Conferenza stampa - Roma - Palazzo Chigi - 21 dicembre 2001 - Presentazione:
1° Programma Nazionale Infrastrutture strategiche
(Legge Obiettivo)
Conferenza stampa
Roma – Palazzo Chigi – 21 dicembre 2001
Materiali allegati:
* Elenco delle grandi infrastrutture di preminente interesse nazionale
* Previsione di spesa di cassa complessiva e nel triennio 2002-2004
* Effetti economici e occupazionali attesi
Quadro delle grandi opere strategiche
- Il valico del Frejus
- Il valico del Sempione
- Il valico del Brennero
- L'asse ferroviario sul corridoio padano (alta capacità ferroviaria)
- L'asse viario sul corridoio padano ( Brescia – Bergamo e Passante di Mestre)
- L'asse Ventimiglia Genova Milano - Novara
- L'asse ferroviario Tirreno Brennero
- L'asse autostradale Tirreno Brennero
- Il progetto per la tutela della laguna e della città di Venezia (Mo.Se.)
- La nuova Romea (Ravenna Venezia)
- Il quadrilatero Umbria Marche
- L'asse autostradale Cecina Civitavecchia
- Il sistema integrato di trasporto del nodo di Roma
- Il sistema integrato di trasporto del nodo di Napoli
- Il sistema integrato di trasporto del nodo di Bari
- L'asse stradale Salerno Reggio Calabria Messina Palermo Catania
- L'asse ferroviario Salerno Reggio Calabria Palermo Catania Siracusa Gela
- Il Ponte sullo Stretto di Messina
- Il progetto per il fabbisogno idrico nel Mezzogiorno
1° Programma delle infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale
Investimenti previsti dal Programma:
L'avvio del 1° Programma nazionale delle infrastrutture strategiche che prevede i seguenti investimenti:
Investimenti complessivi nel decennio: 243.695 miliardi di lire
dei quali:
* la previsione nel 2002-2003-2004 è di Lire 46.800 miliardi:
* investimenti previsti nel 2002: Lire 5.350 miliardi
così ripartiti:
Lire 634 miliardi per progettazioni
Lire 4.714 miliardi per lavori
In particolare nel Mezzogiorno si investiranno:
Lire 109.792 miliardi pari al 45% del totale nazionale con una previsione nel triennio 2002-2003-2004 di lire 21.700 miliardi nel 2002 l'impegno di spesa è di 2.552 miliardi (pari al 47,8 % del totale)
così ripartiti:
Lire 264 miliardi per progettazioni
Lire 2.293 miliardi per lavori
L'impatto occupazionale previsto per questi investimenti pubblici e privati, nei diversi settori direttamente o indirettamente interessati, è il seguente:
Gli effetti economici e sociali sono relativi sia alla fase di realizzazione delle opere che alla fase di gestione delle stesse e dei servizi permanenti che queste genereranno
* Attività di costruzione, impianti, forniture e montaggi:
+ 150.000/anno 2002
+ 200.000/anno 2003
+ 350.000/anno 2004
Pari a + 700.000 nel triennio 2002-2004
* Attività di servizi professionali e tecnici
+ 20.000/per anno
Pari a + 60.000 nel triennio 2002-2004
* Attività professionali innovative nel settore delle nuove tecnologie di informazione e comunicazione (ICT)
+ 30.000/per anno
Pari a + 100.000 nel triennio 2002-2004
* Attività per servizi terziari finali alle famiglie e alle imprese generati dalle nuove infrastrutture
+ 50.000/anno 2002
+100.000/anno 2003
+200.000/anno 2004
Pari a + 350.000 nel triennio 2002-2004
Nel complesso gli effetti occupazionali attesi (direttamente o indirettamente connessi al Programma) sono pari a + 1.210.000 nuove unità di lavoro nel triennio 2002-04
Si deve poi considerare, sotto il profilo economico e finanziario, il contributo che dall'attuazione del Programma potrà venire per l'intera crescita economica del Paese (aumento del Pil e dell'occupazione in altri settori dell'economia reale).
Effetti industriali e sulla struttura del settore
Dal punto di vista industriale e imprenditoriale è poi rilevante considerare come il Programma contribuirà alla ulteriore crescita e qualificazione delle imprese di costruzione e impiantistiche italiane – sia delle maggiori, che delle medie e delle piccole.
Nelle L. O. poi anche la semplificazione sulla normativa per le ristrutturazioni edilizie private (unita alla proroga delle agevolazioni fiscali) certamente favorirà le piccole imprese artigiane.
Nel campo delle grandi infrastrutture il ricorso alla figura del general contractor, in condizioni di competitività, riguarderà soprattutto il caso delle maggiori opere, e si interverrà perché – senza diminuire le logiche di concorrenza e competitività – sia assicurato adeguato spazio alle imprese piccole e medie, e alle loro possibili aggregazioni.
La possibilità di eseguire lavori in tempi certi e con finanziamenti certi non potrà non rafforzare sotto il profilo industriale tutte le imprese italiane impegnate nella prospettiva dell'integrazione e della competizione nel mercato europeo.
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