25 aprile  Atene

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acropoli 

panorama dall' acropoli

la plaka

Atène

Città (748.000 ab.; 3.097.000 ab. l'agglomerato urbano, detto Grande A.), capit. della Grecia e capol. del nomós dell'Attica. È situata nella sezione orient. del Paese, al margine di una piana costiera circondata dai monti Egaleo (Aigáleos), Parnaso, Pentelico, Imetto e aperta a S sul golfo di Egina, con le insenature del Pireo e del Falero. La piana, percorsa dai f. Cefiso (Kefisós) e Ilisso (Ilissós), è interrotta da una serie di colline, fra cui quelle del Licabetto (277 m), dell'Acropoli (156 m) e dell'Areopago (115 m). Abitata probabilmente fin dal III millennio a. C., la città deve il suo sviluppo alla favorevole posizione geografica in una pianura che permetteva una sufficiente produzione agricola ed era compresa fra il mare e le montagne; queste ultime, pur agevolando la difesa della città, non ostacolavano le comunicazioni con il resto della Grecia ed erano inoltre ricche di pascoli e di materiali da costruzione (marmi del Pentelico e dell'Imetto, calcari del Licabetto). La città, che aveva per centro l'Acropoli, si sviluppò a partire dal sec. XV a. C. in varie direzioni . Intorno ai sec. X-VIII a. C. l'abitato doveva comprendere le colline dell'Acropoli, della Pnice, delle Ninfe, dell'Areopago e del Museo e successivamente si estese verso la piana dell'Ilisso. Nel periodo classico, quando A. contava presumibilmente 70-80.000 ab., l'espansione della città continuò verso NW con l'Agorá, centro della vita civile e commerciale, e verso il Pireo (è di quel tempo anche la costruzione dell'acquedotto di Pisistrato). Con la dominazione romana (specie sotto Adriano ed Erode Attico), A. si estese a NE dell'Acropoli (città di Adriano) e a SE fino all'Imetto. Successivamente durante i periodi bizantino e turco, la città perse gran parte della sua importanza.

 

Partenóne

(gr. Parthenon; lat. Parthenon-onis). Tempio dedicato ad Atena Parthénos sull'Acropoli di Atene, sorto sulle fondazioni di un precedente tempio di Atena. Costruito nell'età di Pericle, tra il 447 e il 438 a. C., a opera dell'architetto Ictino (soprintendente ai lavori era Callicrate), è un perfetto tempio dorico periptero in marmo pentelico (69,56´30,87 m) con 8 colonne sulla fronte  e 17 sui lati lunghi, in cui sono adottate le più raffinate correzioni ottiche. Nella cella, divisa in tre navate, era la grande statua di Atena, in oro e avorio, opera di Fidia, nota dalle fonti letterarie e da alcune repliche. Allo stesso Fidia e ai suoi aiuti si deve la decorazione scultorea (oggi in parte al British Museum) comprendente le 92 metope del fregio dorico (con centauromachia, amazzonomachia, gigantomachia e Iliupérsis), il fregio continuo sul muro esterno della cella con la processione delle Panatenaiche, le sculture dei frontoni raffiguranti la nascita di Atena (a E) e la lotta tra Atena e Posidone per il possesso dell'Attica (a W). Trasformato in età cristiana in chiesa (S. Sofia), poi in moschea (1456), il P. fu squarciato da un'esplosione nell'assedio di Atene di F. Morosini (1687) e da allora cominciò la spoliazione dei suoi marmi. Il restauro è stato completato nel 1930 col rialzamento del colonnato N. 

Erettèo 

(gr. Erechthéion), tempio dell'Acropoli di Atene dedicato ad Atena Poliade e a Posidone Eretteo. Opera dell'architetto Filocle, fu iniziato nel 421 a. C. e condotto a termine verso il 406 a. C. La costruzione, armonicamente risolta, è di stile ionico, con celle a differenti livelli e, sul lato S, l'elegante loggia con cariatidi.

teatro

tempio di Zeus

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