Associazione ALTA VORACITA’ - Contro questo Terzo Valico

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Dal n.6 anno IX - del 16 febbraio 2002 - pag. 25

Proseguiamo a illustrarvi le pagine più interessanti del libro
"Corruzione ad Alta Velocità" di F. Imposimato

Tutti i maggiori partiti
si sono divisi la torta dell’Alta Velocità


di Giampiero Carbone
(TERZA PUNTATA)
Le parole del senatore Imposimato pronunciate nella seduta della Commissione antimafia provocano intorno al relatore un certo disagio, proveniente da entrambi gli schieramenti politici.
All'ex magistrato, il deputato Tarditi di Forza Italia rimprovera di non aver fornito la necessaria documentazione nella relazione esposta, soprattutto perché si fanno affermazioni pesanti su alcune ditte (incaricate dall'Iri dei lavori per l'Alta Velocità), parole che potrebbero, sempre secondo il deputato forzista, "produrre effetti negativi sul mercato del lavoro, poiché si tratta di un'azienda dell'importanza dell'Iri".
Anche Luciano Violante del Pds, futuro Presidente della Camera, muove le stesse osservazioni a Imposimato, il quale ribadisce comunque il suo punto, rimarcando il fatto che sia stato piuttosto singolare che una società come l'Icla, già fallita ed i cui titolari sono già stati arrestati, sia stata scelta per l'esecuzione di questi lavori.
Fiorino (An) rimprovera al relatore di aver fatto affermazioni gravissime chiedendo il ritiro delle concessioni dei lavori alle imprese come l'Icla e di aver omesso di qualsiasi riferimento alle responsabilità della Lega delle cooperative e al Consorzio cooperative costruzioni, a suo parere coinvolto in attività criminali, e chiede quindi la nomina di un altro relatore.
La presidente della Commissione Tiziana Parenti risponde che il relatore ha fatto riferimento anche alle cooperative e che si assume ogni responsabilità circa la sostituzione di Imposimato , al quale viene espresso tutto il suo apprezzamento.
Come si può vedere, la relazione dell'ex magistrato scatena un fuoco incrociato proveniente da ogni parte politica.
Oltretutto, la richiesta di ritiro delle concessioni era già stata avanzata da Salvatore Portaluri, presidente del Tav, nell'agosto del 1993, il quale chiese inutilmente a Lorenzo Necci (amministratore delegato delle Fs) l'annullamento dei contratti di concessione della Tav con Fiat, Eni ed Iri, per procedere così all'assegnazione degli appalti attraverso gare internazionali, poiché, secondo Portaluri, il prezzo dei contratti era stato stabilito con volontà esclusiva dei concessionari, quindi con l'interesse per l'aumento della somma da pagare.
Neanche a farlo apposta, Portaluri venne costretto a dimettersi.
E' necessario ribadire come di tutte queste notizie si sono trovate ben poche tracce sui giornali dell'epoca.

INDAGINI PATRIMONIALI DELLA POLIZIA

Il 7 agosto 1995, Imposimato affida allo Sco, reparto della polizia altamente specializzato in indagini patrimoniali e societarie, una serie di indagini sui lavori per la costruzione della linea ad Alta Velocità.
Il senatore del Pds, intanto, ricostruisce la composizione del Consorzio Iri/Iricav Uno, concessionario dei lavori per la tratta Roma - Napoli, del quale fanno parte le già citate Icla e Condotte, il consorzio cooperative costruzioni, l'Ansaldo Trasporti, la Fintecna e altre, per un importo complessivo di 5.508 miliardi.
Secondo l'ing. Incalza, amministratore delegato della Tav, nell'aggiudicazione degli appalti non c'è stata alcuna anomalia.
All'improvviso, Imposimato comincia a ricevere telefonate da quest'ultimo, da Necci (che si dice interessato a combattere le infiltrazioni camorristiche) e da dirigenti delle Cooperative come l'assessore comunale napoletano Roberto Barbieri, il quale fa incontrare all'ex magistrato i vertici della Calcestruzzi, allarmati per l'operato di Imposimato, che deve loro spiegare di voler solo accertare la verità.

GLI INTERVENTI DI IRI, ENI E FIAT

Il 14 settembre 1995, l'amministratore delegato della Tav Incalza viene ascoltato dalla Commissione antimafia, il quale ricostruisce dall'inizio le vicende dell'Alta Velocità, con l'assegnazione del ruolo di controllori ai general contractor, imprese di grandi dimensioni e potenzialità che avrebbero dovuto garantire la certezza dei tempi e dei costi (passati più di dieci anni, con i costi che hanno raggiunto cifre indicibili, viene quasi da ridere).
Le Ferrovie dello Stato indicano per questo ruolo, come abbiamo già detto, tre soggetti: Iri, Eni e Fiat, ai quali si aggiungerà un quarto contractor con la Grassetto di Ligresti e la Montedison - Ferruzzi.
Il Consiglio di Stato approva questo tipo di procedura di assegnazione, innovativa ma anomala.
Incalza ricorda il criterio di costituzione della Tav, formata al 40% dalle Fs (lo Stato) e per il 60% da privati (banche italiane ed estere).
Gli accordi contrattuali prevedevano, scrive Imposimato, l'affidamento dei lavori al 40% attraverso gare internazionali, mentre il 60% andava realizzato dal Consorzio (Iri/Iricav Uno per la tratta Roma - Napoli), il quale, a sua volta poteva concedere in subappalto un 40% del lavoro assegnatogli.

LA "SPARTIZIONE DELLATORTA"

Dunque, prosegue l'ex magistrato, la torta da 10.000 miliardi andava spartita per sei decimi tra i partiti, mentre il restante andava ai camorristi, ai mafiosi e ai faccendieri.
Tutti i partiti in Parlamento, tranne Rifondazione Comunista e la Lega, partecipavano all'abbuffata.
E tutto in violazione delle norme della Comunità Europea, che prevedeva l'assegnazione dei lavori attraverso gare di appalto internazionali, alle quali avrebbero potuto partecipare anche ditte straniere, le quali avrebbero danneggiato la spartizione di questa torta fra i soliti noti dell'economia e della politica italiane.
Nella prossima puntata, proseguiremo con l'audizione dell'ing. Incalza, dalla quale emergeranno scottanti verità e nomi altisonanti.

( 3 - CONTINUA )



Giampiero Carbone



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16 FEBBRAIO 2002 ANNO IX - N. 6 - L. 1.700 (Euro 0,88)


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Libro che fa molto “in“ dichiarare d’aver letto,
ma che è stato in realtà letto da ben pochi:

(il solo possesso dell’opera non è sufficiente)

Corruzione ad Alta Velocita’
Viaggio nel governo invisibile

F. Imposimato, G. Pisauro, S. Provvisionato
KOINe’ nuove edizioni
Telefono: 06 / 52.24.42.80
novembre 1999


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