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All'artista ormai famosa Candido Bonvicini,nel 1968,dedica un articolo sulla Domenica del Corriere in cui dice <<...Oggi la pittrice lavora in una vecchia baracca fatta di mattoni e di lamiere,ma dentro ha rivestito le pareti di tele bianchissime e nella sua bottega vive venti ore su ventiquattro. Riporta le parole di Irene "..ora non ho più gusto a dormire;anche nel sonno i pennelli,i colori,le mie figure,i miei personaggi mi rincorrono,quasi mi tirano giù dal letto se qualche volta mi attardo a pensare . Così sono costretta all'insonnia." Adesso è facile da raccontare,adesso la Ugolini ci scherza sopra,ma i tormenti delle prime pennellate,quel cercare tra i colori i toni adatti per una certa atmosfera,quel dover ricreare a tutti i costi su una tela ciò che aveva in testa furono tanti momenti di una stessa vicenda drammatica ed appassionante allo stesso tempo. Dice sempre Irene"...quanti quadri ho bruciato per mesi e mesi,quante tele ho sporcato perché non ero soddisfatta">>. 1970,Irene intraprende un nuovo intercontinentale,meta l'estremo oriente,Cambogia poi Giappone dove visita l'EXPO 70,fino alle frontiere della Cina,è un susseguirsi ininterrotto di immagini,sensazioni,esperienze assolutamente nuove per l'artista che puntualmente registra nel suo diario pittorico. Ne è testimonianza la successiva mostra alla Galleria d'Arte Ordelaffi di Forlì dal titolo emblematico <<l'Arca di Noè >>. Una sessantina di opere realizzate a tempera ed ad encausto e circa duecento studi di animali esotici,elaborazione di schizzi e disegni riportati dal lungo viaggio attraverso i cinque continenti. Questi studi in seguito sarebbero serviti a realizzare i graffiti sulle pareti dell'Asilo Nido Quartaroli di Forlì.Espone quindi alla Galleria milanese Cairòla. La <<Saletta 70>>del Caffè Nazionale di Modena apre i battenti con un a personale della Ugolini esponendo una trentina di opere ispirate all'EXPO 70 di Osaka. Nel 1971 espone alla Galleria parigina di Camille Renault e firma il catalogo il critico Stefano Cairòla entusiasta delle opere di Irene.che si ispirano ai viaggi ed all'umanità dei personaggi incontrati .Molto ci aiutano a conoscere la Ugolini le parole di George Prade nell'articolo dal titolo <<un uccello di tempesta >>...eccomi a faccia a faccia con Irene Ugolini e mi convinco subito di dover iniziare un...aspro combattimento con questa straordinaria artista. Nessun trucco nella sua opera,nulla di simulato e qualora non si voglia integrarsi nella sua avventura,meglio è rinunziarvi.Come gli uccelli nella tempesta detestano chi li insegue,Irene Ugolini ha tracciato e segue la sua via senza la minima pretesa di fare scuola. Ma chi dunque sarebbe in grado come fa lei di trasformare il giro del mondo in un atto di fede poetica,in una confessione di immensa misericordia?Dimentico a quale seguito di eventi questa commovente artista deve la sua formazione.Per me si tratta di una giramondo della cultura e non so usare altro miglior complimento. Utrillo e Van Gogh sono della famiglia,benché rifiutassero i grandi viaggi.Irene,al contrario,ha voluto esplorare sgranando il "rosario" dei suoi viaggi intorno al mondoNel far sfilare le belle immagini dei suoi processi-verbali d'Africa e d'Asia,ho intravisto,in un raggio accecante,il terzo mondo . D'improvviso ha messo da parte i trattati d'economia e gettatoalle fiamme le statistiche inumane e superflue che non mi avevano insegnato nulla . Irene è un poeta sino alla punta dei capelli,in ogni momento si riconosce la sua volontà di trasfigurare,di esaltare la sventura,di concludere con il candore dei modelli colti furtivamente,divenuti dunque i suoi interlocutori . Al Cairo,in India,a Caracas,a Saigon,nell'Uganda cristiana,nel Giappone,a Macao,Irene si commuove e s'afferma quasi che l'ammirazione per la maternità la facesse caparbia . Irene ha seguito imperterrita la sua strada senza mai perdere un secondo. Questa sua passione per l'esotismo trova una contropartita in un atteggiamento sovrano verso tutti i temi classici.Chiamo così le corride iberiche l'istantanea degli hippies-Cristo di Trafalgar Square.Il disegno della Ugolini è sicuro e nella sua opera emerge come uno scoglio.Benedico quelli che come Irene hanno il dono del movimento . Picasso,in un momento di abbandono,mentre ci si batteva per salvare Max Jacob,mi ha confessato che là era la sua ricerca . Irene impiega i suoi colori talvolta come un mosaico:<<Le madri africane >>,<<Modello
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1968 l'Artista e la modella |
messicano >>,talvolta come un ricordo:<<Maschera surrealista >>,diluita sino all'ordito:<<Paesaggio in Venezuela >>,<<I beduini a Damasco >>.Non lasciamoci confondere:tutto questo è sapiente e ci troviamo al centro di un clima di chiaroveggenti rispondenze. Pittrice di alto linguaggio,certamente personalizzata al massimo,in rivolta contro l'ingiusto,Irene Ugolini è alla ricerca attraverso il mondo,del suo << battello pirata >> ,delle cose più semplici.Il suo intuito d'artista,la sua onestà,le rivelano ciò che è degno splendore . tagliatori di diamanti procedono allo stesso modo.Verso la fine dello stesso anno espone alla Galleria d'Arte <<San Marco dei Giustiniani>> a Genova. |
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