SCUOLA BIENNALE DI FORMAZIONE ATTORALE: STAGIONE 2002-2003


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IL CENTRO INTERCULTURALE KORON TLE'

“...Terza cultura (come terzo mondo) è cultura del legame. E’ la forza che può controbilanciare la frammentazione del nostro mondo e che consiste nello scoprire le relazioni che sono state sommerse e che sono andate perdute: tra uomo e società, tra una razza e l’altra, tra macro e microcosmo tra umanità e macchine, visibile ed invisibile. In che cosa consistono queste relazioni? Soltanto gli atti d’arte possono esplorare e rivelare queste verità vitali…” (Peter Brook)

Il Centro KT nasce nel 94 all’interno dello storico Teatro del Sole di Milano ad opera degli allora suoi coordinatori Serena Sartori,Felice Picco,Claudio Raimondo e ne prende autonomia nel 96 sotto la direzione artistica di Serena Sartori.

KT nasce dalla necessità di dare struttura idonea ad un percorso ormai ventennale di teatro Interculturale, dopo un incontro di studio e scambio con Sotigui Kouyatè ( il grande artista burkinabè attore con P.Brook ) e con Dani Kouyatè artista e cineasta divenuto uno dei fondatori del Centro.

Un incontro fondamentale che ha segnato l’inizio del percorso di attività continuativa con e in Africa. La scelta radicale di un Teatro Interculturale risponde all’urgenza soggettiva degli artisti di varie generazioni e culture, che compongono il centro KT, e una scelta storica che li unisce in un teatro d’arte dove l’impegno umano, civile e sociale sia sorgente creativa. Scambi, progetti teatrali, partecipazione a Festival in Europa, Africa e in Indonesia, stages di formazione, progetti di studio e conoscenza, hanno coinvolto in questi anni gli allievi della Scuola d’attore e i giovani attori formati alla nostra scuola in Burkina Faso, Mali, Senegal, Benin, Costa d’Avorio.

Un lavoro d’arte attraverso la conoscenza e lo scambio con culture ricchissime che rischiano di annullarsi in un affannoso progetto di globalizzazione rischiando la perdita di un patrimonio fondamentale dell’umanità. E la perdita del bene prezioso della memoria. Da questo impegno deriva la nostra impronta poetica, estetica, i nostri linguaggi meticci e il privilegiare i linguaggi artistici che permettono l’universalità della comunicazione: danza, ritmo, canto, movimento, linguaggi del corpo che creino immagini ed evocazioni che tolgano alla lingua parlata il suo potere separante.