L'OCCLUSIONE DENTALE

Il modello a cui si ispira una corretta occlusione fa capo a tre indicazioni di base:
1) I denti superiori si collocano all'esterno degli inferiori, nei molari e premolari di circa mezzo dente.
2) I denti superiori frontali (incisivi) coprono gli inferiori per circa 1/3 della loro altezza.
3) Tutti i denti, siano essi superiori che inferiori toccano due denti antagonisti, ossia della arcata opposta. Un po' come i mattoni di un muro, probabilmente per conferire maggior stabilità alla "palizzata".

Una buona occlusione appare così: i denti superiori leggermente all'esterno degli inferiori e gli incisivi che coprono gli antagonisti di circa 1/3. Ogni dente entra in contatto con altri due dell'arcata opposta.

 

Principi di occlusione

Le arcate entrano in contatto tra loro in modo assai complesso. L’occlusione ideale comporta una media di 100 contatti simultanei; ciò permette una triturazione efficace dei cibi duri ma soprattutto un contatto stabile e solido tra la mandibola e il cranio.

Tale contatto si verifica durante la deglutizione e il serramento delle arcate durante le ore di sonno.

Il combaciamento corretto dei denti è regolato da una miriade di fattori primo fra tutti l’integrità delle arcate dentarie.

Sistema occlusale:

La vera differenza tra un dentista principiante e un dentista esperto sta proprio nella gestione delle problematiche occlusali.
Nessun dentista può esimersi dal conoscere l’anatomia, la fisiologia e la patologia occlusale poichè i principi che regolano i rapporti interocclusali costituiscono il filo conduttore comune a tutte le branche dell’odontoiatria.
Il parodontologo, tra i tanti problemi da risolvere, se ne occupa principalmente per correggere e rimodellare cuspidi, che producono traumi alle strutture parodontali;
l’ortodontista è attento a seguire e correggere, nei piccoli pazienti, i problemi di sviluppo del complesso craniomandibolare,ad evitare che, raggiunta la maturità, si creino problemi al sistema stomatognatico.
Il protesista si preoccupa essenzialmente della sostituzione dei denti perduti, adoperandosi per ottenere risultati, estetici, fonetici e funzionali.
Ma vediamo da vicino le determinanti occlusali:
La guida anteriore, ovvero la guida incisiva “determina” ,in chiusura, il percorso della mandibola verso l’intercuspidazione mentre in disclusione, guida i denti posteriori a non interferire con gli antagonisti, durante i movimenti protrusivi e latero-protrusivi.
E inoltre ,essendo questa determinante “variabile” spesso, con espedienti molto semplici,(p. es .corone sui canini) possiamo riuscire a correggere interferenze sul lato di non lavoro.

Definizione.

Oggi si tende a definire la occlusione ideale come una "posizione di massima intercuspidazione" in coincidenza di massima posizione supero-anteriore dei condili mandibolari con l’area centrale portante del disco in contatto con la superficie articolare del condilo e con l’eminenza articolare.
E’ un concetto statico, basato sul fatto che la contrazione fisiologica dei muscoli elevatori esercita sui condili una forza che va dal basso in alto e dall’indietro in avanti spingendo il complesso condilo-discale appunto sulla parte supero-anteriore dell’eminenza articolare dell’osso temporale.
In passato le definizioni si riferivano direttamente al termine occlusione con aggettivi ogni volta diversi. Quello che ha avuto più successo tanto che ancor oggi qualche nostalgico ne fa uso è “occlusione centrica”; ma il guaio di questa definizione è che “centrico” si riferisce in effetti non tanto all’occlusione quanto alla posizione dei condili.
Ci fu quindi una grande confusione e uno scontro decisamente fuori norma tra occlusione centrica e “relazione centrica”
Per anni “relazione centrica” significò “posizione massimamente retrusa del condilo nella fossa glenoidea”; posizione accettata acriticamente come posizione fisiologica sana perchè facilmente reperibile e riproducibile sull’articolatore.
Ci fu poi chi parlò di RC ideale con “posizione condilare più elevata nella fossa”; più recentemente altri hanno supposto una posizione “supero-anteriore”,del condilo in RC, supponendo che è quella la direzione della scomposizione di forze risultanti dal massetere, pterigoideo interno e ramo inferiore dello pterigoideo esterno; Altri, in epoca recente, hanno visto la situazione ideale dell’occlusione non come una posizione statica ma dinamica, basata più su una ”integrità e funzionalità del sistema masticatorio che non su una specifica configurazione occlusale”(88).
Tutta la problematica della relazione centrica è stata svelata da Farrar,che,troncando le polemiche asserì che la relazione centrica non era affatto un assioma di fisiologia anzi poteva tranquillamente prefigurarsi il caso di una relazione centrica disfunzionale.
Si usarono altri aggettivi per l’occlusione quali “miocentrica”(molto suggestivo dettato di B. Jenkelson),che Martignoni, nel suo endograph, trasformò in “posizione muscolare di centro” altri appellativi dell’occlusione sono di ”convenienza o comodo” “abituale” “terapeutica”, fisiologica. La controversia non è affatto chiusa e certamente continuerà(ammesso che finirà)sin quanto non sarà trovata una posizione scientificamente dimostrata.
Ritorniamo dunque alla posizione di massima intercuspidazione(PMI);ebbene essa costituisce il momento di incontro “attivo” delle arcate dentarie(attivo perchè sostenuto dai muscoli elevatori);è quindi un evento che il dentista deve considerare sotto due aspetti distinti:
a)aspetto strutturale;ed è quello a cui il dentista sembra essere discretamente preparato.
b)aspetto biologico:è l’aspetto a cui il dentista è meno preparato nel senso che spesso non dispone degli strumenti che gli permettano di analizzare l’attività dei muscoli masticatori oppure la funzionalità delle ATM.
La P M I è un fenomeno molto importante dal punto di vista sistema neuro-muscolare , poiché investe una serie di distretti muscolari diversi da quelli masticatori .
I primi distretti muscolari che vengono influenzati dalla PMI sono certamente quelli della motilità mandibolare (muscoli elevatori e abbassatori del pavimento della bocca ), subito dopo i muscoli sottoioidei e del collo (anteriori e nucali). Poi i muscoli delle spalle e della colonna sino ai muscoli paravertebrali della colonna lombare..
Dobbiamo dunque considerare la PMI la chiusura dell’anello superiore della catena posturale dei muscoli assiali antigravitari.
E nello stesso tempo un evento assai importante per il dentista che deve valutare se una determinata posizione di chiusura abituale sia funzionale o sia da sostituire (con riposizionamento in riabilitazione protesica, ortodontica o con aggiustamento occlusale).
Quello che è certo è che la forza muscolare che si espleta in deglutizione va da 10 fino a 80 Kg;
se si moltiplica questa cifra per i 1000, 1200 atti di deglutizione giornaliera possiamo comprendere perché talvolta gli impianti endoossei oppure alcuni elementi dentari cedono di fronte al carico occlusale.
Se poi consideriamo che nel 50% della polazione c'é un sistema neuromotorio "vivace", nel senso che le parafunzioni portano a serramento e digrignamento notturno, si capisce come, dall'età evolutiva fino alla senescenza, il sovraccarico occlusale generalizzato sia un problema quotidiano per ogni dentista.
L’intercuspidazione che definisce la posizione della mandibola in rapporto alla parte inferiore del cranio è un fenomeno meccanico abbastanza complesso poichè delle superfici convesse si incontrano in un ingranaggio mirabile.
Alan Shore ,uno dei grandi pionieri della moderna gnatologia ,ha contato nella dentatura dell’uomo 136 punti di contatto.
Nel solo sesto inferiore sono state contate 21 piani inclinati; sono numeri che danno una idea della complessità dell’intercuspidazione.
Al di là dei numeri teorici sappiamo che in una riabilitazione protesica su denti naturali o su impianti, il numero di contatti che un buon clinico riesce ad organizzare non supera le 20-30 unità.
Purtroppo non abbiamo a disposizione dispositivi validi dal vista economico e scientifico per controllare tali contatti e quindi non ci rimane che usare gli antichi sistemi degli streap a doppia colorazione di 20 micron montati su una Coker. Solo così potremo effetuare un'analisi qualitativa (trazione verso il vestibolo dello streap in posizione di massima intercuspidazione)