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Dal n.43 del 17 novembre 2001 - pagg. 1 e 20

Val Lemme: Gallerie del supertreno, rifiuti inquinanti, discarica di inerti di Voltaggio, inquinamento del Lemme: che tutto sia collegato?
Tutti i danni di TAV e Cementir

di Luigi Francesco Traverso
Lo spunto per scrivere questo articolo mi è stato dato dall'intervista apparsa la settimana scorsa sul nostro settimanale, rilasciata da un ex dipendente del Cociv.
Sono state dette cose molto pesanti, veramente toste, degne non solo delle prime pagine dei giornali ma, se confermate da analisi dei luoghi, degne di ben altro spazio nelle cronache giudiziarie nazionali.
Il mio modo di essere mi porta a riflettere e a ragionare sui fatti, soprattutto su quelli che cercano di essere contrabbandati per operazioni ragionevoli e di interesse collettivo ed allora proprio quell'intervista mi ha fatto accendere una delle poche lampadine che mi sono rimaste.
Vuoi vedere che l'inquinamento dell'estate scorsa del Lemme, del quale mi sembra che non si sia riusciti a capire la causa, potrebbe magari essere collegato alle Gallerie del Supertreno?
Mi si potrebbe anche controbattere dicendo che i lavori alle gallerie sono ufficialmente fermi dal 1998 ma, a dire il vero, il movimento di uomini e qualche volta anche di mezzi, in quei luoghi non è mai cessato definitivamente.
Ma ammesso che i lavori di escavazione e perforazione dei cunicoli siano fermi è altrettanto vero che lo smarino che è stato estratto dal foro di Voltaggio e da quello in Comune di Fraconalto è stato depositato in una superveloce discarica di inerti proprio nella vecchia Cava della Cementir che si trova manco a farlo apposta proprio a ridosso del torrente Lemme.
Ma adesso bisogna procedere con ordine per dare un senso a tutte le cose.

Il foro pilota di Voltaggio

Parliamo del foro pilota di Voltaggio, proprio quello di fronte alla vecchia Cava di Monte delle Rocche.
Questo foro pilota che dalle dimensioni si è poi rivelato una galleria a tutti gli effetti, sembra che sia stato iniziato senza nessuna autorizzazione Amministrativa, quando in provincia di Alessandria non erano stati depositati neanche i progetti, forse, aggiungo io, grazie alla assoluta cecità dell'Amministrazione Comunale di Voltaggio che probabilmente non si è accorta dell'inizio dei lavori o invece con l'autorizzazione della stessa Amministrazione sulla base di chissà quale progetto.
Chissà se la conformazione geologica del terreno perforato ha intercettato serpentiniti o amianto.
Povero amianto, un tempo veniva usato per la copertura degli edifici, per la costruzione di vasche di accumulo per l'acqua potabile, ed ora si è scoperto che è cancerogeno.
Adesso per poterlo smaltire devi chiamare dei signori che vestiti quasi da extraterrestri lo impacchettano e poi lo portano chissà dove o in alternativa fai finta di niente.
Chissà se nella trivellazione della galleria con le "talpe" è stato usato liquido lubrificante e chissà di quale tipo.
Chissà se lo smaltimento di quel liquido, che a quanto mi risulta è considerato dopo l'uso rifiuto speciale, è avvenuto nelle dovute maniere e non è invece stato scaricato direttamente nel Lemme.

Il canale di scolo in cemento

Da un sopralluogo esterno all'area di cantiere che è stata lasciata in totale abbandono, si può facilmente verificare l'esistenza di un canale di scolo in cemento che scende verso la strada della Bocchetta e conseguentemente verso il Lemme, ma questo di per sè non è una prova anche se non si capisce a che titolo sia stato costruito se non per usarlo poi come scarico.
Ma queste sono supposizioni.
Di sicuro, anzi sicurissimo, si sa che tutti gli inerti che sono stati estratti dalla galleria sono stati portati all'ex Cava Cementir.
Di altrettanto certo c'è che se è stato usato il liquido lubrificante per la perforazione, una buona parte è sicuramente andata a miscelarsi con lo smarino e allora nella discarica di inerti di Voltaggio abbiamo la certezza che ci siano solamente materiali inerti?

Perchè mantenere le strutture?

In merito al foro pilota c'è inoltre da dire che appare quantomeno strano che si siano mantenute le strutture di cantiere ed il guardianaggio per quasi tre anni quando sarebbe stato molto più economico chiudere l'accesso della galleria con un muro in attesa di tempi migliori, magari per poter ricominciare a scavare con il placet di qualche altro Ministro compiacente.
E' un comportamento che mi lascia quantomeno perplesso.
Le imprese mirano esclusivamente al profitto ed allora non capisco quale profitto si possa ricavare dalla guardiania di un cantiere chiuso ormai da tre anni (saranno mica soldi pubblici?).

L'ex cava Cementir

Ora passiamo alla zona di cantiere all'ex ferriera vecchia o ex cava Cementir ed alla discarica di inerti realizzata in quel luogo.
Mi limito a parlare del cantiere e della discarica perchè se dovessi trattare il recupero ambientale della vecchia cava mi verrebbe la voglia di scriverci un libro.
Le pareti di nuda roccia, stranamente Marna Dolomia, proprio quella da fare il cemento che la Cementir dice che non c'è più, sono a picco, oserei dire a strapiombo e dagli atti depositati in comune a Voltaggio risulta che c'è una coltre di almeno 20 centimetri di terra e la piantumazione di alberi su tutto il pendio (tutto è facilmente verificabile in loco anche se c'è un cancello di ferro che impedisce l'accesso).

Il Lago Scuro

Non voglio neanche parlare del Lago Scuro, ormai inesistente, per il quale l'attuale sindaco di Voltaggio Consolato Repetto, ha firmato un verbale di sopralluogo dal quale si rileva che lo stato dei luoghi è stato ripristinato a regola d'arte e non necessita ulteriori interventi (il verbale è disponibile presso il Comune di Voltaggio e la zona del Lago Scuro può essere verificata da qualsiasi persona che non sia cieca e che non abbia fette di prosciutto sugli occhi).
Già questi due fatti potrebbero ipotizzare la "falsità ideologica in atti pubblici" perchè in entrambi i casi i ripristini non sono avvenuti o sono avvenuti solo parzialmente, ma non è di questo che voglio trattare.
E' strano comunque che il Sindaco di Voltaggio sia stato così superficiale e non si sia accorto che il ripristino lascia quanto-meno a desiderare.
Il signor Repetto, ho avuto modo di verificare personalmente, è un uomo che ci tiene alle regole e pretende che vengano rispettate tanto da imporre in maniera molto perentoria il silenzio ad un cittadino che era presente ad un consiglio Comunale quando questo cittadino non aveva neanche aperto bocca.

Le autorizzazioni

Sarebbe interessante fare un accesso agli atti ai sensi della legge 241/90 presso il Comune di Voltaggio o se quell'Ente non ha rilasciato autorizzazioni, presso la Provincia di Alessandria o la Regione Piemonte per verificare quali procedure e quali autorizzazioni sono state concesse per poter realizzare sia l'area di cantiere e la costruzione delle case per gli operai che la discarica di inerti.
Se non vado errato ci sono vincoli di legge per il rispetto dei corsi d'acqua ed in quel luogo le costruzioni sono sorte a 10 metri dallo scorrimento dell'acqua in fase di secca.

Le discariche

Per le discariche, anche quelle di inerti, sono prescritte una serie di indagini geologiche tendenti a preservare il sottosuolo da possibili inquinamenti e penso che anche questi insediamenti debbano obbligatoriamente rispettare le distanze dall'alveo dei fiumi previste dalla legge Galasso che se non vado errato sono di 150 metri.
Se per le opere di cantiere le deroghe debbono essere facili, non vedo come possano diventarlo per l'apertura di una discarica che rimarrà tale per sempre, che ha comportato e probabilmente comporterà il deposito di materiali friabili, facilmente erodibili dalle acque del Lemme in caso di piena.
Ma anche in questo caso i fatti sono facilmente riscontrabili.
Tutto è avvenuto alla faccia o in deroga o in violazione alle fasce di rispetto, magari sopraelevando gli argini del torrente Lemme per salvaguardare le costruzioni di cantiere e l'area di discarica e mettendo a rischio di allagamento, in caso di piena, la strada provinciale adiacente.
Ma se tutto questo è vero è altrettanto vero che lo scolo delle acque piovane dai materiali inerti, depositati in discarica, verso il torrente Lemme, qualora i materiali fossero impregnati di residui nocivi, potrebbero facilmente provocare l'inquinamento delle acque.

La non balneabilità del Lemme

Siamo alla fine, siamo arrivati alla non balneabilità del Lemme dichiarata dalle autorità competenti la scorsa estate.
Chissà quali elementi sono stati trovati nell'acqua nel corso delle analisi?
Chissà se lo smarino, i silicati o quant'altro hanno una loro responsabilità?
Ma forse la responsabilità maggiore l'avranno coloro che hanno autorizzato i lavori assieme a coloro che i lavori li hanno eseguiti?
Sono domande alle quali non sono in grado di rispondere, ma sono domande che chiunque ha il diritto-dovere di porsi.
Le mie considerazioni saranno sicuramente giudicate da qualche persona faziose, sarò anche considerato un visionario, ma i fatti che ho descritto sono veri, sacrosanti e facilmente verificabili, e anche questa volta tutto è avvenuto a danno della collettività e nell'interesse di pochi.
Viva l'Italia.


Luigi Francesco Traverso



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17 NOVEMBRE 2001 ANNO VIII- N. 43 - L. 1.500 (Euro 0,77)



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