Alcune obiezioni ad una
concezione "limitata" del diluvio
Non sarebbe stato possibile coprire
la montagna più alta per diversi mesi se il diluvio fosse stato locale. (Genesi 7:20).
Vi sono validissime ragioni scientifiche che dimostrano quanto
sia estremamente improbabile per non
dire impossibile che le acque
abbiano raggiunto simili altezze. Il problema si potrebbe
risolvere semplicemente riconoscendo che la descrizione biblica
non è da prendersi alla lettera. La maggior parte delle chiese
cristiane si è "arresa" alle scoperte scientifiche e
non crede più, per esempio, che il mondo sia stato creato in sei
giorni letterali e che altre dichiarazioni bibliche si debbano
accettare come verità scientifiche. Anche in questo caso,
dicendo che le acque coprirono tutti i monti più elevati, lo
scrittore sacro potrebbe aver usato un'espressione iperbolica,
per indicare un'immensa catastrofe. "Tutti i monti " potevano quindi essere
quelli del limitato "mondo"
allora conosciuto.
Nella Bibbia ricorrono spesso espressioni analoghe. Per esempio,
in Colossesi 1:23 Paolo parla della "buona notizia che voi
avete udito e che è stata predicata in tutta la creazione che è
sotto il cielo". Queste parole furono scritte verso il 60-61
dopo Cristo e Paolo, certamente, con l'espressione 'tutta la
creazione sotto il cielo', si riferiva al mondo conosciuto fino a
quel tempo, che non andava al di la dello stretto di Gibilterra.
Anche le parole di Romani 10:18, "...alle estremità della
terra abitata...", devono essere comprese in questo senso
relativo. In Atti 2:5 leggiamo che "..dimoravano a
Gerusalemme giudei, uomini riverenti, di ogni nazione di quelle
sotto il cielo". Queste parole furono scritte nel 61
dopo Cristo. Anche qui 'ogni nazione sotto il cielo' non è da
intendersi alla lettera, ma in senso limitato, dato che non vi
era alcun proselito americano, cinese o australiano a Gerusalemme
in quel tempo! In Isaia 13:5 si legge che gli invasori Babilonesi
venivano "da un paese lontano, dall'estremità dei cieli".
Da un punto di vista globale, i Babilonesi non erano certo così
lontani, anzi erano letteralmente alla porta degli Israeliti!
Comunque, rispetto alla geografia conosciuta in quel tempo, si
trovavano all'"estremità dei cieli".
In Genesi 41:57 è scritto che persone "da tutta la terra
venivano in Egitto per comprare da Giuseppe, perché la carestia
si era aggravata in tutta la terra". Questo non vuol dire
che aborigeni, indios o giapponesi fossero andati in Egitto in
cerca di cibo. La carestia era limitata all'Egitto ed ai
territori immediatamente circostanti, come la Palestina (Genesi
41:54). Ancora una volta l'espressione "tutta la terra"
non significa l'intero pianeta ma deve essere compresa solo in
relazione ai territori limitrofi. In base a tali esempi, perché
dovremmo quindi credere che il Diluvio fu globale e non solo
locale? Perché espressioni come "il Diluvio coprì l'intera
terra..." devono essere prese alla lettera quando vi sono
numerosi esempi biblici in cui la stessa espressione viene intesa in
senso relativo? Per quale motivo i riferimenti a "tutta la
terra" in Genesi 6-8 si devono intendere diversamente da Colossesi 1:23, Romani 10:18, Atti 2:5, Isaia 13:5, Genesi 41:57,
e altri versetti?
Altra obiezione:
Ancora più indicativo è il patto che Dio ha
fatto dopo il diluvio. Dio ha promesso: "non ci sarà
più un diluvio per distruggere la terra." (Genesi 9:11).
Se il diluvio fosse stato semplicemente locale, Dio
avrebbe dovuto rompere la promessa centinaia di volte da
allora. Tra l'altro, Dio avrebbe semplicemente ordinato a
Noè e la sua famiglia, di allontanarsi da quella zona
con gli animali che dovevano essere salvati, se solo
quella zona fosse stata distrutta dal diluvio.
Anche qui si può osservare che la catastrofe potrebbe non
essere stata necessariamente "universale": il diluvio,
pur essendo stato un evento senza precedenti per quei tempi,
potrebbe aver coinvolto solo un ristretto ambito geografico e
tutte le persone che vivevano in quella zona (l'intera umanità
di allora). Prendendo come base storica il racconto letterale
contenuto nella Genesi, potremmo presumere che gli uomini
vivessero in una zona geograficamente limitata, ai primordi della
storia (solo dei discendenti di Noè viene detto che "si
sparsero per la terra dopo il diluvio" Ge. 10:32). Il
Diluvio avrebbe minacciato quindi la sopravvivenza dell'intera
razza umana, pur avendo coinvolto solo la zona geografica in cui
vivevano gli uomini di quel tempo. In questo caso lo scrittore
della Genesi poteva correttamente riportare la promessa succitata,
nella quale Dio dichiara che una simile catastrofe, che coinvolse
l'intera umanità, non si sarebbe più verificata. Per quanto
riguarda poi gli animali portati nell'arca e la costruzione della
medesima, secondo il racconto sacro, questo servì da ammonizione
e testimonianza per le persone che non volevano credere. Noè che
costruiva l'arca, in cui perfino gli animali poterono essere
salvati, doveva far comprendere che Dio offriva a tutti l'opportunità
della salvezza. Il racconto del Diluvio ha un profondo valore
teologico/profetico, oltre che storico, come indicano i numerosi
riferimenti neo testamentari all'evento (Matteo
24: 37-39; Ebrei 11: 7; 1 Pietro 3: 20; 2 Pietro 2:5).
Interessanti a questo proposito sono le dichiarazioni di
Bernard Sauvagnat, studioso e pastore avventista, decano del
seminario teologico di Collonges:
Domanda: La Bibbia parla di un
diluvio universale: gli studiosi creazionisti attribuiscono una
grande importanza a questo evento e alla sua descrizione. Altri
vedono il diluvio come un fenomeno locale (o come una serie di
eventi limitati) il cui racconto è stato tramandato di
generazione in generazione e nel tempo questo evento avrebbe
assunto una dimensione universale. Cosa ne pensa?
"Il testo è redatto non per descrivere luniversalità
della catastrofe, ma luniversalità del piano di Dio.
Questo è prima di tutto un racconto di salvezza strutturato in
modo da dare limpressione, (attraverso il lessico, le
ripetizioni, lacqua che si alza, la forza del cataclisma
)
di giungere ad un punto culminante in cui si annuncia che Dio si
è ricordato di Noè e della sua famiglia. E un racconto
impressionante, costruito per mostrare che anche quando lumanità
diventa estremamente violenta, quando si ha limpressione
che la situazione sia insopportabile, abbiamo davanti a noi un
Dio che dice: nonostante tutto voglio salvare, posso
salvare, proprio come è stato capace di salvare Noè. Di
fronte al messaggio del diluvio non dobbiamo cercare laspetto
storico nel senso moderno del termine: cioè sapere se cè
stato o no un diluvio, quale è stata la sua entità, in quale
data è avvenuto, come è successo, da dove veniva lacqua
che ha coperto la terra
La Bibbia non può rispondere a
queste domande, né ha interesse a farlo. La domanda che la
Bibbia si pone è che cosa fa Dio quando lumanità
diventa talmente violenta da rendere la vita insopportabile. Ciò
che Dio dice è: Io intervengo per salvare, cerco qualcuno,
anche in questa umanità degenerata, con il quale ricominciare.
Tanti popoli parlano di enormi inondazioni, sulle più alte
montagne del pianeta ci sono dei fossili marini, molti formulano
teorie sullorigine della storia, teorie che restano,
comunque, delle ipotesi, senza dubbio interessanti ma che, in
ogni caso, non rispecchiano le preoccupazioni degli autori
biblici. Io non sono in grado di dire e o di affermare
categoricamente che ci sia stato un diluvio universale e fissarne
la data. Però questa incertezza non mi infastidisce più di
tanto".
Domanda: Molti danno grande
importanza al fatto che Gesù faccia un riferimento preciso al
diluvio come fenomeno universale. E.White [fondatrice degli
Avventisti], inoltre, dice che ci fu un diluvio universale.
Cosa ne pensa? Possiamo stabilire la storicità di alcune
narrazioni partendo dalle parole di Gesù e di E.White?
"Credo che sia difficile affermarlo con sicurezza. Mi
succede a volte di citare i testi della Genesi, di predicare su
questo soggetto; questi testi appartengano al mio patrimonio
culturale e spirituale, so che esistono e ne tengo conto. Quando
me ne servo però la mia preoccupazione maggiore non è quella di
dimostrare la loro storicità, ma trarre delle lezioni
esistenziali, sapere cosa può cambiare nella mia vita leggendo
questi testi e in questi termini comprendo le parole di Gesù.
Egli non ha detto che bisogna assolutamente credere che ci sia
stato un diluvio, citandone la data e il modo in cui è avvenuto.
Ciò che Gesù voleva sottolineare era piuttosto la sorpresa dei
contemporanei di Noè; questa descrizione presenta la vita di
tutti i giorni con le sue gioie e i suoi dolori quotidiani. La
vita sembrava normale, ma poi la catastrofe li ha sorpresi
Gesù, quindi, ne trae una lezione dicendo: attenzione,
perché negli ultimi tempi la vita potrebbe sembrare normale per
la maggior parte della gente, ma Dio interverrà; voi, però, non
vi lasciate sorprendere da questo intervento di Dio. Queste
parole non hanno a che fare con la descrizione dettagliata dell'evento,
ma sono lì per offrire un insegnamento. Tante volte mi è
capitato di trarre delle lezione utili a partire da racconti di
autori che hanno semplicemente immaginato una storia, una storia
scritta per insegnarci qualcosa. Forse è questa lintenzione
dellautore ispirato della Genesi".
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