Ha avuto luogo il 13 giugno 2009, nel gremitissimo
Auditorium “San Giorgio”
a San giorgio Jonico, la presentazione del libro di Anna Marinelli
intitolato
“ Tagghjate: sCAVAndo nella memoria". Il volume edito dalla casa
Editrice “Scorpione” di Taranto, ha avuto una tiratura di mille copie ed è
stato finanziato in toto dall’Amministrazione comunale del Comune di San
Giorgio Jonico col Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura.
Saluto tutti e ciascuna delle persone
convenute questa sera nel nostro auditorio in occasione della presentazione
del nuovo libro della carissima Anna Marinelli. Vi do il benvenuto
augurandovi di trascorrere un sereno e piacevole momento di ascolto.
Ma prima di ringraziare l'autrice per il suo nuovo libro vorrei fare una
semplice riflessione. Ho letto velocemente e con un pizzico di curiosità “Le
tagghjate: scavando nella memoria” e devo dire che quello di Anna Marinelli
è un prodotto complesso: non “un altro libro” accanto ai tanti già scritti,
ma una nuova proposta di forte spessore culturale, un modo per offrire la
possibilità di accedere direttamente e concretamente, attraverso testi
semplici, al patrimonio di civiltà e di pensiero della nostra realtà locale.
Originalissima la scelta del “modello” utilizzato come concetto
organizzativo per rappresentare le caratteristiche e le radici della terra
sangiorgese: cronaca, racconto, poesia, curiosità linguistiche e altro
ancora si avvicendano in una poliedrica vivacità di toni che dà luce e
calore alla storia di tante generazioni e spinge a cercare una visione
unitaria di sé, degli altri, della cultura di questo popolo di cui siamo
parte. La varietà delle tipologie testuali utilizzate si intreccia e si
combina in una sorprendente e suggestiva armonia espositiva, che davvero
suscita ammirazione e stupore.
Il merito maggiore che penso vada attribuito ad Anna Marinelli sia quello di
saper “scavare le segrete gallerie dell'anima”, come dice un noto autore
contemporaneo. È questo il “quid” che contraddistingue gli scritti
dell'autrice, capaci di far varcare la soglia dei luoghi comuni, di andare
oltre la monotonia del quotidiano, e di far vibrare le corde del cuore degli
abitanti di questa bella cittadina pugliese.
Il mio fraterno augurio è che questo libro faccia ritrovare il gusto delle
proprie radici, perché scavare nella memoria, nel passato, in quello che è
stato prima di noi, ha senso solo se diventa affascinante stimolo a guardare
con fiducia al futuro vivendo serenamente il presente.
Grazie, Anna. Il tuo lavoro sia una opportunità per sviluppare il senso di
appartenenza, per cogliere le sensazioni, i sentimenti, le emozioni della
nostra gente e sia anche uno stimolo per le istituzioni a valorizzare questa
terra semplice, ma tutta da scoprire, con scelte mirate ad un reale sviluppo
sociale, economico, religioso, culturale, che dia una nuova dignità alla
terra sangiorgese. Ti auguro che, anche grazie al tuo piccolo ma
significativo contributo, questo “sogno” diventi realtà.
Doveroso e non formale il ringraziamento ad Anna Marinelli per avermi
offerto l’opportunità di offrire il mio contributo a questa sua fatica che
mentre sembra che si allontani dalla sua passione abituale, quella della
poesia, che la colloca sul piedistallo autorevole delle divinità del
Parnaso, in realtà si ricongiunge, con quest’opera, al territorio,
all’animus della gente che da decenni gode e si inebria alla lettura delle
sue elegie; con quest’opera fa suo il retaggio storico maggiormente
caratterizzante del suolo e della popolazione di San Giorgio.
Già in passato ci sono stati tentativi autorevoli di dare spazio organico in
termini di pubblicazioni sul tema delle tagliate e sulle problematiche ad
esse connesse;senza nulla togliere ad altri autori e personalità della
cultura, questa di Anna Marinelli si distingue e si connota per le
implicazioni di ordine umano e socio-antropologico rese preziose dalla sua
elevata sensibilità artistica, finora espressa in opere letterarie e
poetiche, ed ora riversata in questa che può dirsi l’opera omnia sulle
tagliate.
Anna Marinelli a mo’ di antologia ha raccolto elementi linguistici, storici,
etno-antropologici di portata tale da creare un riferimento preciso per le
generazioni future su tutti gli argomenti trattati .
Con “Tracce della Memoria”, la poetessa Anna Marinelli ha voluto far
rivivere ai lettori ed in modo particolare alle nuove generazioni
sangiorgesi il ricordo della storia di un luogo che ha segnato per tanti
anni la vita economica e sociale di San Giorgio; un luogo che ha suscitato
forti sensazioni a quanti lo hanno visitato, sentimenti e motivi artistici a
pittori, poeti, scultori, fotografi, perché le Tagghjate, come Anna scrive,
appaiono come”…una immensa tavolozza di colori…palcoscenico di tonalità di
grigi, di rossi, ove cespugli bruciati assumevano...una incantevole
cornice…)
Nella promenade, insieme alla sua guida, ai suoi compagni, ci siamo anche
noi lettori ad esplorare ora questo, ora quell’angolo, quel cespuglio,
quella pianta, quella parete! Anna osserva, racconta con semplicità, con
emozione, quasi fosse stata una testimone del tempo: scrive un diario per
far conoscere, conoscendo.
La sua introspezione narrativa si pone tra” sogno” e “ realtà”, tra “poesia”
e “ prosa”, pronta ad osservare ogni piccolo segno del passato, immergendosi
in quella lontana realtà, quando le tagghjate erano un “ cantiere” vivo, in
piena attività.
Ecco, allora, che la lettura delle “ Tracce della memoria”, si rende tanto
piacevole, serena, affascinante, da creare nel lettore sussulti contrastanti
di “ amore” per il ricordo del passato, della nostra storia, della storia
dei nostri padri; e sussulti di “odio” per lo stato di abbandono e
dimenticanza in cui giace.
Con questo lavoro, la poetessa ha certamente ridato alle tagghjate un po’ di
vita perduta nel tempo,
soprattutto con “ l’intervista all’ultimo zuccatore”, con la testimonianza
di Mimino Sibilla ( cap: Sangue innocente) e con la sua lirica “ Tagghjate/
Culla di Memoria”,
Ai giovani, alle nuove generazioni, a ricordo del passato, in questo
libro”Tracce della Memoria” ,Anna tramanda, anche, il “ Il piccolo
dizionario della parlata sangiorgese”, “Modi di dire”, “Locuzioni
avverbiali”, e “Credenze”, sempre in dialetto sangiorgese, perché “ il suo
libro è storia nostra, dei padri e dei figli nostri, del nostro paese” (
Mons. Pierino Galeone, dalla Prefazione a” l’Oro del Tempo- Barbieri
Editore, 2001- della stessa autrice).
“Paese mio, il tempo è maturato, le stagioni sono mutate/ ma la stella che
mi dimora dentro è ancora lì, ancorata ad un uncino di luna” ( A. Marinelli)
E’ difficile individuare una sola cifra letteraria costante, quando la penna
è mossa agilmente da una sensibilità come quella di Anna Marinelli.
E naturalmente non mi avventurerò nella intricata selva delle definizioni.
Lo scrittore? Lo scrittore è un lavoratore che sta “di giornata”! E Anna
Marinelli sta “di giornata”, come le tante figure del passato che si muovono
tra le “tagghjate” di tufo e quelle del suo “animo collettivo”.
Anna Marinelli qui propone argomenti vari e diversi. Si interessa di generi
letterari, come si diceva una volta, che hanno come punti estremi del
segmento la storia e la poesia. Affronta l’aneddotica, la memorialistica, la
novella, le tradizioni popolari, la poesia, la linguistica e sempre
raccontando con quel suo stile il quale è segnato da una qualità narrativa
per descrivere o segnare la quale ho voluto impegnarmi alla ricerca di un
aggettivo di sintesi.
Tra quelli possibili utili ad avvicinarci al giudizio critico che possa
iniziare a definire il suo apporto letterario penso che debba essere scelto
il termine “esatto”.
Esatta la prosa, esatta la sua poesia intrisa di un classicismo
svelto,vivace, mai pedante e marmoreo.
L’aggettivo me lo faccio venire dritto dritto dal latino, e sarebbe un
participio passato di un verbo molto autorevole: quell’esatto verrebbe
insomma da exigere che nella millenaria vicenda della madre lingua romana si
è caricato di infiniti significati, mantenendo una sorta di inalterata
purezza.
Naturalmente stiamo qua a parlare di parole, perciò di uomini, del loro
cuore e della voce che ubbidì alla mente che ordinò di descrivere con le
parole la Vita e perciò le parole sono edifici, e sono vita, e Marinelli ne
propone di esatte, squadrate, puntuali, levigate.
Anna scrive esattamente perché deve ricercare e valutare ma soprattutto
condurre il lettore a capire ciò che ella ritiene di aver compreso.
Ne scaturisce una prosa dalla quale è difficile staccarsi, che ti prende il
fiato, che ti rende sempre assetato, e, certo, non ti spacca la mente
accrescendo l’acido lattico che ci paralizza le membra come è di alcuni
testi contemporanei.
Facciamo un esperimento, e vediamo se si tratti di cose esatte, e se è
possibile che tra quelle parole si insinui l’ammazzaparola, la noia!
Mentre tutti questi pensieri si affollavano nella mente, davanti ai miei
occhi si presentava la bellezza degradata delle antiche cave, ne sentivo il
dolore indescrivibile: vago, eppure pungente come una trafittura.
Riprendemmo il cammino, io non sapevo cosa fosse più utile fare: camminare o
fotografare, per me era tutto meraviglioso! Tutto era una novità, tutto
rappresentava una “scoperta”, una scoperta primigenia. Le tagghjate, le
statuarie tagghjate, le immanenti tagghjate, erano qualcosa di straordinario
che abbagliavano il mio spirito, la mia anima, tutta me stessa!
Debbo fermarmi ma tutti siamo ormai nelle tagghjate, paesani e forestieri.
Marinelli scivola leggera pulita nella pagina e dalla pagina ai lettori,
scassinando le coscienze.
La tecnica narrativa è chiara, evidente, esatta: ogni parola al punto
giusto, scarsa aggettivazione, un narrare lineare con concetti tutti
conclusi e significanti.
Una volta si diceva: si esprime per paratassi.
Anna Marinelli è cosciente del ruolo e della responsabilità di dover dare un
senso alla propria opera, che francamente sarebbe riduttivo interpretare
solo in rapporto alla dimensione locale, e ben sa quanto potrebbe apparire
sfuggente e poco definibile quel mestiere e quell’impegno.
….Quando si legge il libro, si ha l’impressione che l’autrice abbia a lungo
tenuto sotto osservazione una materia magmatica, ribollente e che con grande
pazienza sia riuscita a estrarre quello che davvero serve e che non è il
caso affoghi nella confusione di mille parole.
In questo vi è come una straordinaria vocazione pedagogica, sempre
accompagnata dalla consolante consolazione che ti dà il credere che i
giovani, proprio loro, sapranno nutrirsi delle cose strappate all’oblio
delle generazioni.
Di San Giorgio, di Anna Marinelli, della sua opera di recupero e di
svelamento, dicono bene in prefazione sia il sindaco che Michele Jacca.
Il valore supremo di opere come questa non è però tanto nell’aver
rifotografato una materia petrosa che comunque rimarrebbe lì certo visibile
per secoli ancora agli occhi.
Il valore è nell’aver contribuito a ridare alla nostra terra una porzione
trascurata del paesaggio dell’anima.
A Francavilla
Fontana, al centro delle tre province del Salento, Brindisi Lecce e
Taranto, si svolge, nella notte di sabato 26 settembre 2009, la seconda
edizione della Notte Bianca denominata La Notte degli Imperiali.
La Notte degli Imperiali nasce con l'intento di far vivere ai francavillesi
e agli spettatori presenti, una serata all'insegna della cultura, del
divertimento e della solidarietà.
Nell’ambito di questa articolata ed interessante iniziativa si incastona la
presentazione del libro della scrittrice sangiorgese Anna Marinelli, dal
titolo” Tagghjate: sCAVAndo nella memoria”,opera fortemente voluta
dall’Amministrazione comunale di San Giorgio Jonico, perché ritenuta di alto
valore paesaggistico e storico, nonché promotrice della conservazione del
patrimonio linguistico locale.
La presentazione critica è stata tenuta egregiamente dalla baronessa Elisa
Silvatici di Sanseverino, critico convegnista, nonché Accademico dell’Ordine
dei Cavalieri di Santo Stefano P&M. la quale ha già avuto modo di recensire
la poetessa e scrittrice sangiorgese avendo presentato negli anni scorsi la
sua prima opera di narrativa “ I racconti della sirenetta”. Ha coordinato la
serata la presidente dell’Associazione artistica “il Melograno” Letizia
Lisi, organizzatrice della rassegna pittorica “Il Melograno nella notte
degli imperiali” inaugurata il sabato precedente e che ha fatto registrare
un notevole consenso di critica e di pubblico.
Il Teatro degli Imperiali ha dato un valore aggiunto alla manifestazione per
la suggestività della sua antica struttura nicchia privilegiata e sito
d’elezione per eventi culturali di tale spessore.
La Puglia nel Sud di oggi
Dal 25/09/2009 al 25/11/2009
Organizzatore principale Biblioteca Popolare Gruppo Anonimo '74
Indirizzo: Via Roma 83 74020 - Monteiasi
Promotore principale Comune di Galatina
Altri promotori:
Comune di Tuglie
Comune di Aradeo
Descrizione:
Il progetto intende valorizzare la Puglia di oggi ricca di storia, cultura e
arte attraverso l'attività, lo studio, il confronto condiviso di tanti
"produttori di cultura" (biblioteche, editori, librerie ecc.). La strategia
della cooperazione riveste un ruolo decisivo all'interno dell'iniziativa,
nella consapevolezza che passioni ed entusiasmi comuni permettano
l'interscambio e valorizzino il lavoro svolto. Il programma prevede incontri
con l'autore, mostre, proiezioni di cortometraggi.
Tipologia dell'evento: Incontri con autori, scrittori, illustratori
La manifestazione, nata nel 2006 con 260 eventi, quest'anno supera i 1.600,
rendendo l'Italia intera il palcoscenico di eventi ricchi di creatività, da
paesi piccolissimi e grandi città, istituzioni centrali e realtà
periferiche, circoli di lettura e singoli appassionati. Per tutto ottobre il
libro è protagonista non, solo nei luoghi tradizionalmente deputati alla sua
diffusione, ma anche in contesti insoliti come treni, tram, terme,
agriturismi, caffè.
Nell’ambito di questo articolato progetto è stato presentato ieri sera,7
Novembre, presso la Ex Casa Comunale di Monteiasi, la mia ultima
pubblicazione dal titolo “Tagghjate: sCAVAndo nella memoria”. La relazione è
stata tenuta dal prof. Aldo Galeano, ex Presidente e direttore artistico
della gloriosa Associazione GRUPPO ANONIMO ’74, nata circa 35 anni orsono e
operante in terra jonica e propriamente in Monteiasi, provincia di Taranto.
Sono state proiettate le diapositive che mi lasciò in eredità l’amico
Giovanni Carafa, il quale, con la sua donazione, mi incaricò di “TRARNE COSE
BELLE PER IL NOSTRO PAESE E PER LE NOSTRE TAGGHJATE”. Il libro che ne
scaturì ha avuto ben 4 presentazioni ufficiali, intutto il territorio della
provincia, sconfinando in quel di Francavilla Fontana, in provincia di
Brindisi..