Città
(1.638.300 ab.) capit. della Polonia e capol. del voivodato omonimo,
situata a 100 m s.m. su entrambe le sponde del medio corso della
Vistola, alla convergenza delle direttrici di traffico provenienti dai
maggiori centri del Paese. Il
nucleo più antico (Stare Miasto) dell'abitato, di origine
medievale, sorge su un terrazzo fluviale alla sinistra della Vistola ed
è collegato mediante alcuni ponti ai quartieri residenziali e
industriali situati sulla riva opposta, in una zona più bassa e meno
salubre.
Sviluppatasi
nei sec. XIII e XIV attorno a un castello del duca di Masovia ottenne i
diritti di città e fu considerata capitale del ducato. Il commercio
fluviale e la situazione favorevole all'incrocio di grandi vie
commerciali resero sempre più prospera la città nei sec. XV e XVI. Nel
1526, estintasi la dinastia dei duchi di Masovia, la regione venne
incorporata nel regno polacco. La città, tuttavia, fu scelta come sede
dalla regina Bona e quando, nel 1572, si estinse la dinastia degli
Iagelloni si tenne a V. la dieta per eleggere il successore. Furono
appunto le diete elettorali che diedero a V. (che allora contava circa
12.000 abitanti) il prestigio di una grande città, sino a che nel 1595
il re Sigismondo III Wasa lasciò Cracovia per V. e nel 1596 ne fece la
propria capitale. Devastata dagli Svedesi (1656), ridivenne residenza
del re solo alla fine del sec. XVII, ma un nuova invasione svedese col
re Carlo XII (1702) e una tremenda pestilenza (1709) spopolarono di
nuovo la città, occupata poi anche dai Russi (1764). Da quell'anno però
ebbe inizio per V. un periodo di splendore ed essa si arricchì di
palazzi e monumenti, raggiunse i 100.000 abitanti e apparve uno dei
maggiori centri di scienza e di cultura d'Europa. Nel 1793 V. subì
tuttavia un'altra occupazione russa: l'insurrezione che ne seguì (1794)
e la feroce repressione infersero alla città un durissimo colpo. Nel
1795, spartita per la terza volta la Polonia, V. fu occupata dai
Prussiani e la decadenza fu rapida. Nel 1806 Napoleone entrava in V. e
ne faceva la capitale di un granducato (Trattato di Tilsit, 1807), che
comprendeva i territori polacchi annessi dalla Prussia nelle precedenti
spartizioni: un piccolo Stato, poi ingrandito con qualche territorio
galiziano, che fu poi travolto nella rovina di Napoleone. Col Congresso
di Vienna (1814-15) V. ridiventò capitale di un regno di Polonia, posto
però sotto lo scettro dello zar di Russia. Una nuova insurrezione,
trasformatasi poi in una vera guerra, insanguinò V. e poi la Polonia
(novembre 1830); l'arrivo delle armate russe di Paskevic
(settembre 1831) portò alla città rappresaglie feroci e inaugurò la
russificazione più spietata. Ciononostante, V. stava diventando una
grande metropoli: l'industrializzazione del Paese si ripercuoteva
favorevolmente sul suo sviluppo. Occupata nel 1915 dai Tedeschi, V. si
liberava dal dominio straniero nel 1918. Minacciata nell'agosto 1920
dall'offensiva dell'Armata Rossa di Tuchacevskij,
veniva salvata da Pilsudski e dagli aiuti francesi. Allo scoppio della II
guerra mondiale (1939) una coraggiosa difesa (8-28 settembre) non bastò
a fermare l'invasione nazista. I Tedeschi concentrarono nel suo ghetto
ca. 450.000 ebrei, dei quali 100.000 morirono di fame e privazioni nel
1940-42, 300.000 furono deportati e uccisi nel corso del 1942. I
superstiti resistettero con le armi, ma tra aprile e maggio 1943 furono
massacrati dopo un'epica resistenza. La successiva insurrezione fu
scatenata il 1º agosto 1944 dalle forze anticomuniste della resistenza
polacca, che volevano liberare la città prima dell'ingresso delle
armate sovietiche. Essa fu scatenata senza alcun coordinamento con
l'Armata Rossa e proprio quando si esauriva la spinta offensiva russa
sulle sponde della Vistola. L'insurrezione fu quindi schiacciata dalle
forze tedesche che, dopo due mesi di disperati combattimenti,
distrussero gran parte della città e deportarono la popolazione. Tra le
rovine di quella che era stata V. nel gennaio 1945 entravano finalmente
le truppe sovietiche. La ricostruzione di V., iniziata e proseguita in mezzo a difficoltà immani, è forse
una delle maggiori realizzazioni urbanistiche dell'Europa d'oggi. Tra
l'altro sono state utilizzate anche 22 vedute dipinte da Bernardo Bellotto
(nipote del Canaletto) nel
'700.
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fontana
della sirenetta in piazza del Mercato
piazza
del Mercato
Piazza del Castello
Palazzo della Cultura
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