Non intendo entrare nel merito del ragionamento che ha spinto il presidente della Provincia a definire i "verdi", gli ambientalisti o, più nello specifico, chi si è opposto o si oppone all'Alta Velocità MI-GE come "
asini raglianti". Mi interessa maggiormente l'atteggiamento del signor Palenzona che dà bacchettate a destra e a manca sulle dita dei singoli cittadini o dei Comitati, ricorrendo a insulti e raffronti pesanti.
Io sono uno di quegli "asini raglianti" che, in linea con un vecchio detto della nostra terra ("In manconsa di cavaal a trotan i asi") , si danno da fare, unendosi in gruppi spontanei e con individualità spesso assai diverse fra di loro, per cercare di tagliare le unghie agli arraffatori di denaro pubblico, ai saccheggiatori del territorio, a coloro che inneggiano alla democrazia del profitto.
Veramente tutto questo dovrebbe essere compito dei cavalli, pardon dei politici, soprattutto se di opposizione o con basi ideali di un certo tipo. Se questi, però, latitano è compito dei cittadini, il cui parere quasi sempre conta intorno allo zero, trottare e far sentire una voce fuori dal coro composto da coloro che vorrebbero o sono abituati ad "attaccare l'asino al carro del padrone".
Ribadisco che non è qui la sede di spiegare perchè siamo per il trasporto su ferrovia, ma contrari al progetto Alta Velocità MI-GE, soprattutto pensando al parto podalico con cui è nato nel 1991 questo progetto e a come sia stato gestito in questi dieci anni.
Una cosa, però, va precisata: non ci illudiamo di essere così potenti, come inducono a far credere le affermazioni di Palenzona.
Il supertreno MI-GE non l'abbiamo fermato noi, ma -per ben tre volte in questi ultimi otto anni- la Commissione V.I.A. e i Ministeri competenti considerando i progetti Co.CIV lacunosi, mal motivati e ancor peggio redatti.
Il Terzo Valico è stato fermato dai carabinieri e dai procuratori Jelo e Pasquale.
Bernini, Prandini e Necci sono stati fermati dalla polizia.
Il Co.CIV è stato fermato dall'emendamento 131 della "Finanziaria 2001" votata dal centro-sinistra.
Infine , a mio avviso, Lunardi con le sue liberticide "leggi obiettivo" potrebbe essere fermato dalle denunce in Parlamento inoltrate da Paolo Brutti e Anna Donati.
Questa la realtà, mentre noi come Comitati e ambientalisti abbiamo umilmente fatto controinformazione producendo due libri ("
Alta Velocità
" di Zambrini-Bettini-Tartaglia e altri - "
Corruzione ad Alta Velocità
" di Imposimato), convegni, assemblee, filmati, dossier colmi di pagine, ricchi di passione ma poverissimi di finanziamenti e quindi perdenti di fronte alla marea di pubblicità a favore della T.A.V.
Per il rilancio del treno, rispettando anche (oltre ai due fiorellini di campo, come afferma Palenzona) il diritto delle popolazioni coinvolte di tutelare l'ambiente in cui vivono, le loro attività originarie, le condizioni di vivibilità indispensabili per una comunità cosciente, abbiamo elaborato studi e proposte concrete sintetizzabili in un intervento forte sulle linee già attive e un adeguamento dei cinque valichi esistenti , con un conseguente maggior utilizzo.
Veniamo al dunque: l'insulto come mezzo per contrastare chi la pensa diversamente da te.
In qualità di insegnante ho sempre rispettato i miei alunni con opinioni non combacianti con le mie, o con difficoltà di comprensione. Lei, caro Palenzona, non si deve occupare di 20-25 ragazzini, ma , mi pare, di 400.000 persone e quindi dovrebbe dare , a maggior ragione, ampia ed esemplare dimostrazione di autocontrollo, di tolleranza e, perchè no, di affetto paterno per quegli zucconi di "verdi" che non condividono il suo modo di osservare il mondo o la filosofia di quel mio saggio conterraneo il cui pensiero può essere sintetizzato in un "Per farsi strada nella vita occorre fare strade".
Per di più vorrei ricordarLe che (l'ho letto nei libri stupendi di Pansa) la definizione di "asini raglianti" veniva utilizzata dagli squadristi durante il biennio rosso nei confronti dei capilega, dei sindaci socialisti, dei segretari delle case del popolo. Fossi in Lei, quindi presterei un po' più attenzione all'uso delle parole, così come alcuni rimangono sconvolti quando scappa loro un "mi consenta".
Le chiedo scusa per questa tiratina d'orecchie, caro Fabrizio, ma me ne arrogo un diritto che mi viene dall'averLe, in passato, dato il voto.
Sono arrivato in chiusura e Le propongo questa riflessione che ricavo da un autore che amo, Alexander Langer.
Tre parole di un antico motto latino possono essere assunte come quinta essenza della nostra competitiva civiltà: "Citius , Altius et Fortius", ossia "Sforzatevi di essere più veloci; di arrivare più in alto e di essere più muscolosi e roboanti".
Io, invece, Le propongo il contrario, il "Lentius , Profundius et Soavius" ossia "Sforzatevi di avere dei ritmi di vita più adatti all'anima e alla riflessione, di vedere le cose con maggiore profondità e di trattare il prossimo più soavemente, rispettando la sua diversità e le sue idee".
Con questo motto si rendono probabilmente più faticose le battaglie frontali, però si ha il fiato più lungo.
Antonello Brunetti
"IN MANCANZA DI CAVALLI TROTTANO GLI ASINI"
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