Il Quaternario di un tratto della Val Lagarina

Cap. 2 - GEOLOGIA E TETTONICA

2.1 Geologia

Esaminando la cartografia geologica ufficiale - i fogli 48 Peschiera del Garda, 35 Riva e 36 Schio alla scala di 1:100.000 - si può notare come le rocce affioranti lungo i versanti della Val Lagarina siano quelle carbonatiche della serie mesozoica.

Lungo quasi tutto il tratto da me studiato la successione della roccia in posto inizia con la Formazione della Dolomia Principale (Trias sup.) che affiora soltanto con la parte sommitale; è seguita dalle formazioni giurassiche: i Calcari Grigi di Noriglio (Giurassico inf.) ed il Gruppo di San Vigilio (Giurassico medio-inf.). Solamente in qualche breve tratto la Dolomia Principale non affiora e, quindi, la successione inizia con la Formazione dei Calcari Grigi di Noriglio.

Ovunque poi la sequenza continua con il Rosso Ammonitico Veronese (Giurassico sup.-medio), i calcari cretacei (Biancone e Scaglia Rossa) ed eventualmente la serie terziaria.

In generale, sul versante occidentale della valle (destra idrografica), gli strati rocciosi si presentano con una giacitura a reggipoggio mentre sono a franappoggio sul versante opposto; questo è dovuto alla complessiva inclinazione verso Ovest o Sud-Ovest che gli strati hanno in quest'area (CORRA', 1971).

E' chiaro che tutto ciò influisce come fattore strutturale favorendo i fenomeni franosi sul versante orientale; l'esempio classico è quello dei Lavini di Marco, nell'alta Val Lagarina: una serie di grandi frane di scivolamento dovute proprio alla disposizione a franappoggio degli strati e probabilmente favorite, in certe occasioni, da eventi sismici. I più recenti di questi episodi franosi sono sicuramente di età storica (OROMBELLI & SAURO, 1988).

2.2 Tettonica

La Val Lagarina è situata in un'area in cui convergono tre sistemi tettonici tra i più importanti di quelli che caratterizzano le Alpi Meridionali: quello della Linea delle Giudicarie, quello della Linea della Valsugana e quello della Linea Schio-Vicenza (BARBIERI, CASTELLARIN, DE ZANCHE & SEDEA, 1981).

Ad Ovest dell'Adige troviamo il sistema tettonico della Linea delle Giudicarie che ha un andamento circa NNE-SSW e che interessa, come fattore strutturale predisponente, la stessa Val Lagarina che viene infatti interpretata come una valle impostata su un fascio di faglie appartenenti al sistema delle Giudicarie (CORRA', 1968b; SAURO, 1978; CASTIGLIONI et al., 1988; SAURO, 1992). In un recente lavoro si parla, a questo proposito, di "fascia di deformazione della Val d'Adige" (ARTONI & REBESCO, 1990).

Le numerose grandi frane, di età protostorica e storica che caratterizzano l'alta Val Lagarina potrebbero essere state causate da violenti episodi sismici legati appunto alla attività delle numerose faglie del sistema giudicariense (PANIZZA, 1981; OROMBELLI & SAURO, 1988).

Ad est dell'Adige, invece, sono presenti il sistema tettonico della Linea della Valsugana, con andamento circa ENE-WSW, e quello della Linea Schio-Vicenza, che ha una direzione NW-SE. Il primo interessa quest'area soprattutto all'altezza di Trento, mentre il secondo coinvolge tutto l'altipiano dei Lessini; esistono comunque delle interferenze e sovrapposizioni tra i due sistemi.

Il sistema giudicariense, che presenta uno stile tettonico a pieghe e faglie, interessa, come detto, tutto il versante occidentale della Val Lagarina: tutto il Gruppo del Monte Baldo è attraversato nel senso della lunghezza dalla Linea del Monte Baldo-Monte Stivo associata alla anticlinale ed alla sinclinale del Monte Baldo. Una faglia ad andamento giudicariense è presente, però, anche in sinistra Adige all'estremo margine occidentale del Gruppo dei Lessini: si tratta della Faglia del Monte Pastelletto.

Tutto l'altipiano dei Lessini è invece attraversato dalle faglie, prevalentemente sub-verticali, del sistema scledense associate, talvolta, a faglie e pieghe con direzione valsuganese.

2.3 Neotettonica

Vengono indicati come neotettonici tutti quei movimenti avvenuti in tempi recenti. Il limite temporale entro il quale un movimento tettonico può essere ritenuto recente, però, non è mai stato definito con esattezza: i vari Autori si riferiscono, di volta in volta, al Quaternario oppure a periodi più lunghi o più corti.

Il C.N.R., nel Sottoprogetto "Neotettonica" del Progetto Finalizzato "Geodinamica", ha preso in considerazione gli ultimi 5 milioni di anni e cioè il Pliocene ed il Quaternario (ZANFERRARI et al., 1982).

Nell'ambito del medesimo Sottoprogetto l'Italia nord-orientale è stata suddivisa in 8 "unità neotettoniche", ognuna delle quali è caratterizzata da un comportamento neotettonico omogeneo. Esaminiamo ora le tre "unità" che interessano la Val Lagarina e che sono la n° 1 (Pianura veronese e mantovana, Polesine), la n° 3 (Lessini, Berici ed Euganei) e la n° 6 (Monte Baldo e Dolomiti di Brenta).

- L'alta pianura veronese (unità neotettonica n° 1), ai piedi dei rilievi prealpini, è stata soggetta ad episodi di debole sollevamento nel Pliocene, mentre successivamente è stata interessata da una continua subsidenza; in quest'area, a partire dal Pleistocene medio, depositi continentali hanno cominciato a sostituirsi ai depositi marini.

- Per quel che riguarda i Monti Lessini (unità neotettonica n° 3) essi sono stati soggetti ad un continuo sollevamento che è in atto ancora oggi. Questa unità neotettonica presenta un comportamento rigido e pertanto, contemporaneamente al sollevamento, subisce una suddivisione in blocchi, soggetti sia a sollevamenti differenziali che a basculamenti; la suddivisione in blocchi si attua attraverso faglie con orientamento NW-SE (sistema scledense) e N-S associate a pieghe-faglie con direzione WNW-ESE (SAURO, 1978).

- Il Gruppo del Monte Baldo (unità neotettonica n° 6) è interessato da una attività tettonica iniziata già nel Miocene e caratterizzata da movimenti di sollevamento differenziale e di basculamento verso ovest dei diversi blocchi; questo avviene specialmente nel settore meridionale della Catena del Monte Baldo. Le linee tettoniche hanno direzione giudicariense: si tratta di faglie inverse che, talvolta, assumono il carattere di sovrascorrimenti; in certi casi si trovano anche linee con direzione scledense (FORCELLA & SAURO, 1988).

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Ultimo aggiornamento: 27 febbraio 2000