Test di verifica sulle
Sette con Controllo Mentale degli adepti

Questo test ha lo scopo di aiutare a riconoscere elementi di controllo mentale all'interno di qualsiasi gruppo o movimento di cui facciate parte o ai quali vi siete avvicinati, o che comunque vi appaia “sospetto”. Ma non è l'unico modo di usarlo: è costruito in modo che voi possiate anche soltanto leggerlo per rendervi conto di quali siano i principali aspetti che fanno di un gruppo religioso, culturale o psicoterapeutico una SeCoM. Nel caso dell'uso come test, è ovvio che le risposte avranno un senso diverso a seconda del grado di coinvolgimento nel gruppo stesso da parte di chi risponde, e ciò sarà tanto più evidente se il gruppo è effettivamente una SeCoM. La sezione I in particolare presenta alcune domande riservate a chi è già membro di un gruppo. Non c'è, come potete vedere, un punteggio come nei test delle riviste commerciali: “con X punti leggete il responso Y…” Ovvero: non c'è una soglia precisa oltre la quale siete a contatto con una SeCoM, in quanto ogni SeCoM privilegia di norma solo alcuni dei sistemi di controllo della mente, e con intensità molto diverse; quello che è importante quindi non sono i singoli elementi ma l'impatto complessivo sui membri e sulle loro autonome capacità di esaminare la realtà, di prendere decisioni in genere e soprattutto decisioni in merito al gruppo stesso. È chiaro quindi che in questo test il “punteggio ideale” è il più possibile vicino a zero.

Definizioni preliminari

Gruppo: intendiamo col termine qualsiasi movimento religioso e non, organizzazione, associazione, sistema di relazioni o di vendita organizzate che possa comunque rientrare nelle definizioni date nelle pagine precedenti (link esterno).

Leader: in senso stretto indica la figura centrale, la figura-guida di solito carismatica di un gruppo; in senso lato indica qualunque membro che abbia un ruolo di guida rispetto ad altri membri, i quali a loro volta possono rivestire tale ruolo rispetto ad altri secondo una struttura piramidale ramificata e gerarchica di questi tipo:

I
/  \
/ \  / \
/\ /\ /\ /\

dove I è la figura centrale alla quale fanno riferimento due o più figure di secondo livello, a ciascuna delle quali fanno riferimento altre figure di livello ancora inferiore etc.

Dottrina: in generale (e non solo in senso religioso) indica quel corpo più o meno vasto di idee, scopi, visioni del mondo e dell'uomo che costituiscono la struttura cognitiva del gruppo.

Sezione I - Domande introduttive
(N.B. : le domande 5, 6, 7, 10, 15 sono evidentemente destinate a chi è già membro del gruppo esaminato).

1. Le informazioni sul gruppo di cui disponi provengono esclusivamente dal gruppo stesso? [ ] Si [ ] No
2. Conosci esattamente la storia, la formazione culturale e le azioni del leader? [ ] Si [ ] No
3. Senti qualche tipo di pressione ad accettare incondizionatamente il gruppo, il leader o le sue idee? [ ] Si [ ] No
4. Fare domande su aspetti non chiari del gruppo, del leader o della dottrina ti crea qualche disagio? [ ] Si [ ] No
5. Hai mai contattato ex appartenenti al gruppo per sapere direttamente da loro i motivi del loro abbandono o altre informazioni sul gruppo?
[ ] Si [ ] No
6. Se hai risposto “Si” alla domanda precedente e hai effettivamente parlato con ex membri, in seguito:

[ ] a) Sei stato contattato da membri che ti hanno chiesto di riferir loro quanto hai appreso.
[ ] b) Non è cambiato nulla.
[ ] c) Sei stato oggetto di una quantità insolita di visite e/o telefonate da parte di membri.

7. Se hai risposto “No” alla domanda 5: non hai parlato con ex membri perché:

[ ] a) Non ne esistono o comunque non hai oggettivamente la possibilità di entrare in contatto con loro.
[ ] b) Temi di non riuscire a discernere la veridicità di quanto essi affermano.
[ ] c) Temi che quanto verresti a sapere potrebbe minare la tua adesione al gruppo.
[ ] d) Temi di incorrere in punizioni o giudizi negativi da parte del gruppo.

8. È richiesta obbedienza assoluta o sottomissione? [ ] Si [ ] No
9. Il leader ha precedenti penali? [ ] Si [ ] No
10. Se è accaduto che il leader sia stato accusato di reati o cattiva condotta, sia pur in assenza di prove, tu:

[ ] a) Hai appreso dal gruppo che si trattava di semplici calunnie e non hai indagato oltre.
[ ] b) Hai cercato di identificare la fonte di tali accuse e di saggiarne l'affidabilità in modo autonomo.

11. Il leader evidenzia un tenore di vita lussuoso, possiede grosse auto e residenze, e nello stesso tempo predica la virtù della rinuncia ai beni terreni?
[ ] Si [ ] No
12. Avverti qualsiasi tipo di pressioni a proposito del portare nuovi adepti al gruppo? [ ] Si [ ] No
13. Il gruppo ritiene che l'uso di tecniche psicologiche e persuasive allo scopo di trovare nuovi adepti sia:

[ ] a) Da evitarsi.
[ ] b) Legittimo se è per il bene del possibile nuovo adepto.
[ ] c) Sempre legittimo.

14. Ci sono insegnamenti, pubblicazioni o forme di riunione distinti tra “per tutti” e “solo per membri”? [ ] Si [ ] No
15. Se non l'hai già fatto, chiedi al responsabile della contabilità di prendere visione dei documenti che illustrano l'utilizzo dei fondi del gruppo. Come si è svolta la cosa?

[ ] a) Non ha senso chiedere di vedere i bilanci perché un buon membro dovrebbe avere piena fiducia nell'organizzazione.
[ ] b) Ho potuto vedere i documenti richiesti, ma mi è stato fatto notare che la mia lealtà/fede/fiducia sono deboli.
[ ] c) Non ho dovuto chiedere perché i bilanci sono pubblicati in spazi pubblici.
[ ] d) A richiesta mi sono stati mostrati tutti i documenti senza resistenze o recriminazioni.
[ ] e) Nonostante la richiesta, non sono riuscito a prendere visione di tutti i documenti contabili.

16. Nel caso si verifichino gravi errori, o abusi, o ingiustizie all'interno del gruppo, esiste qualche tipo di “Comitato etico” o comunque una struttura indipendente che possa intervenire sanzionando o correggendo? [ ] Si [ ] No
17. La struttura della leadership è di tipo piramidale-ramificato gerarchico (vedi definizione di “leader”) [ ] Si [ ] No


Risposte a rischio nella sez. I:
1. Si
2. No
3. Si
4. Si
5. No
6. (a); (c)
7. (b); (c); (d)
8. Si
9. Si
10. (a)
11. Si
12. Si
13. (b); (c)
14. Si
15. (a); (b); (e)
16. No
17.Si


Sezione II - Controllo del comportamento

1. In tutti o in alcuni dei seguenti aspetti del comportamento l'essere membro è del tutto vincolato al rispetto di prescrizioni da parte del gruppo o di un componente della leadership.

[  ] Dove e come vivere, con chi vivere, chi frequentare.
[ ] Come vestirsi, pettinarsi, etc.
[ ] Quanto, cosa mangiare o evitare di mangiare.
[ ] Il tempo da destinare al sonno.
[ ] Il tempo da destinare al divertimento, alle vacanze, ad attività libere e personali.

[ ] 2. È richiesto un consistente impegno di tempo per incontri dove vengono esposte le dottrine del gruppo o si tengono rituali collettivi.
[ ] 3. Nel caso un membro debba prendere importanti decisioni personali, deve chiedere il consenso a qualche rappresentante del gruppo.
[ ] 4. È richiesto il riferire sentimenti, attività, pensieri ai superiori.
[ ] 5. Esistono ricompense e punizioni per i membri a seconda che si conformino o meno ai comportamenti ritenuti “corretti”.
[ ] 6. Nelle idee o dottrine del gruppo viene fortemente scoraggiato l'individualismo a favore di agire, pensare e sentire collettivi.
[ ] 7. Ci sono regole e controlli rigidi.
[ ] 8. È richiesta obbedienza e dipendenza da parte dei membri.

Sezione III - Controllo dell'informazione

[ ] 9. Nel gruppo certe informazioni non vengono deliberatamente rese pubbliche.
[ ] 10. Nel gruppo certe informazioni vengono modificate per renderle meglio accettabili dai membri.
[ ] 11. Nel gruppo accade che si menta apertamente.
[ ] 12. È scoraggiata, destituita di importanza o impedita la lettura di quotidiani, riviste, libri, o l'ascolto di radio e televisione.
[ ] 13. Tutte le informazioni critiche o sfavorevoli al gruppo vengono sistematicamente etichettate come calunnie, attacchi causati dall'invidia o altre ragioni che di fatto le screditano completamente.
[ ] 14. Il contatto tra membri ed ex-membri è apertamente o implicitamente scoraggiato.
[ ] 15. Le informazioni provenienti da coloro che hanno lasciato il gruppo vengono etichettate negativamente in modo da privarle di credibilità.
[ ] 16. Non tutte le informazioni sono liberamente accessibili a qualunque membro.
[ ] 17. Le informazioni che vengono divulgate variano a seconda del livello gerarchico dei membri.
[ ] 18. I livelli gerarchici superiori decidono chi “ha bisogno” di sapere che cosa.
[ ] 19. Si tende a incoraggiare strette frequentazioni, quasi coppie fisse tra un membro “fidato” e altri che si vuole controllare.
[ ] 20. Si riferiscono abitualmente ai gradi superiori della leadership pensieri, sentimenti e azioni non conformi o devianti di altri membri.
[ ] 21. Si tengono riunioni ristrette dove si parla di fatti personali di altri membri non ammessi o comunque non presenti alle riunioni stesse.
[ ] 22. Il gruppo produce in proprio molto materiale informativo e di studio (riviste, libri, newletters, videotapes, audiocassette o altro) la cui lettura è fortemente incoraggiata.
[ ] 23. Allo scopo di creare un falso senso di scientificità, e/o oggettività e/o pluralismo, il suddetto materiale contiene frasi, citazioni, affermazioni provenienti da fonti esterne al gruppo; ma tali citazioni risultano prive di informazioni sul loro contesto originale, e quindi non si è certi che il loro senso sia stato mantenuto.
[ ] 24. Azioni negative o riprovevoli rivelate in modo riservato da membro a membro vengono poi divulgate allo scopo di abolire i confini dell'identità personale.
[ ] 25. Azioni negative o riprovevoli rivelate in modo riservato da membro a membro vengono poi utilizzate per manipolare il comportamento individuale, spesso negando perdono o assoluzioni.
[ ] 26. In qualsiasi comunicazione tra membri, specialmente se effettuate in riunioni numerose, è consigliato o anche obbligatorio attenersi a citazioni da scritti prodotti dal gruppo, mentre elaborazioni personali sono scoraggiate o anche proibite.
[ ] 27. Voci critiche all'interno del gruppo non sono apertamente rifiutate, ma vengono neutralizzate secondo vari sistemi:

- screditandone gli autori etichettandoli come “cattivi membri”, “indemoniati”, psichicamente instabili, etc.
- blandendone in privato gli autori, assicurandoli che le loro idee sono in qualche modo previste nel futuro del gruppo, ma sconsigliandoli  di esporle pubblicamente in quanto i membri “non sono pronti”.
- ammettendo la legittimità della critica ma ridirigendola abilmente non più sul gruppo ma su singoli “membri che sbagliano”.
- permettendone una diffusione esclusivamente orale, sempre manipolabile, e impedendone qualsiasi manifestazione scritta.

Sezione IV - Controllo del pensiero

[ ] 28. Vengono esercitate pressioni sia esplicite che implicite affinché i membri apprendano bene le dottrine del gruppo e le interiorizzino come Verità.
[ ] 29. Le interpretazioni della realtà contenute nelle dottrine stesse vengono presentate come la Realtà stessa.
[ ] 30. Tali interpretazioni sono contraddistinte da una forma di pensiero bianco/nero o tutto/niente (alternative secche tra due poli, quali essi siano).
[ ] 31. Assumono particolare importanza le distinzioni tra Bene e Male e tra Noi (membri) e Loro (gli altri).
[ ] 32. Apparentemente i membri si esprimono con frasi stereotipate; più profondamente si può osservare che qualunque problema anche complesso viene come “compresso” dentro cliché verbali che anziché favorire la riflessione, l'analisi critica, servono piuttosto a bloccarla e a semplificarla, col risultato, visto dall'esterno, di rendere la comunicazione piatta, banale e scarsamente significativa. Un esempio: un membro esprime qualsivoglia preoccupazione e gli viene risposto “sei preda dell'attacco del demonio”; e la cosa si ferma lì.
[ ] 33. Si viene incoraggiati soltanto nei propri pensieri “buoni”, “appropriati”, “corretti”. Tali pensieri sono spesso presentati come soluzioni sicure per ogni tipo di problema.
[ ] 34. Si tende a minimizzare l'importanza dell'analisi razionale e del pensiero critico, e ad etichettare in modo negativo ogni ricorso ad esse.
[ ] 35. Vengono largamente utilizzate tecniche per sospendere il pensiero (considerato “negativo”) e per sospendere i propri criteri di prova di realtà a favore di un affidamento a pensieri “positivi”; tali tecniche di norma derivano da nobili e legittime discipline o tradizioni, ma ne viene distorto l'utilizzo sia qualitativamente che quantitativamente. Alcuni esempi:

- Uso esteso del cosiddetto Wishful Thinking, che letteralmente significa: credere vera una cosa solo perché la si desidera fortemente.
- Uso esteso della salmodia: recitazione ripetuta di formule, mantra, anche slogan.
- Tecniche di meditazione.
- Preghiera.
- Canto collettivo.

[ ] 36. Nessuna questione critica sul leader, sulla dottrina, sulla politica del gruppo sembra essere legittima.
[ ] 37. Tutte le persone esterne al gruppo, che credano in qualcos'altro o in nulla, sono viste come persone che “si stanno perdendo” qualcosa della vita che i membri invece hanno. Dunque l'unico modo per far sì che anche loro possano realizzare ciò è di potersi unire al gruppo stesso.
[ ] 38. Tutti gli altri sistemi di fede o pensiero (perfino se simili!) sono presentati come dannosi e/o demoniaci.
[ ] 39. I leader possiedono o padroneggiano (meglio di altri membri) tecniche verbali (vedi n° 32) e/o schemi di pensiero (vedi n°41 ed anche la sez. VI) grazie a cui, di fronte a qualsiasi domanda, accusa o problema, escono sempre e comunque vincitori.


Sezione V - Controllo delle emozioni

[ ] 40. In generale, viene manipolata e ristretta la gamma delle emozioni che le persone possono provare.
[ ] 41. Eccessiva sollecitazione del senso di colpa secondo vari sistemi:

- I membri sono portati a sentirsi come se, qualsiasi problema o fallimento di verifichi, sia sempre comunque colpa loro, mai del leader, del gruppo, etc.
- Si applicano in modo esteso e strumentale osservazioni del tipo: “non sta vivendo al massimo del suo potenziale”, “è a causa della tua scarsa fede che ti sei ammalato / che hai avuto un incidente / etc.”, “la sua famiglia lo limita molto”, “se non avete prosperità negli affari non siete buoni membri”, “un buon membro non farebbe mai…”etc.
- Determinati sentimenti, azioni o emozioni, spesso assai comuni e non manifestamente esecrabili, sono etichettati negativamente tanto da far sorgere nei membri sensi di colpa per essi.

[  ] 42. Attraverso vari etichettamenti e messaggi si crea nei membri un senso di paura:

- di pensare in modo autonomo;
- del mondo esterno (al gruppo);
- dei nemici (del gruppo);
- di perdere la propria “salvezza”, “illuminazione”, etc.
- di non riuscire più a realizzare ciò che si desidera;
- di abbandonare il gruppo o di essere evitati o allontanati da esso;
- di essere disapprovati.

[ ] 43. Creazione deliberata di violenti alti e bassi emotivi nei membri.
[ ] 44. Uso di confessioni rituali e spesso pubbliche dei propri “peccati” o colpe.
[ ] 45. La dottrina del gruppo contiene forti elementi fobici: si inducono nei membri paure irrazionali rispetto al lasciare il gruppo, o perfino al solo mettere in discussione la figura del leader.
[ ] 46. La persona soggetta a controllo mentale non è in grado di immaginare alcun futuro realizzato o positivo se non restando nel gruppo. Ciò è ottenuto mediante l'induzione di paure, l'adozione di comportamenti o vari tipi di etichettamento:

- non è possibile alcuna felicità o realizzazione al di fuori del gruppo;
- coloro che lasciano il gruppo vanno incontro a conseguenze estremamente negative: “inferno”, “possesso del demonio”, “malattie incurabili”, “incidenti”, “suicidio”, “pazzia”, “depressione cronica”, “10.000 reincarnazioni”, etc.
- coloro che lasciano il gruppo vengono da quel momento evitati e viene chiusa ogni comunicazione con loro;
- non esiste assolutamente nessun motivo legittimo per abbandonare il gruppo; dal punto di vista del gruppo, chi lascia è: “debole”, “indisciplinato”, “incapace di spiritualità”, “egoista”, “condizionato dalla famiglia, dal partner etc.”, “troppo interessato al denaro”, “sotto stress”, “sedotto dal sesso, dalla fama, da…”.

Sezione VI - Elementi ricorrenti nella dottrina

Premessa: data la grande varietà dei gruppi che possono essere classificati come SeCoM, non si possono delineare molti tratti comuni tra le loro dottrine. Esistono però elementi ricorrenti, di solito coinvolti nelle funzioni di controllo mentale. Li riportiamo schematicamente in questa sezione, facendo presente che alcuni di essi sono stati già evidenziati nelle sezioni precedenti. Un'osservazione preliminare: molti di questi elementi, che ad una lettura superficiale possono apparire paradossali, ricalcano in realtà il funzionamento dei cosiddetti “meccanismi di difesa”; tali meccanismi non sono di per sé patologici, in quanto ogni individuo li utilizza inconsciamente per una buona gestione del proprio mondo interiore. Ma per l'individuo, così come per le sette a controllo mentale, l'uso dei meccanismi di difesa è talmente massiccio da sostituirsi progressivamente alla realtà.

- Enunciazione di conseguenze negative per chi lascia il gruppo.
- Deresponsabilizzazione totale del gruppo e della sua leadership da ogni problema, che è sempre causato dai singoli membri, ossia da loro errate percezioni, azioni, pensieri, sentimenti.
- Esiste un'Unica Via e questa è posseduta dal gruppo e/o incarnata dalla sua dottrina. Via verso cosa? Salvezza, Illuminazione, Successo, Autorealizzazione, Ricchezza, Migliori Relazioni Umane, etc. etc…
- Chi cammina su questa Unica Via possiede “una marcia in più” rispetto a chiunque altro, dunque portare sulla stessa via quante più persone possibile è etichettato come atto di bontà, compassione, altruismo, etc.
- Presenza di strutture cognitive che permettano di razionalizzare fatti che costituiscono “apparenti” contraddizioni (purtroppo invece reali!) col principio precedente, ad esempio un membro povero, sfortunato o disoccupato che vede un non membro ricco, fortunato e realizzato! Tali strutture cognitive possono far leva su vari aspetti, tra i quali citerei:

- volgarizzazioni della legge del Karma, del Destino, etc.
- invito alla negazione del fatto stesso etichettandolo come “attacco demoniaco”;
- altri elementi dottrinali che spingono comunque verso la negazione del fatto estendendone artificiosamente la portata e la prospettiva temporale, e generando senso di colpa per il proprio dubitare, come ad esempio: “un buon membro non vede le cose secondo una prospettiva così limitata… adesso lui è ricco e tu no, ma nel futuro lui finirà male e tu diventerai incredibilmente realizzato e/o felice e/o nel regno dei cieli, etc.”

- Il sistema dottrinale è di norma complesso, articolato, e costellato di contraddizioni. Può apparire paradossale, ma, come osserva Margaret Singer, sono proprio questi elementi (complessità e contraddizioni) a rendere più efficace il sistema stesso. Personalmente aggiungerei, a conferma di questo, che tali elementi sono il terreno di coltura più adatto per tutti i meccanismi di difesa che l'adepto deve mettere in atto per riuscire a far quadrare la realtà esterna (se ne è ancora a contatto) col sistema dottrinale stesso. Uno dei meccanismi principali, secondo vari studi (Ash, Langone, Singer, etc.) è la dissociazione: tra le proprie emozioni penose e la loro origine, tra i propri insuccessi e le loro cause, tra il proprio Sé “prima” della setta (etichettato in negativo) e il proprio Sé “nella” setta (etichettato positivamente anche a dispetto di vissuti penosi). Da queste dissociazioni deriva un crescente bisogno del rinforzo e dell'incoraggiamento da parte del gruppo stesso, il che crea le basi per nuove dissociazioni. Il risultato di questo processo, secondo M. Langone, è una persona che proclama grande felicità ma nasconde una grande sofferenza. Egli riferisce una esperienza comune nei dialoghi tra ex membri: ciascuno di loro scopre con stupore che anche gli altri suoi compagni erano degli “infelici sorridenti”, che tacevano questo loro vissuto credendo di essere gli unici a sentirsi così male là dentro…
- Forte accento su sistemi di ricompensa/punizione per rinforzare l'apprendimento e l'uniformarsi alla dottrina stessa. Tali sistemi di ricompensa/punizione tendono gradualmente a sostituire i precedenti sistemi di valori dei membri.
- De-valorizzazione di ogni pensiero critico, analisi razionale, specialmente se attuati in autonomia dal singolo; accento posto sulla debolezza delle capacità di giudizio del singolo, che viene sempre più incoraggiato ad attingere a fonti di “saggezza superiore” accessibili solo applicando la dottrina del gruppo.
- Deformazione della prospettiva temporale attraverso la rappresentazione ossessiva di “scadenze” o “punti di svolta epocali” posti in un futuro spesso anche abbastanza vicino. Talvolta si raggiunge il ridicolo posticipando tali date progressivamente attraverso razionalizzazioni assai ardite (ma non agli occhi degli adepti, evidentemente). Un esempio: William Miller, predicatore, aveva convinto molti adepti che Cristo sarebbe tornato sulla terra il 22 ottobre 1844. Naturalmente non accadde nulla, ma questi, uomo in definitiva onesto, ammise l'errore, si scusò pubblicamente, e non predicò più. Peccato che una sua seguace, Ellen G. White, piuttosto che accettare la cosa operò una ardita razionalizzazione sui motivi che avevano spinto Cristo a non tornare quel giorno, e da lì ebbe poi origine la Chiesa Avventista del Settimo Giorno.


Il test termina qui, ma è forse opportuno un ulteriore invito alla riflessione. Quanti più aspetti avete trovato congruenti con le definizioni date, tanto più è probabile che siate a contatto con una SeCoM, e tanto più capace di mettere a rischio la vostra autonomia decisionale per voi stessi, le vostre famiglie e il vostro ambiente di lavoro.
Il test non pretende di vaticinare in modo assolutamente neutrale e scientifico quali siano gli intenti del gruppo che avete sottoposto alla verifica; ma, essendo il frutto di una sintesi tra numerose ricerche fra loro indipendenti, svolte in paesi diversi e distanziate tra loro anche di decenni, esso coglie sicuramente gran parte delle questioni cruciali riguardanti le SeCoM.
Occorre tenere presente che il confine tra sette innocue e SeCoM non è assolutamente netto. Da un lato qualsiasi gruppo ricorre ad alcuni (ma solo alcuni!) dei metodi che qui trovate elencati per mantenere coesione e fiducia al suo interno. Dall'altro la presenza di elementi di controllo del comportamento fisico, come l'allontanamento dalla famiglia, l'obbligo di cedere i propri averi al gruppo o di fare proselitismo per le strade possono condurre a esiti disastrosi. Tra i due estremi ci sono molte sfumature, che però il test vi mette in grado di soppesare, prima di decidere di affiliarvi o di uscirne. Comunque la pensiate, tenete conto di due fattori decisivi:

1. se dopo un certo tempo dall'affiliazione vi accorgete che gli scopi del gruppo non sono più gli stessi ma c'è “dell'altro”, o che le richieste del gruppo (tempo, denaro, impegno) iniziano ad aumentare, questo è un forte campanello d'allarme.
2. Se, da membri, l'idea di lasciare il gruppo vi spaventa o vi sembra folle, se non riuscite nemmeno ad immaginare un vostro futuro “fuori”, allora fatevi aiutare ad uscirne subito! Ritroverete pian piano un vero benessere.


Questo testo è una sintesi originale da numerosi studi sull'argomento.
Fonti (salvo diversa indicazione): S. Hassan, J.Groenveld, Cult Awareness & Information Centre of Australia, J. Jacobsen, M.T.Singer, M. Langone e molti altri coi quali mi scuso per la mancata citazione.
© Franco Nanni 1996. Renewed 1999
Può essere riprodotto digitalmente o in fotocopia alla condizione che la riproduzione sia integrale.


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