Chiesa S. Pantaleone

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L’imponente costruzione si trova nella parte centrale del paese, alle spalle della villa Regina Elena, autentica balconata sul golfo di Squillace. La costruzione esternamente richiama i “lineamenti architettonici” dei torrioni Normanni.La grossa torre all'angolo nord-ovest, l’attuale campanile, e le numerose feritoie, danno all’edificio un aspetto di castello fortificato e non quello di una chiesa, probabilmente durante il corso dei secoli la struttura ha avuto anche questa funzione, magari per difendersi dall’attacco dei Saraceni che venivano dal mare.
Sul lato che guarda i ruderi della Grancia di S.Anna, sono visibili due doppie feritoie murate  sicuramente durante la ristrutturazione del 1569, assieme alle altre sette superiori, le tre grandi finestre rettangolari, disposte in modo irregolare, sono pertinenti ad una fase recente, posteriori al 1783 sono anche i cinque finestroni con arco a tutto sesto posti nella parte più alta.
Di grande interesse sono le due monofore (quella ad ovest è oggi appena visibile perché murata) per il momento unica testimonianza della prima fase edilizia medioevale, successivamente modificata dagli interventi cinquecenteschi e, dopo il terremoto del 1783, dalla creazione dell'ambiente sulla navata laterale destra con le relative finestre.
Anche il lato est, quello contenente l'abside, presenta all'esterno un profilo rettilineo, di modo che l'aspetto volumetrico dell'edificio viene ad essere quello di un grosso parallelepipedo a pianta rettangolare, rigidamente squadrato.
Le quattro feritoie sono contemporanee della fortificazione del XVI° secolo.
Il grosso finestrone rettangolare centrale, rifinito ai margini da una cornice, è forse quanto resta di un rimaneggiamento del XVII° secolo come sembrerebbe testimoniato dalla data 1652 (?), incisa sulla cornice.
Il lato a nord presenta molte analogie con quello a sud: le quattro finestre in alto, disposte in modo simmetrico rispetto a quelle dell'altro lato, come le due monofore medioevali, di cui una murata, e le feritoie di difesa.
Sul lato ovest è collocata la facciata con un bel portale a bugnato, con l'arco chiuso in chiave da uno stemma con croce greca, datato da inscrizione sullo stipite nord al 1519.
Al portale si accede tramite uno scalone in pietra, recante incisa su uno gradini, la data di costruzione 1609.
Tutta la facciata, inquadrata da doppie lesene e sormontata da un timpa, è di recente impostazione, come testimonia l'epigrafe di marmo inserita nella muratura subito al di sopra del portale, con l'iscrizione: "Terribilis est us iste / hic domus dei est 1828".
Al centro in alto c'è un rosone ovale, oggi contenente l'immagine a mosaico policromo del santo patrono fatta realizzare e collocare di recente al posto dell'originario dipinto ottocentesco; al di sotto è riportata la stessa frase "Ne timeas Montaure protector tuus sum", che ritroviamo nell'affresco all'interno della chiesa, subito a sinistra dell'entrata.
Il rosone è affiancato da due finestre rettangolari, contemporane e quell'ultima fase della facciata, che hanno probabilmente distrutto due dei ritratti dei dodici Apostoli rappresentati all'interno.
L'interno è diviso in tre navate da due file di quattro colonne in pietra che scandiscono cinque cappelle laterali per parte.
La tipologia delle colonne fa ipotizzare un reimpiego di materiali proveienti da un altro edificio o appartenenti ad una fase più antica della chiesa.
La navata centrale, più alta delle laterali è coperta da un soffitto ligneo dipinto, da poco restaurato con abbondanti integrazioni.
Il soggetto di tali riquadri è, purtroppo, identificabile solo per quello più vicino all'ingresso dove sono rappresentati San Michele e Satana.
Ai lati dell'ingresso vi sono due affreschi paesistici commemoranti l'arrivo delle due reliquie di San Pantaleone a Montauro.
Quello nord rappresenta l'arrivo del frammento dell'osso della nuca e reca iscritta la stessa frase posta sull'ingresso: "Ne timeas Montaure, protector tuus sum".
Quello sud si riferisce all'arrivo del sangue del santo nel 1753, come testimonia la stessa iscrizione.
La data della prima esecuzione di tali affreschi è da porsi probabilmente in epoca posteriore al terremoto del 1783.
L'altare maggiore della chiesa è decorato da marmi policromi intarsiati e risulta datato da un'iscrizione, posta sul retro del tabernacolo, al 1774.
Sul retro sono visibili i resti di un altare, forse più antico, con due grosse girali in pietra.
Dietro l'altare maggiore è collocato un coro ligneo intagliato del XVII° secolo.
Sopra di lui, vi sono due grandi affreschi, firmati e datati da un'iscrizione posta sulla base: "Dominicus Costantinus pingebat 1523".
 

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