acropoli
panorama
dall' acropoli
la
plaka
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Atène
Città (748.000
ab.; 3.097.000 ab. l'agglomerato urbano, detto Grande A.), capit. della
Grecia e capol. del nomós dell'Attica. È situata nella sezione
orient. del Paese, al margine di una piana costiera circondata dai monti
Egaleo (Aigáleos),
Parnaso, Pentelico, Imetto e aperta a S sul golfo di Egina, con le
insenature del Pireo e del Falero. La piana, percorsa dai f. Cefiso (Kefisós)
e Ilisso (Ilissós), è interrotta da una serie di colline, fra cui quelle
del Licabetto (277 m), dell'Acropoli (156 m) e dell'Areopago (115 m).
Abitata probabilmente fin dal III millennio a. C., la città deve il suo
sviluppo alla favorevole posizione geografica in una pianura che
permetteva una sufficiente produzione agricola ed era compresa fra il mare
e le montagne; queste ultime, pur agevolando la difesa della città, non
ostacolavano le comunicazioni con il resto della Grecia ed erano inoltre
ricche di pascoli e di materiali da costruzione (marmi del Pentelico e
dell'Imetto, calcari del Licabetto). La città, che aveva per centro
l'Acropoli, si sviluppò a partire dal sec. XV a. C. in varie direzioni .
Intorno ai sec. X-VIII a. C. l'abitato doveva comprendere le colline
dell'Acropoli, della Pnice, delle Ninfe, dell'Areopago e del Museo e
successivamente si estese verso la piana dell'Ilisso. Nel periodo
classico, quando A. contava presumibilmente 70-80.000 ab., l'espansione
della città continuò verso NW con l'Agorá, centro della vita civile e
commerciale, e verso il Pireo (è di quel tempo anche la costruzione
dell'acquedotto di Pisistrato). Con la dominazione romana (specie sotto
Adriano ed Erode Attico), A. si estese a NE dell'Acropoli (città di
Adriano) e a SE fino all'Imetto. Successivamente durante i periodi
bizantino e turco, la città perse gran parte della sua importanza.
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Partenóne
(gr.
Parthenon; lat. Parthenon-onis).
Tempio dedicato ad Atena Parthénos sull'Acropoli di Atene, sorto
sulle fondazioni di un precedente tempio di Atena. Costruito nell'età
di Pericle, tra il 447 e il 438 a. C., a opera dell'architetto Ictino
(soprintendente ai lavori era Callicrate), è un perfetto tempio dorico
periptero in marmo pentelico (69,56´30,87
m) con 8 colonne sulla fronte e 17 sui lati lunghi, in cui sono adottate le più raffinate
correzioni ottiche. Nella cella, divisa in tre navate, era la grande
statua di Atena, in oro e avorio, opera di Fidia, nota dalle fonti
letterarie e da alcune repliche. Allo stesso Fidia e ai suoi aiuti si
deve la decorazione scultorea (oggi in parte al British Museum)
comprendente le 92 metope del fregio dorico (con centauromachia,
amazzonomachia, gigantomachia e Iliupérsis), il fregio continuo
sul muro esterno della cella con la processione delle Panatenaiche, le
sculture dei frontoni raffiguranti la nascita di Atena (a E) e la lotta
tra Atena e Posidone per il possesso dell'Attica (a W). Trasformato in
età cristiana in chiesa (S. Sofia), poi in moschea (1456), il P. fu
squarciato da un'esplosione nell'assedio di Atene di F. Morosini (1687)
e da allora cominciò la spoliazione dei suoi marmi. Il restauro è
stato completato nel 1930 col rialzamento del colonnato N.
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Erettèo
(gr.
Erechthéion), tempio dell'Acropoli di Atene dedicato ad Atena
Poliade e a Posidone Eretteo. Opera dell'architetto Filocle, fu iniziato
nel 421 a. C. e condotto a termine verso il 406 a. C. La costruzione,
armonicamente risolta, è di stile ionico, con celle a differenti livelli
e, sul lato S, l'elegante loggia con cariatidi.
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