della durata dell’incarico.
Ora, alla luce delle mie passate esperienze
- oltre 20 anni 1992-2012
-
ho presentato
la mia candidatura a “Consigliere Nazionale D.A.C. nella Federazione
FICK.-
In
estrema sintesi, mi permetto di chiedere il Vostro contributo
elettivo (a mio favore ) in occasione delle votazioni che avverranno
l’1-2 dicembre 2012, per l’elezione della Direzione Nazionale Arbitrale
Canoa Kayak.-
Mentre Vi ringrazio per l’attenzione concessami, resto a Vs disposizione
per ogni chiarimento e raccolta di Vs. specifiche richieste.
A
Vs. disposizione al succitato indirizzo telefonico, nonché mail :
unicoaldo@virgilio.it.-
Vi saluta con viva cordialità,
Aldo
S a n t o n o c i t o |