NORVEGIA

 

 nordweg= via verso il nord

 

 

DATI GENERALI:

 

Superficie:                        385, 639 km quadrati   (Italia: 301.000)

Abitanti:                            4 577 (nel 2004)

Densità demografica:  14 abitanti per km quadrato (189)

Moneta:                              Corona Norvegese = 12 centesimi

 

Territorio:                                     3.2% = agricoltura

 61% = montagne o aree non coltivabili 

 21,7 % = foreste

 6,6%  = isole

 4,8% = laghi e fiumi

 1,5 =ghiacciai

 0,3% = aree urbane.

 

Coste :                                             21. 347 km

Punto più stretto:                      6 km

Punto più largo:                         430 km

Lunghezza totale:                      2500 km

Latitudine:                                   57-71° parallelo

 

Parchi Nazionali:                      18 * + 840 Riserve Naturali ( 6%)

+ 62 aree protette

 

Strade:                                            solo 2 autostrade di 50 km l’una: 1 da

Gardermoen  (ottobre 1998)a Oslo e 1 da

Drammen a Oslo.

                                                           Altre superstrade o strade statali (60-80 Km/h)

                                                           Spesso tortuose data la conformazione

geografica del paese.

 

Tunnel:                                           ci sono in Norvegia 4.500 Km di tunnel scavati

all’interno della roccia. Il più lungo al mondo è

stato inaugurato quest’anno ed è lungo 24.5 km.

Collega la località di Aurland  a Lærdal nel

cuore della Norvegia dei Fiordi.

 

CONFINI:                                      al nord il Mare di Barents, a nordest la Finlandia e la Russia, a est la Svezia, a sud lo Stretto Skagerrak (Danimarca) ed il Mar del Nord, ed a ovest l’Oceano Atlantico chiamato anche Mar di Norvegia.

                                                           Le Isole Svalbard, tra la Groenlandia e il Mar di Barents, e l’isola Jan Mayen, un’isola vulcanica a nordest dell’Islanda, appartengono alla Norvegia.

 

 

 

 

 

TOPOGRAFIA     

 

La Norvegia è un paese prevalentemente montuoso, ed un terzo della sua area

si trova al di sopra del Circolo Polare Artico (66º parallelo).

 

E’ suddivisa n 5 regioni principali: VESTLANDET, ØSTLANDET, TRØNDELAG, NORD NORGE E SØRLANDET.

 

19 regioni chiamate FYLKE: Finnmark, Troms, Nordland, Nord-Trøndelag, Sør-Trondelag, Møre og Romsald, Søgn og Fjordane, Oppland, Hedmark, Hordaland, Buskerud, Akershus, Rogaland, Telemark, Vest-Agder, Aust-Agder, Vestfold, Østfold, Oslo.

 

 

FIUME MAGGIORE:                  GLOMMA  (nel sudest) 600 km

LAGO:                                             MJØSA (nel sudest) 362 km²  

MONTAGNA:                                GLITTERTIND (2469m) nello Jotunheim  (= Casa dei giganti)

FIORDO:                                        SOGNEFJORD (204 km)

GHIACCIAIO:                              JOSTERDAL (487 kmq)

 

 

Fiordi:  durante l’era glaciale, i ghiacciai che scendevano direttamente in mare

scavarono profondi solchi vallivi che dopo la loro scomparsa furono invasi dal mare costituendo  le tipiche rientranze note come fiordi.

 

Le zone di pianura e agricole sono principalmente 3 e si trovano nella regione del Vestlandet (una è l’Hardanger).

 

L’Ostlandet è invece una regione di monti più dolci, colline diremo noi e vallate.Lo stesso vale per il Trøndelag, dove le colline convergono nei fiordi.

La Nord Norge è una vasta regione di fiordi e montagne. L’arcipelago delle Lofoten e delle Isole Vesterålen sono formati da cime ghiacciate di antiche catene montuose di origine vulcanica ora in parte sommerse. All’estremo nord i fiordi si affacciano sulle fredde acque dell’Oceano artico. Sull’altopiano del Finnmark si trovano alcuni dei più grandi ghiacciai d’Europa.

 

 

POPOLAZIONE

 

Oltre il 10% dell’intera popolazione si concentra nella capitale Oslo (ab. 522.000) e quasi un terzo nel breve spazio delle regioni circostanti (Akerhus, Østfold e Vestfold) dove la densità abitativa sale a oltre 100 ab./kmq. Le altre città principali anche per numero di abitanti sono in ordine Bergen con 225.000 ab., Trondheim con 145.000 e Stavanger con poco più di 100.000 ab. Da ciò si deduce che vaste aree del territorio norvegese, specialmente nelle regioni settentrionali e nelle zone montuose, dove le condizioni di vita sono decisamente più difficili, sono pressoché disabitate.

 

Sotto il profilo etnico, la popolazione è prevalentemente nordica, o di discendenza scandinava. Nelle estreme regioni settentrionali vivono circa 12.000 finlandesi ed la maggior rappresentanza di lapponi del Nord Europa (20.000) .

 

IMMIGRATI

 

Nel 2004 in Norvegia si sono registrati 365 000 immigrati.  Di questi i pakistani rappresentano il gruppo più numeroso, seguiti dagli svedesi  e dai danesi. In seguito all’ampliamento dell’UE, numerosi immigrati sono arrivati nel 2004 da Polonia e Lituania.

 

Il numero degli immigrati in Norvegia è cresciuto sensibilmente dagli anni 70 ad oggi. Nel 1970 gli immigrati rappresentavano l’1,5% della popolazione totale. In questi vent’anni si è registrato inoltre un cambiamento di tendenza per quanto riguarda la provenienza immigratoria. Mentre negli anni 70  la maggior parte degli immigrati proveniva da altri paesi scandinavi, negli anni 90 si è riscontrato un notevole afflusso da altre zone geografiche e in particolar modo dai paesi del terzo mondo (121.000 nel 1998), mentre si è mantenuta pressoché costante in questi due decenni l’immigrazione dai paesi dell’Europa dell’Est (35.000 nel 1998).

 

Più di 1/3 degli immigrati in Norvegia vive a Oslo (113 942). La seconda città per numero di immigrati è Bergen.

 

PROFUGHI

 

All’inizio del 1998 si sono registrati 65.000 profughi, di cui il 74% profughi e la restante parte motivata da ricongiungimento familiare. La provenienza della maggior parte di essi era la Bosnia-Erzegovina (11.000) seguita dal Vietnam (11.000), l’Iran (7.400), ecc.

 

La Norvegia riconosce a tutti coloro che fanno richiesta di soggiorno per motivi politici o umanitari il diritto d’ospitalità.

 

 

FLORA E FAUNA

 

L’umidità del clima ha favorito lo sviluppo di foreste che in Norvegia occupano circa ¼ del territorio. Si tratta prevalentemente di conifere (pini silvestri e abeti). Nelle zone meridionali e occidentali alle conifere si mescolano le latifoglie (faggi, querce e olmi). Diffusa un po’ ovunque è la betulla che resiste molto bene anche nelle zone fredde dove cresce nella forma cosiddetta nana perchè altrimenti verrebbe letteralmente bruciata dal freddo.

 

In generale la flora norvegese è molto simile a quella alpina ed è ricca di oltre 2000 specie.

 

Alburno = fiore spontaneo rosa che cresce in tutta la Norvegia

 

Per quanto riguarda la fauna, tra le specie artiche si segnalano la renna, generalmente allevata ma che vive anche allo stato selvatico anche sull’Hardangervidda, la lepre polare, la volpe delle nevi, l’alce (=grossa specie di cervo) ed il diffusissimo lemming (= piccolo mammifero roditore).

 

Tra le specie meridionali troviamo il cervo, il lupo, l’orso di cui sopravvivono pochi esemplari, ecc. L’orso polare vive nelle Isole Svalbard, il più grande arcipelago norvegese situato tra l’Oceano Atlantico ed il Mar Glaciale Artico tra il 75° e l’81° parallelo. Vi risiedono 4000 abitanti di cui 2500 russi. L’arcipelago si compone di due isole principali e numerosissime isole minori ed il capoluogo è la cittadina di Longyearbyen. 

 

Il bue muschiato artico selvatico è avvistabile in solo 4 località al mondo, tra queste Dovrefjell e sulla costa settentrionale della Norvegia (pressi di Tromsø) nelle quali si organizzano safari per osservare questa rara specie animale.

 

Tipici della flora marina, oltre ad aringhe e merluzzi, sono la foca e sempre più rare la balena bianca e le orche. Anche per queste specie vengono organizzati safari turistici in particolare a Andenes nel Nordland da fine maggio a metà settembre per quanto riguarda le balene e a Tysfjord nel Nordland tra ottobre e fine gennaio per le orche.

 

Particolarmente abbondanti sono le specie ittiche di acqua dolce (carpe, salmone* e trote).

 

Uccelli: la Norvegia è un paese ricco di numerosissime specie ornitologiche. In particolare nelle regioni settentrionali si trovano importanti colonie dove nidificano migliaia di esemplari ornitologici quali ad es. la classica pulcinella di mare, i cormorani, i gabbiani, la beccaccia e l’aquila reale.  Il bird-watching è ovviamente una delle attività principali organizzate in queste zone.

 

 

LE RENNE

 

Attualmente le renne vivono prevalentemente in allevamenti. I primi allevatori di renne sono stati i saami che diedero inizio a questa attività già nel XVI sec. presumibilmente dopo aver avuto contatti con dei pastori norvegesi dai quali appresero le tecniche base per svolgere tale attività.

 

Esistono solo poche aree in cui è possibile trovare le renne ancora allo stato brado come ad esempio nell’altopiano dell’Hardanger e nel parco del Rondane. Ma le renne vivono soprattutto al nord della Norvegia, ossia al di sopra del circolo polare artico, in zone decisamente rigide da un punto di vista climatico ma per vivere nelle quali la renna è dotata di una serie di strumenti quali ad es. una folta pelliccia che la ripara dal freddo, zoccoli ampi per non sprofondare nelle neve ed un fiuto particolarmente sviluppato che le consente di individuare i licheni nei pascoli invernali.

 

A differenza di altri cervidi, sia il maschio che la femmina della renna sono dotati di corna (quella della femmina sono però più piccole) che cadono e si formano in entrambi in periodi diversi dell’anno: il maschio, infatti, perde le corna verso primavera e la ricrescita avviene in autunno, mentre per la femmina avviene il contrario (le perde cioè in autunno e le nuove ricrescono in primavera). Questo fatto è legato in termini più generali a quello che è il ciclo annuale seguito da questi animali che vivono in montagna durante la stagione fredda per portarsi poi in pianura o sulle coste con l’arrivo della primavera.

 

L’inizio del ciclo coincide con maggio e cioè con la nascita dei piccoli nei pascoli situati nei territori più settentrionali (pascoli estivi). A giugno i piccoli vengono catturati col lazo e si procede alla marchiatura. A settembre, i maschi, ingrassati dopo il pascolo estivo, vengono a avviati alla macellazione. In novembre, quando l’unico cibo disponibile sono i licheni, si procede alla divisione delle mandrie; è il momento di avviarsi verso i pascoli invernali di ciascun proprietario, situati a latitudini meno elevate e in pianura. In marzo-aprile si ritorna ai pascoli estivi, dove le mandrie si riuniscono. E a maggio, quando le femmine danno alla luce i piccoli, il ciclo ricomincia.

 

Della renna di adopera tutto: dalla carne, che è una specialità della cucina norvegese soprattutto nelle regioni del nord, alla pelle, particolarmente pregiata per le borse e capi d’abbigliamento., alle corna, spesso elemento decorativo nelle abitazioni locali.

 

Se il ciclo annuale è rimasto immutato, a partire dagli anni Sessanta, le condizioni dell’allevatore sono invece cambiate. Inizialmente pastori seminomadi, oggi gli allevatori di renne sami costituiscono invece una comunità stabile: la sua famiglia non lo segue più negli spostamenti ma vive nelle città e nei villaggi e sono scomparsi gli accampamenti delle tipiche tende saami, un tempo uniche abitazioni dei pastori saami e delle loro famiglie, divenute ormai quasi esclusivamente villaggi a scopi turistici.   E l’allevatore di renne sami si è anche dotato di sistemi tecnologici moderni: si usano le radio per comunicare e le motoslitte per muoversi in superficie. Per sostenere le spese imposte dalla tecnologia moderna è necessario però possedere una mandria di almeno 400 capi. Il numero dei lavoratori autonomi si è ridotto, mentre i piccoli allevatori, per sopravvivere, si affidano a pesca, caccia, artigianato e, in tempi più recenti ad attività connesse al turismo.

 

 
PARCHI NAZIONALI

 

Hardangervidda: unico parco norvegese non soggetto alla giurisdizione della contea (carattere nazionale, non regionale). Include parte di quello che è il più grande plateau d’Europa con un’estensione di 7.500 kmq. Il paesaggio è desolato ma affascinante. Il parco si trova a  est dell’area in cui si incunea l’Hardangerfjord  (km 179) e un’altra più montagnosa a ovest con un’altitudine media tra i 1200 e i 1600 metri. Sul territorio si trovano numerosi laghi ricchi di pesce e le renne pascolano qui ancora allo stato brado. Ricopre un’area di 3.430 kmq.

 

Rondane: è stato il primo parco nazionale della Norvegia e risale al 1962. Include un’ampia zona montagnosa che include tra l’altro 10 delle vette norvegesi superiori ai 2000 metri. A differenza dell’Hardangervidda, il Parco del Rondane è ricco di sentieri segnalati e rifugi. Ricopre un’area di 580 kmq.

 

Jotunheimen: a ovest del Rondane, da molti è considerato il più ble parco nazionale norvegese. Oltre 200 delle montagne comprese all’interno del parco raggiungono altezze superiori ai 1900 metri, tra le quali le cime più elevate della Scandinavia, ossia il Gadhøppigen (2469 m) e il Glittertind (2453 m). Il paesaggio è brullo e selvaggio. Vi si trovano significative valli glaciali,  laghi alpini,  passi e  maestose lingue di ghiaccio e particolari specie floreali artiche. E’ una zona di grandissimo afflusso turistico estivo grazie all’ottimo servizio dei rifugi alpini e alla perfetta segnalazione dei sentieri. Istituito nel 1980 il Parco Nazionale dello Jotunheimen ricopre con una superficie di 1.145 kmq.

 

 

LA LINGUA

 

La lingua ufficiale è il norvegese con due diverse forme. Il bokmål (lingua del libro), prevalentemente scritta ed usata dall’80% della popolazione cioè da coloro che vivono nelle aree urbanizzate. Questa è la lingua usata soprattutto  nell’istruzione scolastica e nei mass-media. La lingua Bokmål è stata influenzata dalla lingua danese durante i 400 anni di dominazione da parte della Danimarca.

 

La lingua Nynorsk (nuovo norvegese) fu creata durante il 19º secolo ad opera di Ivar Aasen che, attingendo ai vari dialetti rurali e ai testi antichi, pubblicò grammatiche e dizionari. Secondo la legge norvegese, deve essere usata in una certa percentuale nell’istruzione scolastica e nei mass-media. E’ parlata principalmente nelle regioni di del Vestlandet.

 

La popolazione sami parla la lingua lappone ma impara a scuola il norvegese come seconda lingua madre. Appartiene al ceppo ugro-finnico delle lingue uraliche. Si distingue in vari dialetti in base alla posizione geografica. Nel 1985, in seguito ad un’accresciuta sensibilità nei confronti della questione sami, la lingua sami è stata introdotta nelle scuole elementari e medie: in pratica chi lo desidera può ricevere l’istruzione in lingua sami fino ai 13 anni. La cultura e la lingua sami possono essere studiate anche a livello universitario a Oslo e a Tromsø, oltre che al Magistero di Alta e al liceo di Karasjok.

 

La lingua inglese è studiata e parlata dalla maggioranza del popolo norvegese come seconda lingua.

 

 

RELIGIONE

 

L’85% della popolazione appartiene alla Chiesa Evangelica Luterana, la religione di stato, organizzata in 10 diocesi e che prevede l’ordine sacerdotale anche per la donna. I sacerdoti e le sacerdotesse luterane sono considerati dei veri e propri impiegati statali, con stipendi e orari di lavoro comuni ad altri tipi di impiego pubblico. Possono contrarre il matrimonio ed avere figli.

 

Esistono altre minoranze religiose, tra le quali anche quella cattolica (40.000 in tutta la Norvegia)  e mussulmana.

 

GOVERNO

 

In base ad una delle più antiche costituzioni del mondo (1814), la Norvegia è una monarchia costituzionale ereditaria dove il Re è il capo dello stato e della Chiesa e ha compiti prevalentemente rappresentativi e cerimoniali. L’attuale re è Harald V, sul trono dal 1991, in seguito alla morte del padre Olav V.

 

Il potere legislativo è affidato allo Storting, il parlamento norvegese, composto da 165 rappresentanti eletti per 4 anni a suffragio universale, mentre quello esecutivo è in mano al governo e quello giudiziario alla Suprema Corte.

 

In linea generale si possono individuare uno schieramento di orientamento socialista, che include il Partito Laburista ed il Partito Socialista di Sinistra, e un orientamento moderato, rappresentato principalmente dal Partito Conservatore e dal Partito Cristiano-democratico.

 

Tra la fine degli anni 80 e la prima metà dei 90  la scena politica norvegese fu dominata dal partito laburista ed in particolare dalla Signora Gro Harlem Brundtland, la prima donna ad essere diventata primo ministro ed oggi la prima donna presidente dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).

 

Si vota a 18 anni. La Norvegia adottò il suffragio universale già nel 1898 e fu uno dei primi paesi al mondo a concedere il voto alle donne.

 

La Norvegia è membro dell’ONU, dell’OCDE, dell’EFTA*, del Consiglio Europeo e del Consiglio Nordico. Nel 1949 è anche entrata a far parte della NATO sebbene abbia sempre rifiutato di ospitare basi militari straniere sul proprio territorio o di installare testate nucleari.

 

[European  Free Trade Association = Associazione Europea di Libero Scambio: comunità internazionale costituita a Stoccolma nel 1959 al fine di favorire la collaborazione economica tra gli stati membri: Austria, Danimarca, GB, Norvegia, Portogallo, Svezia e Svizzera. Nel 61 entrò anche la Finlandia.  Nel 1966 ottenne la totale soppressione dei dazi doganali. Oggi fanno parte dell’EFTA solo 4 stati, dato che gli altri membri hanno aderito all’UE: Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Sono stati firmati accordi con l’UE].

 

La Norvegia non fa parte dell’Unione Europea. L’ultimo referendum che ne ha rifiutato l’ingresso è del novembre 1994, dopo quello del 1972 che determinò le dimissioni dell’allora governo di coalizione (liberale, conservatore, cristiano-popolare e del centro) che aveva presentato la domanda di ammissione a Brussels. Con essa ha tuttavia un accordo bilaterale di libero scambio consolidato ora, dal 24 marzo di quest’anno, dal Trattato di Schengen che ha abolito i controlli alle frontiere sia delle merci che delle persone (attuato in Italia dal 1997 per quanto concerne le frontiere aeroportuali e dal 1998 per quelle terrestri e marittime).

 
 
ISTRUZIONE

 

L’istruzione è libera ed obbligatoria per tutti i bambini per 10 anni. La scuola inizia a sei anni e si divide in scuole elementari per i primi 7 anni  e scuole secondarie negli ultimi 3. A 16 anni termina la scuola obbligatoria ed i giovani norvegesi possono scegliere di completare gli studi con gli ultimi 3 anni di scuola superiore (Videregående Skole) scegliendo vari indirizzi corrispondenti un pò ai nostri licei o scuole superiori.

 

Per quando riguarda l’università, in Norvegia è possibile distinguere tre diversi tipi di studi:

 

1)     le università  vere e proprie,  a Oslo, Bergen, Trondheim e Tromsø, con conseguimento della laurea in diverse discipline, o titoli di studio inferiori (ad es. ) o superiori ( ad es. dottorati) a seconda degli anni di frequenza (4 anni per i titoli di studio più bassi, 5 o 6 per quelli superiori alla laurea);

2)     gli istituti di ricerca che pongono un maggior accento sulla pratica in diverse aree di specializzazione;

3)     i college pubblici che offrono un corso di studi dai 2 ai 4 anni in diverse discipline. Ne esistono 26 in tutta la Norvegia. Esistono inoltre college privati e quelli specializzati negli studi artistici.

 

L’ammissione agli studi universitari non è libera ma vincolata ai risultati ottenuti nelle scuole superiori ed in alcuni casi, come ad es. per gli studi di tipo artistico, anche ad esami di ammissione. Le domande per l’ammissione vengono presentate una volta all’anno e la scadenza è fissata  il 15 aprile.

 

Anche in Norvegia esistono le tasse universitarie alle quali vanno ovviamente ad aggiungersi i costi per i libri ed altre spese collegate alla frequenza dell’università. E per questo che esiste quella che qui si chiama la Statens Lånekasse for utdanning (letteralmente, la cassa prestiti statale per l’istruzione) un istituto che fornisce prestiti  e borse di studio agli studenti universitari. Per quanto riguarda i prestiti, il tasso di interesse è del 4.7% (un tasso agevolato rispetto a quelli che sono i ratei bancari che arrivano anche all’8%) e vanno restituiti in un arco di tempo di 20 anni da quando lo studente inizia a lavorare al termine degli studi. Per ridurre tuttavia la necessità di dover richiedere prestiti, numerosi studenti norvegesi iniziano a lavorare durante gli studi generalmente part-time (v. Situazione genitori + famiglia in generale + debiti). 

 

 
Assistenza sociale e welfare

Esistono gli assegni familiari che lo Stato paga alle famiglie per ogni figlio fino all’età di 18 anni e che si aggirano intorno alle Lit. 280.000 al mese e un pò di più nei casi di madri disoccupate o ragazze-madri. La cura dei figli ed altri aspetti sociali legati alla famiglia sono considerati fondamentali dallo Stato norvegese ed in generale in tutta la Scandinavia.

 

Un altro esempio di questa generale politica di assistenzialismo sociale (“social welfare” ) che ha sempre caratterizzato gli stati scandinavi è per es. dato dalle case di riposo per anziani, numerosissime in Norvegia e dove l’anziano versa l’80% della propria pensione per sostenerne i costi.

 

Per quanto riguarda invece l’assistenza sanitaria,  è garantita sia dallo stato sia dalle regioni e fino a pochi anni fa era completamente gratis. Oggi come succede in quasi tutti i paesi europei è stato introdotto il ticket per le normali visite mediche, gli ospedali cominciano a presentare segni di “inefficienza” e l’attesa per diversi tipi di interventi è alle volte lunghissima e non affatto degna della tradizione scandinava.

Comunque possiamo ancora dire che siamo garantiti ed assistiti

 

FESTIVITÀ

 

Le festività ufficiali includono il 1. Gennaio, la tutta la settimana di  Pasqua, , il 1 Maggio, l’Ascensione, il 17 maggio giorno della festa nazionale e ovviamente il  Natale.

 

La festa nazionale, che coincide con la data in cui venne firmata la prima costituzione norvegese nel 1814, è una giornata di grandi festeggiamenti in tutto il paese. L’intero paesaggio è adornato con la bandiera nazionale ( la si può vedere in tutte le case e i giardini delle famiglie norvegesi) ed è ancora una di quelle occasioni in cui i norvegesi amano indossare il bunad, ossia il costume tradizionale che cambia e presenta colori e fogge diverse nelle diverse regioni del paese. I norvegesi conservano ancora un forte spirito nazionalistico che raggiunge il massimo della sua espressione durante il 17 maggio appunto.

 

 A Oslo, la capitale, tutta la via principale, ossia la Karl Johan, è affollata dalle  parate di bambini di tutte le scuole che sfilano sotto il balcone del Palazzo Reale per ricevere  il saluto della famiglia reale.

 

Il Natale è la festa più importante dell’anno e come succede in altri paesi anche qui in Norvegia la festa inizia già ai primi di dicembre. E’ una festa prettamente familiare che ha inizio alle 5 del pomeriggio della Vigilia, quando le campane delle chiese danno inizio alla festività natalizia e tutte le famiglie si ritrovano per il cenone e lo scambio dei regali. Esistono dei piatti tipici natalizi, anche se esistono differenze tra le diverse regioni. Un piatto molto diffuso è  il maiale arrosto con crauti , ma nel Vestlandet, ossia nelle regioni occidentali della Norvegia, si usa mangiare soprattutto il pinnekjott, ossia costolette di montone in umido accompagnate da un purè di rape. Anche il lutefisk, ossia lo stoccafisso ammollato nella soda, è un piatto tipicamente natalizio. Il tutto ovviamente accompagnato da tanti dolci tipici e da vino o acquavite locale a base di patate e profumata al cumino.

 

COSTO DELLA VITA: ALCOOL E SUPERALCOLICI

 

In generale il costo della vita in Norvegia è molto più alto rispetto all’Italia di un 30-40% circa.

 

I motivi di questo fatto sono diversi. In alcuni casi il prezzo più elevato è dovuto al fatto che si tratta di prodotti importati e non prodotti in loco (v. Ad es. tutti i generi alimentari ed in particolare la frutta e la verdura).

 

In altri casi si tratta di beni definiti voluttuari che subiscono una forte tassazione da parte dello Stato. Tra questi ci sono le bevande alcoliche che sono molto costose e lo sono ancor di più quando servite al ristorante. Pensate che una birra arriva a costare intorno alle Lit. 12.000 ed una bottiglia di vino anche Lit. 80.000. Il tutto si spiega con una politica di prevenzione contro l’alcolismo e l’abuso di alcol, che viene quindi tassato fortemente dallo Stato. Il vino ed i superalcolici infatti vengono venduti in Norvegia esclusivamente in speciali negozi controllati dallo Stato che si chiamano Vinmonopol. Anche le sigarette, in quanto bene voluttuario, sono molto costose (€. 8 circa per un pacchetto).

 

Le norme relative alla guida in stato di ebbrezza sono molto severe e i controlli frequenti: il tasso massimo consentito di alcool nel sangue è di 0, 2 per mille. Chi supera tale limite può incorrere in pesanti multe o anche in una pena detentiva e nel ritiro della patente.

 

Al costo più alto della vita corrisponde in parte una media salariale norvegese decisamente superiore a quella italiana. Generalizzando si può dire che uno stipendio medio oscilla NOK. 28.000 (€3. 500) netti al mese, esclusi i liberi professionisti o gli alti quadri dirigenziali per i quali ovviamente è più difficile far una stima precisa. Va ricordato a questo proposito che in Norvegia, così come un pò in tutta la Scandinavia, non esistono grossi squilibri di tipo economico-sociale: qui esistono sicuramente i ricchi, ma non esistono i poveri. Lo standard della vita media è abbastanza uguale per tutti.  In effetti poi considerando il costo elevato della vita e  la forte tassazione alla quale i cittadini sono sottoposti, la nostra idea di Scandinavia come paese in cui si vive bene viene un pò a cadere. Quello che rimane vero è che i cittadini di questi stati ricevono parecchio dallo stato in forma di assistenza sociale (così come avviene per le industrie locali in termini economici) e questi sono sicuramente paesi caratterizzati da un ottima efficienza generale (strutture pubbliche, servizi pubblici, ecc.).

 

 

LA CULTURA NORVEGESE

 

Per qualcuno la Norvegia significa Vichinghi, quel popolo che navigò verso terre straniere per saccheggiarle e fargli guerra, sebbene i Vichinghi in effetti fossero dei commercianti che fondarono regni in terre straniere e da queste presero nuovi impulsi da portare a casa in Scandinavia. Per altri la Norvegia è sinonimo di autori, compositori, attori e pittori di fama internazionale come Henrik Ibsen, Edvard Grieg, Liv Ullmann e Edvard Munch. O anche di attrazioni quali il Parco di Vigeland, Holmenkollen e le stavkirke, le famose chiese in legno, le spedizioni di Thor Heyerdahl, Fridtjof Nansen e Roald Amundsen. Per altri ancora Norvegia vuol dire salmone affumicato, stoccafisso, carne di renna, gamberetti o rovi camemori.

 

Una cosa e certa -  la Norvegia è molto di più di una natura incontaminata. E’ un paese ricco di storia, anche se povero di monumenti storici grandiosi. La natura tuttavia ha modellato il carattere norvegese dal quale si è sviluppato un forte senso di identità norvegese. Grazie alla ricchezza di risorse naturali, la Norvegia è da tempo una nazione industrializzata. Ed è orgogliosa di essere stata tra i primi paesi a debellare l’analfabetismo. Non solo il Parco di Vigeland, le navi vichinghe, il Museo di Munch e la Cattedrale Nidaros, ma numerosissimi altri musei dislocati in varie città della Norvegia contribuiscono a diffondere la cultura norvegese per tutti coloro che sono desiderosi di apprendere qualcosa in più sul paese che stanno visitando.

 

Incisioni rupestri

 

In diverse località della Norvegia sono state rinvenute incisioni rupestri (graffiti su pietra) che risalgono all’età preistorica. Si tratta talvolta di graffiti singoli ma tal altre ricoprono intere aeree. Si presume che tali incisioni su pietra avessero un significato rituale o magico. I motivi predominanti riguardano animali, imbarcazioni e persone. I graffiti su pietra più famosi sono quelli di Hjemmeluft nella cittadina di Alta entrati a far parte del Patrimonio Universale UNESCO.  

 

Arte popolare

 

La tradizione della pittura a rose norvegese si sviluppò intorno al 1750 e inizialmente rappresentò sia un’imitazione che un distacco dall‘ ”arte delle corporazioni”. Quest’ultima si basava su schemi fissi e riproduceva fedelmente motivi e ornamenti dei principali  artisti europei. La pittura a rose sviluppò una forma artistica più libera, un’arte popolare unica che raggiunse il suo apice agli inizi del 1800. Si trattava di una forma d’arte rurale praticata da maestri locali che si spostavano di fattoria in fattoria. Alcune vecchie case in legno presentano splendide incisioni e decorazioni . Neanche questi artigiani rurali tuttavia erano esenti dall’influenza delle mode internazionali, nonostante gli impulsi dal continente europeo raggiungessero i villaggi norvegesi a fatica. Negli interni di queste vecchie case si ritrovano elementi ripresi dalle principali correnti di stile quali il rinascimento, il barocco, il rococò e lo stile impero, mescolati a tradizioni locali e fortemente influenzati dal gusto personale dell’artigiano e dal suo carattere. Il risultato fu un’arte popolare unica ed esuberante caratterizzata da foglie d’acanto e figure umane, fiori e alberi, scene bibliche, soldati e cavalieri, spesso dai colori brillanti e armoniosi.

 

Numerosi edifici norvegesi seguono lo stile del dragone, uno stile tipicamente norvegese e riccamente decorato. Nacque intorno al 1800 sulla scia di un rinato interesse per la decorazione ad animali tipica del periodo vichingo. Allora la Norvegia era sulla via dell’indipendenza dalla Svezia e il nazionalismo si affermò. A lungo lo stile dragone venne considerato la peggior  manifestazione in termini di gusto della glorificazione del passato. Continuò tuttavia ad essere utilizzato fino alla restaurazione del  Park Hotel ad Holmenkollen a Oslo. Ed in diverse zone della Norvegia, in particolare nella Norvegia occidentale, si trovano numerosi esempi di questi begli hotel in legno che sono ormai divenuti un simbolo del paesaggio norvegese di queste regioni.

 

Tradizioni culinarie

 

La cucina norvegese si è sempre basata su quegli alimenti disponibili nelle varie regioni nei diversi periodi dell’anno. Inizialmente si trattava di piatti semplici. Ma, non appena è stato possibile disporre delle materie prime di “prima classe” e sia l’afflusso che l’esperienza sono andati aumentando, la cucina norvegese è diventata più sofisticata. Ed i norvegesi hanno iniziato a leccarsi i baffi. Una lunga tradizione di nazione peschiera ha fatto sì che il pesce ed i frutti di mare avessero un posto in prima fila nei menù norvegesi. E le specie di pesce marino sono tante in questo paese, soprattutto lungo le coste.  Il merluzzo, il pesce lupo ed il salmone sono i più diffusi, serviti sia in umido che fritti. E le aringhe sono un tipico piatto estivo, caratteristico soprattutto della costa meridionale della Norvegia. Anche la selvaggina occupa un posto importante nella cucina locale. L’alce è tipico delle regioni interne,  mentre il cervo si trova soprattutto nel Vestlandet. La renna è tipicamente diffusa nel nord del paese anche se i piatti a base di carne di renna sono diffusi un pò ovunque. La pernice è un piatto tipicamente autunnale, così come il montone e l’agnello.

 

Le Stavkirke

 

Nel Medioevo, quando nel resto d’Europa si costruivano grandi cattedrali in pietra, una tecnica simile si sviluppò in Norvegia per l’utilizzo del legno, il materiale da costruzione ovviamente più diffuso. Le navi vichinghe documentano ampiamente la tradizione delle costruzioni in legno. Non sono le teste di dragone od i portali intarsiati che caratterizzano le “stavkirke”, ma la tecnica di costruzione basata sull’impiego degli “staver”. Stav significa palo e kirke chiesa. Si tratta infatti di chiese costruite riprendendo le tecniche di costruzione vichinghe: la struttura portante poggia su pali infissi verticalmente nel terreno che sorreggevano sia le pareti che il tetto, contrariamente a quanto avveniva nella costruzione delle capanne  in cui i tronchi di albero venivano montati in modo orizzontale.

 

Si stima che tra l’ XI ed il  XIV secolo ne furono costruite circa 750 in tutta la Norvegia ma ne sono rimaste tutt’oggi circa 30 concentrate lungo i fiordi e nelle valli della zona centro-occidentale del paese. La Norvegia è in effetti l’unico paese dell’Europa del Nord ha preservato ancora le chiese in legno del periodo medievale. La chiesa in legno di Urnes è la più antica di tutte: risale agli inizi del 1100 ed è entrata a far parte del Patrimonio Universale UNESCO. La stavkirke di Heddal è la più grande, ma quella di Borgund è con ogni probabilità la più visitata e fotografata.

 

Ogni stavkirke ha il suo fascino e la sua atmosfera unica. E sebbene dall’esterno possa sembrare semplice, gli interni di una stavkirke mostrano sempre una sorprendente ricchezza di ornamenti. Ne esistono ad una sola navata o più complesse a 3 navate o con il porticato. I tetti sono spioventi. Le scene della mitologia norrena (= della Norvegia fino al XIV sec.) o le teste di drago poste sui tetti insieme alle croci rappresentano la fusione di elementi cristiani e pagani.

 

Inizialmente cattoliche, le chiese in legno vennero riformate nel 1537 diventando così chiese protestanti.

 

Elenco dei Monumenti del Patrimonio Universale UNESCO in Norvegia

 

·         “Bryggen”, il molo anseatico a Bergen;

·        le incisioni rupestri di Alta;

·        Røros – la vecchia città mineraria

·        la stavkirke di Urnes

 

 
ECONOMIA

 

La Norvegia si è trasformata da una nazione agricola e povera in un paese industriale che offre ai suoi abitanti uno dei più elevati tenori di vita di tutta Europa con un PIL pro capite di circa 58 milioni di lire. Gli squilibri economico-sociali sono poco accentuati (imposte sul reddito e sulle proprietà = progressive e molto severe).

 

I fattori cruciali per l’economia norvegese sono stati la scoperta e lo sfruttamento dei ricchi giacimenti di petrolio e di gas naturale del Mare del Nord, che oggi rappresentano la base dell’economia del paese.

 

Le riserve petrolifiche del Mar di Norvegia furono scoperte nel 1968 e la produzione iniziò nel 1971. I principali giacimenti sono ubicati nel Mare del Nord (Ekofisk, ora esaurito, Heimdal, Gullfaks, ecc). Oggi la produzione di petrolio è di oltre 111 milioni di tonnellate e quella di gas di oltre 30 miliardi di metri cubi.

 

Circa 60.000 persone lavorano oggigiorno nel settore petrolifero, sia sulle piattaforme che nelle varie attività ad esse collegate. Le 3 principali società petrolifere norvegesi sono la Statoil, la Norsk Hydro e la Saga Petroleum. Stavanger, sulla costa sud-occidentale della Norvegia, è la città del petrolio per eccellenza. Inizialmente dipendente dalla pesca, come principale attività economica della città, essa è divenuta oggi sede delle principali compagnie petrolifere e di istituti di ricerca geologici avanzatissimi.

 

È da tenere presente che la dipendenza del petrolio rende la Norvegia vulnerabile a causa delle variazioni del prezzo del petrolio come accadde nel 1980. La reazione del governo norvegese fu immediata, imponendo il blocco ed il controllo degli stipendi ed altre misure restrittive.

 

Oggi, invece, il prezzo altissimo del petrolio influenza positivamente  l’economia globale del paese, rafforzando la corona norvegese e contenendo la disoccupazione intorno al 2.5%. La  bilancia dei pagamenti (esportazioni > delle importazioni) è in attivo grazie all’esportazione del petrolio e del gas. Secondo la revisione del bilancio 2001, si prevede che, a fine anno,  il Fondo petrolifero norvegese supererà i 632 miliardi di corone con un attivo della bilancia dei pagamenti di circa 200 miliardi di corone. Tutto ciò grazie al prezzo del petrolio che oscilla dai 21 ai 28 dollari a barile.

 

Nonostante queste enormi ricchezze, tuttavia, recenti stime eseguite dall’OCSE prevedono che lo sviluppo economico in Norvegia fino al 2006  sarà il più basso dei paesi industrializzati a causa della mancata applicazione di nuove tecnologie in settori vari. Un confronto tra i principali paesi industrializzati evidenzia che il PIL dal 2003 al 2006 subirà un aumento come segue: Irlanda + 6,8 – Finlandia 3,7 – USA 3,6 – Francia 2,4 – Germania 2,4 – Giappone 2,2 – Norvegia 1,4. Il dato relativo alla Norvegia non tiene tuttavia conto della produzione ed esportazione del petrolio.

 

E’ importante sapere che lo Stato norvegese interviene in misura notevole nell’economia e ne controlla numerosi settori quali ad es. la siderurgia e tutte le attività collegate al petrolio (attraverso la Staoil). L’indice di disoccupazione contenuto che la Norvegia registra presuppone infatti un aiuto costante alle industrie messe in difficoltà dalla concorrenza internazionale.

 

L’agricoltura contribuisce meno del 4% alla formazione del PIL, dato che le terre coltivabili rappresentano poco più del 2,7% della superficie territoriale e le limitate possibilità di sfruttamento dovute alle rigide condizioni climatiche. E’ possibile coltivare esclusivamente orzo, avena e patate. La principale risorsa dell’agricoltura è perciò costituita dall’allevamento (ovini, bovini, suini, caprini e renne).

 

La foresta, che copre circa il 26% del territorio, rappresenta una considerevole risorsa economica. Si tratta per lo più di conifere, pini e abeti rossi (Vestlandet, Søreland e Trøndelag). La foresta viene tuttavia sfruttata al di sotto delle sue potenzialità per poter praticare la politica del rimboschimento.

 

L’industria del legno è in difficoltà per quanto concerne sia gli approvvigionamenti (viene importato anche dalla Svezia) sia le vendite. La produzione della cellulosa o della pasta di legno subisce la concorrenza dell’industria del mobile. La Norvegia è il settimo produttore al mondo di carta da giornale.

 

Altre risorse economiche del paese sono rappresentate dalla pesca (v. Paragrafo), la cantieristica,  lo sfruttamento forestale e l’energia idroelettrica ottenuta grazie alle numerose e potenti cascate di cui il paese è ricco e che diede la spinta decisiva verso l’industrializzazione soprattutto negli anni successivi alla 2 Guerra Mondiale .

 

La produzione di energia elettrica proviene quasi totalmente da centrali idriche. La sua disponibilità ha favorito l’installazione di numerosi stabilimenti, forti consumatori di energia, come ad es. le unità di produzione delle ferroleghe e di elettrometallurgia, gli stabilimenti per la fabbricazione dell’alluminio, di elettrochimica, ecc.

 

La cantieristica è ancora competitiva .

 

Il turismo rappresenta una risorsa economica interessante legata alla costruzione di parchi nazionali .

 

 
LA PESCA

 

Per la sua costituzione fisica e posizione geografica, la Norvegia è sempre stato un paese proiettato sul mare, con una tradizione secolare di navigazione e commercio. Nel periodo tra le 2 guerre mondiali la marina norvegese era una delle prime al mondo. La pesca costituiva allora la più importante delle risorse interne, mentre la carenza di materie prime alimentava un notevole flusso di importazioni di prodotti finiti.

 

Pur avendo perso l’importanza che aveva un tempo nel quadro dell’economia nazionale (oggi la pesca contribuisce per meno dell’1% alla formazione del PIL), la pesca norvegese conserva tuttora il primato a livello europeo. Si stima che la Norvegia peschi circa 2,5 milioni di tonnellate di pesce l’anno e ne possa produrre circa 400.000 tonnellate senza alterare le condizioni biologiche presenti. Viene effettuata nei mari circostanti, Mar di Norvegia e Mare del Nord, dove la pescosità è favorita da contrasti termici e dalla forte ossigenazione provocati dalla Corrente del Golfo. Bergen, Trondheim e Stavanger sono i principali centri legati a questa attività ed insieme ad altri porti minori rappresentano le sedi degli impianti per la lavorazione del pescato.

 

Il pescato marino consta principalmente di aringhe, merluzzi (provenienti dai banchi delle Isole Lofoten), sgombri, acciughe (distretto di Stavanger)*, ecc. E’ ancora diffusa la caccia alla foca e alla balena. A questi si aggiungono poi le specie di acqua dolce quali salmoni, trote e carpe.

 

Va detto tuttavia che sebbene persistano le condizioni favorevoli alla pesca, essa è vittima di una crisi ecologica  dovuta all’eccessivo sfruttamento delle riserve che sta minacciando la scomparsa una dopo l’altra delle specie ittiche.

 

I norvegesi consumano poco pesce fresco e lo esportano quindi salato, seccato e soprattutto surgelato, cosicché la pesca alimenta numerosi stabilimenti per la lavorazione del pesce, il più famoso dei quali è quello della Findus a Hammerfest. Tali stabilimenti, che danno lavoro a circa 20.000 persone, sono sorti principalmente nel nord del paese dove oltre 1/3 della popolazione vive della pesca.

 

Stavanger: capitale delle sardine norvegesi (=brisling). Alla fine del secolo scorso la sardina era per questa città il perno dell’economia. I numerosi banchi presenti nel fiordo fecero sì che numerosi abitanti della città, fino ad allora dediti all’agricoltura, abbandonassero le terre per recarsi a buttare le reti in mare. Data la particolare abbondanza di questo pesce, si dovette pensare ad una soluzione per renderne possibile la conservazione e fu così che nacquero le famose scatolette di latta che tutti conosciamo. Nacquero come funghi le fabbriche di inscatolamento che presto modificarono radicalmente l’economia della città. Una serie di altre attività collegate e parallele infatti iniziarono a svilupparsi  quali la produzione delle chiavette per aprire le scatole, le etichette, il confezionamento, ecc. Ed ovviamente la varie attività legate all’esportazione di questo prodotto. Una particolarità: lo stemma della città di Stavanger, coinvolta favorevolmente negli anni 70 nell’altro boom economico norvegese (ossia il ritrovamento di giacimenti petroliferi), è ancora una chiave per le scatolette di sardine.

 

Salmone: Oggi il salmone è per il 90% allevato in vasche localizzate nei fiordi norvegesi della costa occidentale da Bergen fino a Tromsø. I salmoni selvatici che vivono prevalentemente nel mare risalgono il fiume, tra giugno e luglio,  per deporre le uova nel luogo dove sono nati. Se questo gli viene impedito da fattori vari, il salmone cerca di trovare una nuova localizzazione con le stesse caratteristiche del suo luogo di origine (eg. temperatura  e ossigenazione dell’acqua,  la flora, ecc.). Durante la sua vita, il salmone ritorna al suo fiume di origine ogni anno per 2-4 anni per poi non tornare più. I piccoli salmoni di colore bianco rimangono nel fiume per i primi due anni di vita per poi portarsi anche loro verso il mare. In questi due anni il colore della loro pelle subisce una variazione e diventa grigio-dorato. Alcune di essi rimangono nelle acque del  fiume tutto l’inverno per tornare nel mare aperto solo la primavera successiva. Prima di passare dall’acqua salata del mare all’acqua dolce dei fiume, il salmone trascorre alcuni giorni alle foci dei fiumi per potersi climatizzare. E’ possibile vedere “tappeti” di salmoni immobili alla foce del fiume durante questa fase di adattamento che li rende poco reattivi. In queste zone è severamente vietata la pesca sportiva dei salmoni che risulterebbe particolarmente facile date le condizioni in cui  essi si trovano. Se questa fosse consentita, è chiaro che ne verrebbe drasticamente compromessa la loro riproduzione e, a lungo termine, la specie andrebbe a scomparire.

 

Oggi si pratica principalmente la pesca sportiva del salmone e in misura minore la pesca commerciale. Viene praticata con una canna con lenza molto sottile e una mosca come amo. Richiede una tecnica molto difficile che può durare dalle 5 alle 7 ore in base al peso e alla grandezza del pesce.

 

In generale, la pesca in mare è gratuita, mentre per quella in acqua dolce, soprattutto per  i fiumi popolati dai salmoni,  è necessario  innanzitutto avere una licenza di pesca nazionale che può essere pagata tramite conto corrente postale e che va dalle 90 alle 180 NOK all’anno. A questa va ad aggiungersi la licenza locale, chiamata fiskekort, il cui prezzo varia di zona in zona e a seconda del periodo dell’anno. In alcuni luoghi sono i proprietari stessi del terreno a concedere il permesso di pesca. Il prezzo varia a seconda dell’altezza del fiume: all’inizio del fiume, dove le possibilità di pesca sono maggiori, il prezzo può arrivare fino a Lit. 3.000.000 e scendere man mano che ci si allontana dalla foce e ci si avvicina alla sorgente. La stagione di pesca si estende generalmente da metà maggio all’autunno.

 

LO STOCCAFISSO

 

La maggior parte dello stoccafisso norvegese si ottiene dal merluzzo artico che vive nelle acque del Mare di Barents e lungo tutta la costa norvegese. Viene fatto essiccare all’aria, con la sola azione degli agenti atmosferici, principalmente nelle isole Lofoten, ma anche in altre regioni della Norvegia come ad es. nel Finnmark. In età feconda infatti i merluzzi artici abbandonano i loro habitat per andare a  deporre le uova nella zona compresa tra le Isole Lofoten e la costa nord-occidentale della Norvegia, dove si trovano condizioni climatiche ideali per la riproduzione. La pesca alle Isole Lofoten va da gennaio ad aprile.

 

Prima di essere sottoposti al processo di essiccazione, i merluzzi vengono puliti, la testa asportata. Tutte le parti di scarto vengono impiegate in altri tipi di produzione: eg. la lingua è considerata una prelibatezza culinaria sia in Norvegia che in altri paesi; la testa essiccata viene destinata a mercati specifici; dalle uova si ricava il caviale; dal fegato si ricava l’olio medicinale chiamato tran.

Il merluzzo fresco contiene acqua per l’80% circa ed è questa a andare persa durante il processo di essiccazione che porta alla produzione dello stoccafisso. Per il resto le qualità nutritive del pesce, ed in particolare il suo elevato contenuto proteico, vitaminico, ferro e calcio,  rimangono inalterate.

 

L’Italia acquista oggi più di 2/3 della produzione di stoccafisso norvegese. Il mercato italiano si divide, per ragioni culturali, in 5 principali regioni: Veneto, Liguria, Campania, Calabria e Sicilia. Nell’Italia nord-orientale, in generale, si predilige lo stoccafisso più magro e sottile, che viene rullato e battuto prima di essere venduto e che va fatto “rinvenire” prima di essere cucinato.

 

PERSONAGGI FAMOSI

·        Henrik Ibsen (1828-1906): il più noto autore drammaturgo norvegese. Visse 4 anni in Italia (Roma, Amalfi, Ischia) dove scrisse il suo più famoso dramma il Peer Gynt, una sorta di gloriosa saga dell’animo popolare norvegese. Altre opere famose sono Casa di Bambola e Spettri che hanno come motivo centrale la lotta tra verità e menzogna nei rapporti umani. Ha anticipato la condizione esistenziale e “il male di vivere” dell’uomo del novecento e per questo ancora oggi i suoi testi colpiscono per la capacità di rispondere alle domande di fondo del nostro tempo.

 

·        Edvard Munch (1863-1944): il più grande pittore norvegese. A lui si devono le decorazioni dell’aula dell’Università di Oslo. Le sue opere sono raccolte nel museo a lui dedicato a Oslo.

·        Edvard Grieg (1843-1907) : v. Capitolo su Bergen

 

·        Fridtjof Nansen (1861-1930): un esploratore polare che divenne famoso per la sua spedizione artica in Groenlandia e per il suo viaggio con l’imbarcazione polare “Fram” nell’Oceano Artico alla quale è stato dedicato un Museo a Oslo.  Egli voleva dimostrare l’esistenza di una corrente che, dalle coste della Siberia, passando vicino al Polo Nord, sboccasse nell’Atlantico. Il Fram giunse dapprima verso NO poi verso sud, uscendo nel mare libero, le Spitzenberg e arrivò a Tromsø. Nel 1922 gli venne assegnato il Premio Nobel per la Pace per il suo aiuto ai profughi della 1 Guerra Mondiale.

 

·        Roald Amundsen (1872-1928): esploratore norvegese che dimostrò la completa navigabilità del passaggio Nord-Ovest per vie diverse da quelle fino ad allora conosciute. Divenne famoso anche per la spedizione al Polo Sud che egli toccò nel 1911. Sorvolò anche il Polo Nord col dirigibile Norge nel 1926 e morì due anni dopo mentre, a bordo di un altro dirigibile, portava soccorso alla spedizione Nobile sul dirigibile Italia.

 

·        Thor Heyerdahl (1914- 2003): zoologo, etnologo e navigatore nel 1947 sulla zattera Kon Tiki (v. Museo a Oslo) attraversò l’Oceano Pacifico nell’intento di dimostrare la possibilità di comunicazioni in epoca precolombiana tra il Sudamerica e le Isole della Polinesia. Alla fine degli anni 60 decise di effettuare una traversata atlantica utilizzando un’imbarcazione di papiro simile a quelle dell’antico Egitto e Mesopotamia per dimostrare la sua teoria secondo la quale la civiltà egizia avrebbe avuto contatti con quella maya e inca. L’imbarcazione, chiamata Ra I, era lunga 12 m ed era costruita con fasci di papiro legati tra di loro senza l’impiego di parti metalliche come chiodi, viti, ecc. La Ra I naufragò e egli effettuò un secondo tentativo con la RA II nel 1970. Questo secondo tentativo ebbe successo ed il RA II, partito dal Marocco dove fu costruita, approdò nelle Barbados dopo 57 giorni di navigazione.

 

L’HURTIGRUTE

 

Tutti i giorni dell’anno, alle 22 in inverno e alle 20 in estate, il battello postale battezzato “Hurtigrute”, cioè “rotta veloce” salpa dal porto di Bergen e inizia il suo viaggio verso il nord che terminerà ben oltre il Circolo Polare Artico, dopo aver percorso in 7 notti e 6 giorni e mezzo 1250 miglia marine e aver toccato 35      porti. Il porto di arrivo è Kirkenes nei pressi del confine con la Russia. E` possibile suddividere il viaggio in tappe.

 

La sua origine si deve alla necessità di far arrivare le grandi quantità di merluzzo pescato e lavorato nelle Isole Lofoten e Vesterålen ai grandi porti commerciali di Trondheim e Bergen. La compagnia di navigazione venne creata nel XIX sec. A Stokmaknes nelle isole Vesteråden. Ben presto, oltre al pesce, le imbarcazioni trasportarono anche altre merci e la posta, da qui il nome Postale. Così nel 1893 Richard With ideò il servizio Hurtigrute che iniziò a compiere regolari scali contribuendo a spezzare l’isolamento di questi arcipelaghi con il resto del paese.

Le navi della flotta Hurtigrute sono attualmente 11 tutte con possibilità di trasporto auto e cabine per i passeggeri.

 

TAPPE:

·        Bergen – Ålesund (3 ore visita)

·        Ålesund – Molde (città delle rose)

·        Molde – Kristiansund

·        Kristiansund – Trondheim (6 ore visita)

·        Trondheim – Bodø  ( si supera il CPA)

·        Bodø – Svolvær (città famosa per la pesca del merluzzo; si vedono le Lofoten)

·        Svolvær – Stokmarknes

·        Stokmarknes – Harstad

·        Harstad – Tromsø (3 ore visita)

·        Tromsø – Hammerfest

·        Hammerfest – Honnigsvåg (prossimità di Capo Nord)

·        Honnigsvåg – Vårdø ( si circumnaviga l’estremità settentrionale dell’Europa)

·        Vårdø – Vadsø (villaggio di pescatori)

·        Vadsø – Kirkenes (città mineraria, a pochi km dal confine russo)

 

FLÅMSBANEN

Linea ferroviaria che collega Flåm a Lærdal: km. 20 di lunghezza, con un dislivello di m 865 e 20 gallerie per un totale di km 6 è unica nel suo genere.  Per poter percorrere un simile dislivello su un tragitto così breve, i binari seguono un percorso a spirale, imboccando gallerie tortuose scavate nella montagna. La pendenza, del tutto eccezionale, ha obbligato a munire le vetture di 5 freni diversi, ognuno in grado di fermare l’intero convoglio.

 

La discesa nella stretta valle di Flåm è un’esperienza unica: ripidi precipizi incassati nelle montagne ricoperte di ghiacciai e nevai e la grandiosa cascata di Kjofossen.  La vista più spettacolare è l’ingresso della galleria di Nåli a 1350 m di altezza: la strada ferrata attraversa 3 ripidi dislivelli, mentre l’antica carreggiata che l’affianca si arrampica in 21 vertiginosi tornanti.

 

La durata del percorso è di soli 50 minuti e nei punti più panoramici il treno rallenta o addirittura si ferma. 

 

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