RISPOSTA A SVEGLIATEVI! DELL’8 LUGLIO 1998
di Sergio Pollina

La bibliografia relativa al comportamento dei testimoni di Geova nei confronti del regime nazista sta rapidamente avviandosi a diventare sterminata. Sembra che il Corpo Direttivo di questa organizzazione non possa fare a meno, di tanto in tanto, di ripescare qualche episodio relativo agli anni tragici del famigerato periodo nazista (1933 — 1945) e di citarlo nelle sue pubblicazioni a dimostrazione dell’eroismo e, spesso, del martirio degli intrepidi "proclamatori" tedeschi, oltre che a ulteriore conferma dell’unicità dell’atteggiamento di assoluta integrità degli antichi Bibelforscher, in aperto contrasto con i compromessi ed i cedimenti alle lusinghe del potere alle quali si piegarono – stando a quanto essi dicono – tutte le altre confessioni cristiane di quel tempo.

Ma ciò che ci ha determinato ad impugnare la penna per redigere questo scritto, è senza dubbio stato l’articolo apparso nell’edizione italiana di Svegliatevi! dell’8 luglio 1998, intitolato I testimoni di Geova. Coraggiosi di fronte al pericolo nazista. Si tratta di un articolo, redatto dal corrispondente tedesco della Torre di Guardia, che si prefigge, com’è chiaramente indicato nei suoi paragrafi introduttivi, di smentire quelle che egli definisce alcune "false accuse" di oppositori dei Testimoni, segnatamente di alcuni ex testimoni che, grazie all’inarrestabile penetrazione – anche nelle case dei più ortodossi tra i "proclamatori" – della "rete" di Internet, ormai hanno reso di dominio pubblico ciò che accadde realmente in quel tempo. Su questo controverso soggetto vi sono molte altre cose da dire, in aggiunta a quelle che a suo tempo furono pubblicate sul Christian Quest di James Penton e nel volume di Achille Aveta e Sergio Pollina, I testimoni di Geova e la politica, in quanto da allora ad oggi molti altri elementi hanno arricchito la già vasta massa di materiale pubblicato, ma per il momento sembra più opportuno dedicare queste pagine all’esame degli argomenti trattati sulla Svegliatevi! già citata, che costituiscono un tentativo, in realtà mal riuscito, dell’organizzazione di nascondere quella che è ormai un’ovvia e consolidata realtà storica.

A pagina 12 della rivista, al sottotitolo "Coraggio o compromesso" si prendono in esame due episodi che, secondo l’estensore dell’articolo, sarebbero frutto di "informazioni sbagliate" e di "travisamento dei fatti" da parte dei soliti "oppositori". Il primo di tali episodi riguarda l’assemblea tenuta alle Wilmersdorfer Tennishallen il 25 giugno 1933. Di questa assemblea nessun particolare degno di nota fu a suo tempo provveduto nell’Annuario del 1975 che si limitò solo ad una rapida descrizione dell’episodio già succintamente tratteggiato 16 anni prima nel libro I testimoni di Geova nel proposito divino (pag. 130 dell’edizione inglese). L’Annuario (pag. 111) diceva solo che «… le congregazioni furono invitate con breve preavviso a un congresso che si sarebbe tenuto il 25 giugno a Berlino», nessun altro particolare circa ciò che avvenne veniva provveduto. Chi, allora, ha fornito agli "oppositori" le informazioni che adesso sono così vigorosamente smentite dall’organizzazione di Brooklyn Heights? La fonte è tra le più fidate, si tratta infatti di Konrad Franke, già servitore (o sorvegliante) della filiale tedesca della Torre di Guardia dalla fine degli anni quaranta (La Torre di Guardia del 1° maggio 1984, pag. 31; vedi anche La Torre di Guardia del 1° febbraio 1964, pagine 73-76). Nel 1976 questo importante personaggio pronunciò una serie di discorsi in due parti della durata di circa tre ore in tutto, in varie località della Germania Occidentale. Tali discorsi furono registrati su nastro e intitolati «Storia dei testimoni di Geova in Germania». Le informazioni pubblicate sull’episodio "incriminato" derivano quindi dalla fonte più fidata e veritiera che i testimoni di Geova possano desiderare. Non sono state attinte dalla testimonianza di un oppositore, ma di uno che, come scrive la stessa Torre di Guardia, fino alla morte «fu attivo nel combattere l’eccellente combattimento in qualità di soldato del Regno».

Le bandiere con la svastica

Per far rilevare come siano proprio i testimoni di Geova a dimostrarsi infedeli nel riportare i fatti narrati da chi ha scritto su quest’argomento, citiamo le loro stesse parole così come sono state pubblicate su Svegliatevi!:

Per esempio gli oppositori sostengono che i Testimoni ornarono le Wilmersdorfer Tennishallen di bandiere con la svastica. Fotografie dell’assemblea del 1933 mostrano chiaramente che non esposero nessuna svastica dentro la sala. Testimoni oculari confermano che non c’erano bandiere all’interno. È possibile, però, che ci fossero bandiere all’esterno dell’edificio. Un plotone d’assalto nazista aveva usato la sala il 21 giugno, il mercoledì prima dell’assemblea. Poi proprio il giorno prima dell’assemblea folle di giovani insieme a unità delle SS (Schutz-Staffeln, in origine guardie del corpo di Hitler in camicia nera), delle SA e altri celebrarono il solstizio d’estate nelle vicinanze. Perciò i Testimoni che arrivarono all’assemblea la domenica poterono trovarsi davanti a un edificio ornato di bandiere con la svastica. Se ci fossero state bandiere con la svastica esposte all’esterno, nei corridoi o anche all’interno della sala, i Testimoni le avrebbero lasciate dov’erano. Tuttora, quando i testimoni di Geova affittano edifici pubblici per adunanze o assemblee, non rimuovono gli emblemi nazionali. Ma non c’è alcuna prova che i Testimoni stessi abbiano esposto bandiere o abbiano fatto il saluto alla bandiera. (pagg. 12, 13)

Ciò che, inequivocabilmente, emerge da questa descrizione dell’episodio è che le bandiere c’erano, e che, quindi, non solo la testimonianza di Konrad Franke è veritiera, ma che altrettanto veritieri sono stati gli "oppositori" nel narrare l’episodio. Proprio perché non vogliamo che nulla sia lasciato nell’indeterminatezza, riportiamo adesso, fedelmente, ciò che disse a suo tempo Franke nei suoi discorsi e che – come abbiamo già detto – è fedelmente custodito con la sua viva voce in una registrazione su nastro:

Quando arrivammo alla Tennis Halle il mattino successivo ciò che vedemmo ci sconvolse, né trovammo quell’atmosfera che solitamente caratterizzava le assemblee dei testimoni di Geova. Non appena entrati, ci colpì vedere la sala addobbata con le bandiere con la svastica!

Come si vede, ciò che colpì sgradevolmente quello zelante Bibelforscher fu la vista delle bandiere nel luogo di un’assemblea dei Testimoni. Il particolare che esse fossero «all’esterno, nei corridoi o anche all’interno della sala» non è menzionato. E comunque, per ammissione della Società anche se vi fossero state (come in effetti c’erano) essi non le avrebbero rimosse in alcun modo. L’organizzazione cerca di uscirsene dicendo che «non c’è alcuna prova che i Testimoni stessi abbiano esposto bandiere o che abbiano fatto il saluto alla bandiera». Innanzitutto nessuno ha mai detto che essi abbiano fatto il saluto alla bandiera, ma che non ci siano prove del fatto che non siano stati loro ad esporre le bandiere è del tutto infondato. Perché diciamo questo? Per il semplice fatto che a dolersi della presenza delle bandiere fu proprio Franke, alto rappresentante dei Testimoni tedeschi; se egli avesse saputo che quell’esposizione nazionalistica non era opera dei suoi stessi fratelli non avrebbe esitato nemmeno un momento a dirlo per sgombrare così il campo da qualsiasi equivoco. Viceversa il suo doloroso stupore di persona informata si basa proprio sul fatto che quell’esposizione si doveva proprio a chi si era sempre proclamato neutrale e che adesso veniva meno a quell’impegno per il quale tanti sarebbero poi morti.

Deutschland über alles!

Il secondo degli episodi riguarda, invece, l’inno nazionale tedesco. La rivista dell’8 luglio così lo descrive a pagina 13:

Gli oppositori affermano inoltre che i Testimoni iniziarono l’assemblea cantando l’inno nazionale. In realtà l’assemblea iniziò con il cantico 64, "La gloriosa speranza di Sion", del libretto dei cantici religiosi dei Testimoni. Le parole di questo cantico erano state adattate a un brano musicale composto da Franz Joseph Haydn nel 1797. Il cantico 64 era nel libretto dei cantici degli Studenti Biblici almeno dal 1905. Nel 1922 il governo tedesco adottò la melodia di Haydn con le parole di Hoffmann von Fallersleben come inno nazionale. Nondimeno in Germania gli Studenti Biblici ogni tanto cantavano ancora il loro cantico 64, come facevano gli Studenti Biblici in altri paesi. Il fatto di cantare un cantico su Sion non poteva certo essere considerato un tentativo di placare i nazisti. Cedendo alle pressioni di nazisti antisemiti, altre chiese eliminarono termini quali "Giuda", "Geova" e "Sion" dai loro libri di inni religiosi e dalla liturgia. I testimoni di Geova no. Gli organizzatori del raduno quindi non si aspettavano certo di ingraziarsi il governo cantando un cantico che esaltava Sion. Forse alcuni dei presenti saranno stati riluttanti a cantare "La gloriosa speranza di Sion", visto che la melodia di questa composizione di Haydn era la stessa dell’inno nazionale.

Ancora una volta, nel tentativo di negare la storia la Società le ha reso un servizio. Ha ufficialmente confermato quello che i suoi "oppositori" avevano già scritto anni fa, e cioè che ad una loro assemblea, oltre ad essere circondati di svastiche, con uno scarsissimo senso dell’opportunità, avevano anche cantato un loro cantico la cui base musicale era nemmeno a farlo apposta l’inno nazionale tedesco, il famoso Deutschland über alles!

Detto questo, cosa è stato scritto esattamente su questo evento? La fonte già citata, così lo narra, sempre basandosi con estremo scrupolo sulla narrazione di Konrad Franke:

Non appena entrati, ci colpì vedere la sala addobbata con le bandiere con la svastica! E non solo quello: l’adunanza ebbe inizio con un cantico che non cantavamo da anni, specialmente in Germania a motivo della melodia. Sebbene le parole fossero eccellenti, i musicisti presenti in sala riconobbero che le note della melodia erano state tratte dalla musica di «Deutschland, Deutschland, über alles»! Potete immaginare come ci sentimmo? Molti di noi non riuscirono a cantare assieme agli altri; era proprio come se le nostre gole non riuscissero ad emettere alcun suono. Ci chiedevamo come fosse possibile che i responsabili dell’opera non si rendessero conto di cacciarci in gravissime difficoltà, con il pericolo che in quelle difficili circostanze, tutto ciò invece di rafforzarci avrebbe potuto farci cedere non aiutandoci certamente ad assumere una ferma posizione [contro il nazismo]. Possano tutti gli anziani che sono fra noi imparare qualcosa da questi esempi, possano riconoscere la loro responsabilità al riguardo nel prossimo futuro.

È evidente che il compromesso non consistette nel fatto di aver cantato un cantico su Sion, tanto è vero che nessuno ha mai sollevato obiezioni al riguardo, anzi sembra che questa giustificazione sia stata inventata dalla Torre di Guardia per aver qualcosa da dire. Il compromesso fu, com’è evidente, quello di rispolverare un vecchio cantico che non si cantava più da anni, proprio perché basato sulla melodia dell’inno nazionale tedesco a riprova che i Testimoni condividevano con i nazisti al potere anche questa caratteristica. Si noti, infine, ciò che la stessa rivista non è riuscita ad omettere, e cioè che «Forse alcuni dei presenti saranno stati riluttanti a cantare "La gloriosa speranza di Sion", visto che la melodia di questa composizione di Haydn era la stessa dell’inno nazionale». Quindi è vero – parola per parola – ciò che è contenuto nella testimonianza di Franke e che è stato scritto dagli "oppositori" dei testimoni di Geova! Con un assoluto disprezzo dei sentimenti dei loro fratelli che si sentirono turbati nell’ascoltare un canto guerresco ad un’assemblea dei "puri adoratori", l’organizzazione adesso racconta quell’episodio, minimizzandolo come se trattasse di un capriccio bizzoso di alcuni dei loro correligionari, quando, per molto meno, ha consentito, anzi ha voluto, che in circostanze simili, essi si giocassero addirittura la vita pur di non cantare un inno nazionalistico o semplicemente si alzassero al passaggio di una bandiera. La storia dei testimoni di Geova nel paese più libero del mondo, gli Stati Uniti, è una storia di lotte asperrime tutte dovute a fatti spesso di minore rilievo, quali quello di cantare l’inno a scuola, e in un contesto che non era certamente quello dell’esasperato e fanatico nazionalismo tedesco!

Ha inizio la "proscrizione"

A questo punto è appropriato che torniamo indietro, nella lettura dell’articolo di Svegliatevi! e che ne cominciamo l’esame dapprincipio. "I Testimoni compiono un’azione coraggiosa", è il titolo dell’argomento trattato a pagina 12, prima colonna. E, nel primo paragrafo la Società scrive:

Preoccupato per la crescente tensione in Germania, Joseph F. Rutherford, l’allora presidente della Watch Tower Society, insieme al responsabile della filiale tedesca, Paul Balzereit, decise di preparare una campagna per informare il cancelliere Hitler, le autorità governative e il pubblico che i testimoni di Geova non costituivano affatto una minaccia per il popolo e lo Stato tedesco. Evidentemente Rutherford credeva che Hitler non fosse al corrente degli attacchi contro i testimoni di Geova o che fosse stato malinformato su di loro da elementi religiosi.

Ricordiamo che questa campagna di Rutherford ha luogo nel 1933, esattamente il 25 giugno di quell’anno. È credibile quanto essa dice in merito al fatto che Rutherford credeva che Hitler fosse ignaro di quel che succedeva o che fosse sviato dal clero? Per comprendere quanto lontane dalla verità siano queste affermazioni (alle quali, ovviamente, i primi a non credere sono proprio quelli che le hanno scritte) è utile dare uno sguardo al Dossier sui testimoni di Geova, preparato dalla filiale italiana dei testimoni di Geova nel 1992, esattamente un anno dopo la pubblicazione in Italia e in Canada degli scritti che rivelavano le collusione del Geovismo con il potere nazista. A pagina 22 del Dossier, sotto il titolo L’assemblea del 1933 a Berlino, l’organizzazione scrive:

Come si evince dalle date riportate nei libri qui citati, i Testimoni furono proscritti sin dall’inizio del 1933. Tra i primissimi gruppi ad essere internati nei campi di concentramento c’erano proprio i testimoni di Geova. Il 25 giugno 1933 (quando secondo i gruppi "antisette" ci sarebbe stato il tentativo di cercare un compromesso col regime nazista) i testimoni di Geova erano già stati messi al bando praticamente in tutte le regioni tedesche … Come si è visto, il 20 marzo 1933 i nazisti aprirono il campo di concentramento di Oranienburg, presso Postdam. Verso la fine della primavera dello stesso anno i campi aperti dai nazisti erano diventati in tutto una cinquantina. Come già detto, tra i primi "ospiti" di quei campi nella primavera del 1933 c’erano "i Bibelforscher [gli studenti biblici o testimoni di Geova]".

La rivista Svegliatevi! del 22 agosto 1995, a pagina 6 diceva inoltre che:

Le riviste L’Età d’Oro e Consolazione spesso richiamavano l’attenzione sugli sviluppi militaristici che avvenivano in Germania. Nel 1929, più di tre anni prima che Hitler salisse al potere, l'edizione tedesca dell'Età d'Oro del 15 ottobre affermava coraggiosamente: "Il nazionalsocialismo è … un movimento che sta agendo … direttamente al servizio del nemico dell’uomo, il diavolo". Alla vigilia dell’ascesa al potere di Hitler, L’Età d’Oro del 4 gennaio 1933 diceva: "Incombe la minacciosa ombra del movimento nazionalsocialista. Sembra incredibile che un partito politico dalle origini così insignificanti e dalla politica così poco ortodossa possa nel giro di pochi anni assumere proporzioni tali da eclissare la struttura di un governo nazionale. Eppure Adolf Hitler e il suo partito nazionalsocialista (i nazisti) hanno compiuto questa rara impresa".

Quindi, era già sin dal 1929 che Hitler era stato individuato come un pericolo mortale per i Bibelforscher; agli inizi del 1933 egli li aveva già cacciati nei campi di concentramento; non si può perciò sostenere che Hitler non sapesse niente di tutto ciò, e che bisognasse informarlo nel giugno dello stesso anno quando il Führer aveva già tra i suoi primi "ospiti" proprio loro. Rutherford lo sapeva benissimo e non è assolutamente accettabile che ora, in un tentativo patetico di revisionismo il Corpo Direttivo cerchi ancora una volta di scrollarsi di dosso questa sanguinosa eredità mentendo.

La "Dichiarazione"

Ma andiamo adesso alla famosa "Dichiarazione" che si asserisce non essere altro che una petizione, con lo scopo dichiarato di "esporre con chiarezza la loro posizione", mentre in realtà essa assume chiaramente il significato di un’offerta di pace a qualunque costo. Vediamo, allora, come essi presentano i fatti:

A motivo del cambiamento di governo e dei disordini che travagliavano il paese, i Testimoni volevano esporre con chiarezza la loro posizione. Con la "Dichiarazione" i Testimoni smentirono recisamente le accuse di interessi finanziari o legami politici con gli ebrei. Infatti il documento affermava: "Siamo stati accusati falsamente dai nostri nemici di aver ricevuto aiuti finanziari per la nostra opera dagli ebrei. Niente è più lontano dalla verità. Fino ad ora gli ebrei non hanno dato nemmeno un centesimo per la nostra opera". Avendo accennato alla situazione finanziaria, la "Dichiarazione" proseguiva denunciando le pratiche disoneste dell’alta finanza. Diceva: "Sono gli affaristi ebrei dell’impero britannico-americano che hanno creato e sostenuto il mondo dell’alta finanza per sfruttare e opprimere i popoli di molte nazioni". Queste parole chiaramente non si riferivano agli ebrei in generale, e ci dispiace che siano state fraintese e considerate offensive.

La tardiva (e strumentale) resipiscenza del Corpo Direttivo non modifica nemmeno di uno iota la gravità delle cose scritte a quel tempo, in particolare se si considera che levare accuse nei confronti degli ebrei nel periodo della piena affermazione del governo nazionalsocialista, era già di per sé un atto gravissimo, alla luce della situazione delicatissima in cui si trovavano tutti quelli che non appartenendo alla "razza ariana" erano soggetti ad angherie di ogni sorta. Dire che "ci dispiace che [queste parole] siano state fraintese e considerate offensive", è come dolersi oggi delle tremende persecuzioni inflitte agli "eretici" dalla chiesa cattolica. E così come il geovismo dileggia le moderne apologie del cattolicesimo (che, come è noto, non sono da tutti condivise) parimenti si può e si deve fare con le loro apologie. Alle quali si deve aggiungere l’aggravante che si tratta di episodi che non si possono giustificare con l’oscurantismo degli evi bui, dato che hanno avuto luogo in piena era moderna, non più di sessant’anni fa! Inoltre, non si comprende perché, se il motivo della "Dichiarazione" era quello di ribadire la finalità religiosa del movimento dei Bibelforscher, fosse necessario "denunciare le pratiche disoneste dell’alta finanza". Se si esamina con attenzione la letteratura pubblicata dai testimoni di Geova, e quindi non imputabile di parzialità a loro sfavore, non troviamo da nessuna parte che le accuse che si levarono contro di loro fossero quelle di collusione con il potere ebraico, o d’essere finanziati da loro. Ma, come è pubblicato nel loro Dossier, (pagina 22, I colonna), le accuse che portarono al loro bando furono quelle di "incitare il popolo, tramite discorsi e per iscritto, a mettersi contro le istituzioni dello Stato e le istituzioni ecclesiastiche … Insultano le istituzioni dello stato e quelle della Chiesa". (corsivo nel testo).

Pertanto, le "accuse dei nostri nemici" non erano quelle che erano loro mosse dal governo che li proscriveva, ed era a queste ultime che bisognava, semmai, rispondere, non a quelle che circolavano sottobanco, e che le autorità non avevano fatto proprie. Non sfugga, poi, l’evidente, plateale menzione dell’impero britannico americano, nemico giurato del nazional socialismo, al quale la "Dichiarazione" si riferisce come allo strumento dell’"oppressione di molti popoli", anche questa senza diretta relazione con il problema del bando inflitto ai Testimoni, ma con l’unico scopo di far comprendere al dittatore nazista che essi erano contro il suo nemico e quindi dalla sua parte. No, non è proprio possibile nemmeno per un instante prendere per buoni i maldestri tentativi dell’organizzazione dei testimoni di Geova di scrollarsi di dosso l’infamante accusa di aver tentato in ogni modo di ingraziarsi il nazismo, le sue stesse parole, le spiegazioni contorte e chiaramente revisioniste della sua stessa storia, la condannano senza possibilità di appello!

A pagina 14 della più volte citata Svegliatevi!, il terzultimo paragrafo cerca poi di mistificare il chiaro senso delle parole della "Dichiarazione" con le quali si condividevano gli ideali del nazismo. Ecco in che modo

La "Dichiarazione" inoltre ricordava al governo le sue stesse promesse. I Testimoni sostenevano certi ideali elevati, e questi erano affermati pubblicamente anche dal governo tedesco. Fra questi c’erano i valori della famiglia e la libertà religiosa. A questo proposito la "Dichiarazione" aggiungeva: "Un attento esame dei nostri libri e delle nostre pubblicazioni dimostrerà chiaramente che questi espongono, difendono e evidenziano con vigore gli stessi elevati ideali sostenuti e promulgati dall’attuale governo nazionale, e mostrano che sarà Geova Dio a far sì che al tempo opportuno questi siano conseguiti da tutti coloro che amano la giustizia". Quindi i Testimoni non si espressero mai a favore del partito nazista. Inoltre, nell’esercizio della libertà religiosa, non intendevano smettere la loro predicazione pubblica.

È evidente che l’organizzazione dei testimoni di Geova si può permettere il lusso di scrivere quello che vuole solo perché i suoi lettori sono persone che nella stragrande maggioranza non possiedono l’attrezzatura culturale per verificarle, e la parte rimanente non potrebbe, anche se in possesso di tale attrezzatura, smentire pubblicamente lo "schiavo fedele e discreto". Quando leggiamo che la "Dichiarazione" voleva ricordare al governo tedesco "le sue stesse promesse", evidentemente non si sa o si fa finta di non sapere che il "governo" cui ci si riferisce è quello che aveva visto la luce il 30 gennaio 1933 con il giuramento di Hitler davanti al maresciallo Hindenburg a mezzogiorno di quel tragico giorno; né tale presa di potere ebbe luogo, come scrive la Torre di Guardia in mezzo a "disordini che travagliavano il paese", bensì, come scrive William L. Shirer, "essa fu inaugurata in tempo di pace e pacificamente". Il che vuol dire che le promesse erano quelle del partito nazista in quanto, contrariamente a quanto dice la rivista in questione quando afferma che "i Testimoni non si espressero mai a favore del partito nazista", in Germania sin dal 30 gennaio 1933 non esisteva altro che il partito nazista, esso era il partito di governo, quello che i Testimoni definiscono nella "Dichiarazione" "l’attuale governo nazionale", tanto è vero che il 14 luglio dello stesso anno una legge statuì quanto segue: «Il Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi costituisce l’unico partito politico della Germania». Quindi i Testimoni, si espressero a favore del partito nazista. E gli ideali che il geovismo sottolinea come sostenuti e promulgati da quel partito sono proprio gli ideali nazisti, perché pur se nella versione edulcorata della Svegliatevi! dell’8 luglio, la "Dichiarazione" viene opportunamente sfrondata, ciò nonostante essa, nella versione integrale, diceva tra l’altro, «Il popolo tedesco ha sofferto molte miserie sin dal 1914 ed è stato vittima di molte ingiustizie che altri hanno compiuto nei suoi confronti. I nazionalisti si sono schierati contro tali ingiustizie ed hanno annunciato che «la nostra relazione con Dio è pura e santa". … la nostra organizzazione condivide pienamente tali giusti principi». Se il popolo tedesco aveva sofferto molte miserie sin dal 1914, ciò non significava altro che il nuovo regime, che aveva soppiantato quello vecchio, era lo strumento della liberazione dalle ingiustizie sofferte, e che i suoi campioni erano proprio i "nazionalisti", che si erano schierati contro di esse. Ripetere qui che i nazionalisti non erano altri che i nazisti è, riteniamo, pleonastico, ma a beneficio dei Testimoni ricordiamo loro che il nome "nazista" deriva dalla fusione dei due termini "nazionale" e "socialista", per cui il governo "nazionale", i "nazionalisti" sono proprio loro: i nazisti.

Chi è l’«annacquatore?»

Passiamo, adesso, all’esame di quanto asserito nel primo paragrafo della seconda colonna di pagina 12 della Svegliatevi!, laddove è detto che

Secondo l’Annuario dei testimoni di Geova del 1975, alcuni Testimoni tedeschi rimasero delusi che il linguaggio della "Dichiarazione" non fosse più esplicito. Il responsabile della filiale, Paul Balzereit, aveva mitigato il documento? No, perché confrontando il testo inglese e quello tedesco risulta che ciò non avvenne. Evidentemente un’impressione diversa era basata sulle osservazioni soggettive di alcuni non direttamente implicati nella preparazione della "Dichiarazione". Forse le loro conclusioni sono state influenzate dal fatto che solo due anni più tardi Balzereit rinnegò la sua fede.

La Società qui rivendica l’integrità dell’allora responsabile della filiale, Paul Balzereit, un Testimone innamorato di Hitler, tanto da imitarne persino i ridicoli baffetti, e dice che egli non aveva affatto mitigato il testo della "Dichiarazione". La cosa che più ci fa riflettere è che la difesa di Balzereit giunge otto anni dopo quella che di lui fu fatta da M. James Penton nel suo articolo sul tentativo di compromesso, e pubblicata nel libro I testimoni di Geova e la politica del 1990. Infatti, è proprio l’Annuario del 1975 il principale accusatore di Balzereit al quale rimproverava di avere "svigorito" il testo tedesco traducendolo dall’inglese. Nel terzo paragrafo di pagina 111 la pubblicazione geovista dice che "Non era la prima volta che il fratello Balzereit annacquava il chiaro e inconfondibile linguaggio delle pubblicazioni della società per evitare difficoltà con il potere governativo". E a pagina 112, esso continua dicendo, "Nonostante la dichiarazione fosse stata svigorita e che molti fratelli non potessero adottarla con tutto il cuore, tuttavia il governo si infuriò e diede inizio ad un’ondata di persecuzione contro quelli che l’avevano distribuita". Ed è sempre sull’atteggiamento compromissorio di Balzereit che l’Annuario pone l’accento a pagina 108, quando dice che «Il fratello Balzereit, che ripetutamente si era mostrato disposto a fare compromesso, diede immediate istruzioni perché le copertine a colori degli opuscoli fossero tolte» (vedi la nota n. 5). E sempre a carico di questo capro espiatorio ormai defunto ed incapace di difendersi, la medesima pubblicazione scriveva che «quando ne La Torre di Guardia o in altre pubblicazioni di Brooklyn c’erano espressioni e dichiarazioni che gli sembravano troppo vigorose, egli "le annacquava". A difesa di Balzereit le due "pubblicazioni antisette", già citate, dicevano:

Balzereit può essere stato il responsabile della traduzione in Tedesco della Dichiarazione, e può anche essere stato responsabile di aver redatto la lettera per Hitler. Tuttavia è anche chiaramente evidente che egli non la manipolò modificandone la scelta dei vocaboli. Innanzitutto, la Società Torre di Guardia pubblicò sull’Annuario dei testimoni di Geova del 1934 la versione inglese della Dichiarazione — che è virtualmente identica alla versione tedesca — che costituisce la sua dichiarazione ufficiale a Hitler, al governo tedesco, ed ai funzionari tedeschi, dai più grandi ai più piccoli; e tutto ciò non potrebbe essere stato fatto senza la piena approvazione di Rutherford. In secondo luogo, la versione inglese della Dichiarazione è chiaramente redatta nell’inconfondibile stile ampolloso del giudice. Terzo, le espressioni rivolte contro gli Ebrei contenute nella Dichiarazione sono molto più consone a ciò che poteva scrivere un americano come Rutherford che a ciò che avrebbe potuto scrivere un tedesco … Infine [Rutherford] era un autocrate assoluto che non avrebbe tollerato il grave tipo di insubordinazione di cui si sarebbe reso colpevole Balzereit «svigorendo» la Dichiarazione … A prescindere da chi abbia scritto la Dichiarazione, il fatto è che essa fu pubblicata come documento ufficiale della Società Torre di Guardia.

Chi aveva, allora accusato Balzereit di avere "mitigato" la "Dichiarazione", tanto da dover adesso ripristinare la verità? Un attento esame dei fatti disponibili mostra che tale accusa proviene proprio dalla Società Torre di Guardia che la lanciò nel 1975 con la pubblicazione dell’Annuario. Che adesso tenti di travisare i fatti insinuando che i soliti "alcuni" fossero delusi o "influenzati" dal successivo allontanamento di Balzereit, non può modificare la realtà storica.

Infine, vale la pena di sottolineare la tirata finale, contenuta negli ultimi tre paragrafi dell’articolo, il primo dei quali esordisce dicendo che "Adesso si sa che sabato 24 giugno 1933, proprio il giorno prima dell’assemblea di Berlino, i testimoni di Geova erano stati messi al bando in Germania. Gli organizzatori dell’assemblea e la polizia ne furono informati dopo qualche giorno". Il significato del termine "adesso", non è equivocabile. Significa "ora", cioè nel momento in cui si scrive o si parla. Quindi l’adesso è riferito al momento in cui l’organizzazione scrive l’articolo di Svegliatevi!. Se le cose stanno così, allora questa è l'ennesima bugia. Infatti, sia il libro I Bibelforscher e il Nazismo del 1990, che il Dossier pubblicato dalla Torre di Guardia tre anni dopo, ma, principalmente, l’Annuario del 1975, e prima d’esso il libro I testimoni di Geova nel proposito divino, lo sapevano perfettamente. Il libro Bibelforscher, per esempio, fa una cronologia dei bandi successivi emanati per contrastare l’attività degli allora Studenti Biblici, e dice che «il 26 aprile l’associazione venne bandita in Turingia … il 15 maggio 1933, l’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici venne dichiarata fuorilegge nel Granducato di Bade … Il 24 giugno il Land della Prussia bandì l’associazione della Torre di Guardia … Fin dalla primavera del ’33, dunque, l’Associazione degli Studenti Biblici venne bandita nella maggior parte degli Stati … Il 24 luglio, l’Associazione dei Bibelforscher venne dichiarata fuorilegge in tutta la Germania» (pagine 24 – 28). Non è quindi vero che solo "adesso" si sa del bando; esso era già noto da decenni.

Cosa ha in realtà detto la King?

Chiude l’articolo la citazione della professoressa King, la quale, senza dubbio è un’estimatrice dei testimoni di Geova, dato che essa è una delle protagoniste della videocassetta prodotta dalla Società Torre di Guardia nel 1996 e intitolata I testimoni di Geova: saldi di fronte all’attacco nazista, nella quale è menzionato un convegno dei testimoni di Geova tenutosi il 29 settembre 1994 al quale oltre alla studiosa britannica parteciparono anche altri cattedratici. Ma, se è corretto far dire alla King quello che essa ha verificato sul Geovismo, non è corretto citarla solo parzialmente. Ecco, infatti, le parole con le quali si conclude il suo articolo: "I nazisti avrebbero imparato che la forza bruta non poteva sopprimere i Testimoni". Ma il pensiero di questa ricercatrice non può essere compreso nella sua interezza se non si ascolta anche quello che essa stessa ha detto sul medesimo argomento. Le parole che adesso citeremo sono state altre volte menzionate in altri scritti, ma sembra che ai dirigenti del geovismo non vadano proprio giù, perché hanno sempre accuratamente evitato di citarle anche se, per ripetere le loro stesse parole «Se si esamina il brano nel suo contesto (cosa che studiosi onesti dovrebbero sempre fare), diventa immediatamente palese che …». Ecco, quindi, cosa ha anche detto la dottoressa King:

I suoi funzionari [della Torre di Guardia] fecero nei confronti del governo gli stessi tentativi di conciliazione che, come abbiamo visto, erano stati fatti con successo dai rappresentanti delle altre sette. Essi offrirono, per esempio, di cambiare la copertina di una loro pubblicazione poiché in essa era raffigurato un guerriero che brandiva una spada grondante sangue, e che sembrava che i nazisti trovassero offensiva. Il tentativo non ebbe comunque successo, anche se in seguito ne furono fatti altri, poiché come risposta ai tentativi di conciliazione della setta furono confiscati gli uffici e le attrezzature della sede di Magdeburgo, e furono restituiti solo dopo l’intervento diplomatico del governo americano, ma solo per essere, dopo poco tempo, nuovamente soggetti alla chiusura … Ecco che nel giugno 1933 fu allora inoltrata agli alti funzionari governativi una Dichiarazione di Fatti, che era il risultato di una risoluzione adottata all’assemblea di Berlino. Il documento indicava la natura dell’attacco che essi stavano subendo, spiegava qual è la dottrina del gruppo, confermava la caratteristica di obbedienza alla legge dei suoi membri, negava ogni legame con i comunisti, la massoneria o il giudaismo ed esprimeva la sua approvazione per le ‘mete comuni’ con il nuovo governo nazionale. Il documento è un capolavoro nel suo genere e degno delle altre quattro sette. Esso spiega, blandisce e offre uno spunto di compromesso. Ciò nondimeno il suo impatto fu negativo. Mentre le altre sette furono accolte con il silenzio, ma fu loro concesso di mostrare la loro ‘neutralità’ i Testimoni, che pure asserivano d’essere neutrali furono considerati nemici implacabili … Avendo tentato di rassicurare le autorità, con la Dichiarazione dei Fatti, della loro lealtà di cittadini, avendo interpretato e spiegato i loro insegnamenti in un modo che, date le preoccupazioni del regime, aveva lo scopo di fugare ogni timore ed offrire una sorta di compromesso, i Testimoni si attendevano problemi di poco rilievo. Non aveva la "dichiarazione" condannato assieme ai nazisti anche la Lega delle Nazioni? Non aveva descritto il Nazionalsocialismo come un baluardo levatosi a difesa delle ingiustizie sofferte dai tedeschi sin dal 1919, e non si era essa conclusa con un appello personale al Führer? … La vera ragione della frattura fra la setta e lo stato nazista non stava però nei consueti motivi, quali il loro proselitismo, il rifiuto del servizio militare, quello di votare o di salutare la bandiera, ma nello scontro fra due sistemi totalitari. Tutti e due i sistemi promettevano un Reich di mille anni ed è anche stato detto che molti dei rituali nazisti erano molto simili a quelli delle sette … In questa situazione difficile vennero a fronteggiarsi due sistemi non democratici, antiliberali e non disposti al compromesso. Ognuno dei due sistemi si attendeva che i rispettivi aderenti prestassero al movimento un’indiscussa obbedienza, ed era fermamente convinto d’essere l’unico detentore della ‘verità’ … La setta, come si è visto, nel 1933 era pronta al compromesso … Ai Testimoni non fu concessa nessuna opportunità di fare compromesso, sebbene essi fossero disponibilissimi a farlo: le lettere di giustificazione che nel 1933 scrissero al governo rimasero inascoltate.

È di enorme importanza citare queste parole assieme alle tante altre della King, se si vuole realmente sapere come la pensi una delle studiose più eminenti del geovismo nel periodo nazista e, come abbiamo già detto, una delle più accreditate presso i vertici di Brooklyn Heights. Pur senza nulla togliere al coraggio e all’abnegazione degli Studenti Biblici che, pur di non venir meno a quello che essi consideravano un obbligo verso Dio (in realtà verso Rutherford), affrontavano la morte, ciò che emerge con chiarezza dalle ricerche della King è esattamente il contrario di ciò che l’articolo di Svegliatevi! vorrebbe far credere. Citiamo ancora una volta le parole del corrispondente tedesco della rivista: «Qualche oppositore, però, inclusi alcuni che un tempo si associavano con i testimoni di Geova, sostiene che i Testimoni inizialmente cercarono di arrivare a un compromesso con il regime di Hitler … Queste asserzioni sono assolutamente false». Si confrontino, adesso, queste parole con quella della dottoressa King: «La setta, come si è visto, nel 1933 era pronta al compromesso». Non sono, queste, le parole di un oppositore, né di una che "un tempo si associava ai testimoni di Geova; piuttosto sono quelle del Professor Christine Elizabeth King, BA, MA, PhD, FRSA, FIM, FRHistS Pro Vice-Chancellor della Staffordshire University e accreditata studiosa che, proprio per le sue qualifiche e la sua obiettività devono essere accettate in tutto il loro valore e senza loro togliere nulla.

La verità nascosta

Non si può esaurire questo argomento senza menzionare un episodio che, accuratamente celato ai testimoni di Geova, può contribuire a rischiarare ulteriormente la vicenda che abbiamo sin qui trattato. Si tratta di un fatto che, ancora una volta di più, evidenzia il carattere fondamentalmente "immorale" dell’organizzazione dei testimoni di Geova, laddove per organizzazione intendiamo principalmente riferirci ai suoi vertici, che sono i depositari pressoché esclusivi della storia inconfessabile del movimento fondato da Russell e profondamente modificato e trasformato in qualcosa che non assomiglia nemmeno lontanamente al cristianesimo dal suo successore, il "giudice" Joseph Franklyn Rutherford. Di quest’uomo si è scritto molto, e molti degli aspetti meno edificanti della sua vita sono stati portati alla luce; ma ritengo che debba essere detto ancora molto affinché sia finalmente noto che l’uomo al quale i Testimoni tedeschi affidarono la sua vita non era altri che una persona dalla personalità contorta, un uomo affetto da insanabile megalomania, dedito al culto di se stesso e assolutamente insensibile ai sentimenti e ai bisogni degli altri, così come lo fu per quelli della moglie ammalata e dell’unico figlio. Un uomo i cui vizi erano lautamente finanziati dall’«obolo della vedova», ed il cui unico interesse, oltre all’alcool era quello di sfidare le potenze del mondo a spese della vita degli altri. Un uomo sulle cui mani è il sangue di tanti di quegli innocenti che paragonarlo con coloro che egli sfidò, Mussolini e Hitler è corretto solo se lo si pone al loro fianco, non tanto per la grandezza del suo ego, ma per la bassezza dei suoi sentimenti. Ed ecco quali sono i fatti a cui adesso ci riferiamo.

Tutto ebbe inizio con un uomo chiamato Ewald Vorsteher. Nel mese di maggio del 1933 la Gestapo, la famigerata polizia tedesca fece irruzione in casa di quest’uomo, e vi trovò degli scritti che denunciavano senza mezzi termini la natura spietata ed il feroce antisemitismo del regime di Hitler. Quegli scritti rivelavano la natura profondamente immorale del regime, il più corrotto e bugiardo che fosse mai esistito, e descrivevano Hitler, Göring e Frick come delle belve assetate di sangue, dei mostri come Nerone, la cui unica mira era solo quella di mettere a morte tutti i loro oppositori. In quegli scritti si faceva anche menzione, con forti accenti di condanna delle atroci sofferenze inflitte ad alcune minoranze ad opera del regime. Non vi è dubbio che quest’uomo fosse coraggioso e che spinse la sua determinazione nel condannare quel regime disumano senza tenere in nessun conto ciò che avrebbe potuto derivargliene. Ecco perché dobbiamo chiederci: chi era Ewald Vorsteher? Era un tedesco del Wuppertal e negli anni 1921/22 faceva parte della famiglia Betel della Germania, nei cui uffici lavorò fino al 1923, anno della sua disassociazione. Come accade anche oggi, e con sempre maggiore frequenza, il signor Vorsteher non riuscì più in tutta coscienza a piegarsi alla spietata dittatura del secondo presidente della Società e per questo fu scomunicato dall’organizzazione allora conosciuta come Studenti Biblici Internazionali. Allontanatosi da loro fondò un suo gruppo che si diede il nome di "Amici della Verità". Quando i Nazisti catturarono Ewald ritennero erroneamente che egli fosse ancora membro dell’organizzazione, e che pertanto essa fosse responsabile dei suoi scritti e delle sue attività in generale. I Nazisti incorsero, quindi, in un clamoroso errore, ma ciò diede loro un’ulteriore motivo per mettere al bando il movimento degli Studenti Biblici.

A questi ultimi l’attività di Vorsteher creò non poco imbarazzo, ma essi, invece di condividere le sue veementi accuse contro il disumano regime di Hitler, si dissociarono apertamente da lui e ne stigmatizzarono il comportamento in maniera estremamente dura. Anzi, per convincere la famigerata polizia del regime della loro distanza dalle idee del loro ex correligionario, il 29 gennaio 1935 (due anni dopo la loro messa al bando) il rappresentante ufficiale della Società Torre di Guardia in Germania, Hans Dollinger, scrisse due lettere, una all’ufficio centrale del partito nazista, in data 28 gennaio 1935, ed un’altra, il giorno dopo, al Ministero degli Interni di Prussia, nelle quali si chiariva senza mezzi termini la netta presa di distanza dell’organizzazione dal signor Vorsteher e la loro condanna delle sue idee. Queste lettere esistono in copia dell’originale nelle pagine 153 – 157 del volume intitolato Die Zeugen Jehovas, pubblicato nel 1970 dalla casa editrice tedesca Urania Verlag, e d’esse riportiamo brani della prima ed il testo integrale della seconda. Ecco i brani più significativi di quella del 28 gennaio:

La causa della proscrizione del 24 giugno 1933 [dei testimoni di Geova da parte del governo tedesco], e l’unico specifico incidente che ha determinato tale provvedimento è stato il rapporto redatto dal capo della polizia di Wuppertal il 31 maggio 1933 [Rif. N. I Ad I 60001]. Questo rapporto fu frutto di un errore, così come è stato ammesso dalla stessa polizia di Wuppertal. Il rapporto inviato alla sede centrale della polizia di Wuppertal fu stilato sull’assunto che l’incidente in questione riguardasse l’Associazione degli Studenti Biblici. Ciò fu riconosciuto in seguito come il frutto di un errore. [La sottolineatura è nell’originale].

L’incidente di cui al rapporto della sede centrale della polizia, e che successivamente portò all’emanazione del bando contro la Società, consisteva nelle velenose accuse rivolte il 31 maggio 1933 contro il cancelliere del Reich da parte di un certo Ewald Voresteher di Barmen che fu immediatamente arrestato … Già sin dal 1923 egli aveva interrotto ogni contatto con l’Associazione degli Studenti Biblici, e la società, da parte sua lo aveva disassociato ufficialmente … L’unico motivo che condusse all’emanazione del bando fu quest’incidente [di Vorsteher].

Se i testimoni di Geova avessero veramente voluto levare la loro voce in segno di vibrata protesta contro il regime, come essi adesso vorrebbero far credere, quale migliore opportunità avrebbero avuto se non quella di associare la loro alla voce di Vorsteher! Al contrario, invece di unirsi alla coraggiosa denuncia di questo loro ex confratello essi si dissociarono in maniera plateale da lui e dalla sua eroica invettiva. Questo documento ufficiale è, se mai ve ne fosse bisogno, la dimostrazione al di là di ogni dubbio, del fatto che il bando sui Testimoni fu frutto non del loro "eroico comportamento", ma molto più prosaicamente, di un errore, le cui gravissime conseguenze si protrassero, purtroppo, fino alla fine della guerra.

Riportiamo adesso, il testo della lettera del giorno dopo, 29 gennaio 1935:

 

Gentilissimo signor ministro!

Come le avevo promesso, mi onoro di farle pervenire copia del rapporto del signor capo della polizia di Wuppertal. Dalla sua lettura mi sono reso dolorosamente conto di quanto sia stata oltraggiosa la condotta di quest’uomo di nome Vorsteher. Convengo senza alcun’ombra di dubbio che lo Stato Nazional Socialista non può tollerare cose del genere. Nessuno Stato della terra potrebbe farlo.

Sono profondamente addolorato del fatto che quest’atto di follia compiuto da questo pazzo che sembra che abbia arbitrariamente fatto pervenire i suoi "prodotti" a tutti gli indirizzi che ha potuto raccogliere, abbia potuto in qualche modo contribuire alla emanazione del provvedimento restrittivo emanato contro l’organizzazione religiosa di sinceri cristiani, denominata Associazione degli Studenti Biblici. Sono convinto che le autorità non abbiano sufficientemente verificato il fatto che gli Amici degli Verità non hanno assolutamente nulla a che spartire con l’Associazione degli Studenti Biblici, e che questo errore sia il solo motivo per cui è stato emesso l’ordine restrittivo nei confronti della nostra Associazione. Mai, durante tutto il tempo in cui il Nazional Socialismo ha combattuto a favore della Germania l’Associazione degli Studenti Biblici ha cercato di interferire con la sua attività. Né in alcun discorso, né in forma scritta, né in alcuna delle sue attività l’associazione si è espressa negativamente nei confronti del Nazional Socialismo. E questo vale sia per l’Associazione degli Studenti biblici della Germania che per le centinaia di migliaia di loro conservi sia qui che nei paesi stranieri in generale.

Dobbiamo quindi vigorosamente confutare l’accusa di essere in qualche modo responsabili per ciò che ha fatto questo Vorsteher. Egli ha agito da solo, ed è stato disassociato da noi nel 1922 o nel 1923 a motivo del fatto che non seguiva le direttive dell’associazione che sono in piena armonia con la legge. Dovrebbe rappresentare un elemento a favore dell’organizzazione il fatto che assolutamente in nessuna circostanza essa tollererebbe delle persone che agiscono indipendentemente riguardo al pieno rispetto della legge. Il fatto che l’associazione abbia sempre prestato una grande attenzione a questo fatto è una garanzia per le autorità che nessun elemento sospetto di alcuna sorta viene da noi tollerato e che a nessun individuo che agisca indipendentemente sia consentito di usare l’organizzazione come punto d’appoggio e tribuna per diffondere le sue idee.

Nel corso degli anni noi abbiamo curato in modo particolare questo aspetto, e non si è mai verificato che dei seguaci della nostra associazione siano entrati in conflitto con le leggi dello Stato o abbiano coinvolto l’organizzazione in situazioni del genere.

Così possiamo solo deplorare come sia veramente tragico il fatto che un caso in cui l’associazione ha chiaramente mostrato la sua volontà di attenersi strettamente alla legge sia stato sottovalutato a causa di circostanze delle quali non siamo assolutamente responsabili.

Io spero e le rivolgo viva preghiera di voler esaminare quanto lo ho sottoposto, affinché ci venga data l’opportunità di spiegarci e così possa finalmente cessare la grandissima sofferenza alla quale i miei compagni di fede sono sottoposti e affinché la nostra associazione possa essere pienamente riabilitata agli occhi delle autorità. 

Saluti tedeschi!
Hans Dollinger

 

Questa, quindi, sembra essere la più nascosta e tremenda delle verità! I documenti storici, sulla veridicità dei quali non esiste alcun dubbio, rivelano che non solo la morte di tanti Testimoni del tempo fu dovuta ad un errore, ma che il comportamento dei vertici dell’organizzazione fu esattamente opposto a quello che oggi essi vogliono farci credere! Le lettere di Hans Dollinger mostrano con la massima chiarezza che l’Associazione non ebbe mai la minima intenzione di porsi contro il regime nazista, anzi cercò in ogni modo, disperatamente, di dimostrargli la sua lealtà. Sfortunatamente non ebbe successo! E se oggi l’organizzazione ci mostra attacchi virulenti contro Hitler e il suo regime, essi sono il frutto della politica personale di Rutherford che, lontano dal pericolo si sbizarriva nelle sue volgari vignette delle quali sono ricche le Golden Age del tempo. In Europa, invece, i suoi rappresentanti cercavano in ogni modo di dimostrare al regime la loro assoluta fedeltà e devozione. Questa è, quindi, la vera storia di ciò che accadde a quel tempo. Una storia che nessuno dei membri del Corpo Direttivo racconterà mai o permetterà che sia raccontata.

Conclusione

Cosa si può quindi dire a commento del titolo dell’articolo della rivista Svegliatevi! dell’8 luglio 1998? Che senza dubbio è vero che "i Testimoni di Geova [furono] Coraggiosi di fronte al pericolo nazista", ma che è anche senza dubbio vero che tutto il resto dell’articolo, se si eccettua il titolo, è frutto di disinformazione, di falsità, di revisionismo storico, di alterazione dei fatti e delle citazioni; in altri termini è ancora una volta un’offesa al popolo moderno dei testimoni di Geova che dovrebbero avere finalmente il diritto di sapere perché molti di loro a suo tempo morirono e perché la stessa cosa può accadere ancor oggi, e cioè che gli venga chiesto di gettare la loro vita perché il fanatico Rutherford di turno ha deciso di vincere la sua battaglia personale contro qualcuno a spese della vita degli altri!

Siracusa, giugno 1998