Edimburgo
Storia Romani e Britanni adoperarono come fortezza naturale la Rocca di E. al cui riparo, nel sec. VII, prese consistenza un borgo che si estese progressivamente. Nel sec. XI Malcolm III Canmore vi fece costruire il palazzo reale. A metà del sec. XV, Giacomo II vi trasferì la capitale, ne estese e fortificò le mura. Nel sec. XVI E. divenne il centro propulsore della Riforma protestante della Scozia e fu teatro delle aspre lotte fra il riformatore John Knox e la regina cattolica Maria Stuarda. Quando, nel 1603, Giacomo VI ereditò anche la corona inglese e trasferì la corte a Londra, il prestigio di E. subì un'eclissi, seguita, trent'anni dopo, da un breve ritorno di splendore per l'incoronazione di Carlo I nel palazzo di Holyrood. Nel 1688 il popolo di E. contestò accanitamente Giacomo II e i suoi fautori (giacobiti). Un'altra esplosione di violenza accolse la decisione di abolire, nel 1707, il Parlamento di Scozia unificandolo con quello di Londra. Il declassamento politico fu compensato da E. con una fioritura culturale che meritò alla città il titolo di “Atene del Nord”. |
Immagini del Castello
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Urbanistica e arte Il nucleo urbano primitivo sorse sulla collina di Castle Rock (così detta dal castello che Malcolm III vi costruì alla fine del sec. XI) estendendosi fino all'abbazia di Holyrood, fondata da David I a metà del sec. XII; il Royal Mile, che collega il castello all'abbazia, costituisce l'asse principale della città antica. Divenuta capitale della Scozia, E. vide aumentare rapidamente la sua popolazione; ma le caratteristiche geografiche del sito e le esigenze difensive fecero sì che fino alla metà del 1700 la città crescesse solo in altezza (con case fino a 12 piani), lungo l'asse bipolare del Royal Mile. L'inizio dell'E. moderna nacque dalla proposta, nel 1752, di una città nuova, parallela a quella medievale e a essa collegata da un ponte sul Nor' Loch. Nel 1767 il concorso per il progetto della nuova città fu vinto da J. Craig, che propose un sistema formato da due piazze collegate da un asse (George Street) e da due viali perimetrali (Queen's Street, Prince's Street) uniti da strade trasversali che formano isolati rettangolari. Il piano della città nuova (che presenta edifici di J. Craig, W. Chambers e R. Adam) fu completato da aree verdi e giardini sopra il Nor' Loch. Ma anche questa bellissima realizzazione si dimostrò inadeguata alle esigenze di espansione della capitale scozzese. A S della città antica R. Adam e J. Craig proposero dei piani per collegare, attraverso un ponte, le più recenti espansioni al Royal Mile. A N, dove alla fine del secolo ebbe inizio l'urbanizzazione dei terreni circostanti il quartiere di Craig, gli architetti scozzesi realizzarono, intorno al 1830, una splendida serie di strade e piazze nello stile dei Wood a Bath. Vennero eretti molti edifici nel tipico stile neogreco dell'epoca a opera di Th. Hamilton, A. Elliot e soprattutto W. H. Playfair. Dal 1830 in poi E. conobbe la crisi economica e la decadenza urbanistica prodotte dalla prima rivoluzione industriale: gli slums, tristemente famosi, comprendono alcune delle più belle courts e squares della città vecchia. Solo dopo la I guerra mondiale, attraverso interventi di risanamento e di edilizia popolare, si pose un freno alla crescita incontrollata. Oggi E. fa parte di una conurbazione che comprende Leith e Portobello sul mare e si estende a S fino alle Pentland Hills, con oltre mezzo milione di abitanti. § Tra gli edifici di E. sono da ricordare la chiesa di St. Giles, ricostruita nei sec. XIV-XV e restaurata pesantemente tra il 1829 e il 1833; la Parliament House, con aula gotica del 1631-40; l'Ospedale Heriot, di W. Wallace (1628), in parte gotico e in parte nello stile del primo Rinascimento scozzese; l'Università, di R. Adam (1785); numerose case dei sec. XVI (Huntley House, 1570; John Knox's House) e XVII (tra cui le tipiche tenement houses, forse le più antiche case d'affitto). Il castello comprende edifici di epoca diversa, dal sec. XI al sec. XX. Holyrood Palace, presso King's Park, venne eretto a partire dal 1500 per Giacomo IV. Della vicina abbazia restano due portali romanici e la navata in primo stile gotico, scoperchiata. § La National Gallery of Scotland (eretta tra il 1850 e il 1858 su disegno di W. H. Playfair) offre un vasto panorama della pittura europea di ogni epoca. Ben rappresentata è l'arte italiana con opere di Botticelli, Piero di Cosimo, Andrea del Sarto (Autoritratto), Raffaello (Sacra famiglia della palma, Madonna Bridgewater), Tintoretto (Deposizione), Tiziano (Le tre età della vita, Santa famiglia con San Giovanni Battista, Venere Anadiomede, Diana e Atteone, Diana e Callisto), Canaletto, Guardi, Tiepolo. Notevoli sono inoltre, tra gli altri, alcuni dipinti di scuola spagnola (Zurbarán, Velázquez di cui ricordiamo la Vecchia friggitrice), fiamminga (Van Dyck, Martirio di San Sebastiano, Famiglia Lomellini), inglese (Gainsborough, Hogarth, Reynolds). Il Royal Scottish Museum conserva raccolte d'arte e di etnografia: mobili, arazzi, monete, armi, bronzi del Benin, oggetti dell'antico Egitto, libri tibetani illustrati, ecc. La Biblioteca Nazionale Scozzese contiene oltre 700.000 volumi, codici, incunaboli. I Corporation Museums riguardano la storia e la cultura scozzesi e le antichità locali e sono sistemati in edifici monumentali della città e dei dintorni.
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