Storia delle Kornati
Le isole Kornati sono un palcoscenico di lotta per la vita della povera gente. Se esiste qualche monumento è quello della natura e dell'uomo semplice. Le vestigia della presenza umana nelle Kornati risalgono alla preistoria. Ciò è confermato dai ritrovamenti di accette appuntite dell'era neolotica (4000-7000 anni fa] sull'isola di Kornat. Ci sono anche dei ruderi di un'antica costruzione in località Stazisce (Sentinella) sulla stessa isola dove fu ritrovato il suddetto arnese. Questi e altri simili resti provengono dalle costruzioni site sulle alture dalle quali era possibile controllare tutto l'arcipelago. Questa posizione è tipica delle costruzioni illiriche. Le mura di questi edifici erano costruite a secco con enormi blocchi di pietra (mura ciclopiche). Alcuni tumuli e numerosi ritrovamenti di ruderi accertano la presenza degli Illiri (Strazisce e Tureta). La tribù illirica dei Liburni che abitavano lungo la costa dalmata, noti come marinai ed allevatori di bestiame, probabilmente controllavano l'arcipelago delle Kornati. Sulle isole sono stati trovati anche oggetti dell'età del ferro. Nell'isola di Panitula Vela, sul versante esterno, ci sono dei ruderi di un edificio più recente. Si tratta di una costruzione veneta del tardo medioevo. Non è da escludere che anche qui vi fossero degli edifici preistorici.
I risultati delle ricerche archeologiche fatte a Mala Proversa (uno stretto di basso fondale tra l'isola di Katina e quella di Dugi Otok) suggeriscono l'ipotesi che, all'epoca dei Romani, qui ci fosse un'attività produttiva molto viva.
Dai resti di una grande villa (lunga circa 60 m) e di una peschiera vicino al mare si può accertare l'esistenza di un vivaio di pesci. Secondo alcuni qui ci sarebbe stata una villa rustica romana ed una tenuta agricola. Forse c'erano l'una e l'altra cosa su questo basso giogo che divideva due mari. Lo stretto di Mala Proversa è probabilmente artificiale. Si presume che sia stato scavato dai Romani per creare il passaggio della corrente marittima da un mare all'altro, cosa che avrebbe facilitato sia la pesca che la conservazione del pesce vivo negli appositi vivai. La presenza storica dell'uomo nelle Kornati è dimostrata anche dai resti di uno covo di pietre sull'isola di Lavdara (dal latino lapidaria che vuol dire appunto cava di pietre) a Sud-Est di Dugi Otok. Sul promontorio di Opat si scavava il marmo. Le vestigia delle cave di pietra esistono anche nelle isole: Tetovisnjak, Silo, Aba, Smokvenjak ed altre.
L'esistenza di queste cave conferma l'affermazione storica che Bisanzio, per la costruzione delle sue fortificazioni militari in Dalmazia tra il sesto ed il decimo secolo, avrebbe usato la pietra scavata nelle cave delle isole dalmate.
Chiesa di Santa Maria - Isola di Kornat |
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In quel tempo fu costruita una basilica paleocristiana con abside semicircolare sull'isola di Kornat ai piedi della collina Tureta. Sulle sue rovine, più tardi, fu costruita la chiesa di Santa Maria (foto a sinistra). Le basiliche certamente non si costruivano nel deserto ma nei luoghi popolati. Vicino alla chiesa c'è un campo chiamato Tarac. Un approdo romano essisteva anche nella baia di Sipnate nella parte occidentale dell'isola di Kornat. Essendo beh protetta dai venti e avendo una fonte d'acqua corrente, questa baia era un posto adatto per proteggersi dal maltempo. I resti delle mura romane sono presenti anche nella baia dell'isola Svrsata Vela nel canale di Zut. |
Il monumento più importante e conservato dell'antichità nell'isola di Kornat è la Tureta (dell'italiano Torre; foto a destra). Si trova sull'omonima collina tra le baie di Kravljacica e Lucica da una parte, e tra il mare e il campo cartico di Tarac dall'altra. Gli agricoltori ed i pastori di Murter la chiamano Tureta, mentre i pescatori di Sali Toreta. Tutta la zona circostante spesso viene chiamata Tureta, secondo il nome della torre, mentre il campo Tarac prese il nome dai gradini di pietra che scendono dalla collina e hanno forma di terrazze. La Tureta è visibile da lontano sia dalla parte orientale che da quella occidentale dell'arcipelago. lì campo di Tarac, invece, e nascosto tra le colline. |
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La Tureta e il Tarac sono menzionati in molti documenti storici. Il primo accenno del Tarac risale al 1389, mentre quello della Tureta al 1426. Molti ricercatori provarono a spiegare l'origine e la funzione della Tureta, ma tutti in modo diverso. Dalle ricerche più recenti risulta che la costruzione risale alla tarda antichità. In quell'epoca vi fu costruita vicino anche una chiesa paleocristiana con abside semicircolare. La forma della Tureta lascia supporre che fosse costruita non per il rifugio e la difesa, ma come punto di controllo del canale delle Kornati. Il suo ruolo di sentinella si protrasse per tutto il Medioevo perché bisognava proteggere dagli assalti degli invasori la gente, gli abitanti, il bestiame e i campi. Inoltre era necessario Controllare la navigazione nel canale di Kornat e gli ancoraggi nelle baie vicine. Infatti la cronaca registra numerosi assalti e saccheggi degli abitanti e del bestiame nelle Kornati e anche rapine di depositi di pesca sull'isola di Piskera. La sentinella principale si trovava sull'isola di Kornat perché più alta ed economicamente più importante (bestiame più numeroso). Nelle zone dell'isola più alte e difficilmente accessibili ancora oggi, si trovano i ruderi di una cinquantina di case chiamate Pod Gelo (Sotto il villaggio). Un Pò Più avanti c'è un'altra località simile detta Knezak. Dell'importanza strategica di questo posto si avvantaggiarono anche i partigiani durante la guerra di liberazione (1941-1945) e, approfittando della posizione nascosta di questi luoghi, ne fecero un luogo di controllo dei dintorni.
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