Battaglia di Culloden

Il 16 aprile 1746 si scontrarono, con un sanguinoso massacro, le truppe del principe Charles Eduard Stuart ('Bonnie Prince Charlie') e quelle del duca di Cumberland per la battaglia decisiva fra i Giacobiti, seguaci del re scozzese Giacomo II e sostenitori del suo diritto al trono inglese, e i sostenitori di Giorgio II Hannover. Soltanto un anno prima il venticinquenne 'Bonnie Prince Charlie' era sbarcato sulle Ebridi dal suo esilio in Francia, aveva riunito intorno a sé i clan e si era spostato a sud per far valere il diritto al trono di suo padre. Si era spinto già quasi a Derby (e a Londra cresceva la paura per un suo imminente attacco), quando, spinto forse dalla malinconia e dall'indecisione, si vide costretto a battere in ritirata. Moltissimi dei suoi uomini lo avevano abbandonato: la nostalgia e il desiderio di ritornare in Scozia in tempo per il raccolto furono per molti più forti della prospettiva  di un'eventuale vittoria. Il principe si sistemò a Inverness e aspettò il duca di Cumberland che marciava verso nord. Il 15 aprile il duca festeggiò il proprio venticinquesimo compleanno  con una vera gozzoviglia: quando le truppe giacobite ebbero sentore di questa possibile circostanza favorevole, intrapresero una marcia forzata notturna per assalire di sorpresa il nemico accampato sulle rive del fiume Nairn, ma quando giunsero finalmente al campo, il sole stava già spuntando. E così alcuni tornarono indietro, altri, sfiniti , si addormentarono sul ciglio della strada , e i redcoats ('giubbe rosse') del duca tagliarono loro la gola. Scegliendo la piana di Culloden per la battaglia, il principe aveva in sostanza già segnato la propria sorte. Gli Higlander, esperti guerrieri sui monti scozzesi, conoscevano una sola tattica: avanzare con un attacco a sorpresa e poi combattere corpo a corpo. Culloden era invece un campo fatto su misura per le truppe disciplinate, riposate e ben organizzate di Cumberland (tra le quali vi erano anche tre reggimenti scozzesi), dotate anche di artiglieria. A circa 5000 uomini dei clan si contrapposero 9000 redcoats; la battaglia ebbe inizio a mezzogiorno, quando i moschettieri di Cumberland lanciarono una gragnuola di palle da 1,5 kg con i mortai. Charles esitava a far intervenire il reparto Claymore. L'attacco fulmineo che doveva prendere di sorpresa e mettere sulla difensiva il nemico fu invece lento, disordinato e provocò molte perdite. In meno di un'ora la battaglia era decisa e l'esercito scozzese; sfinito dalla marcia notturna, distrutto. Si contarono più di 1200 morti fra gli Scozzesi, mentre i caduti dalla parte di Cumberland furono 350. Non furono fatti prigionieri: feriti e fuggiaschi furono massacrati senza pietà. Non furono risparmiate nemmeno le persone non coinvolte nella battaglia, i contadini nei campi, e perfino donne e bammbini. Per questo il vincitore Cumberland fu soprannominato 'Butcher', 'macellaio'.

 

Monumento commemorativo della battaglia

 

schieramento dei 2 eserciti

Old Leanach Cottage (casa colonica dell'epoca)

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