Corrispondenza tra la Casa Editrice Le Monnier 
e la Congregazione dei Testimoni di Geova
a proposito di come, nel libro Ragioniamo facendo uso delle Scritture,  
è stato citato il Dizionario greco-italiano Liddell e Scott.

(Copie originali di tali lettere si possono trovare in: L. MINUTI, 
I testimoni di Geova non hanno la Bibbia
, Coletti a San Pietro, Roma).



 

Casa Editrice - FELICE LE MONNIER
Casella Postale 202 - 50100 FIRENZE


Spett.le
Congregazione Cristiana
dei Testimoni di Geova
Via della Bufalotta, 1281
00138 ROMA

23 settembre 1988

Egregi signori,
con vivo disappunto rileviamo, a pag. 85 della Vostra pubblicazione "Ragioniamo facendo uso delle Scritture", una citazione tratta dal nostro dizionario greco Liddell-Scott.
   Tale citazione appare artatamente tagliata, sopprimendo il termine "la Croce", riportato fra le accezioni possibili, al fine di sostenere, con l'autorevolezza del nostro nome e del nostro, assai apprezzato, dizionario, una Vostra tesi teologica.
   Ora, mentre riteniamo tutte le tesi in materia religiosa degne di rispetto, giudichiamo assai scorretto, oltre che gravemente lesivo della nostra reputazione scientifica, il Vostro modo di agire. Infatti, di fronte ad una pluralità di accezioni, diffuse e considerate accettabili, il nostro dizionario le riporta, correttamente, tutte, lasciando ai filologi di discutere la pertinenza di ciascuna rispetto ai diversi contesti storici e testuali.
   La Vostra citazione amputata ci fa, da un lato, apparire come sostenitori di una tesi teologica che, francamente, ci vede del tutto estranei e disinteressati, dato che lo scopo scientifico e didattico di un dizionario è tutt'altro. E, d'altra parte, la medesima amputazione ci fa falsamente apparire sul piano lessicografico, che a noi interessa e che ci riguarda, come incompleti e carenti.
   Siamo certi che vorrete con la massima tempestività ovviare al danno provocato alla nostra immagine e al nostro buon nome, pubblicando sulla Vostra stampa, con la dovuta evidenza tipografica, una non equivoca dichiarazione riparatoria.
Restiamo in attesa di una, cortesemente sollecita, comunicazione al riguardo da parte vostra.

Con distinti saluti.

 

Per visualizzare il testo dell'edizione 1985 del libro Ragioniamo, cliccare qui


Risposta della sede italiana dei testimoni di Geova

 

CONGREGAZIONE DEI TESTIMONI DI GEOVA
via della Bufalotta, 1281 - 00138 ROMA - ITALIA


19 ottobre 1988

Spett.le
Casa Editrice FELICE LE MONNIER
Casella Postale 202
50100 FIRENZE


   Ci riferiamo alla Vostra del 23 settembre 1988 con la quale deplorate presunte nostre incompletezze e scorrettezze nella citazione tratta dalla voce «xylon» del Vostro Dizionario greco Liddell-Scott.
   In proposito teniamo a sottolineare quanto segue.
   Qualsiasi autore faccia riferimento alle definizioni di un dizionario segue la costante e corretta prassi di citare una o più accezioni che si uniformano all'argomento trattato, senza avere l'obbligo di citarle tutte, anche quelle estranee al concetto esposto, solo per non essere tacciato di scorrettezza.
   La Vostra asserzione che la nostra non completa citazione Vi fa apparire «sostenitori di una tesi teologica» a Voi del tutto estranea o carenti sul piano lessicografico è del tutto priva di argomenti di rilievo, considerato che la nostra citazione stessa contiene, per tre volte, i punti di sospensione che, secondo la comune prassi, evidenziano chiaramente per il lettore che il testo è citato soltanto in alcune parti.
   Sotto il profilo giuridico la nostra pubblicazione «Ragioniamo facendo uso delle Scritture» contiene tutti i dati richiesti dagli artt. 65 e 70 della legge 22.4.1941 n. 663 per identificare il vostro dizionario. Né la nostra citazione, ai sensi dell'art. 8 della legge 8.2.1948 n. 47, così come sostituito dall'art. 42 della legge 5.8.1981 n. 416, è contraria a verità in quanto riporta con precisione le parti citate dal Dizionario.
   «Ragioniamo Facendo uso delle Scritture» non cita diverse parti delle numerose accezioni della voce «xylon» (I, II, II/2 per intero, II/3, II/4 per intero, III per intero). Peraltro l'omissione da Voi lamentata riguarda soltanto l'accezione II/3 che omette il brano «la Croce, NT», il cui contenuto, di natura evidentemente interpretativa, non può contrastare i vari significati lessicografici da noi citati.    A parte le suddette considerazioni, non siamo contrari alla pubblicazione del testo completo della voce «xylon» in un prossimo numero di un nostro periodico.
   Inoltre, nel caso di una ristampa del nostro libro, che peraltro non è destinato alla pubblica diffusione, ma riservato per lo più ai nostri associati, non abbiamo nessuna difficoltà a eliminare la citazione del Vostro Dizionario e a sostituirla con brani tratti da altre fonti autorevoli perlomeno quanto la Vostra pubblicazione. Se desiderate tale sostituzione, potete comunicarcelo.
  È stata per noi una spiacevole sorpresa constatare che la mancanza di obiettività della Vostra comunicazione non corrisponde all'opinione che avevamo della Vostra Casa. Evidentemente non vi è interessato che centinaia di Vostri Dizionari siano stati acquistati dalle oltre 2.500 nostre Comunità, ognuna delle quali dispone di una biblioteca.
   A volte cedere alle pressioni esterne danneggia i propri interessi.
   Con i più distinti saluti.

Il Presidente- Valter Farneti

 

Risposta della Casa Editrice


Casa Editrice - FELICE LE MONNIER
Casella Postale 202 - 50100 FIRENZE


Spett.le
Congregazione Cristiana
dei Tesimoni di Geova
Via della Bufalotta, 1281
00138 ROMA

26 ottobre 1988

Egregio Signor Farneti,

   chiunque minimamente conosca la nostra attività sa che nutriamo il massimo rispetto per tutte le concezioni religiose, cristiane e non cristiane. Inoltre, in quanto istituzione culturale, oltre che impresa, crediamo fermamente alla tolleranza reciproca, al confronto delle posizioni, al dialogo così come alla civile espressione del dissenso
    Una felice situazione economica (che Dio la conservi!) ci rende, inoltre poco sensibili alle questioni di interesse se contrastanti con le ragioni della nostra libertà intellettuale. In altre parole, non siamo in vendita contro un acquisto di copie. Ne consegue che la Vostra cortese preferenza, sinora dimostrata, per l'acquisto del Liddell-Scott non è atta a mutare un modo di pensare che tutti gli studiosi, degni di questo nome, considerano corretto. Secondo tale impostazione, è lecito citare il pensiero altrui con tutte quelle omissioni che non ne alterano la sostanza, che non portano a significati diversi o, peggio, contrari. La frase «Caio non è un criminale» non si può citare nella forma: «Caio (...) è un criminale». Ora, grosso modo, questo è stato fatto dalla Vostra pubblicazione, che svolgeva il seguente ragionamento: Cristo fu appeso ad una trave e non a una croce, infatti «xylon» significa trave e non croce, come conferma anche il Liddell-Scott. (Segue la citazione incompleta, da cui è stata tolta proprio l'accezione «la Croce, NT»).
    Ora, né questa Casa Editrice né Liddell, Scott e collaboratori avevano la minima intenzione di prendere posizione su una questione che, oltretutto non è lessicografica ma teologica; tanto è vero che hanno riportato parecchie accezioni (trave e croce, ma anche legno, bastone, gogna, tavolo o banco ecc.) ognuna con la propria fonte. Sopprimere una di tali accezioni per poi dire che non esiste, ci pare un modo piuttosto malizioso di sostenere la Vostra tesi, per altri versi rispettabilissima.
    La invitiamo pertanto a ripristinare l'integrità della citazione, anche perché, contrariamente a ciò che Lei afferma, il riportare per intero e non amputato un passo non ci pare proprio nocivo per l'obiettività ne segno di soggezioni a pressioni esterne.
   Restiamo in attesa di una, cortesemente sollecita, comunicazione al riguardo da parte vostra.

Con distinti saluti.

 

Nell'edizione del 1990 del libro Ragioniamo, la Watch Tower si è limitata a ripristinare il testo completo della voce xylon, ma non vi è traccia di alcuna dichiarazione riparatoria.

Per visualizzare il testo della nuova edizione, cliccare qui.


A proposito di Dizionari Biblici, citati in modo parziale e distorto,
ecco un altro esempio:

Nel suo libro Ragioniamo facendo uso delle Scritture la Società Watch Tower cita varie fonti per sostenere la sua teoria del 'palo di tortura'.
Queste pubblicazioni sembrano supportare le affermazioni che la Società fa sul 'palo di tortura' anziché la tradizionale croce. Tuttavia, se si va a verificare, si scopre che la Società spesso cita in maniera parziale e distorta le sue fonti, come si è visto sopra.
Un'altra pubblicazione citata dalla Società nel suo libro "Ragioniamo", a pag. 85, è The Imperial Bible Dictionary, (a cura di P. Fairbairn, Londra, 1874, Vol. I, p. 376).
Qui di seguito riporto la citazione della Watch Tower con le parole che essa ha omesso scritte in rosso:

«Un dizionario biblico ne dà atto, dicendo: "La parola greca per croce [stauros] significa propriamente un palo verticale, o un elemento di una palizzata, a cui appendere qualsiasi cosa, o che si poteva usare per recintare un appezzamento di terra. Ma si verificò un cambiamento quando il dominio e le usanze di Roma si estesero alle nazioni in cui si parlava la lingua greca. Anche tra i Romani la crux (da cui deriva la nostra croce) pare fosse in origine un palo verticale, ed è sempre rimasta la parte più prominente. Ma quando cominciò ad essere usata come strumento di punizione, divenne usuale l'aggiunta di un pezzo trasversale di legno …all'incirca nel periodo evangelico la crocifissione veniva eseguita appendendo i criminali sul braccio trasversale di legno».

La citazione "censurata" viene introdotta nel libro "Ragioniamo" da questa frase:
«La parola greca tradotta 'croce' in molte versioni bibliche moderne ("palo di tortura" in NM) è stauros. Nel greco classico questa parola indica semplicemente un palo verticale. In seguito si cominciò a usarla anche per indicare un palo di esecuzione con un braccio trasversale» (la sottolineatura è mia). Dopo tale premessa "Ragioniamo" riporta la citazione, parziale, del Dizionario.

Il comune lettore, dal modo in cui viene introdotta e riportata la citazione, è indotto a pensare che la parola stauros che ricorre nelle Scritture Cristiane significhi palo od asta e che solo "in seguito" - senza che venga data alcuna indicazione temporale sul significato di questa espressione - il termine abbia acquisito anche il significato di "croce". "In seguito" potrebbe anche voler dire molto tempo dopo i fatti menzionati nei Vangeli. Questo è infatti quello che comunemente credono i TdG. Il Dizionario Biblico tuttavia è specifico, e precisa che nel periodo evangelico i condannati venivano appesi al braccio trasversale della croce. Il libro dei TdG si limita invece a parlare di generici tempi successivi, senza ulteriori specificazioni. Se il Dizionario fosse stato citato per intero non vi sarebbe stata alcuna incertezza, ma siccome la Società vuol sostenere la sua particolare tesi che stauros significhi palo e non croce, la citazione completa sarebbe stata in contrasto con i suoi scopi.


Ulteriore esempio di citazioni..."rivedute e corrette"...

La rivista Svegliatevi! del 22 marzo 1987 contiene un articolo a pag.5 dal tema "Perché molti diventano testimoni di Geova?" Vi si cita il periodico gesuita La Civiltà Cattolica, esattamente il numero del 18 febbraio 1984, per sottolineare come anche "alcuni commentatori cattolici" abbiano espresso giudizi positivi nei confronti dei TdG, elogiando il loro attivismo e la loro preparazione nell’opera di proselitismo (qui la pagina completa). Si direbbe, leggendo Svegliatevi!, che perfino i Gesuiti ammirino incondizionatamente i TdG... questa almeno è l’impressione che si ricava dall’articolo in questione.

Si comprende come stanno in realtà le cose solo andando a leggere l’articolo della rivista cattolica per intero. Anche in questo caso, infatti, con lo stratagemma dei puntini di sospensione, la Società Torre di Guardia ha omesso informazioni essenziali per la corretta comprensione dell’opinione espressa nell’autorevole periodico cattolico.

Ecco l’articolo per intero:

«Il primo motivo della diffusione del movimento sta nelle tecniche di propaganda. Questa, da una parte è capillare, fatta porta a porta da persone minuziosamente addestrate a tale lavoro e fortemente convinte [da questo punto i Testimoni mettono i puntini di sospensione] e, dall’altra, è insinuante e accorta, attenta a cogliere ogni movimento d’interesse nelle persone che si avvicinano e a insistere nell’opera di persuasione, fino a portarle dalla semplice accettazione d’una Bibbia, d’un libro e d’un opuscolo dapprima alla discussione su un passo biblico e all’annunzio di qualche dottrina geovista, poi a un incontro in casa per lo studio della Bibbia e infine alla partecipazione a una riunione di TdG in una "sala del Regno".

A questo proposito va rilevata la cura estrema posta dal movimento nella preparazione tecnica e, soprattutto, psicologica dei "proclamatori" e dei "pionieri", i quali vengono sottoposti a un indottrinamento ossessivo, in cui le dottrine geoviste sono riproposte dai capi "con monotona ostinazione" e con l’appoggio di versetti della Bibbia "usati a incastro, messi cioè tra una frase e l’altra in modo completamente piatto e acritico" (M. Castiglione, I Testimoni di Geova :ideologia religiosa e consenso sociale, Claudiana, Torino 1981, 58). Infatti, nelle adunanze dei TdG, "l’estrema fissità di tutto, l’assenza di libertà espressiva e di ricchezza emozionale ricorrono sempre e dovunque".

Cosicché si ha l’impressione "di essere di fronte a un massiccio esempio di annullamento della libertà dell’individuo e del gruppo"; anzi, al "più rilevante esempio di coercizione psicologica e di manipolazione di massa che il protestantesimo statunitense sia riuscito a partorire nel corso della sua storia" (ivi, 68 e 69)» (fine dei puntini di sospensione).
«Il secondo motivo... ecc., ecc.

Il comune lettore di Svegliatevi! tutto questo non lo potrà mai sapere. Dopo aver letto la rivista - senza aver verificato la citazione nella sua interezza - è stato semplicemente indotto a pensare che perfino i Gesuiti abbiano elogiato incondizionatamente i TdG. Questo è indubbiamente un uso tendenzioso e scorretto delle parole altrui.


Hanno in questi casi i TdG messo in pratica quello che raccomandano agli altri nelle loro pubblicazioni?
"Ogni evidenza deve essere usata onestamente. Non togliete una citazione dal contesto. 
Accertatevi che ciò che volete dire sia esattamente ciò che l’autorità citata voleva dire". 
- Manuale per la Scuola di Ministero Teocratico, p.155, §11.