IL RIFLUSSO E LA MAREA
Uno scandalo dopo l'altro, un ladro dopo l'altro, la Milano da bere e la Roma da mangiare, il sempre peggio che invade anche le poche oasi di decenza... e intanto la crisi che non passerà certo nel giro di pochi mesi. Non c'è di che sorridere, sulla pubblica piazza.
Ma il rimedio è rifuguarsi nel privato, nel calore della famiglia, nelle certezze degli amici? Lasciando i corrotti e i deliquenti fuori dalla porta? Forse.
Ma non ci viene il dubbio che una delle cause della deriva affaristica della politica sia anche dovuta a questo trentennale riflusso (uno dei lasciti peggiori degli anni di piombo), questo abbandono della partecipazione politica attiva, se non nella periodica unzione elettorale del politico di turno?
Questo disinteresse del merito, questa superficiale adesione ad una bandiera di plastica, questo sfuggire il nocciolo delle questioni, questa Italia che per trent'anni si è bevuta la sua bevanda televisiva zuccherata?
E il riflusso è diventato una marea notturna che ha spazzato via il sentire civile di un popolo che fatica a sentirsi nazione.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell'eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, non come un atto di privilegio, ma come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Qui ad Atene noi facciamo così
Pericle - Discorso agli ateniesi del 461 ac
(30 Settembre 2012)
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