Un rischio per la memoria e la Storia: il revisionismo Il 7 aprile 2001, nel liceo classico “G. Veronese” di Sottomarina si è discusso su uno dei compiti più delicati degli storici: chiedersi come e perché si sono verificati certi avvenimenti; il dibattito era reso attuale dalla recente individuazione del 27 gennaio come giornata dedicata alla commemorazione della Shoah. L’occasione per la vivace discussione, peraltro molto coinvolgente per gli alunni del corso 1^, 2^ e 3^ ginnasio, è stata la proiezione del filmato “I Testimoni di Geova: saldi di fronte all’attacco nazista”, edito dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova. Nel programmare la visione del predetto filmato, gli Organi collegiali del liceo hanno accolto la richiesta di alcuni alunni e genitori di abbinare alla proiezione del video anche un dibattito che consentisse agli alunni di orientarsi su una problematica decisamente attuale: la Storia e il suo modo di raccontarla possono essere influenzati da opinioni (politiche, religiose, ecc.) preesistenti alla medesima ricerca? E, dato che la Storia non è solo ricerca ed esibizione di documenti, ma è principalmente interpretazione, com’è possibile riconoscere i fenomeni di manipolazione revisionistica? Pertanto, il liceo ha messo a disposizione un’aula per la presentazione del citato filmato da parte di esponenti dei Testimoni di Geova locali, ma ha anche autorizzato la partecipazione al dibattito di Achille Aveta, autore di alcuni libri incentrati proprio sulle cause della persecuzione nazista subita dai Testimoni. Il filmato ha ricordato donne e uomini che, per la loro adesione alla fede di Geova, erano entrati nei campi di concentramento nazisti perdendo averi, salute, familiari, amici e, in certi casi, la loro stessa vita. Dopo la visione del filmato, il dott. Aveta ha illustrato agli alunni alcuni documenti che hanno fornito una preoccupante risposta alla domanda: Perché i Testimoni di Geova furono oggetto di persecuzione da parte del regime nazista? A questa domanda i Testimoni di Geova presenti hanno risposto che si trattò di ragioni esclusivamente di ordine religioso; mentre secondo l’Aveta, i motivi vanno ricercati in un contesto di forte contrapposizione ideologica tra nazismo e geovismo. Infatti, la storica C. E. King così spiega i motivi del conflitto fra il movimento geovista e il governo nazista: “Si trattava di un conflitto fra due sistemi che l’esasperato totalitarismo che li caratterizzava rendeva molto simili fra loro, e che non potevano certamente coesistere in Germania. Entrambi condividevano una veduta totalitaria del mondo ed erano fortemente autoritari.” Secondo la King, la vera ragione della frattura fra i Testimoni e lo stato nazista risiedeva nello scontro fra due sistemi totalitari. In base a ciò, quindi, il conflitto tra i due sistemi si presenta non come un problema di fedeltà al Vangelo, ma come un problema di scontro tra due opposti fanatismi totalitari. I Testimoni di Geova hanno affermato che i loro confratelli tedeschi furono presi di mira quali nemici dello Stato per il loro rifiuto di sostenere l’ideologia nazista imperniata sull’odio; ma Aveta ha documentato, rifacendosi alla letteratura geovista dell’epoca, il mutevole e fortemente contraddittorio atteggiamento dei vertici geovisti nei confronti del regime nazista. Per esempio, dopo l’ascesa di Hitler, nel giugno 1933 Rutherford – presidente mondiale dei Testimoni – indirizzò al Fuhrer e ai suoi gerarchi un documento, intitolato Dichiarazione dei fatti, in cui affermava tra l’altro: “L’impero più grande e oppressivo della terra è quello anglo-americano. Vale a dire l’impero britannico, del quale gli Stati Uniti d’America fanno parte: Sono stati gli affaristi ebrei dell’impero britannico - americano che hanno costituito l’Alta Finanza allo scopo di sfruttare e di opprimere i popoli di molte nazioni. L’attuale governo della Germania si è schierato apertamente contro gli oppressori dell’Alta Finanza e contro la perniciosa influenza religiosa che viene esercitata nelle vicende politiche della nazione. Questa è esattamente la nostra posizione. Invece di essere contro i principi che sono propri del governo tedesco, noi ci schieriamo decisamente dalla loro parte. Non è vero, quindi che la nostra letteratura e la nostra opera costituiscano una minaccia per i principi dell’attuale governo; viceversa noi siamo i più accesi sostenitori dei suoi nobili ideali”. Dopo una sintetica esposizione dei fatti, l’Aveta ha evidenziato l’impossibilità storica di sostenere che i Testimoni furono l’unico gruppo religioso a prendere una posizione coerente contro il regime nazista. Quindi, dai documenti menzionati nel dibattito è emersa una realtà alquanto diversa da quella che gli odierni Testimoni di Geova tendono ad accreditare, cercando di inserire i propri conservi fra i “martiri” della Shoah; piuttosto è apparso chiaro che la persecuzione dei Testimoni fu, per usare le parole di Aveta, “autoindotta, nel senso che gli stessi vertici dei Testimoni di Geova svolsero una parte non secondaria nel far sorgere l’opposizione nei loro confronti”. Se, quindi, non può mai essere giustificata la morte di alcuno per le proprie idee, ciò che accadde ai Testimoni durante il nazismo fu il risultato di una deliberata scelta, peraltro contraddittoria, dei vertici del Movimento di fronte a un regime sanguinario. Perciò, le alte gerarchie geoviste non escono certo a testa alta dal periodo nazifascista. Dall’esame dei documenti, la cui autenticità peraltro non è stata contestata dai Testimoni presenti al dibattito, sono emerse le prove della responsabilità che ebbe l’allora Presidente del Movimento geovista - J. F. Rutherford – nell’istigare l’atroce reazione nazista a discapito degli ignari fedeli (allora noti con l’appellativo di “Bibelforscher”). Gli alunni presenti al dibattito, al quale in molti hanno contribuito con domande che evidenziavano un’attenta preparazione all’argomento in discussione, avranno sicuramente molto su cui meditare, soprattutto sul fatto che, se vogliamo apprendere lezioni preziose dalla Storia, è necessario che esse si basino sulla verità. Pagina a cura dell'A.R.I.S. Veneto |