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Inverno
Sale la nebbia sui prati bianchi come un cipresso nei camposanti, un campanile che non sembra vero segna il confine tra terra e cielo. Ma tu che vai, ma tu rimani, vedrai, la neve se ne andrà domani, rifioriranno le gioie passate col vento caldo di un'altra estate. Anche la luce sembra morire nell'ombra incerta di un divenire dove anche l'alba diventa sera e i volti sembrano teschi di cera. La terra stanca sotto la neve dorme il silenzio di un sonno greve; l'inverno raccoglie la sua fatica di mille secoli da un'alba antica. Ma tu che stai, perché rimani? Un altro inverno tornerà domani cadrà altra neve a consolare i campi cadrà altra neve sui camposanti. Fabrizio De Andrè
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Inverno (Le quattro stagioni di Lucia Gari) |