Suono,
cervello e vibrazione
Un
panorama delle ricerche internazionali
da
"Enciclopedia olistica"
di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli
Dalle
antiche scritture e dai miti della creazione fino alle piu' moderne
teorie sulla coscienza, si è sempre speculato riguardo alla vibrazione
come a ciò che sottostà alle forme fisiche.
Questo concetto compare nei modelli tradizionali dell'origine del
Cosmo, nella fisica delle onde sonore, nel movimento planetario e
negli studi sulle onde del cervello. Ora la vibrazione può essere
vista in azione grazie al "macroscopio".
Basandosi
sul lavoro dello scienziato e fisico svizzero Hans Jenny, morto
nel 1972, il fisico matematico arnericano Ralph Abraham ha
costruito un "macroscopio" in grado di osservare in tempo
reale l'emergere delle forme dalle vibrazioni.
I suoni, dalle campane tibetane ai canti gregoriani, che vengono da un
altoparlante ad alta fedeltà producono la vibrazione di un liquido
trasparente che a sua volta produce delle onde statiche che vengono
poi proiettate sullo schermo di un monitor come immagini colorate di
strutture in costante movimento.
Trasformando suoni ad alta frequenza in forme/strutture a bassa
frequenza il macroscopio dimostra visivamente la relazione tra
complessi dinamici e morfogenesi o modelli di formazione.
Le strutture visualizzate dal macroscopio mostrano analogie con
popolazioni di cellule, reti di comunicazioni in costante oscillazioni
che ricordano i potenziali elettrochimici del cervello.
Pitagora,
ad esempio, aveva espresso la sua convinzione che le strutture fisiche
o mentali avessero una precisa e matematica origine nelle vibrazioni.
Come il matematico Ralph Abraham credeva che le radici della
matematica, della musica e del misticismo fossero strettamente legate:
la loro origine comune era appunto la vibrazione informazione.
Il fotone, l'unità di luce, crea tutte le onde elettromagnetiche, dai
raggi cosmici ai raggi x, variando la frequenza della sua vibrazione.
Recentemente la matematica è stata separata da queste sue radici
culturali. Nel suo libro "Vibrazioni", Abraham traccia le
basi della filosofia naturale dall'antichità, al Rinascimento, fino
al 20° secolo, mostrando come la vibrazione è stata alla base della
creazione della matematica e ricreando poi le basi logiche per la
nuova fusione tra matematica, musica e spiritualità che sta avvenendo
ora.
Utilizzando gli strumenti della moderna matematica basata sui
complessi dinamici, egli ha formulato un prototipo di modello del
cervello in cui le onde cerebrali viste come vibrazioni possono essere
stimolate da un computer.
"Le
onde cerebrali sono dei pacchetti d'onda che oscillano in un
network (rete) tridimensionale formata da cellule. Stimolando i loro
movimenti e tracciando mappe delle loro transizioni possiamo iniziare
a costruire un modello complesso quanto il cervello stesso."
Tomatis:
neurofisiologia dei canti gregoriani
Qual
è il potere curativo del canto e della recitazione? Perché certi
suoni sono considerati sacri in tutto il mondo? Dall'OM alle
ninnananne, dai canti Gregoriani ai canti corali moderni, l'esercizio
spirituale della voce porta serenità e poteri indescrivibili a
parole.
Il
medico francese Alfred Tomatis ha
studiato gli effetti terapeutici del canto. Le ricerche di Tomatis in
Francia ed in Canada hanno messo in rapporto l'udito con le dinamiche
del corpo e della mente.
Al contrario della comprensione popolare, diceTomatis, "l'orecchio
è un organo primario di consapevolezza". E' inteso
essenzialmente per provvedere una carica di potenziale elettrico al
cervello. La corteccia poi distribuisce in tutto il corpo la carica
che ne deriva.
La conclusione di Tomatis è che l'orecchio non è un pezzo
differenziato della pelle, piuttosto, la pelle è un pezzo
differenziato dell'orecchio.
Le
alte frequenze sembrano avere il maggior effetto ricaricante.
I suoni nelle basse frequenze possono "scaricare" o stancare
gli ascoltatori.
Questo è il segreto del canto delle alte frequenze.
Tomatis
ha esaminato il suono dei canti Gregoriani con un oscilloscopio.
Questi, ha rapportato, cadevano entro il raggio dei suoni ricaricanti.
Inoltre, erano come uno "yoga respiratorio". Coloro
che cantavano sembravano rallentare il loro respiro e inducevano gli
ascoltatori nello loro stesso stato di tranquillità."
Tomatis ha visitato monasteri Benedettini in tutto il mondo per
studiare i monaci che praticano i canti Gregoriani. Ad un ritiro in
Francia, un giovane frate stava riformando la tradizione. Tagliò
severamente il tempo che i monaci dedicavano al canto e notò che
presto cominciarono a diventare più svogliati e a dormire di più.
Inoltre, un medico consigliò agli uomini di seguire una dieta
tradizionale e questo fece peggiorare le cose.
Fu chiamato Tomatis. Egli reintrodusse il loro lungo orario di canto.
Presto, disse, stavano dormendo meno, lavorando di più e si sentivano
meglio.
"Certi suoni sono efficaci come due tazze di caffè. I canti
Gregoriani sono fonti di energia fantastici. Io ci lavoro come musica
di sottofondo e dormo solo tre o quattro ore a notte".
Percezione
dei toni e meditazione
Alcuni
psicologi dell'Università di Washington pensano di avere prove
attendibili che la meditazione incrementa il funzionamento
dell'emisfero cerebrale destro. Gli effetti sembrano anche essere
cumulativi. I meditatori più esperti ottengono risultati migliori sia
dei meditatori principianti che del gruppo di controllo.
"Per
quanto ne sappiamo, questo è il primo studio sperimentale che
connette la meditazione con l'emisfero non dominante" - hanno
detto Robert Pagano e Lynn Frumkin - "La dimostrazione di questa
connessione è coerente con l'aumento delle ricerche empiriche che
associano l'emisfero destro alle tecniche di espansione della
consapevolezza."
Essi
scelsero un compito relativo alla musica considerando che la
specializzazione della recettività melodica dell'emisfero destro era
già ben stabilita sperimentalmente. Scelsero di utilizzare il "subtest"
per la memoria tonale del Seashore Music Battery. I soggetti nel primo
test erano praticanti esperti di Meditazione Trascendentale e non
meditatori. I meditatori avevano praticato due volte al giorno per
almeno un anno (precisamente in un raggio tra 1.4 e 3 anni). I non
meditatori erano studenti non laureati di psicologia. Tutti i soggetti
erano destrorsi d'età tra 18 e 30 anni.
Dato che altri studi hanno dimostrato che i musicisti allenati tendono
ad ascoltare la musica analiticamente, attivando i processi
dell'emisfero sinistro, tutti i soggetti erano musicalmente "naive"
avevano avuto meno di un anno di training strumentale o vocale durante
gli otto anni che precedettero lo studio.
Prima dei test, i soggetti della Meditazione Trascendentale avevano
avuto istruzione di meditare per 20 minuti e ai non meditatori fu
detto di chiudere gli occhi e di rilassarsi. Poi tutti i soggetti
furono testati per la memoria tonale.
I gruppi di meditazione mostrarono una superiorità "altamente
significativa" nei confronti dei non meditatori su "blindly
rated test data" con una probabilità di punteggio casuale di uno
in 200.
Quando i meditatori inesperti (con meno di un mese di pratica) furono
paragonati ai soggetti di controllo in un secondo esperimento, non vi
fu nessuna differenza significativa tra i due gruppi.
"E'
importante notare," dissero i ricercatori, "che i dati
risultati dai non meditatori e dai meditatori inesperti... rientrano
nei parametri normali. Sono i dati dei meditatori esperti che
risultano al di sopra della media e che hanno prodotto differenze
significative".
Sembra
ragionevole dedurre che la meditazione, una tecnica capace di alterare
la consapevolezza drammaticamente, produca anche un effetto
differenziale sul funzionamento dell'emisfero destro. Hanno detto che
questa ipotesi potrebbe essere provata in maniera più conclusiva se
anche altre funzioni dell'emisfero destro fossero incrementate.
Ascoltare
col corpo per espandere la dimensione dell'udito. Uno strumento
essenziale per l'evoluzione
E'
stata recentemente scoperta la "prospettiva uditiva",
un modo di percezione dei suoni che può essere paragonato alla
scoperta della prospettiva tridimensionale durante il Rinascimento.
Sandra Seagal, una psichiatra di Los Angeles, ha scoperto che
questa differente modalità di ascolto può essere acquisita imparando
a ricevere le vibrazioni sonore con l'intero corpo.
"Si
ascolta con l'intero strumento umano come se fosse suonato dai suoni
che gli giungono. E' come essere una particella nella nuova fisica. Ti
senti risuonare come un punto focale in un campo di relazioni molto più
vasto."
Seagal
considera la prospettiva uditiva come "uno strurnento essenziale
per l'evoluzione".
Ha il potenziale per facilitare la comprensione e l'armonia tra sposi,
genitori e figli, insegnanti e studenti, supervisori ed impiegati e
anche tra i leader delle nazioni.
Le affermazioni della Seagal sono state confermate sia nella sua
pratica privata di psicologa sia in vari casi di consulenze per scuole
e aziende.
Le ipotesi della Seagal sono state verificate analizzando i dati
emersi dalle persone da lei sottoposte ad apprendimento della nuova
tecnica dopo essere state sottoposte ad analisi elettronica della
voce.
La prospettiva uditiva rende l'individuo in grado di sentire/ascoltare
le altre persone così come sono, indipendentemente da quello che ci
dicono. "Le nostre funzioni mentali, emozionali e sensoriali sono
codificati nella voce in modo determinato proprio come lo sono le
informazioni genetiche nei nostri geni."
Ogni individuo, secondo la secondo la Seagal, è centrato in una delle
tre seguenti funzioni basilari della personalità.
Gli
individui con un centro emotivo dorninante vedono il mondo valutando
le loro relazioni personali.
Gli
individui con una sfera mentale dominante percepiscono il mondo
attraverso le informazioni e le idee che considerano più valide.
Gli
individui centrati sulle loro sfere sensoriali, meno comuni
nell'Occidente, sono predominanti in Oriente. Essi percepiscono il
mondo biologicamente attraverso la "saggezza del corpo".
Essi sono i tipi caratteriali più accomodanti e meno inclini a voler
cambiare il mondo. Secondo Seagal, ognuna di queste funzioni
caratteriali sono almeno dormienti se non attive in ognuno. Sono poche
le persone che hanno pienamente integrato le loro funzioni. Questa
integrazione fa parte del dovere evolutivo dell'individuo. L'aspetto
meno evidente, ha detto Seagal, è normalmente quello cruciale per il
proprio senso di ciò che è significativo ed appagante.
Essenzialmente, ha detto Seagal,
il disegno sottostante è immutabile quanto l'eredità genetica.
"La costituzione di base può essere modulata, ma i tentativi di
ristrutturarlo sono una violazione dell'integrità personale.
L'equilibrio, la completezza può essere nutrita come può essere
storpiata. Non puo' essere ricostituita. Ogni funzione caratteriale
vibra all'interno di un particolare suono o raggio di frequenze. La
gente puo' essere istruita per sentire le differenti risonanze nelle
voci di altre persone mentre le ascoltano.
La vibrazione di frequenza alta, mentale, risuona in cima alla testa.
La vibrazione di frequenza media, emozionale, è tracciabile sulla
fronte.
La frequenza di vibrazione bassa è sentita in mezzo agli occhi e
sulle tempie.
Quando
istruisce la gente a sentire queste frequenze, Segal utilizza musica
rappresentativa: Paganini (mentale), Chopin e Beethoven (emozionale),
Mozart e Bach (sensoriale). Gli apprendisti ascoltano in uno stato di
consapevolezza vasta.: gli occhi non competamente a fuoco ma allo
stesso ternpo consci della periferia mentre l'attenzione è centrata
su di un punto sopra la testa.
Musica,
Cervello ed Emisferi
Una
varietà di studi recenti si sono focalizzati sulla neurologia della
musica, del rumore, della parola e sulle soglie dell'udito.
Dei ricercatori di Parigi hanno dimostrato che le note e le scale
musicali vengono mediati primariamente dall'emisfero sinistro e la
melodia dal destro. Studiando 22 soggetti destri, i ricercatori hanno
trovato una significativa attività elettrica nell'emisfero destro in
risposta a una melodia di Chopin. D'altra parte, una nota monotona
ripetuta e una scala maggiore, producevano una maggiore attivazione
dell'emisfero sinistro. La predicibilità delle note e delle scale,
dicono gli autori, potrebbe coinvolgere la capacità dell'emisfero
sinistro di capire le strutture, mentre la melodia potrebbe richiedere
un processo integrativo e funzioni associative più complesse.
Il
parlare automatico
Canticchiare
una melodia a bocca chiusa non è solamente un atto del cervello
destro, secondo alcuni ricercatori svedesi. In ogni caso canticchiare
il tema di una rima infantile familiare richiede aiuto da parte
dell'emisfero sinistro, forse per organizzare la memoria.
Il parlare automatico, la ripetizione continua dei giorni della
settimana richiede sia la mediazione dell'emisfero sinistro per il
controllo della bocca che la mediazione dell'emisfero destro per il
controllo della laringe.
Apparentemente l'emisfero destro risponde anche ad informazioni che
arrivano attraverso le orecchie e altri sensi. Sembra che i due
emisferi partecipino in modo eguale nell'attivazione motoria prima del
canticchiare a bocca chiusa o del parlare automatico.
Quando i soggetti ripetevano i giorni della settimana, il flusso di
sangue nell'emisfero destro aumentava in modo significativo. Durante
il canticchiare a bocca chiusa non si notava alcuna differenza nel
flusso del sangue.
Riconoscimento
della voce
Due
ricercatori dell'UCLA riferiscono che il riconoscimento di una voce
familiare attiva di più l'emisfero destro, mentre il distinguere tra
due voci non familiari impegna il sinistro. Questo risultato sfida
l'ipotesi, molto diffusa tra gli psicologici, che il riconoscimento e
la discriminazione della voce siano compiti dello stesso meccanismo
cognitivo. Riconoscere una voce familiare è un atto olistico, un
accoppiare delle caratteristiche vocali uniche ad un nome o a una
persona.
Questa funzione gestaltica viene, apparentemente, espletata
maggiormente dal cervello destro. Ma l'ascoltare diverse voci non
familiari ci richiede di discriminare tra accenti, nasalità e altre
caratteristiche. Questo sembra richiedere le capacità analitiche
dell'emisfero sinistro.
Cantare
mentalmente stimola l'evoluzione del cervello
Due
patologi di New York suggeriscono che canticchiare a bocca chiusa e
cantare ripuliscono il cervello stimolandone il 'drenaggio'.
Gridare e parlare a voce alta probabilmente servono allo stesso scopo.
Karel Jindrak e sua figlia, Heda Jindrak, dell'ospedale metodista di
Brooklyn hanno proposto che il canticchiare a bocca chiusa, cantare e
altre vocalizzazioni ad alta voce stimolino l'equivalente di un
sistema linfatico del cervello. Le vibrazioni della laringe e l'aria
nel tratto vocale sono trasmesse parzialmente nel cranio,
massaggiando, così, il cervello. Questo massaggio permette un maggior
flusso di liquido cerebrospinale attraverso il cervello e aiuta a
rimuovere materiale di scarto.
Gli
Jindrak dicono che la loro teoria ha delle implicazioni per
l'evoluzione: i CroMagnon potrebbero aver prevalso sui Neanderthal
perché i loro cervelli potevano essere ripuliti. Le vibrazioni della
laringe erano troppo deboli e di frequenza troppo bassa per poter
portare in risonanza le massicce ossa craniche dei Neanderthal.
Gli Jindrak fanno notare che cantare è universale, negli esseri
umani, quanto il parlare o la religione, eppure altri primati non
cantano. Inoltre propongono che il giocare rumoroso dei bambini sia
terapeutico.
Musica
ai miei orecchi
Un
recente studio nello stato di Washington suggerisce che il godere la
musica altera il grado di cambiamento temporaneo di soglia
(diminuzione dell'acutezza auditiva) a cui la persona è soggetta
mentre l'ascolta. Dieci studenti maschi che dicevano di amare la
musica pop/rock e dieci che dicevano che non gli piaceva furono
esposti, per dieci minuti, sia a musica che a rumore.
Furono quindi studiati a 90 secondi di intervallo per la risposta a
frequenze di 4 e 6 kilohertz. I risultati hanno mostrato che quelli
che amavano la musica avevano un cambiamento di soglia molto più
piccolo di quelli che non la godevano. Inoltre, nel secondo gruppo si
registrò uno spostamento più drammatico in risposta alla musica che
in risposta al rumore. Questi risultati sono stati osservati soltanto
alle frequenze più alte di 6 kilohertz, il che suggerisce che
l'intervallo di spostamento più piccolo predice un recupero più
veloce dell'udito. H.A. Dengerink crede che gli effetti del rumore
possano essere moderati anche dall'atteggiamento. A questo proposito
cita studi che mostrano come dei lavoratori di un ovile erano molto
meno disturbati dai loro supervisori che dal costante scampanio,
malgrado lavorassero molto più vicino al rumore.
Tuttavia, Dengerink dice di essere cauti perché il godere o il
tollerare la musica o il rumore forte dà solo una protezione limitata
dai danni all'udito. A lungo andare una perdita dell'udito è
inevitabile. È importante per i ricercatori scoprire la connessione
tra effetti a breve e a lungo termine.
Fumare
altera l'udito
Uno
studio correlato dimostra che i fumatori tendono ad avere uno
spostamento di soglia dell'udito più piccolo dei non fumatori,
specialmente quando vengono stimolati dal rumore o da esercizi.
Secondo Dengerink e collaboratori, 18 soggetti, metà non fumatori,
venivano controllati per lo spostamento di soglia dopo essere stati
esposti per 10 minuti a del rumore, per 10 minuti a esercizi fisici e,
quindi, per 10 minuti ad entrambi simultaneamente. I fumatori
sperimentavano consistentemente meno spostamenti dei non fumatori e il
battito del loro cuore e la pressione sistolica del sangue aumentavano
di più, specialmente nel periodo dell'esercizio. Questo indica che la
nicotina può aiutare a produrre gli stessi spostamenti dell'esercizio
fisico abbassando la risposta fisiologica. Uno dei fattori chiave
potrebbe essere l'aumento del flusso sanguigno cocleare, poiché una
diminuzione del flusso è stata correlata ad un cambiamento di soglia
temporaneo. Tuttavia, dice Dengerink, ci potrebbe essere dell'altro.
Altri risultati: gli effetti più forti del rumore avvenivano
nell'intervallo di ottava al di là di 2 kilohertz e, come in studi
precedenti, una temperatura più alta della stanza è stata correlata
con spostamenti più alti.
Il
rumore altera le papille gustative
Dopo
il rumore, dicono dei ricercatori francesi, i cibi dolci sono più
dolci. Un aumento del desiderio per i dolci potrebbe essere legato
allo stress causato dal rumore. Precedenti studi hanno dimostrato che
lo stress mobilizza le endorfine stimolanti l'appetito e la dopamina.
C. Ferber e M. Cabanac, Appetite 8: 229-235.
Stress,
voce e computers
La
complessità di una prova e lo stress da superlavoro hanno un impatto
significativo sul parlare, secondo uno studio dell'U.S. Navy. Durante
una prova complessa, il tono e il volume si alzano e il parlare
diventa rapido. Questo pone dei problemi per i nuovi sistemi di
computer che saranno in grado di essere pilotati dal riconoscimento
della voce. La voce di un pilota potrebbe essere alterata da stress
quali superlavoro durante il volo, accelerazione, vibrazioni, rumore.
Nello studio che riportiamo 60 studenti piloti dicevano ripetutamente
i numeri da zero a nove mentre erano impegnati in due altre prove. La
prima richiedeva che il pilota tenesse la sua mira su un bersaglio
fisso sia con una manopola a mano che con un pedale. Sembra che
parlare durante questa prova aggiungesse molto poco al carico di
lavoro. La seconda prova era molto più impegnativa. Gli aviatori
dovevano scrivere una serie di lettere e di cifre dette attraverso una
cuffia in un orecchio mentre dovevano ignorare quelle dette nell'altro
orecchio. Ripetere i numeri nello stesso tempo affaticava molto di più
i piloti, e le loro voci cambiavano significativamente.
Rumore
e impotenza
Dei
rumori controllabili e incontrollabili sono stati usati come
generatori di stress da dei ricercatori di Baltimore nella speranza di
imparare qualcosa di più sul meccanismo implicato nella 'impotenza
acquisita'. Le persone non erano molto disturbate, nell'arco di 30
minuti, da un rumore che potevano far smettere, ma la stessa quantità
di rumore, quando non erano in grado di controllarla, li lasciava
disturbati e alterati neurofisiologicamente. Alan Brier e
collaboratori pensano di poter avere identificato i correlati
neurobiologici del senso di impotenza che si pensa sia implicato nella
depressione. La maggior parte dei modelli precedenti erano basati su
ricerche su animali e quindi non potevano correlare cambiamenti
oggettivi con cambiamenti di umore.
Delle persone in buona salute mentale dovevano ascoltare un suono
forte (100 decibel) in due differenti situazioni. Nella prima erano in
grado di far smettere il suono premendo un bottone.
Nella seconda situazione premere il bottone non aveva nessun effetto,
ma i soggetti non lo sapevano. Per due volte durante la sessione gli
venne dato un messaggio che li spingeva a 'continuare a tentare più
forte'. I soggetti riferivano i loro stati d'animo prima di iniziare
la sessione. Dopo il suono incontrollabile riferirono un aumento di
depressione, di senso di impotenza, ansietà e tensione. "La
mancanza di controllo su uno stimolo anche solo mediamente sgradevole
può produrre cambiamenti significativi in soggetti sani",
concludono i ricercatori. Essi fanno inoltre l'ipotesi che 'stressori'
di rumore incontrollabili dovrebbero produrre cambiamenti ancora più
forti in persone depresse o maniaco-depressive. Infatti, risultati
preliminari mostrano una risposta particolarmente forte nelle persone
con disordini affettivi. I ricercatori hanno in progetto di paragonare
le reazioni di queste persone in periodi di remissione e in periodi
acuti.
Il
suono del pianto
Secondo
lo psicologo Philip Zeskind il tono (frequenza sonora) del
pianto di un bambino può fare da avvertimento per problemi
neurologici. Zeskind ha misurato il grido di neonati a 2000 cicli al
secondo, descritto come insopportabile e stressante dagli adulti. Il
pianto normale varia tra i 450 Hz (disagio di media intensità) e i
600 Hz (dolore forte). Il pianto a 2000 Hz, che suona come il fischio
di un teiera, viene sentito, talvolta, durante le prime 48 ore vita.
Raramente continua nel primo mese di vita eccetto che dopo nascite
difficili ed esposizioni prenatali a alcool, nicotina e altre droghe.
Suono,
luce, sincronizzazione del cervello
Quando
il cervello viene stimolato otticamente (per es. luce stroboscopica),
acusticamente o elettromagneticamente in una determinata frequenza,
succede che subentri la cosiddetta reazione conseguente alla frequenza
(Frequency Following Reponse o FFR): le parti del cervello che ricevono
questi stimoli, tendono a sincronizzarsi sulla stessa lunghezza
d'onda del segnale che ricevono: ciò significa per es. che una
situazione di rilassamento di onda ALPHA può essere prodotta
attraverso toni ritmici con la loro frequenza EEG corrispondente...
Anche
i due emisferi del cervello (il sinistro atto al pensiero logico e
razionale, quello destro invece al pensiero associativo e sede di
emozioni e fantasia) possono essere indotti attraverso stimolazioni
esterne ad "ondeggiare" con la stessa frequenza, cosa che può
portare a nuovi pensieri e deduzioni e ad uno stato di rilassamento ed
equilibrio.
Attraverso la risposta conseguente alla frequenza (FFR) e la
sincronizzazione degli emisferi cerebrali (HEMYSYNCH) vengono
effettuate variazioni sull'elettroencefalogramma verso le onde ALPHA
equilibrando i due emisferi del cervello. Ne conseguono rilassamento
fisico, tranquillizzazione psicologia ed armonia.
Molti
dei fenomeni finora descritti (reazione conseguente alla frequenza,
produzione di sostanze chimiche neurotrasmettitrici, crescita ed
evoluzione del cervello, crescita delle connessioni nervose e perciò
anche dell'intelligenza) possono essere indotti con l'aiuto di queste Brain
Machines (ndr. musica subliminale con infrasuoni e battiti
binaurali).
A questo scopo vengono impiegati segnali ben definiti (di natura
ottica, acustica o elettromagnetica) con parametri variabili
(frequenza, intensità, lunghezza d'onda e fase).
Osservando
bene attorno a noi, riconosciamo che la vita è costituita sempre da
due poli contrastanti. Giorno-notte, sotto-sopra, destra-sinistra,
uomo-donna, positivo-negativo, caldo-freddo, ecc. Anche nel nostro
cervello nei due emisferi, esiste questa polarità con diversa
funzione.
La stessa polarità si può notare nel sistema neurovegetativo tra il simpatico
(che ha come funzione lo scaricare l'energia e condurre la
decomposizione nel processo di trasformazione delle sostanze) e del parasimpatico
(che ha la funzione di trattenere l'energia, ricostruirla,
recuperarla).
Anche nello studio dell'agopuntura, nella parte molto ramificata della
rete di meridiano, notiamo che esiste una polarità tra yin e yang.
Più grande è la tensione tra i due poli, maggiore è l'azione tra il
caricare e lo scaricare. Succede così che da quest'azione di tesi e
di antitesi, nasca una sintesi, la quale produce a sua volta, una
nuova tesi, continuando il gioco.
Si
può dunque ricreare questa nuova unità anche con l'ausilio del
sincronizzatore, sia che ne siamo coscienti oppure no. In questo caso
la macchina della mente (ndr. musica subliminale con infrasuoni e
battiti binaurali) è veramente un aiuto nell'aiutare.
La
maggiore parte delle persone nella società occidentale utilizza il
suo cervello nello stato di veglia in modo che le onde Beta
risultano predominanti. Questa gamma d'onde se da un lato è tipica
del pensiero analitico e che ha attitudine alla soluzione dei problemi
(qualcosa cioè che in una società di lavoro meccanizzato ed
altamente specializzato risulta quasi inevitabile) dall'altro lato è
però associabile ad uno stato di continua tensione, preoccupazione e
paura.
Perciò non deve assolutamente stupire se i molti vantaggi della
capacità di sottrarsi alla fase Beta in favore di Alpha, riguardano
problemi di varia natura, sia in ambito medico che psicologico. Tenere
in allenamento queste capacità è uno degli scopi di tutte le
tecniche di rilassamento tradizionali e moderne.
Gli
effetti positivi del training autogeno, yoga e meditazione, su lavoro
e prestazioni, sono a tutt'oggi praticamente indiscussi. Le Brain
Machines ottengono effetti simili in tempi sostanzialmente più brevi
e sono facilmente utilizzabili, per es. nelle pause lavorative.
Ora
il programma di John Selby si attiva automaticamente dopo un
determinato tempo di attività e permette all'utente di usufruire di
pause rigenerative fatte di esercizi e rilassamento attraverso
stimolazioni ottiche ed acustiche mirate. Con il bilanciamento
dell'attività cerebrale vengono inoltre influenzate positivamente le
reazioni di difesa di situazioni patologiche nel trattamento delle
psicosi maniaco-depressive e delle tossicodipendenze.
L'effetto
di maggior rilievo in proposito è la produzione di endorfine
naturali da parte del corpo.
Tale
bilanciamento è in grado infine di favorire l'intelligenza,
l'apprendimento, la creatività (attraverso la stimolazione delle onde
gamma-theta), la soluzione di problemi di management e la
capacità di godere del rilassamento nel tempo libero.
La "cultura del corpo" e la "cultura della
coscienza" potrebbero insieme essere la base della cultura del
terzo millennio.
Il
dna diventa musica
Dal
"Corriere delle Sera" - 10 settembre 1992.
Si
tratta di sinfonie musicali ottenute ricopiando le sequenze delle
quattro unità chimiche che formano la molecola del DNA, spiega David
Deamer, biofisico dell'Università di Davis, il primo a tradurre i
geni in musica.
Ogni
unità di Dna rappresenta un'aria musicale autonoma, aggiunge Susan
Alexander, compositrice e docente di musica alla California State
University, proprio come nelle Quattro Stagioni di Vivaldi o nella
Nona sinfonia di Beethoven. La molecola che determina le
caratteristiche genetiche di ciascun individuo varia da persona a
persona e le sinfonie sono perciò infinite, dato che la
configurazione delle quattro componenti chimiche è sempre diversa.
Alcuni individui hanno un Dna musicale noioso, lento e ripetitivo,
continua Deamer, altri invece possono suggerire musiche simili al
jazz, altri al blues, le possibilità sono davvero infinite.
In America è già iniziata la corsa alla scoperta dei propri geni in
musica, basta andare in un laboratorio medico, farsi determinare la
struttura del proprio Dna e affidare i risultati a un compositore.
Deamer dice che gli americani vanno pazzi per questa nuova esperienza
di poter finalmente dire: "Questa è proprio la mia
musica!".