IL DESERTO DELLE BARDENAS REALES

di Roberto Marcon (www.robertomarcon.com)

Le nubi avvolgono il bimotore dell'Iberia. Manca poco all'atterraggio, e ogni tanto si aprono degli squarci che lasciano intravedere il terreno sottostante, un susseguirsi di colline rese ancora più evidenti dalla moltitudine di moderni mulini a vento disposti sulla loro sommità in lunghe file.

Da terra sono ancora più belle, così verdi e sinuose che ricordano quelle di regioni italiane come l'Umbria, la Toscana, così mi sorprende ascoltare Carolina, che parla della prossima tappa come di un luogo arido e desertico. Sarà mi dico, ma attorno ho solo visto colline e per di più ben verdi.



Mi devo ricredere: dopo mezz'ora, quando,dopo una sterzata abbastanza "allegra"del pullman, imbocchiamo una strada sterrata e polverosa. Rapidamente il terreno cambia aspetto, i prati lasciano posto a un terreno dove crescono radi cespugli d'erba.

Le colline diventano sempre più brulle, rivelando così la nuda roccia. Percorriamo qualche chilometro, quando dopo uno scollinamento, le Bardenas Reales rivelano tutta lo loro selvaggia bellezza. Una vasta arida pianura disseminata da rocce che si ergono improvvisamente dal terreno formando canyon e burroni. Carolina ammicca al mio stupore "Navarra terra di diversità" mi dice.. niente di più appropiato.



Il Parco delle Bardenas Reales è stato dichiarato Riserva della Biosfera dall'Unesco e ha una estensione di 42.500 ettari. Comprende quattro diverse tipologie di territorio senza soluzione di continuità: La Bardena Negra, la Bardena Blanca, El Plano e la Bardena Verde. Il pullman si inoltra nel parco attraverso una delle poche strade sterrate presenti.



Siamo nella Bardena Blanca, la più spettacolare. L'avanzare in questo terreno che cambia forme, colori, consistenza è una bella esperienza rotta solo dal rumore del motore diesel del nostro automezzo, che in alcuni momenti stona con il silenzio circostante. Avvicinandoci alle formazioni di rocce,l'impressione di avere davanti una paesaggio a dir poco singolare è molto forte. Le stratificazioni, le erosioni fatte dal vento e dalla poca acqua che qui vi giunge, hanno creato formazioni con le forme più strane.



Il territorio non è mai uguale. A tratti si costeggiano impressionanti pareti di roccia, per poi passare a tratti di pianura dove fessure alte alcuni centimetri, poste ai lati della strada, paiono veri e propri canyon in miniatura. Formazioni di rocce levigate e curve fermano lo sguardo alla ricerca di forme note.



Quando arriviamo nel territorio chiamato El Plano, la presenza di parecchi aquitrini sembra ribadire che, a dispetto di quel che sembra, qui la vita è presente, e quasi a sostenerlo, una coturnice rossa con i suoi pulcini sfila accanto al pulman. Lungo la strada incontriamo delle greggi di pecore. Da parte di alcuni pastori è ancora uso fare la transumanza che li porta dai pascoli estivi dei Pirenei ai territori delle Bardena Verde, dove trovano un territorio più "vivibile" rispetto alle aree circostanti, costituito da vegetazione di querce e pini.



Purtroppo in mezzo a tanta bellezza stona il vedere una base militare, arroccata vicino a delle rocce nel territorio della zona Negra, con carcasse d'aereo disseminate nei dintorni, usate come bersaglio per le esercitazioni. Il sole è ormai prossimo al tramonto, quando dopo una serie di curve, ci fermiamo davanti ad una singolare rupe, forse la più significativa di questo territorio: il Castil de Tierra: un pinnacolo di roccia sulla cui sommità vi è un masso che pare perennemente in precario equilibrio. E' suggestivo questo luogo per via del silenzio e della luce che accentua i contrasti, i colori, le forme.



Lasciamo purtroppo le Bardenas Reales all'imbrunire.
Il mattino seguente mi trova un pò amareggiato sulla via dell'aeroporto. Mi sarebbe piaciuto rimanere qualche giorno in più. Mi consolo pensando a quante cose ho visto in questi giorni; e la frase di Carolina "Navarra terra di diversità" la uso come chiave di lettura per le sensazioni che questa stupenda terra ha suscitato in me.

(11 Dicembre 2011)
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