VOLPE
di Roberto Marcon (www.robertomarcon.com)
Parco Nazionale del Gran Paradiso, versante piemontese.
Questa mattina mi sono alzato presto per fotografare gli stambecchi visti su un pianoro il giorno prima. La distesa d’erba è poco sotto al colle del Nivolet. La montagna a questa altezza (siamo oltre i 2000 metri) è un susseguirsi di praterie d’erba, rocce e splendidi specchi d’acqua. Sono fortunato, li ritrovo non molto distante da dove li avevo lasciati.Una decina di individui brucano tranquillamente alle prime luci del mattino,alcuni pascolano a ridosso di una cascata.Non fanno molto caso alla mia presenza, tant’è che dopo pochi minuti sono seduto fra loro.
Improvvisamente un lampo rosso scorre a fianco del branco allontanandosi di gran carriera. Senza pensarci due volte stacco la macchina dal cavalletto e cerco di indovinare dove potrà comparire. La volpe appare nel prato appena sotto. Ha il pelo arruffato ed è molto magra. Quando l’inquadro ne capisco il motivo: ha i capezzoli molto evidenti, segno che sta allattando.
Purtroppo la perdo ben presto di vista. La cerco per un pò su una pietraia, e sto per tornare indietro quando alzando gli occhi la vedo insieme a due batuffoli sopra un lastrone di pietra..
Devono avere poco più di tre settimane, camminano appena, i loro passi sono ancora maldestri. E’ stata brava a scegliere la tana,si estende sopra a vari pietroni,e ha almeno quattro uscite dislocate in maniera da offrire un rifugio ed allo stesso tempo una sicura via di scampo.
Mi fermo ad osservare con l’intento di ritornare. Finisce così che seguo la cucciolata per mesi,con il bello e cattivo tempo,scoprendo che di piccoli non ne ha due ma almeno sei. I piccoli sono curiosi e timidi con il passare del tempo però si fanno più intraprendenti stando sempre più tempo fuori dalla tana. Giocano molto si inseguono,fanno comunella. Quando si avvicina mamma volpe, è un vociare di sommessi guaiti,e uggiolii.
I cuccioli in men che non si dica si piazzano sotto alla mamma e anche se c’è un pò di ressa riescono tutti a tirar un pò di latte. Sempre più mi stupisco della tolleranza che la femmina ha nei miei confronti. Molto spesso mi capita di assistere all’allattamento a pochi metri di distanza senza che lei mostri alcun segno di insofferenza.
Con passare del tempo cresce anche la fame dei cuccioli. Il latte non è più sufficiente e sempre più spesso la mamma si allontana alla ricerca di cibo..
La varietà di cibo che tiene fra i denti di ritorno dai suoi giri ha dell’incredibile,dalla grossa pagnotta di pane ai pezzi di formaggio,ad un grosso uovo d’oca..
I mesi passano e sempre più spesso i cuccioli rimangono per lunghi periodi da soli. Spinti dalla curiosità e dalla fame cominciano a esplorare zone sempre più ampie attorno alla tana.
Uno in particolare colpisce la mia attenzione. E’ curioso,intraprendente. L’avevo notato in mezzo alla cucciolata farsi largo per attaccarsi per primo alla mammella o cercare di prendere uno dei primi bocconi portati dai genitori. Finisce per trovar casa a un centinaio di metri dalla tana. E’ particolarmente attento al mondo che lo circonda. Sempre più spesso, quando riesco a salir su, finisco per dedicarmi a questo simpatico cucciolo. Arrivo addiritura a riposarmi vicino a lui mentre le macchine dei gitanti passano sulla strada asfaltata poco più sotto.
Trascorrono un paio di mesi prima che riesco di nuovo a recarmi nei pressi della tana. E’ l’inizio di dicembre. Un vento freddo accarezza il manto nevoso incuneandosi fra gli strati delle rocce e del mio animo. I pensieri vanno ai volpacchiotti che ,ormai soli, si trovano a affrontare un periodo della vita molto difficile. Come risposta ai miei interrogativi una volpe in abito invernale,spunta da alcune rocce davanti a me. E’ un attimo,uno sguardo e via.
Non sò perchè ma basta questo sfuggevole incontro a rincuorarmi. Prima di ritornare a casa l’ultimo sguardo è per questa splendida valle montana, che da un pò di tempo è la casa di tante nuove creature fra cui i “miei”cuccioli di volpe.Mi auguro che sia per loro un ambiente in cui possano crescere liberamente dove gli unici vincoli sono quelli posti dalla Natura.
Sono sicuro che i piccoli siano riusciti a diventare degli splendidi adulti come i loro genitori. E magari adesso sono in prossimità della palude a ricordare a loro stessi i primi istanti di vita e la sensazione di libertà avvenuta con il primo volo.
(31 Marzo 2012)
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