La seconda puntata del servizio tratto dal libro "Corruzione ad Alta Velocità"
Il patto scellerato tra camorra e istituzioni
di Giampiero Carbone
(SECONDA PUNTATA)
All'allora senatore Ferdinando Imposimato, la presidente della Commissione parlamentare antimafia, l'onorevole Tiziana Parenti di Forza Italia, ex membro del pool di magistrati di Mani Pulite, affida una relazione sulla criminalità organizzata della Campania.
E in questa relazione Imposimato inserisce quanto ha potuto conoscere dai documenti richiesti alla procura di Napoli sui lavori per l'Alta Velocità in quella regione.
LE TRE FASI DELLA TRUFFA
Il meccanismo dell'imbroglio scoperto dal deputato del Pds si articola in tre fasi.
La prima riguarda la scelta delle società concessionarie, che avviene a trattativa privata.
Queste società fungono da semplici intermediarie e non hanno alcuna struttura tecnologica e nessun operaio.
La seconda fase vede le concessionarie appaltare i lavori ad imprese anch'esse prive di organizzazioni cantieristiche, le quali accettano il ribasso apparente del 10% ma, in aggiunta al questo ribasso, accettano di pagare un altro 25% sotto banco.
Questa enorme somma in nero viene distribuita per tangenti ai partiti politici, alle correnti, agli amministratori e ai faccendieri.
La terza fase è quella dei subappalti, dove, secondo gli autori del libro, emerge il rapporto illecito tra imprenditoria, politici e burocrati corrotti ai quali va aggiunta la camorra locale.
Il subappalto dei lavori è aggiudicato a trattativa privata, eccedendo il limite del 40%, che secondo una legge del 1990 andrebbe assegnato con gara d'appalto.
Questa quota finisce sempre alle imprese della camorra, le quali, a loro volta, subappaltano ad altre imprese che lavorano realmente, alle quali va un prezzo che è il 10% di quello iniziale.
Quindi, di 10.000 miliardi di lire iniziali, 9.000 finiscono in tangenti a politici camorristi e 1.000 servono a pagare le imprese che lavorano realmente, dopo una lunga catena di subappalti.
IL RUOLO DELLA CAMORRA
Che ruolo ha la camorra in tutta questa trafila?
Garantire l'ordine nei cantieri e pagare le mazzette con lo storno dei fondi neri (ecco a cosa serve legalizzare il falso in bilancio; ndr).
In Campania dunque, la camorra organizzata diventa il punto di riferimento per tutte le ditte dell'Italia Settentrionale, alle quali vengono garantiti cantieri sicuri dall'aggressione della malavita.
Da qui alla corruzione politica ed amministrativa e al finanziamento illecito dei partiti, il passo è breve.
Un indizio che permette al senatore della sinistra di accorgersi che nell'affare sono coinvolti anche esponenti del potere politico, economico e giudiziario è il fatto che, durante le prime fasi di questa sua battaglia, Imposimato si trova di fronte all'indifferenza di quasi tutti i suoi compagni di partito, a cominciare dal deputato Antonio Bargone di Brindisi, uomo vicino all'allora segretario del Pds Massimo D'Alema.
Il 27 luglio 1995, Imposimato illustra davanti alla Commissione antimafia la proposta di relazione da lui preparata sulla situazione della criminalità organizzata in Campania, che contiene un primo accenno alle infiltrazioni mafiose nell'Alta Velocità:
"Esistono fondati motivi per ritenere che dalla fine del 1994 sia iniziata un'azione di penetrazione della camorra nei lavori delle linee ferroviarie dell'Alta Velocità almeno per la tratta Roma Napoli".
E il relatore ha dalla sua alcuni elementi documentali non irrilevanti, come l'allarme lanciato dal capo della polizia, da Altero Matteoli, anche allora come oggi ministro dell'Ambiente nel governo Berlusconi, che denuncia pubblicamente i rischi paventati da Imposimato sull'infiltrazione camorristica nell'Alta Velocità, persino per quanto riguarda le regioni settentrionali; infine, il Gico di Napoli, reparto della guardia di finanza che ha notato il frequente cambio dell'oggetto societario, della ragione sociale e del tipo di società da parte di alcune imprese campane allo scopo di impedirne l'identificazione.
"NULLA E' STATO FATTO"
Di fronte a queste denuncie, Imposimato fa notare che nulla è stato fatto.
Inoltre, la camorra avrebbe conquistato il monopolio della vendita del calcestruzzo e ha dilatato al massimo i prezzi, oltre quelli di mercato.
E di fronte a questa situazione, né la Tav, né il garante nominato da Lorenzo Necci (amministratore delegato delle FS), né tanto meno il ministero dei Trasporti hanno mai mosso un dito.
Nella relazione, Imposimato fa il nome di due società note alla Commissione antimafia delle passate legislature: la Icla, messa sotto accusa dalla Commissione presieduta dall'allora senatore Oscar Luigi Scalfaro per la ricostruzione dell'Irpinia e della Basilicata nel dopo terremoto, e la Condotte, il cui presidente Mario De Sena, ex comandante dei carabinieri, è finito in manette per i suoi legami con il clan camorristico degli Alfieri.
Imposimato si chiede come e chi abbia scelto proprio queste due società per l'esecuzione
dei lavori in una zona come questa.
Il senatore del Pds arriva ad affermare che, a suo avviso, l'infiltrazione delle organizzazioni camorristiche non avviene più in seguito ad una guerra tra bande criminali per l'aggiudicazione degli appalti ma attraverso un accordo fra i rappresentanti politici e le imprese della camorra, che non si limitano più a chiedere tangenti e svolgere attività di estorsione, ma offrono in cambio la protezione del cantiere accettando l'esecuzione di opere minori.
In pratica, ricche e forti imprese vengono a patti con i criminali e la camorra controlla una parte del potere politico-istituzionale attraverso un patto scellerato che vede lo scambio tra denaro pubblico, ordine sindacale, tangenti e consenso sindacale.
( 2 - CONTINUA )
Giampiero Carbone
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