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La Ugolini dunque si rinnova continuamente,cerca con caparbietà di migliorarsi e nello stesso tempo matura soluzioni che,già presenti nei grandi pannelli e nei graffiti,tende a realizzare nei quadri . I suoi soggetti,i suoi sentimenti ed i suoi personalissimi umori sono lontani da complicazioni di denuncia sociale o di partito,ma si mantengono coerenti con un racconto a lei particolarmente caro:I suoi soggetti,quello della natura con il suo meraviglioso gioco di alberi e fiori,con l'esplosiva vitalità dei colori nel groviglio di piante e foglie,una natura però non artificiosa o artificiale,ma a livello umano,viva,nella quale l'uomo ritrova la sua dimensione. quello della natura con il suo meraviglioso gioco di alberi e fiori,con l'esplosiva vitalità dei colori nel groviglio di piante e foglie,una natura però non artificiosa o artificiale,ma a livello umano,viva,nella quale l'uomo ritrova la sua dimensione. Contro questo Eden avanza però i suoi tentacoli il polipo dell'inquinamento e la pittrice,con felice intuizione,porta avanti un discorso ecologico tutt'altro che facile. Tale discorso acquista spazio vitale e si completa nei due grandissimi pannelli che decorano la Piscina di Forlì. Il messaggio si palesa nella forza della vita che cerca di emergere dalla tentazione del serpente,simbolo della disumanizzante meccanizzazione e del conseguente inquinamento.Anche in questo caso la natura è vibrante,sorride attraverso il volo dei colombi,si addolcisce nei petali dei fiori e nell'incredibile azzurro del cielo,si anima con energia attraverso gli animali che definiscono due aspetti in lotta della personalità della pittrice:la forza del lupo e la serenità della tartaruga. Al centro c'è il trionfo dell'uomo che si sublima e si annulla,essere potente e misero,re e mendicante allo stesso tempo. Nei quadri di Irene è presente una poesia interiore che si tramuta in immagini solide,energiche dai decisi contorni a china . I colori,trattati a cera,parlano un linguaggio controllato pur nella violenza e nei contrasti delle tinte che,però,smorzano improvvisamente in toni minori per dare respiro ad una forma e per evidenziare l'aggressività di un'altra.In conclusione l'Ugolini è una pittrice piena di passioni,istintiva ma nello stesso tempo misurata:sa dosare l'intensità emotiva alla realtà della sua composizione pittorica,sa equilibrare l'affiato lirico con stupefatta gioia affinché esso non scada nel lezioso o nel languido. Il 13 Aprile 1975 nella Rocca di Ravaldino,a Forlì,per la prima volta aperta al pubblico,si inaugura la mostra "Irene Zoli Ugolini per Caterina Sforza". L'esposizione propone un'interpretazione della vita della celebre Signora di Imola e di Forlì attraverso una serie di oli,encausti ed inchiostri in occasione dell'Anno Internazionale della Donna . Così Rosanna Ricci descrive la mostra <<La personale di Irene Ugolini Zoli,particolarmente interessante perché è stata ambientata nei luoghi che videro le gesta della Signora di Forlì,s'impone per la ricchezza di documentazione,per l'interpretazione attenta e sensibile dei personaggi e per la carica emotivo-artistica a cui la pittrice,nel dipingere la "sua" Caterina,non può sottrarsi . Anche in questa ultima produzione la pittrice affronta con la consueta energia,ambiente e personaggi servendosi del colore per sottolineare con maggiore efficacia,un volto,uno sguardo,lo strazio di una agonia. Del colore conosce i sortilegi,le magie,lo possiede in maniera totale,trae da esso i palpiti sottili,le tenerezze dei toni,la violenza dei rossi (come nello straordinario quadro del notaio Luffo Numai)....Se la tiranna do Forlì fu l'interprete di un momento storico dominato dalla brutalità,Irene Ugolini è stata la fedele interprete di quelle antiche violenze. I rossi accesi,gli azzurri dolci,i verdi morbidi sono i colori ai quali più frequentemente la pittrice si è rifatta per ricostruire gli ambienti in cui vivono i suoi eroi,Il tratto grafico,puntiglioso e puntuale,rivela uno degli aspetti più convincenti di una mostra che pur coinvolgendoci a livello emozionale ci restituisce anche una "verità" storica cercata con la necessaria diligenza . 

Raffaele de Grada,nel catalogo critico,scrive della pittrice << La ritroviamo ora nella sua città di Forlì,in veste di narratrice,con un disegno estremamente puntuale, delle vicende di Caterina Sforza,tiranna di Forlì,le cui vicende storiche intrecciate di amori e di ferocie sono qui accanto scientificamente narrate . I  disegni realisti della Ugolini hanno ben colto il carattere di questa aristocratica dallo spirito popolano,che forse sarebbe stata più felice su un'aia che nel suo castello. Del tipo storico di Caterina la Ugolini ha bene interpretato l'inquietudine di una vita trascorsa tra un'alcova ed un merlo fortificato,sottraendo il suo personaggio dalla vicenda tutto sommato provinciale e descrivendola come in un film di Eiseinstein o in un western con le "ombre rosse"che pernottano intorno al campo difeso dalla palizzata.... La Ugolini sa giocare con l'inchiostro,che sembra spesso sangue rappreso,come le macchie di un codice antico.Tutta la brutalità la violenza dei quel mondo sono rapportate a quelle del nostro.Sembra che l'Ugolini,descrivendo il Quattrocento,si riferisca all'oggi o,se proprio vogliamo,all'ieri,l'ieri dei nazifascisti che è ancora l'oggi dei i paesi come l'Indocina....Di solito,nei nostri tempi,l'illustratore fa appello a quella grafia che noi chiamiamo,per sintesi,"espressionista".Il segno distorto e sconvolto com'è per esempio quello della tradizione germanica ,suggerisce d'ufficio l'inquietudine interna ed il fatto eccezionale,violento.Il meglio della tradizione moderna ha usato quel linguaggio,che è diventato sinonimo della partecipazione degli uomini ad una storia,che è quasi sempre storia di violenza. La Ugolini invece non vi ricorre.Preferisce far risultare l'eccezione dalla norma,come se un assedio,una battaglia,una strage venissero a disturbare la quiete della campagna e del borgo,che si ricomporrà tra poco nell'eterna digestione delle abitudini,che inghiottisce delitti ed amori,truculenze e dolcezze.Nel linguaggio di un realismo figurativo la Ugolini si immedesima,e nello stesso tempo la allontana nel giudizio,con la sua "Caterina",donna spietata,che conosce fin troppo le leggi,ma sempre donna,anche quando sacrifica il figlio al ricatto nemico...>>si immedesima,e nello stesso tempo la allontana nel giudizio,con la sua "Caterina",donna spietata,che conosce fin troppo le leggi,ma sempre donna,anche quando sacrifica il figlio al ricatto nemico...>>

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