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Atlantide, gli Egizi, le Piramidi, la Sfinge ed i Maya

 

Atlantis. L'isola sommersa.

Atlantide: uno dei miti piu' affascinanti che l'antichita' ci abbia saputo lasciare.

Il primo a scrivere piu' dettagliatamente dell'isola Atlantide fu Platone nei suoi due dialoghi il "Crizia" e il "Timeo". Platone nel suo dialogo in cui parlo' piu' dettagliatamente di Atlantide, il "Crizia", scrisse prima di come gli dei si divisero il mondo e le sue regioni e poi incomincio' a parlare prima di Atene e poi della favolosa Atlantide. Quest'isola, secondo l' interlocutore Crizia che e' a parlare nel dialogo, si trovava oltre le Colonne d'Ercole (lo Stretto di Gibilterra, chiamato cosi' da Erodoto nel V secolo a.C.).
Il racconto va avanti con la storia del viaggio di Solone a Sais avutasi nel 590 a.C. dove tramite un sacerdote di Iside viene a conoscenza di una splendida isola che si trovava al di la' delle Colonne d'Ercole e della sua evolutissima civilta', che secondo il sacerdote governò per secoli il mondo.

Pero' un grande cataclisma 9000 anni prima dell'arrivo di Solone a Sais colpi' l'isola facendo sprofondare le sue montagne e la sua civilta' nei flutti del mare. Adesso tramite l'analisi del testo di Platone cercheremo di dare un ampia descrizione della citta'.
"Dal mare, verso il mezzo dell'intera isola, c'era una pianura; la piu' bella e la piu' fertile di tutte le pianure, e rispetto al centro sorgeva una montagna non molto alta.....". Questa pianura era molto fertile: infatti dava agli uomini oltre ai legumi anche le piante di cui si servivano per produrre le bevande. La descrizione continua a lungo, Platone si sofferma anche a spiegare la genealogia degli abitanti e dei re di Atlantide che sono diretti discendenti del dio Poseidone; si sofferma a elencare le ricchezze dell'isola Atlantide e qui che fa la sua entrare il famoso metallo l' "oricalco", il metallo piu' prezioso dell'epoca che veniva estratto da molti punti dell'isola.

Platone, poi, fa uno strano accenno agli elefanti che erano presenti in tutta l'isola:"Esisteva un gran numero di elefanti sull'isola: perche' v'era pascolo abbondante per tutti i generi di animali, sia per quelli che vivono nei laghi, nelle paludi e nei fiumi, sia per quelli che vivono in montagna, e cosi' anche per l'animale piu' e piu' vorace". Dall'ampia descrizione ne emerge un identikit di un territorio molto vasto, circondato su tre lati da montagne che la proteggono da venti freddi, e aperto a sud sul mare. La pianura e il bosco di Poseidone sono irrigati con un complesso e efficientissimo sistema di irrigazioni che assieme a una specie di acquedotto fornivano acqua alla popolazione.

La citta' principale, Atlantide, sorge sulla costa meridionale; e' circondata da una cerchia di mura la cui circonferenza misura settantun chilometri; la citta' vera e propria, protetta da altre cerchie d'acqua e di terra, ha un diametro di circa cinque chilometri. Il collegamento Atlantide- altre civiltà si puo' essere provato quando Platone scrive:"In quell'isola chiamata Atlantide v'era in regno che dominava non solo tutta l'isola, ma anche altre isole, nonche' alcune regioni del continente al di la': il suo potere si spingeva, inoltre al di qua delle Colonne d'Ercole; includendo la Libia, l'Egitto e altre dell'Europa fino alla Tirrenia.".

Gli Egizi erano un popolo molto progredito per il tempo in cui vissero, quindi ci sono numerose teorie circa le loro grandi conoscenze d'ingegneria, ma specialmente astronomiche. Tra le teorie piu' stravaganti e' quella che dei navigatori spaziali in un remoto passato abbiano conquistato il nostro pianeta. Secondo la mia teoria gli Atlantidei, un popolo molto evoluto conquistarono l'Egitto e instaurarono una parte della loro civilta' costruendo un nuovo popolo con le loro conoscenza. Dopo la famosa catastrofe che distrusse la loro isola non ci fu nemmeno un piccolo ricordo della loro splendida civilta', ma essi lasciarono dei segni della loro civiltà : le tre piramidi di Giza e la Sfinge.
La piramide piu' grande, quindi piu' famosa e anche piu' affascinante e' quella di Cheope(Khufu) ; infatti Erodoto quando compi' il suo lungo viaggio in Egitto si chiese come un popolo che era anche antecedente al suo sia riuscito a costruire una tale opera architettonica . Nella sua opera "Storie" lo storico greco spiega al lettore che gli Egizi usarono delle macchine che erano in grado di trasportare i blocchi con cui e' stata costruita la piramide di Cheope.
La prima teoria scientifica sullo scopo della Grande piramide fu elaborata da John Taylor, un editore londinese, nel 1864. Si chiedeva perche' l'inclinazione delle pareti di 52° - 51° 51'. Confrontando l'altezza della piramide con la lunghezza della base scopri' l'unica risposta possibile : la pendenza non poteva essere diversa se il rapporto tra l'altezza e la larghezza della base doveva corrispondere a quello esistente tra il raggio e la circonferenza di un cerchio. In altre parole i costruttori sembravano conoscere ciò che i greci avrebbero chiamato p(pi greco).

Perche' codificare il p nella piramide? Forse volevano parlare della Terra e la piramide rappresentava l'emisfero compreso tra il Polo Nord e l'Equatore ? Se la lunghezza della base della piramide viene moltiplicata per otto , poi sessanta e poi 360, il risultato e' poco meno di 25.000, un dato incredibilmente vicino alla misura della circonferenza terrestre. Taylor concluse che, non essendo in grado di edificare una cupola gigantesca, gli Egizi optarono per l'alternativa migliore, incorporando la misure della Terra nella piramide.
Era quindi possibile, anzi decisamente probabile, che gli antichi Egizi possedessero conoscenze molto avanzate di quanto si potesse credere. Richard Anthony Proctor, un astronomo, nel 1833 scoprì che una delle principali esigenze per una civilta' agricola era quella di disporre di un calendario preciso, il che implica un'attenta osservazione della luna e delle stelle.
Innanzitutto era necessaria un'apertura lunga e sottile rivolta a Nord o Sud, attraverso cui osservare il passaggio delle stelle e dei pianeti per indicarlo su carte stellari. Secondo Proctor bisognava innanzitutto determinare il vero Nord e poi allineare un asse in corrispondenza di questo. Al giorno d'oggi il nostro punto di riferimento e' la Stella Polare; ma, nell'antico Egitto essa non si trovava nella stessa posizione a causa del fenomeno detto "precessione degli equinozi".

Ai tempi dell'antico Egitto la stella polare era Alpha Draconis. Le stelle sembrano descrivere dei semicerchi sulle nostre teste, da orizzonte ad orizzonte. Quelle direttamente al di sopra (al meridiano) descrivono i cerchi piu' ampi, quelle piu' vicino al Polo, i piu' piccoli. Se gli antichi Egizi avessero voluto puntare un telescopio verso Alpha Draconis, avrebbero voluto inclinarlo di 26° 17', quindi riempiendo una fossa che quando fu scoperta era infestata dai parassiti d'acqua, gli Egizi avrebbero visto riflessa la "loro" Stella Polare.
I quattro lati di ogni piramide sono rivolti esattamente verso i quattro punti cardinali e sarebbe possibile prendere un gigantesco righello e tracciare una linea retta tra l'angolo nord - est della Grande piramide a quello sud - ovest della piramide di Chefren. La linea dovrebbe continuare toccando gli angoli della piramide di Micerino che, in realta' e' spostata di circa 60 metri rispetto alla linea delle altre due piramidi.
Come si spiega questa deludente simmetria? Gli studiosi si posero un'altra domanda : perche' la terza piramide e' molto più piccola delle altre due se il faraone Micerino era potente quanti i suoi predecessori? Si era capito perche' la piramide di Micerino era piu' piccola delle altre e spostata ad est: le tre piramidi rappresentavano le stelle della Cintura di Orione e la Via Lattea era il fiume Nilo. Tutto cio' aveva implicazioni estremamente interessanti.

Secondo teorie tradizionali le tre piramidi di Giza erano state edificate da tre diversi Faraoni come tombe; ma se rappresentavano le stella della Cintura di Orione, allora l'intero progetto doveva essere stato fatto molto prima dell'inizio della costruzione della Grande piramide. Quando ? A causa dell'ondeggiamento dell'asse della terra la sua posizione rispetto alle stelle cambia di 1 grado ogni 72 anni e di un cerchio completo ogni 26000 anni. Nel caso di Orione l'ondeggiamento fa si' che la sua costellazione si sposti verso l'alto per 13.000 anni, per poi tornare verso il basso.
Ma nel fare cio' la costellazione si inclina leggermente; in altre parole la clessidra ruota in senso orario e poi all'indietro. Si noto' che soltanto una volta la disposizione delle piramidi era stata identica a quella delle stelle della Cintura di Orione (senza inclinazioni) : nel 10.450 a.C.
Si tratta del momento in cui la Cintura di Orione ha assunto la posizione piu' bassa.

La Sfinge, un'opera architettonica da considerarsi ciclopica. Secondo le convinzioni degli egittologi moderni, la Sfinge fece la sua comparsa durante l'Antico regno, nella forma di un leone accovacciato, con la testa del faraone coperta dal "nemes", come rappresentazione e simbolo della potenza e della forza del sovrano, sterminatore dei nemici : tale e' la Sfinge che raffigura il faraone Chefren.

Secondo la teoria degli egittologi moderni la Sfinge fu costruita nei secoli in cui c'era l'Era del Toro, ma sembra improbabile che un faraone usasse un leone in un'era sbagliata, come un segnalatore equinoziale; quindi, e' intuibile che la Sfinge sia stata costruita nell'Era del Leone, nel 10500 a.C.. La testa della Sfinge, inoltre, e' in condizioni migliori del resto dell'enorme opera architettonica; e, poi, guardando dall'alto, la testa della Sfinge e' sproporzionata e quindi quella che vediamo non e' la testa originaria. Una cosa molto strana e'che la Sfinge non si trova sulla linea delle piramidi, poiche' gli architetti egizi non lasciavano niente a caso.
Una rampa di pietre e' spostata da 14° gradi rispetto alle piramidi e più a destra la Sfinge. Secondo alcuni studiosi ,gli Egizi spostarono la rampa e la Sfinge dalla linea delle piramidi in modo che il sole sorgesse sulla rampa, mentre la Sfinge si rifletteva all'orizzonte con la testa e le spalle. Le tombe circostanti risalgono all'Antico Regno, ma sono state scolpite in misura decisamente minore. Inoltre era chiaro che il deterioramento delle tombe era da attribuirsi alle tempeste di sabbia. Era ovvio che la Sfinge doveva essere piu' antica.
L'effetto del vento sulle altre tombe forni' un utile termine di paragone. Le rocce calcaree sono rocce sedimentarie, composte da particelle incollate insieme. E' risaputo che si tratta di una formazione a strati simili a quelli di una torta. Quando la sabbia sollevata colpisce il lato di questa "torta a strati", gli strati piu' cedevoli si consumano formando delle rientranze; il risultato e' una serie di strati paralleli, dal profilo irregolare.

Quando una superficie di pietra viene erosa dall'acqua l'effetto e' completamente diverso. I rivoli di pioggia scavano dei canali verticali nella roccia, sulla cui superficie si formano delle protuberanze arrotondate, simili ad una fila di collinette. Il gruppo degli studiosi concordava sul fatto che, sia il corpo della Sfinge, sia il muro circostante avessero subito l'effetto dell'acqua, poiché la loro superficie non presentava l'aspetto piu' omogeneo, determinato dall'azione del vento.
Quindi, servendoci degli studi di vari studiosi come West, Hancock, Bauval possiamo affermare che la Sfinge fu edificata da un popolo molto evoluto, che visse in un remoto passato e che lo schema delle tre piramidi di Giza segue la costellazione di Orione, come si poteva vedere nel 10450 a.C.. E cosa voleva ricordare questa data? L'arrivo della civiltà? La colonizzazione della civiltà del paradiso perduto?

Seguendo l'affermazione di Platone dovremo presupporre che anche l'America fu colonizzata dal popolo atlantideo. Quindi, per trovare tracce di questa civilta', che in un remoto passato domino', il mondo dobbiamo studiare le civilta' precolombiane che occupavano il continente, prima dell'arrivo del navigatore genovese.
I primi sono gli Aztechi: secondo la leggenda essi provenivano da un'isola meravigliosa chiamata Aztlan(Atl= acqua, an=presso); dal nome della loro madrepatria viene il nome di questo popolo. Il portatore della civiltà fu un certo Quetzacoatl(Serpente Piumato), un saggio uomo dalla barba lunga e bianco, che da Aztlan porto' la cultura e la civilta' nell'America centrale.
Questo saggio uomo se ne ando,conlapromessa che sarebbe tornato; e l'arrivo delle truppe ispaniche di Cortes coincideva con l'anno del ritorno del "Serpente piumato".
Aztlan e' rappresentato, nelle antiche iscrizioni, da un segno geroglifico, che, nell'antico idioma azteco significa "acqua".
Aztlan, inoltre, pare fosse un paese con alte montagne e con un giardino abitato dagli dei. Simbolo di questa terra era la "Montagna Bianca". Secondo i codici aztechi la migrazione ebbe inizio con l'abbandono in massa del territorio di Aztlan, terra degli aironi, patria ancestrale.
Il regno azteco segui', in Messico, a quello tolteco e chichimeco. Si ritiene che i Toltechi abbiano dato la scrittura, il calendario, la religione e l'arte a tutte le posteriori civilta' dell'America Centrale. Pare che il regno sia tramontato nel secolo IX o X d.C. ; quelli che sopravvissero emigrarono ed esercitarono un certo influsso sul nuovo regno dei Maya, che si era costituito nel frattempo nel Nord dello Yucatan.

Antiche fondazioni dei Toltechi su cui sorsero piu' tardi città azteche furono: Tula, Teotihuacan, Cuicuilco, Cholula e Xochicalco.

Attualmente gli archeologi non sanno nulla di questo popolo di costruttori che precedette gli Aztechi. Di sicuro c'e' solo il fatto che le civilta' dei popoli toltechi, aztechi e maya sono strettamente connesse tra di loro. Dice C. W. Ceram :" Se abbiamo chiamato genericamente Toltechi i precursori delle civilta' Maya e Azteca, bisogna tener presente che finora e' stato usato solo un nome collettivo per designare i creatori della civilta' dell'America Centrale. Forse la parola Toltechi non ha un altro significato che quello di "costruttori"".

Che si trattasse di colonizzatori atlantidei ? Gli Aztechi erano una popolazione guerriera che costrui' il proprio regno sui ruderi del popolo tolteco, il quale non era riuscito a sopravvivere all'impeto degli invasori, e di cui eredito' anche le credenze religiose. Quetzacoatl fu una delle maggiori divinita' degli Aztechi, dei Maya e dei Toltechi, nel Guatemala Kukumatz, e nello Yucatan Kukulcan, espressioni che significano tutte "serpente piumato".

Nell'andare alla ricerca delle basi reali di questo mito si sono trovati dei punti comuni fra la civilta' atlantidea ed altre civilta', che hanno lasciato tracce del loro passaggio in determinate zone del nostro pianeta, tali da richiamare alla mente la forma di civilta' descrittaci da Platone.
La topografia della capitale atlantidea e' abbastanza simile a quella della capitale degli Aztechi ; Tenochtitlan ("Il cactus della roccia"), la famosa capitale azteca, era situata su un'isola montagnosa, in mezzo ad un lago, affossato sugli altopiani e circondata da anelli concentrici di mura e di canali ; era collegata alla riva solo per mezzo di tre strade costruite su terrapieni, ognuna delle quali era dotata di un ponte levatoio, in modo che fosse impossibile entrare in citta', quando tutti i ponti erano alzati. Al centro si innalzava il tempio del dio della guerra. Era stata costruita conformemente ai progetti elaborati nel lontano Est da Aztlan.

Anche i Maya avevano il ricordo della meravigliosa Aztlan, un'isola da cui venne il loro dio portatore della civilta' Kukulkan(Serpente Piumato). Nello Yucatan i Maya sarebbero giunti, secondo l'archeologia, fra il 3000 a.C. e il 1000 a.C., al termine di lenti spostamenti attraverso il territorio messicano, stanziandosi in un'area che gli Aztechi chiamarono Tamonanchan. Quivi si sarebbero incontrati con gli Olmechi, dai quali avrebbero appreso la scrittura e il sistema di datazione. Avevano scoperto lo zero, avevano un calendario piu' preciso del nostro e un'ampia conoscenza dell'astronomia; infatti, erano anche in grado di prevedere un'eclissi; e,ancora, a testimoniare il loro alto grado di civilizzazione sono le grandi piramidi - templi accanto i quali o all'interno dei quali si trovano gli osservatori astronomici che sono presenti nelle città- stato maya.
Come mai una popolazione che non aveva tanti anni di civilizzazione era riuscita a raggiungere un cosi' alto grado di evoluzione? Quindi dobbiamo chiederci: chi erano i Maya? E' possibile, anzi sicuramente probabile che essi erano dei diretti discendenti degli abitanti di una civilta' molto evoluta: la popolazione del "paradiso terrestre"?

Questi sono solo una parte dei tanti interrogativi che ci propone l'archeologia, circa questo misterioso popolo.

Un altro popolo che raggiunse un alto grado di civilta' furono gli Inca. Essi vivevano sulle Ande, dove costruirono le loro meravigliose citta', le loro efficientissime strade e il loro grande sistema di irrigazione, che ricorda molto quello descritto da Platone nel "Crizia". Puo' rendere l'idea di come erano molto evoluti gli Inca, la città di Macchu Picchu, scoperta da Hiram Bingham. Questa si trova su di una montagna molto ripida e molto difficile da scalare; la quale era l'unica strada che portava a questa splendida città.
Gli edifici sono costruiti con dei blocchi molto pesanti e si dice che fossero stati presi a valle e da regioni lontane. Come fecero gli Inca, una popolazione che, come anche tutti i popoli precolombiani, non era riuscita a scoprire il principio della ruota, a portare su questa montagna blocchi pesanti tonnellate?
In più dobbiamo ricordare che questi blocchi venivano messi cosi' bene uno vicino all'altro, in modo che e' quasi impossibile infilarci una punta di coltello. L'archeologia attribuisce tutto questo alla buona volonta' degli operai e alla severita' del re, ma sembra poco probabile. Cio', ci porta a credere che una civilta' molto evoluta in un remoto passato abbia insegnato agliInca tutte le loro conoscenze nel campo dell'ingegneria. Cosi', ritorna il solito quesito: quale era questa civiltà? Il popolo di cui parlo' Platone nei suoi due dialoghi?

Adesso ci accingiamo a parlare della famosa catastrofe che distrusse Atlantide. Il popolo del paradiso perduto non pago di dominare sull'Egitto, l'America, e parte dell'Europa volle attaccare l'impero di Atene, ma fu degnamente sconfitto, con la successiva occupazione dei Greci della cittadella di Atlantide.
Dopo molti anni di guerra, un grande terremoto e un'inondazione devastano Atene, inghiottono il suo esercito e fanno sprofondare Atlantide. Una giusta punizione, in quanto, con il trascorrere dei secoli, gli Atlantidei si sono corrotti:

"Quando l'elemento divino, mescolato con la natura mortale, si estinse in loro, il carattere umano prevalse, allora degenerarono, e mentre a quelli che erano in grado di vedere apparvero turpi, agli occhi di quelli che sono inetti scorgere qual genere di vita conferisca davvero la felicita', apparvero bellissimi, gonfi come erano di avidita' e potenza. E Zeus, il dio degli dei, intuito che questa stirpe degenerava miserabilmente, volle impartir loro un castigo affinche' diventassero piu' saggi. Convoco' gli dei tutti, e, convocatili disse..".

Penso che tutti possiamo immaginare cosa disse Giove al consiglio degli dei. La leggenda di un diluvio che distrusse il Paradiso Terrestre e' presente in quasi tutte le civilta' del mondo, dai testi della Bibbia al diluivo di Deucalione, dal testo di Gilgamesh alla leggenda di Manu; queste sono solo poche leggende che parlano di questa grande catastrofe. Quindi, dobbiamo dedurre che realmente un diluvio colpi' la terra in un remoto passato, facendo sprofondare un'isola meravigliosa, e i suoi abitanti molto evoluti.
Uno solo si salvo'; un sacerdote? un re? o semplicemente un uomo pio? Lo possiamo chiamare in vari modi: Noè, Deucalione, Ziusudra, Coxcox, ma, egli si salvo' su di un'arca, assieme alla sua famiglia e a molti animali.
Questa, piu' o meno, e' la storia di Atlantide, seguendo la narrazione che fece Platone nei suoi due dialoghi il "Crizia" e il "Timeo".

Ci sarebbe tanto ancora da parlare su questo argomento: come la sua possibile localizzazione, la sua religione, i suoi miti e le varie interpretazione delle tante religioni, che potrebbero portare al ricordo di quest'isola meravigliosa.

Ma non voglio dilungarmi troppo.....

di Marco di Nunzio, adattamento di Marco Stefanelli


La Grande Piramide

Una delle costruzioni più grandi mai realizzate dall'uomo. S'innalza verso il cielo da parecchie migliaia di anni nella piana di Giza in Egitto.

Le sue misure sono: lato settentrionale 230 mt e 25.05 cm, lato occidentale 230 mt e 35.65 cm, lato orientale 230 mt e 39.05 cm ed infine lato meridionale 230 mt e 45.35 cm, per una altezza di 146 mt. Il tutto per un peso di circa 6.000.000 di tonnellate e un' area di 13.1 acri. Gli angoli alla base sono quasi perfetti: angolo sud-est 89° 56'e 27", quello di nord-est 90° 3' 2", quello di sud-ovest 90° 0' 33", e quello di nord-ovest 89° 59' 58" (appena due secondi d'arco di differenza). Secondo stime affidabili, la Piramide consiste di un totale di circa 2.300.000 blocchi di pietra calcarea e granito, con pesi che variano dalle 2.5 tonnellate alle 70 tonnellate. Non solo, ma bisogna aggiungere anche un rivestimento simile a uno specchio di 22 acri costituito, da 115.000 pietre lucidissime, ciascuna del peso di 10 tonnellate, che originariamente coprivano tutte e quattro le facciate. Dopo essere stata staccata da un violento terremoto nel 1301 a.C., la maggior parte dei blocchi di rivestimento fu rimossa per la costruzione del Cairo.

Perché fu costruita questa enorme piramide? come fu possibile realizzarla in un tempo così remoto? E' credibile che una civiltà dell'età del rame abbia accumulato 21 milioni di tonnellate di pietre in circa un secolo, di cui 12 milioni solo a Giza, realizzando qualcosa che si discostava completamente da quanto mai realizzato sia prima che dopo?

Tra gli specialisti in archeologia egizia, è opinione comune che fu costruita come tomba per il faraone della IV Dinastia (2575-2467 a.C.) Khufu (conosciuto come Cheope). Questa opinione si basa principalmente sul ritrovamento di geroglifici su alcune pietre all'interno della piramide che assomigliano al suo sigillo, e alla testimonianza di Erodoto che vide i monumenti nel V° secolo a.C., cioè più di 2000 anni dopo che erano stati costruiti. Nonostante il fatto che nessun corpo fu mai trovato all'interno delle sue stanze ben sigillate, gli egittologi persistono nella loro teoria, facendo nascere una storia su decine di migliaia di schiavi costretti al lavoro per decine di anni nella costruzione di una montagna di pietre in cui mettere il cadavere di un solo uomo. Stranamente, i meticolosi scrivani dell'antico Egitto non hanno lasciato ne una parola ne un geroglifico riguardante la piramide. Inoltre la più antica immagine conosciuta, un affresco rappresentante degli schiavi forzati a trasportare dei blocchi di pietra su delle slitte di legno, fu dipinto mille anni dopo la data in cui gli egittologi ritengono che la piramide sia stata costruita. Per non parlare del metodo utilizzato, così bene descritto da John Baines, professore di Egittologia presso l'Università di Oxford: "Via via che la piramide cresceva in altezza, la lunghezza della rampa e la sua larghezza alla base venivano aumentate per mantenere una pendenza costante (di circa uno a dieci) e impedire che crollasse. Con tutta probabilità vennero utilizzate più rampe accostate alla piramide da vari lati". Però per portare un piano inclinato alla cima della Grande Piramide con una pendenza di 1:10 sarebbe stata necessaria una rampa lunga 1460 metri, con un volume più elevato della stessa piramide. E' difficile immaginare come, lungo questa chilometrica salita, gli schiavi trascinavano blocchi pesanti diverse tonnellate. Altri egittologi hanno ipotizzato allora l'utilizzazione di rampe a spirale realizzate in mattoni e fango attaccate ai fianchi della Piramide. Indubbiamente per queste ci sarebbe voluto meno materiale nella loro costruzione, ma l'idea di squadre di operai che trascinano massi pesantissimi su per curve a gomito è paradossale.

La Camera di Re: scoperta intorno all'anno 820 d.C. dal Califfo Ma'mun. Essa è situata a un terzo dell'altezza della Grande Piramide, e cioè a circa 45 mt dalla base. Ci si aspettava di trovare un tesoro proporzionato alla grandezza del monarca, ed invece la camera del faraone (funeraria secondo l'egittologia ortodossa) era completamente vuota e spoglia dal qualsiasi decorazione e iscrizione. Solamente un sarcofago in granito vuoto (oggi tale materiale viene intagliato per la sua durezza, con abrasivi quali la polvere di diamante o di carburo di silicio detto carborundo).
Per accedere alla Camera del Re, si devono superare percorsi stretti ed impraticabili, corridoi e gallerie piccolissime. La domanda che ci si pone è come hanno fatto i saccheggiatori di tombe a trafugare tutto (se mai c'è stato un tesoro, ndA) , ma proprio tutto all'interno di una stanza situata a circa 45 mt di altezza, e il cui unico modo per raggiungerla dalla base è una galleria ascendente (bloccata da pesantissimi tappi in granito) che si collega alla Grande Galleria, lunga circa 46 mt e con una pendenza di 26°?

Teorie esoteriche sul significato della Grande Piramide:

- Strumento topografico: Un teodolite di grande precisione, come una bussola accuratamente orientata. Avrebbe potuto essere usata come un punto di riferimento geodetico per la costruzione di strutture nel mondo antico. Era un osservatorio celeste e un modello in scala dell'emisfero, spazio incorporante correttamente i gradi di latitudine e longitudine, da cui si potevano disegnare mappe accuratissime dell'emisfero nordico.

- Rifornimento di acqua: Un ingegnoso signore ha dimostrato che avrebbe potuto essere usata come pompa per prendere l'acqua dal Nilo, mentre un altro ha dimostrato che il rivestimento originale di calcare avrebbe potuto condensare l'acqua dall'aria del deserto.

- Generatore di energia: La parola stessa piramide deriva dal greco e la si può tradurre come fuoco (pyr) nel mezzo. Un nome strano per una tomba di pietra. Che specie di fuoco intendevano i greci? consideriamo anche il rapporto matematico incorporato nella struttura, conosciuto come "phi", anche chiamato nell'epoca rinascimentale "sezione aurea". Lo si trova in natura e viene usato in architettura per costruire delle forme gradevoli. Esso rappresenta il numero 1.618, che si ottiene dividendo una retta in un punto, in modo tale che il rapporto di tutta la retta con il segmento più lungo sia uguale al rapporto del segmento più lungo con il segmento più corto. Secondo l'egittologo Schwaller de Lubicz, gli egizi consideravano "phi" un simbolo di creatività, il fuoco della vita. Platone lo chiamò la chiave della fisica del cosmo.

Il primo indizio sull' energia generata dalla Grande Piramide si ebbe negli anni '30 quando un francese André Bovis, notò che i cadaveri di alcuni animali trovati all'interno sembravano mummificati: cioè non erano putrefatti e non puzzavano. Tornato in Francia fece degli esperimenti con dei modelli in scala e raccolse delle prove che qualcosa avente a che fare con la forma provocava la mummificazione di materia organica morta. Durante gli anni '40, un rabdomante di nome Verne Cameron, scoprì un campo d'energia intorno ad essa e fiotti di energia fuoriuscenti dai vertici; scoprì inoltre che se collegava i vertici di alcune piramidi con filo o spago, in serie o in parallelo come batterie, l'effetto era amplificato. Negli anni '50 il cecoslovacco Karl Drbal scoprì che la stessa forma sortiva l'effetto di affilare le lamette da rasoio e poteva anche ridurre o eliminare il mal di capo. Gradualmente si notò che quale fosse l'energia che causava questi fenomeni, essa sembrava concentrata o focalizzata in un punto a circa un terzo della distanza tra la base e l'apice, nel centro della piramide, all'incirca nella stessa posizione della Camera del Re nella piramide originale.

Sicuramente gli egizi dovevano essere a conoscenza del fatto che la piramide era un generatore di energia.

Uno dei fattori più significativi relativi alla Grande Piramide e ai modelli da essa derivati è che gli effetti più intensi dell'energia si raggiungono quando un lato è rivolto al nord magnetico, che lo mette in linea con il campo magnetico della Terra.

Articolo tratto da:
NEXUS NEW TIME edizione italiana n° 8-15
IMPRONTE DEGLI DEI alla ricerca dell'inizio e della fine Graham Hancock ed. Corbaccio
adattamento di Marco Stefanelli

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