Queste parole, del tutto prive di incertezze, sono tratte dall'opuscolo Il nome divino che durerà per sempre, edito dalla "Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova", a p. 27. Secondo quanto vi si legge, la Traduzione del Nuovo Mondo - la Bibbia dei Testimoni di Geova (TNM) -, 'ripristinerebbe coraggiosamente il nome divino'. La parola "ripristinare" vuol dire letteralmente "riportare allo stato primitivo". L'uso di tale verbo farebbe quindi pensare che il Corpo Direttivo (CD) dell'organizzazione abbia tradotto la propria versione della Bibbia ricalcando fedelmente i testi redatti dagli apostoli e dagli altri cristiani del primo secolo d. C. e che in questi loro scritti vi sia riportato il nome Geova per ben 237 volte. È un fatto risaputo comunque che gli originali scritti cristiani, dal vangelo di Matteo al libro dell'Apocalisse, sono andati perduti e che le traduzioni bibliche attuali si basano su manoscritti posteriori. Quindi le fonti di cui disponiamo sono manoscritti ricopiati dagli originali. Questo è un fatto ammesso anche dalla Società Torre di Guardia; infatti, sempre nel medesimo opuscolo, alle pagine 23 e 24, si legge:
Si dovrebbe comunque poter concludere, secondo quanto afferma la Società, che i più antichi manoscritti del Nuovo Testamento riportino il nome Geova. Ma le cose stanno davvero così? Assolutamente no. La verità è che in nessuno di questi manoscritti compare tale nome, ma vi si trova solo e soltanto il termine "Signore". Anche questo viene riconosciuto dalla Società:
Quindi, per sua stessa ammissione, la Società Torre di Guardia riconosce che il nome Geova non si trova nei manoscritti del Nuovo Testamento. Ma allora perché perché lo hanno inserito per ben 237 volte nella TNM? Secondo il Geovismo «i cristiani apostati del II e del III secolo [tolsero il nome] nel ricopiare i manoscritti greci della Bibbia e non lo adoperarono quando tradussero la Bibbia in altre lingue» (pag. 27). Con tali parole il Corpo Direttivo rivolge ai cristiani del II° e III° l'accusa di apostasia. Ma è credibile che degli uomini timorati di Dio, prima abbiano alterato la Sua Parola, commettendo un grave peccato, e poi abbiano sofferto e siano morti per essa? Tutto ciò sarebbe davvero illogico e paradossale. Si tratta chiaramente di accuse insostenibili, sia dal punto di vista biblico che storico. L'opuscolo in cui sono state espresse queste gravi accuse venne pubblicato nel 1984; cinque anni dopo, in una pubblicazione dal titolo La Bibbia: Parola di Dio o dell'uomo?, leggiamo delle affermazioni nettamente contrastanti. Ecco come la Società espresse il suo elogio nei confronti dei cristiani dei primi secoli (il grassetto è mio):
In cinque anni, quei primi cristiani, da apostati sono stati quindi elevati a custodi della Bibbia, un cambiamento di opinione da parte del CD davvero molto benevolo ma che rimane comunque contraddittorio. Mettendo a confronto queste due opinioni, infatti, non possiamo che concludere che una di esse è falsa: i primi cristiani o erano custodi o erano apostati falsificatori della Bibbia! Senza alcuna ombra di dubbio possiamo affermare che è falsa l'accusa di apostasia. Perché la Torre di Guardia ha voluto esprimere simili accuse? La risposta è che, pur di giustificare la presenza del nome "Geova" nel Nuovo Testamento, non si sono risparmiati nemmeno coloro che con fede e devozione hanno fatto pervenire a noi le Sacre Scritture. Anzi, leggendo la Traduzione del Nuovo Mondo, si può dire che i veri apostati sono proprio coloro che hanno tradotto e pubblicato questa traduzione, dato che essa si discosta notevolmente dai testi originali. Che possano, a questo proposito, i testimoni di Geova riflettere e meditare sulle parole di 2 Corinzi 4:2: «Al contrario, rifiutando le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma annunziando apertamente la verità, ci presentiamo davanti a ogni coscienza, al cospetto di Dio» (CEI). La Società dei TdG riconosce l'estrema la meticolosità, attenzione e cura che vennero adottate dai primi cristiani nel ricopiare gli scritti originali:
Se l'uso del nome divino - come affermano i Testimoni - è essenziale per la salvezza ed è una delle verità fondamentali alle quali bisogna credere, come mai Dio avrebbe permesso che scomparisse dagli antichi manoscritti? Se Dio ha preservato la Sua parola dalla corruzione e dalla contaminazione (come si legge nelle frasi succitate), facendo in modo che arrivasse a noi sostanzialmente come fu scritta, perché non si trova traccia alcuna nei manoscritti del Nuovo Testamento del nome Geova? Se tale supposta alterazione fu opera di scribi disonesti ed apostati, che sostituirono il tetragramma (JHWH) con il titolo Signore - come sostengono i Testimoni - come mai Dio non avrebbe impedito questa grave alterazione? Se le cose stanno in questo modo, che fiducia possiamo avere che non siano state cambiate anche altre parti essenziali e fondamentali della Scrittura? Riassumendo tutto quello che abbiamo considerato finora possiamo arrivare a due conclusioni certe:
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Sorge quindi spontanea la domanda: con quale autorità il CD si è permesso di inserire il nome Geova per ben 237 volte nel Nuovo Testamento? Sempre l'opuscolo Il nome divino che durerà per sempre, a pag. 26, risponde:
Avete letto bene? Il CD si è arrogato il diritto di modificare la Parola Di Dio, sostituendo Kyrios (Signore), con Geova, 'dimenticandosi' delle parole che si trovano in Apocalisse 22:18,19: «Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell'albero della vita e della santa città che sono descritti in questo libro» (Nuova Riveduta). Per giustificare tale inserimento ("ripristino"), non disponendo di manoscritti che lo autorizzino, la Società si è appoggiata all'"autorità" di alcune traduzioni ebraiche del Nuovo Testamento. Ecco cosa si legge al pag. 1567 della TNM con riferimenti, al sottotitolo "Ripristino del Nome Divino":
Il fatto che in traduzioni del NT (o di parti d'esso) dal greco all'ebraico alcuni studiosi abbiano inserito il tetragramma in alcuni luoghi dove compare il termine greco Kyrios, non dimostra assolutamente che il "nome divino" fosse riportato anche negli scritti originali! Semplicemente questi traduttori inserirono nel testo - di loro iniziativa, senza avere il sostegno di alcun manoscritto greco del NT - le quattro consonanti ebraiche JHWH per rendere il greco Kyrios. Si noti che gli ebrei ortodossi leggono Signore quando trovano il tetragramma nel testo, seguendo la vocalizzazione dei Masoreti i quali apposero alle consonanti JHWH le vocali della parola Adonaj o Elohim quando precedeva Adonaj, per significare che bisognava pronunciare uno dei due altri nomi. Citare questi traduttori quindi non rende in alcun modo legittimo l'inserimento del nome Geova nel NT da parte della Società Torre di Guardia. La Watch Tower, ogni volta che nella sua traduzione delle Scritture Cristiane "ripristina" il nome Geova, nelle note in calce cita le summenzionate versioni ebraiche per "giustificare" tale inserimento. Ecco un esempio tratto dal vangelo di Matteo, cap. 1 versetto 20; nella TNM in questo passo si legge:
L'asterisco rimanda alla nota in calce che recita:
Quindi, non potendo disporre dell'autorità degli antichi manoscritti, la Società si è appoggiata a delle traduzioni ebraiche del NT, la più antica delle quali risale solo al 1555! Ma, come dicevamo, nessun antico manoscritto greco del Nuovo Testamento riporta il "nome divino" nella forma Geova o in qualche suo equivalente. La Società si dimostra poi incoerente nell'applicare la regola di citare traduzioni ebraiche. Quando, infatti, queste traduzioni sono in contrasto con la sua "teologia", le note in calce rimangono stranamente mute. Per esempio, in Ebrei 1:10-12 si legge nella TNM (il grassetto è aggiunto):
Perché non vi è alcuna nota in calce che rimanda alle traduzioni ebraiche di questo passo? Non vi è alcun dubbio che qui si stia parlando di JHWH, il Creatore del mondo. Il silenzio della nota e la mancanza del "ripristino" del nome Geova in questo versetto dipende semplicemente dal fatto che qui lo scrittore ispirato si sta riferendo al Figlio di Dio: sarebbe molto contrastante con le dottrine dei TdG chiamare il Figlio di Dio Geova... Lo stesso accade nel cap. 3 versetto 15 della prima lettera di Pietro:
L'asterisco rimanda alla nota che dice: «"Il Cristo come Signore", [ALEF] ABC, TR, "il Signore Dio"; J7,8,11-14,16,17,24, "Geova Dio"». I simboli [ALEF] ABC, TR stanno rispettivamente ad indicare: Alef: il Codice Sinaitico, manoscritto greco (gr) del IV sec. d.C.; A: Codice Alessandrino, gr., V sec. d.C; B: Ms. Vaticano 1209, gr., IV sec. d.C.; C: Codice Ephraemi rescriptus, gr., V sec.d.C.; TR: Textus receptus (Testo comunemente accettato), Scr. Gr., di R. Estienne (Stefano), 1550. I simboli J7,8,11-14,16,17,24, indicano invece quelle traduzioni ebraiche che in questo passo hanno inserito il tetragramma al posto di Kyrios. Anche in questo caso la Watch Tower si dimostra incoerente e contraddittoria, infatti anziché seguire come al solito l'esempio delle traduzioni ebraiche, come ha fatto per 237 volte, qui si attiene ai manoscritti greci che contengono la parola "Signore" (Kyrios). Perché questa incoerenza? Semplicemente per evitare di far dire all'apostolo che bisogna santificare il Cristo come Geova, attribuendo quindi al Signore Gesù lo stesso nome che nel Vecchio Testamento viene usato per il Padre. Un altro esempio, Filippesi 2:10-11(il grassetto è aggiunto):
Cosa dicono le traduzioni ebraiche di questo passo? Quale parola usano al posto del titolo "Signore"? La nota in calce della TNM è anche qui insolitamente muta. Questi sono alcuni esempi che dimostrano come la Bibbia possa essere tradotta seguendo ragionamenti che si alternano a seconda della propria convenienza e del proprio credo religioso, e nel fare ciò la Società Torre di Guardia è vera maestra: il "ripristino del nome divino" nella TNM non è un caso isolato, esistono, infatti, molti altri versetti rimaneggiati e resi conformi alle dottrine del CD. Il Corpo Direttivo, per paura che i suoi adepti possano venire a conoscenza di questi fatti, rivolge durissime accuse contro gli "apostati" e le persone che esaminano criticamente la TNM:
Con queste parole si vorrebbe far credere che un testimone di Geova potrebbe servirsi, senza nessun problema, di una Bibbia diversa dalla Traduzione del Nuovo Mondo. Se questo fosse vero, perché alla prossima adunanza, tu che sei testimone di Geova, non provi a consultare regolarmente un'altra traduzione durante l'adunanza di servizio o durante la Scuola di Ministero Teocratico? Oppure mentre pronunci un discorso dal podio? O, ancora, quando esci nell'opera di predicazione? Se un TdG si permettesse di fare una cosa del genere sarebbe guardato con occhio critico dai suoi fratelli e, soprattutto, verrebbe ripreso dagli "anziani", i quali gli chiederebbero come mai usa un'altra traduzione biblica e gli porrebbero mille domande, come se stesse per cadere nell'"apostasia". Nella Torre di Guardia succitata abbiamo letto le accuse del Corpo Direttivo nei confronti degli "apostati", secondo cui essi screditerebbero indebitamente e senza validi motivi la Traduzione del Nuovo Mondo. Però, nel libro "Tutta la scrittura è ispirata da Dio", a pag. 324, si legge:
In conclusione, se è la Società Torre di Guardia a criticare le altre traduzioni, lo fa solo per difendere "le sacre verità che Geova ha fatto scrivere nella sua Parola"; se sono gli altri a criticare la loro Traduzione del Nuovo Mondo, questi vengono definiti "apostati che operano slealmente come agenti di Satana per minare la fede dei membri più nuovi della congregazione cristiana". Altra pagina sullo stesso argomento: |