Il Nome di
Dio YAHWEH
O GEOVA?
A proposito del nome Geova, è stato riportato precedentemente il pensiero di
diversi studiosi, riporteremo ora il pensiero di studiosi a proposito del nome
Yahweh.
YAHWEH-- Il tetragramma o gruppo di quattro lettere YHWH, generalmente
vocalizzato “Yahweh”, è il nome di Dio come Dio d’Israele... La pronuncia
di “Yahweh” si basa sulle trascrizioni greche Iàoue e Iabè, che si trovano
negli antichi autori cristiani come Clemente di Alessandria e Teodoreto di Ciro Quali fossero le vocali originali ebraiche è stato argomento di accese discussioni, ma generalmente si ritiene che fossero a ed e, e la parola quindi deve pronunciarsi Javhé. Abbiamo la prova che nei primi secoli del cristianesimo questa era la pronuncia presso i Samaritani e altri circoli Ebrei che non condividevano gli scrupoli eccessivi nel pronunciare il nome di Dio. Una prova ulteriore si trova nell’Antico testamento, dove il nome di Dio ricorre nelle forme abbreviate Yahu e Yah (cfr. Salmo 68:4, “Il suo nome è Yah”)32. Il risultato degli studi in proposito ha portato alla determinazione che “Yahveh” è la forma più corretta del nome di Dio, a differenza di YEHOVAH, in quanto quest’ultimo è un nome ibrido e/o inserito dai Masoreti. L’altra dimostrazione lampante riguarda il termine YAH, che è la contrazione di YAHWEH e non di Geova, infatti il termine alleluia significa lodate Iah e non lodate Ge (contrazione di Geova). Il Salmo 68:4 (T.N.M.) afferma inequivocabilmente che “Iah è il suo nome”. I t.d.Geova nelle loro pubblicazioni vogliono far passare per equivalenti i termini Yahweh e Geova 33 ma facendo ciò commettono un errore a motivo della diversità delle due forme. Stesso discorso lo fanno per il termine Jah, spacciandolo per abbreviazione di Geova34. Erroneamente, alleluia per i t.d.Geova significa lodate Geova 34a, mentre il suo significato è lodate Iah. Che ci sia una differenza tra i termini Yahweh e Geova, lo ammettono anche i t.d.Geova, ma nel giustificare una loro presa di posizione hanno commesso un madornale errore. UN MADORNALE ERRORE Per giustificare la scelta di Geova, i t.d.Geova scrivendo in una loro pubblicazione35 un articolo dal titolo “Yahweh” o “Geova” fecero la seguente affermazione: ...In vista di queste opinioni, perché i testimoni di Geova preferiscono usare “Geova” anziché “Yahweh”? Anzitutto, nessuno può essere certo di quale fosse la pronuncia originale, come ammettono anche quelli che preferiscono “Yahweh”. E per di più, la forma “Geova” è attuale e conosciuta, ciò che non può dirsi di “Yahweh”. “Yahweh” è ovviamente una traslitterazione, mentre “Geova” è una traduzione e i nomi biblici sono stati in genere tradotti piuttosto che traslitterati (corsivo mio). Quest’ultima frase contiene uno dei più madornali errori che si possano compiere in quanto i nomi biblici sono stati traslitterati e non tradotti, precisamente l’esatto contrario di quanto affermato nell’articolo e da ciò si può notare la presunta competenza dei t.d.Geova a riguardo. YAHWEH NELLA LETTERATURA DEI TESTIMONI DI GEOVA
A riguardo di questo nome le pubblicazioni
dei t.d.Geova fanno delle affermazioni faziosamente contraddittorie.
1°-- Comunque, è quasi certo che il nome di Dio
fosse originalmente pronunciato “Yahweh”.
The Encyclopaedia Britannica
dice: “È ora generalmente ammesso
che Jahwe (Yahwe) sia la vera pronuncia”. The Universal Jewish Encyclopedia
dichiara: “Yahveh è la più probabile
traslitterazione dell’antico nome di Dio”. Il traduttore biblico J. B.
Rotherham disse: “Sembra che la vera
pronuncia sia Yahwe”. The Catholic Encyclopedia dichiara : “Geova, il nome
proprio di Dio nel Vecchio Testamento...Inserendo la vocali di Jabe (pronuncia
samaritana) nell’originale testo consonantico greco, otteniamo la forma Jahveh
(Yahweh) che è stata generalmente accettata
dagli studiosi moderni come la vera pronuncia del nome divino”.36
(citazione del
1961)
2°-- Molti studiosi pensano che il nome si
pronunciasse “Yahweh”...37
(citazione del 1968).
3°-- Mentre siamo inclini a considerare la
pronuncia “Yahweh” come la più corretta..37a. (citazione del
1969)
4°-- Non si sa esattamente come fosse pronunciato, anche se alcuni
studiosi pensano che la forma corretta sia “Yahweh”38. (citazione del 1982)
5°-- Molti studiosi preferiscono la
pronuncia “Yahweh”, ma vi è incertezza al riguardo e gli studiosi non sono
concordi39. (citazione del
1985)
6°-- Alcuni studiosi hanno avanzato l’ipotesi
che il nome di Dio si pronunciasse “Yahweh”, ma non possono essere sicuri40. (citazione del
1995)
7°-- Oggi la maggioranza degli studiosi
sembra favorire il bisillabo “Yahweh”.40a
(cit. del 1/2/1999)
Come si nota dalle citazioni su riportate si passa da un ... È quasi
certo... generalmente ammesso... molti studiosi pensano... molti studiosi preferiscono... ad alcuni studiosi pensano... alcuni studiosi hanno
avanzato l’ipotesi.. la maggioranza... sembra favorire..
I t.d.Geova per sminuire le evidenti documentazioni a favore di Jahweh, fanno
diminuire (a loro piacimento) il numero di studiosi che accettano la forma
Yahweh, ma ciò rimane solo un futile tentativo all’interno delle loro
pubblicazioni che trova aderenti solo in chi non si accerta di come stanno
realmente le cose. Ovviamente non si è certi al 100% che Yahweh sia la pronuncia più corretta, ma come detto in precedenza questa pronuncia è supportata da varie documentazioni, mentre Geova è una forma sicuramente errata che la tradizione ha tramandato nel tempo. PERCHÈ
I TESTIMONI DI GEOVA CONTINUANO
AD USARE QUESTO NOME ?
I t.d.Geova affermano nelle loro
pubblicazioni che: 1°-- “Mentre siamo inclini a considerare la pronuncia “Yahweh” come la più corretta, abbiamo ritenuto la forma “Jehovah” perché è conosciuta dal popolo sin dal 14° sec. Inoltre, essa preserva ugualmente, con le altre forme, le quattro lettere del tetragramma JHWH” 41.2°-- La forma Geova è stata usata per molti secoli ed è molto conosciuta 423°-- Tuttavia la forma “Geova” è in uso da molti secoli ed è estesamente conosciuta 43.4°-- La pronuncia “Geova” è usata da secoli ed è attestata nella letteratura italiana 44.5°-- L’esatta pronuncia del nome non è conosciuta oggi, ma il più popolare modo per renderlo è “Jehovah” 45.6°-- Comunque, il nome “Geova” è molto più conosciuto e usato 46.7°-- Nondimeno, molti preferiscono la pronuncia “Geova”. Perché?. Perché a differenza di “Yahweh”, è nota e comune 47.8°--È dunque sbagliato usare una forma come Yahweh? No, affatto. Semplicemente è più probabile che la forma Geova sia compresa subito dal lettore in quanto è quella “naturalizzata” nella maggioranza delle lingue 48.
Tutte queste affermazioni ammettono che il motivo per cui si continua all’interno
dell’organizzazione dei t.d.Geova ad usare la forma Geova, deriva dalla
tradizione.. Le affermazioni sembrano incredibili come
provenienti da un’organizzazione che si vanta di procedere con “una luce
superiore”, e che si è sempre opposta a mantenere qualcosa solo perché è
popolare o tradizionale.
Inoltre il fatto di aver naturalizzato una forma errata (parola ibrida Geova)
per secoli, non modifica l’errore
e non giustifica il suo uso alla luce delle scoperte più recenti che sono
rivolte verso la forma più corretta
Yahweh
(così come riconoscono gli stessi t.d.G.). Il tutto è semplicemente per una
forma publicitaria, difronte alla quale eventuali cambiamenti (come ci si
aspetterebbe da una seria organizzazione), sconvolgerebbe la mente delle molte
persone sincere, le quali sono state “abbagliate” proprio da questo
sedicente nome “Geova” ed ammettere di aver sbagliato significherebbe porre
in dubbio la serietà di questa organizzazione. Negli ultimi anni questa
organizzazione ha modificato insegnamenti e orientamenti fondamentali
(generazione del 1914, separazione delle pecore e capri, servizio civile,
richiesta dell’intesa a governi umani soggetti a Satana ecc.), vi è da
chiedersi se modificheranno anche questo
insegnamento; la cosa è alquanto improbabile in quanto i t.d.Geova preferiscono
mantenere l’unità piuttosto che la verità ... ma chissà con il tempo...
Ovviamente la pronuncia più corretta è Yahweh, anche perché il termine Yah,
del quale abbiamo parlato precedentemente ed a cui fa riferimento la Bibbia (il suo nome è Yah, Salmo 68:4), è la
contrazione di Yahweh e non di Geova.
A proposito di questo argomento, ho inviato una lettera privata alla Sede
Centrale dei t.d.Geova di Roma49
nella quale rivolgevo le seguenti
domande:
1) Qual’è la differenza tra la pronuncia Geova e Yahweh?
Non vi pare che con queste dichiarazioni alquanto esplicite si affermi che ci si
attenga ad una tradizione orale nel pronunciare Geova rispetto alla pronuncia (YAHWEH),
considerata più corretta? Se una traduzione (Geova), viene corretta grazie a
studi più approfonditi, non sarebbe più corretto seguire la pronuncia più
veritiera? In un libro di FREDERIK FYVIE BRUCE (Rotoli e pergamene.. così
nacque la Bibbia) della PIEMME, pag. 114 è scritto: Quali
fossero le vocali originali ebraiche è stato argomento di accese discussioni,
ma generalmente si ritiene che fossero a ed e, e la parola quindi deve
pronunciarsi Javhè. Abbiamo la prova che nei primi secoli del cristianesimo
questa era la pronuncia presso i Samaritani ed altri circoli Ebrei che non
condividevano gli scrupoli eccessivi nel pronunciare il nome di Dio. Una prova
ulteriore si trova nell’Antico Testamento, dove il nome di Dio ricorre nelle
forme abbreviate Yahu e Yah (Salmo 68:4, “il suo nome è Yah”).
Come mai nonostante Salmo 68:4 affermi che Yah è il suo nome (ricordando che
Yah è la contrazione di Yahweh e non di Geova ), si continua ad usare un nome
(Geova) ormai considerato obsoleto, frutto di tradizione errata (visto che è un
nome ibrido composto dal tetragramma e da vocali inserite dai Masoreti nel 12°
sec. le quali sono state in seguito, grazie
ad ulteriori scoperte nel 20° sec. sostituite da vocali rispondenti al vero)?
I t.d.Geova muovono alcune obiezioni al termine “Yahweh”, affermando nelle
loro pubblicazioni50
che la parola “Geova” non rappresenta accuratamente alcuna forma del Nome
usata in ebraico, dice la Prefazione della
Revised Standard Version. Ma quale
parola “rappresenta accuratamente” il nome divino in ebraico? Alcuni
preferiscono “Yahweh”, altri “Yehwah”, altri “Jahve” e così via.
Il problema è che nello scrivere l’ebraico antico si usavano solo le
consonanti e anche gli esperti riconoscono che la scelta delle vocali per
completare il nome divino è puramente congetturale (a pag. 250 del Dizionario
Biblico di J. Mckenzie, Cittadella Editrice, Assisi 1973 si legge : “Questo
nome oggi è pronunciato dagli studiosi Yahweh; ma la vera pronuncia del nome
andò perduta durante il giudaismo, quando un superstizioso timore ne impediva
l’enunciazione”). Si potrebbe anche chiedere a quelli che obiettano alla
pronuncia “Geova” perché mai non fanno obiezione ad altri nomi come “Gesù”
o “Pietro”. Perché questi critici non pretendono che si usino le originali
pronunce greche di questi nomi (Iesous e Petros)? Non sembra che applichino due
pesi e due misure nel rifiutare la pronuncia “Geova”?
Nondimeno, molti preferiscono la pronuncia “Geova”. Perché? Perché, a
differenza di “Yahweh”, è nota e comune. Ma non sarebbe
meglio usare la forma che potrebbe avvicinarsi di più alla pronuncia originale?
Non necessariamente, perché questo non è quello che di solito si fa con i nomi
biblici. Come esempio principale, prendiamo il nome di Gesù. Sapreste dire come
lo chiamavano nel parlare quotidiano i suoi familiari e amici mentre cresceva a
Nazaret? In effetti nessun uomo lo sa con certezza, anche se forse lo chiamavano
Yeshua (o forse Yehoshua). Una cosa è certa: non lo chiamavano Gesù. Comunque,
quando i racconti della sua vita furono scritti in greco, gli scrittori ispirati
non cercarono di preservare quell’originale pronuncia ebraica. Resero quel
nome in greco Iesous. Oggi viene reso
in modi diversi secondo la lingua dei lettori a cui è diretta quella data
versione della Bibbia. I lettori spagnoli trovano nella loro Bibbia Jesús (si pronuncia Hesùs).... Dovremmo smettere di usare
il nome di Gesù perché la maggioranza di noi, se non addirittura tutti, non
conosce in effetti la sua pronuncia originale? Finora a nessun traduttore è
venuta un’idea del genere.....Osservazioni analoghe si potrebbero fare su
tutti i nomi che leggiamo nella Bibbia.
Li pronunciamo nella nostra lingua e non cerchiamo di imitare la
pronuncia originale. Così diciamo “Geremia”, non Yirmeyàhu... Sin qui le citazioni dei
t.d.Geova.
Leggendo la T.D.Guardia del 15/7/1980 pag. 7, vi è scritto che ...Molti
studiosi di ebraico dicono che “Yahweh” è più esatto. Ma Rudolph Kittel,
curatore della Biblia Hebraica, inserisce le vocali
nel tetragramma ebraico in modo da leggere “Yehwah”.
Il fatto che solo questo studioso preferisca la pronuncia “Yehwah”, non
autorizza i t.d.Geova a dire che
altri (citazione su riportata),
preferiscono “Yehwah”, in quanto è un solo esempio, rispetto alla grande
maggioranza che preferisce “Yahweh”. Yahweh ha comunque delle conferme dai
nomi similari Iào, Jaho, Iàoue, Iabé che risalgono ai primi secoli d.C.,
utilizzati da Diodoro Sicolo, Ireneo, Origene, Clemente Alessandrino, Epifanio,
Teodoreto e Girolamo, mentre Geova è un termine utilizzato almeno una decina di secoli dopo.
Affermando inoltre che la vocalizzazione è puramente congetturale (citando il
Diz. Biblico di J. Mckenzie), menzionano il dizionario in maniera scorretta, in
quanto esso afferma inoltre che la vera pronuncia è stata perduta, ma che gli
studiosi oggi pronunciano Yahweh. L’inserimento delle vocali a ed e, è stata fatta sulla scorta di
ricerche nel nostro ultimo secolo.
Riguardo al nome di Gesù, di Pietro e di Geremia ecc., non bisogna dimenticare
che abbiamo di essi l’esatta pronuncia, in quanto i loro nomi sono
stati traslitterati nella lingua greca con le vocali e di essi abbiamo l’esatta vocalizzazione
nella nostra lingua italiana. Nessuno ardirebbe affermare che Gesù vada
pronunciato Gasì, Gosà, Gusò o nomi simili, nonostante abbiamo utilizzato
comunque le due consonanti G ed S.
Stesso discorso vale per Pietro e Geremia e per tutti gli altri nomi
biblici che a differenza del nome YHWH, hanno preservato nel tempo la giusta
vocalizzazione traslitterata in lingua greca. Poco interessa a noi come gli
ebrei pronunciassero il nome di Gesù di Geremia o di Pietro anche perché i
dialetti erano diversi, in quanto la lingua greca, nella quale è stato scritto
il N.T., ha traslitterato questi nomi e sono giunti a noi senza distorsioni.
Dobbiamo dire grazie agli scrittori ispirati del N.T. per averci dato in lingua greca la pronuncia più
esatta dei nomi ebraici. Certamente capivano l’ebraico meglio di noi.
GESÙ
ED IL NOME DI DIO NEL N.T.
I t.d.Geova sono pronti ad affermare che
sia Gesù che i suoi
discepoli utilizzarono il nome di Dio nella sua pronuncia originale.
Infatti essi affermano che ..Una volta, mentre si trovava in una sinagoga,
Gesù si alzò e lesse un brano del rotolo di Isaia. Quel brano corrisponde
all’attuale Isaia 61:1, 2, dove il nome di Dio ricorre più di una volta.
(Luca 4:16÷21) Si sarebbe egli rifiutato di pronunciare il nome divino che
aveva sotto gli occhi, sostituendolo con “Signore” o “Dio”? Ovviamente
no. Ciò avrebbe significato seguire la tradizione non scritturale dei capi
religiosi ebrei. Leggiamo invece che egli “insegnava loro come una persona
che ha autorità e non come i loro scribi”. Matteo 7:29.
In effetti, come abbiamo già visto, Gesù insegnò dicendo ai suoi seguaci a
pregare Dio dicendo: “Sia santificato il tuo nome”. Matteo 6:9 e...“Ho
reso manifesto il tuo nome agli uomini che mi hai dati dal mondo...Padre
santo, vigila su di loro a motivo del tuo nome che tu mi hai dato”. Giovanni
17:6, 11.... Sarebbe quindi davvero irragionevole pensare che Gesù si
astenesse dall’usare il nome di Dio, specialmente quando citava brani delle
scritture Ebraiche che lo contenevano... Pertanto, nel corso di un convegno
degli anziani di Gerusalemme, il discepolo Giacomo osservò: “Simeone ha
narrato completamente come Dio rivolse la prima volta l’attenzione alle
nazioni per trarne un popolo per il suo nome. E con questo sono
concordi le parole dei Profeti”. Atti 15:14, 15... L’apostolo
Pietro....citò le parole del profeta Gioele “Chiunque invocherà il nome di
Geova sarà salvato”. Gioele 2:32; Atti 2:21. L’apostolo Paolo non lasciò
dubbi sull’importanza che aveva per lui il nome di Dio.. Nella lettera ai
Romani ....incoraggia...a predicare il nome di Dio ad altri affinché questi
pure potessero essere salvati. (Romani 10:13÷15)
Partiamo dall’atteggiamento di Gesù per notare che quando gli ebrei con la
loro tradizione annullavano i comandamenti di Dio, egli li redarguiva (vedi
Marco 7:8÷13) a proposito dell’offerta in contrapposizione all’onorare il
padre e la madre. Stesso atteggiamento ebbe Gesù, quando mise in risalto il
valore del Sabato come di un giorno in cui era lecito fare del bene,
contrariamente alla tradizione farisaica (Matteo 12:10÷14, Marco 3:1÷6). In
quest’ultima circostanza i farisei vogliono far morire Gesù, in altri casi
Gesù rischia la lapidazione per bestemmia perché egli si fa Dio
(Giovanni 10:33; 5:18). Gesù parlava sicuramente con autorità (Matteo 7:29;
Marco 1:22; Luca 4:32) a differenza degli scribi e farisei, ma certamente se
avesse utilizzato il nome divino nella sinagoga o altrove, avrebbe suscitato
scalpore a questo riguardo e nei vangeli non vi sono esempi tali da dimostrare
ciò, a differenza di altre argomentazioni su citate. Non vi sono testi nel N.T. nei quali a seguito della
eventuale pronuncia del nome da parte di Gesù, si scatena clamore o indignazione da parte degli ascoltatori52.
Come già affermato in precedenza, risulta chiaro che ormai all’epoca di Gesù
la pronuncia del tetragramma era consentita probabilmente solo al sommo
sacerdote e nel tempio. Infatti lo stesso C.D. (Corpo Direttivo dei t.d.Geova)
ha ammesso che: quando Gesù era sulla terra, se ne conosceva la pronuncia,
anche se forse non era estesamente usata. (Il Nome Divino.. pag. 14) Quindi,
alla luce dei fatti presentati, nulla vieta di pensare che Gesù e gli Apostoli
si adeguarono alla tradizione ebraica, come fecero in altre circostanze (Atti
3:1; Luca 4:16) e leggendo o citando le scritture seguivano l’usanza di
pronunciare, invece del tetragramma, le parole corrispondenti a “Signore” o
“Dio”. Avrebbe Gesù potuto impressionare favorevolmente gli ascoltatori
ebrei (Luca 4:22), se li avesse turbati nel loro tradizionale rispetto per il
Nome? Le folle gli avrebbero riconosciuto “autorità” (Matteo 7:29), se egli
avesse offeso il loro senso della tradizione pronunciando il tetragramma?
Ovviamente Gesù usò empatia soprattutto perché
la sua missione terrena non consisteva nel ripristino e nella propaganda del
Nome, che peraltro tutti gli Ebrei rispettavano rigorosamente. Piuttosto, egli
era stato mandato per “glorificare” il nome di Dio (Matteo 6:9; Giov. 12:28,
17:26; Atti 2:21). Che significa questo?
Come il CD sa bene (Il Nome Divino.. pag. 4, 28÷30), “uno studio della parola
‘nome’ nell’A.T. rivela il profondo significato che essa ha in ebraico. Il
nome non è una semplice etichetta, ma rappresenta la vera personalità di colui
al quale appartiene” ( The Illustrated Bible Dictionary, vol 1, pag. 72), (cfr.
1° Samuele 25:25). Inoltre, i t.d.Geova dovrebbero sapere che “conoscere il
nome di Dio significa più che avere una semplice cognizione del termine (2°
Cronache 6:33). Vuol dire in realtà conoscere la Persona, i suoi obiettivi, le
sue attività e qualità, come sono rivelati nella sua Parola” (Ausiliario...pag. 887 sub voce “Nome”).
Che dire del N.T.? Il CD ammette: “La parola greca tradotta ‘conoscere’ ha
un significato molto più profondo della parola italiana ‘conoscere’ (...)
significa ‘venire a conoscenza, imparare a conoscere, comprendere’. In
Giovanni 17:3 indica una relazione basata sulla fiducia. (...) Quindi conoscere
Geova Dio significa avere un’intelligente amicizia con lui. Poiché ci vuole
conoscere dal cuore, non semplice
conoscenza mentale, per conoscere
Dio il cristiano dovrà essere in armonia o in sintonia con Dio e con le sue vie”
(t.d. guardia 1/5/1977 pag. 274 e segg.).
Quindi l’espressione “conoscere il nome di Dio” ha un significato più
profondo della semplice conoscenza del tetragramma. Essa significa conoscere la
reale personalità di Dio ed implica l’ubbidienza alle norme sancite da quell’Iddio.
“Per i discepoli, apprendere il nome di Dio aveva relazione con l’imparare a
conoscere personalmente l’amore di Dio” (Il Nome Divino.. pag. 30).
D’altronde, ripetiamo, non era giustificato pretendere di far conoscere il
letterale nome divino agli Ebrei, poiché questi lo conoscevano bene benché non
lo pronunciassero perché impediti dalla tradizione. Quindi, è semplicemente
irragionevole pretendere di giungere a conclusioni dogmatiche sulle modalità d’uso
del Nome al tempo di Gesù e delle prime comunità cristiane, come fa il CD
(affermando nella t.d. guardia del 15/7/1980 che Gesù ed i suoi discepoli
usavano liberamente il nome di Dio).
Lo stesso Paolo, nel discorso all’Areòpago (Atti 17:22÷34), dimostra che si
può dare un’eccellente testimonianza del cristianesimo senza dover
necessariamente includervi la menzione del Nome. In quella circostanza, Paolo
non ritenne necessario usare il tetragramma per fare una netta distinzione tra
il vero Dio ed i falsi dei, se lo scopo primario dei primi cristiani fosse stato
quello di diffondere il tetragramma, quale occasione migliore avrebbe avuto
Paolo per farlo? Eppure, egli tacque sull’argomento, aveva un messaggio più
importante e vitale da trasmettere che non il Nome, peraltro già noto nell’antichità
come si è visto.
La ricerca delle prove documentali (papiro Fuad 266 e frammenti di Nahal Hever),
per affermare la presenza del tetragramma nella versione LXX al tempo di Gesù, è un falso problema. Il vero problema
è dimostrare, come si è cercato di fare in queste note, che Gesù ed i primi
cristiani, pur in presenza del tetragramma nel testo biblico sia in ebraico che
in greco, non lo pronunciarono ma lo sostituirono leggendo come se lì fosse scritto Adonai o
Elohim.
Sin qui le conclusioni tratte dal libro citato nella nota 53.
QUALE
NOME L'APOSTOLO PAOLO DOVEVA FAR
Per rispondere a questa domanda bisogna ricordare l’esperienza della chiamata
di Paolo così come è descritta in Atti 9.
1) Il Signore Gesù appare a Paolo (Saulo)
sulla via di Damasco Atti 9:3÷5. Da questo episodio si evince chiaramente che Paolo deve portare il nome di Gesù ai popoli ect.; ovviamente il nome di Gesù ha un significato particolare in quanto in esso è contenuto il piano di Dio per la salvezza, infatti esso significa YHWH salva e quello che conta è ciò che Gesù rappresenta per l’umanità in quanto Salvatore e Signore.
TESTIMONI DI GESÙ
Nel N.T. il popolo di Dio è chiamato ad essere testimone di Gesù.
Ovviamente non vi è
conflittualità tra il Nome di Dio e quello di Gesù, in quanto Gesù con la sua
vita ha testimoniato del Padre facendoci conoscere la sua persona in una maniera
particolare (Ebrei 1:1÷3, Giovanni 14:6÷10).
Grazie al Nome di Gesù (ovviamente riferito alla sua missione), noi abbiamo la
salvezza ...in nessun altro è la salvezza, perché non
v’è sotto il cielo alcun altro Nome che sia stato dato agli uomini, per il
quale abbiamo ad essere salvati.. Atti 4:12.
Sono diversi nel N.T. i riferimenti al Nome di Gesù.. Matteo 10:22, 18:20,
24:9, Atti 5:40-41, 9:15, 19:17, Filippesi 2:10-1, Apocalisse 2:13, 3:8 ect.
La salvezza non dipende dal credere nel Nome, ma nell’accettare il sacrificio
di Cristo (Atti 16:30÷32, 2:37-38). Inoltre entrerà nel regno dei cieli chi fa
la volontà del Padre.. (Matteo 7:21) ed egli accetta chiunque lo teme ed opera
giustamente..(Atti 10:34). Chiaramente il piano della salvezza è stato reso possibile grazie all’amore del Padre manifestato nell’opera di Gesù.. (Giovanni 3:16). IL NOME DI DIO NEL N.T.
I t.d.Geova affermano a proposito del nome, che “la chiesa primitiva apostata
si adoperò per eliminarlo completamente dai manoscritti in greco di entrambe la
parti che compongono la Bibbia..”54
A questo proposito riportiamo le parole di uno studioso55 che afferma: ... noi possediamo oggi un’ingente quantità di manoscritti riguardanti il NUOVO TESTAMENTO: più di 4500! L’abbondanza e l’antichità di tali documenti ha reso possibile a biblisti di indiscusso valore il recupero del Sacro Testo nella sua autenticità e integrità originali. Questi biblisti hanno potuto seguire le vicende del NUOVO TESTAMENTO fino a pochi anni dopo la morte del quarto evangelista. Il testo del N.T. così ricuperato è proprio quello uscito dalla penna degli scrittori ispirati. È conosciuto come il testo critico. Orbene, nel testo critico non appare mai la parola Geova. In un articolo dal titolo Qual’è il nome del Signore pubblicato dalla Chiesa di Dio Universale nel 1980, si legge: .. Molti non si rendono conto del fatto che un certo numero di capitoli dell’Antico Testamento furono scritti in aramaico, anziché in ebraico ed è noto che l’aramaico non era la lingua parlata da Mosè. In aramaico furono scritti i seguenti brani: da Daniele 2:4 a 7:28 ed Esdra 4:8 fino a 6:18 e 7:12÷26. In questi brani non c’è una singola traccia della forma YHWH né di nessun altro nome ebraico di Dio, ma troviamo invece la forma aramaica dunque una traduzione, lah.
Analogamente,
non troviamo nessun nome ebraico nel Nuovo Testamento soltanto parole greche
come Theos (Dio) e Kyrios (Signore). Quest’ultimo nome
greco, Kyrios, viene anche usato nelle citazioni dell’Antico Testamento per
tradurre il testo ebraico dove appare la forma YHWH. In Matteo, per esempio,
troviamo ben sette esempi di ciò: Matteo 3:3 cita Isaia 40:3; Matteo 4:7 cita
Deuteronomio 6:16; Matteo 21:9 cita il Salmo 118:26; Matteo 21:42 cita il
Salmo 118:22-23; Matteo 22:37 cita Deuteronomio 6:5; Matteo 23:39 cita il
Salmo 118:26. Notate che cinque di queste sette citazioni furono fatte dallo
stesso Gesù Cristo. È significativo che coloro che scrissero il Nuovo
Testamento in greco non usarono mai
i nomi ebraici di Dio, ma sempre e senza eccezioni la relativa traduzione! ALTERAZIONI DISONESTE DEL NUOVO TESTAMENTO? L’articolista proseguendo afferma: Si ha la sensazione che alcuni preferirebbero abbandonare Dio piuttosto che rinunciare alla loro falsa teoria sui “nomi sacri ebraici”. Costoro, nelle loro speculazioni intellettuali, sostengono che il testo del Nuovo Testamento è stato “alterato da copisti disonesti” al fine di eliminare i nomi ebraici. Nella prefazione alla loro traduzione del Nuovo Testamento, redatta da una setta che usa il nome Geova, si trova un’affermazione tanto categorica quanto infondata, intesa a spiegare la non esistenza nei testi greci dei nomi ebraici: “Le prove indicano, pertanto che il testo originale delle Scritture cristiane in greco è stato alterato” (pag. 18, nostra traduzione dell’inglese).Se
questa teoria fosse vera, però, tutte queste “alterazioni” avrebbero
richiesto una delle più accurate e complete opere di revisione di tutta la
storia. E niente lascia supporre che avvenne! È
significativo che l’apostolo Paolo parlava l’ebraico (Atti 21:40), ma non
nutriva l’erronea idea che soltanto i nomi ebraici di Dio fossero consentiti.
Nelle sue lettere, infatti, egli fa uso di termini greci come ad esempio Kyrios (Signore, 1° Corinzi 1:31) Quando Gesù si rivolgeva a qualcuno in greco (e vivendo in Galilea Egli parlava questa lingua), usava la forma greca del proprio nome. Egli ispirò i suoi seguaci ad usare la stessa forma del Nuovo Testamento. Non disse mai che YHWH e neanche l’ebraico Yehoshua è il solo nome mediante il quale saremo salvati. L’apostolo Pietro usò invece il greco Iesous in Atti 4:10÷12; affermò che chiunque si appellerà al nome di Kurios (egli non usò l’articolo determinativo) sarà salvato! Perché allora, in base a quest’esempio, non dovremmo usare la forme italiane di “Gesù” e “Signore”?....Ciascuno dei nomi e titoli divini denota un attributo particolare del carattere della famiglia di Dio. Va ricordato che la Bibbia non pone nessuna particolare enfasi su una data pronuncia! Ciò che importa è la nostra comprensione del significato dei nomi e dei titoli divini, affinché noi possiamo crescere spiritualmente, acquisendo le caratteristiche divine (2° Pietro 1:5) e diventando sempre più simili al nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Sin qui l’articolista della rivista su citata. C ONSIDERAZIONI CONCLUSIVELo studioso già citato N. TORNESE, 56 per riassumere afferma: “.. i Giudei incontrando le quattro lettere (JHWH), leggevano Adonai. Le vocali di Adonai erano a o a. Volendo i Masoreti vocalizzare il gruppo Jhwh, invece di assegnare i suoni vocalici originali (non li conoscevano N.d.R.), assegnarono quelli di Adonai (a o a). La prima a essendo semivocale, suonava come una e . Da questo miscuglio venne fuori il suono Jehovah ossia Geova. La vocalizzazione errata e la relativa pronuncia pure errata sono durate per più di un millennio. Ma a cominciare dal secolo scorso alcuni biblisti si sono accorti dell’errore e lo hanno corretto. Come? Perché? Essi hanno costatato che il Nome divino si trova trascritto o traslitterato in greco (consonanti e vocali) in un modo che non suona affatto Jehovah (Geova).
In Clemente Alessandrino, p.e. vissuto tra la
metà del secondo secolo e la prima metà del terzo, la trascrizione del sacro
tetragramma è Jaouè. Epifanio morto nel 403 d.C. e Teodoreto, morto nel 438,
hanno Jabè o Jauè o Jao. Questi due dicono di riferire la pronuncia
tradizionale presso i Samaritani. Dunque, hanno concluso giustamente i
suddetti biblisti, i Giudei prima dei Masoreti pronunciavano il sacro
tetragramma Jaouè o Jabè che trascritto in italiano diviene Jahve (o Jahvè)”. Bisogna
comunque ribadire che l’assoluta certezza
sul nome Jahweh non l’abbiamo, a differenza di Geova la cui pronuncia è
stata riconosciuta certamente errata
in quanto utilizzata intorno al XII° sec. della nostra era.
Si ricordi inoltre che il termine Jahweh, come espresso in precedenza, si avvicina moltissimo ai termini utilizzati agli autori dei primi secoli della nostra era. Va affermato anche che diversi nomi biblici hanno in sé la contrazione del nome divino Yah, come per esempio Isaia, Ezechia, Sedechia, Geremia, Giosia, Elia, Malachia, Zaccaria, Sofonia, ect. Ribadiamo ancora che il termine alleluia significa lodate Yah e non lodate Ge (contrazione di Geova).
ERRORI NELLE CITAZIONI SU
GEOVA
I t.d.Geova, nel loro argomentare a favore del termine Geova hanno commesso
diversi errori e sono caduti in contraddizioni evidenti. Di seguito, riportiamo
alcuni esempi.
Nel libro “Ricchezza”57
si afferma : ... Il
significato dei suoi nomi, ossia dei suoi titoli, è altamente significativo.
Il nome Iddio significa Il Potente, il Creatore
di tutte le cose. Il nome Geova
contiene il significato del suo proposito verso le sue creature. Il nome Onnipotente Iddio significa che la sua
potenza è infinita. Il nome Altissimo
significa ch’Egli è l’Essere supremo, al di sopra di tutti. Il nome Padre significa ch’Egli è il Datore
della vita... Stesso concetto viene condiviso quando nella versione
interlineare del 196958,
citando Girolamo che scrive da Roma nella sua 25 ª lettera a Marcella
nell’anno 384 A.D., parla dei 10 nomi di Dio e dice: “Il nono (nome
di Dio) è un tetragramma che essi considerano.. che è non pronunciabile, è
scritto con queste quattro lettere: Iod, He, Vav, He.....”Anche qui si parla
di nomi (10) di Dio.. ed esprimono un concetto diverso da quello attuale. In
effetti nella nuova edizione dell’interlineare pubblicata nel 1985, questa
citazione è stata eliminata. Come visto in precedenza, Dio a seconda delle
circostanze storiche e dei suoi propositi, si è fatto conoscere sotto diversi
aspetti, specie nell’Antico Testamento. Nel N.Testamento, Dio si fa
conoscere in una maniera singolare, per mezzo di suo Figlio Gesù.
Nella traduzione del Nuovo Mondo, con la convinzione di dover ripristinare il
nome divino a qualunque costo i T. D. Geova, hanno commesso dei macroscopici
errori:
1) nella T.N.Mondo pubblicata in
italiano nel 1967, hanno scambiato la parola “esso sarà” di Levitico
23:21 con YHWH (Geova)59.
IN
QUALE MANIERA DOVREMMO CHIAMARE DIO?
Giunti a questo punto credo sia
utile cercare di rispondere a questa domanda, in quanto l’argomento trattato
sino ad ora necessita di un
ulteriore arricchimento. In Ebrei 1:1÷3 vien detto che Dio anticamente ha parlato ai padri per mezzo dei profeti, mentre in questi ultimi giorni ha parlato a noi mediante suo Figlio. Attraverso le parabole, come quella del figlio prodigo e la preghiera sacerdotale di Giovanni 17, Gesù ci fa conoscere Dio sotto un volto nuovo o quasi, come quello di un Padre amoroso e come quello di un Padre straordinario. Nel N.T., particolarmente il vangelo di Giovanni e Matteo, vi sono centinaia di riferimenti a Dio come Padre, che è la figura preminente che risalta nella vita di Gesù. Già nell’A.T. si preannunciava questa nuova visione di Dio. Il profeta Geremia al cap. 3:19 afferma “Tu mi chiamerai Padre mio e non cesserai di seguirmi” ed al cap. 31:9 dice che “Son diventato un Padre per Israele”.
Gesù
a più riprese si rivolgeva a Dio chiamandolo Padre
(Giovanni 6:8,9, 11:41, 14:12,16, 20:17 ect.). Giovanni 5:18 afferma che Gesù
chiamava Dio suo Padre in virtù della relazione particolare che Egli aveva
con lui. Nella preghiera del Padre nostro, Gesù esordiva proprio con queste
parole “Padre nostro..” ed in
virtù di questo esempio sublime di Gesù, anche noi possiamo rivolgerci a Dio
chiamandolo Padre nostro, ricordando che Paolo lo chiama Abba Padre (Romani
8:15, Galati 4:6,) termine più intimo che equivale al nostro vezzeggiativo
“papà”. Questo concetto, indubbiamente, non esclude il fatto che Dio nelle Scritture ebraiche si rivela con nomi come Yahweh, Yah, Yahweh degli eserciti, Dio degli eserciti, come abbiamo visto nelle prime pagine di questo studio. Fondamentale è sapere di avere un Padre d’amore (1° Giovanni 4:8) nel quale porre la nostra piena fiducia, in attesa di quel giorno in cui “Il Re dirà a quelli alla sua destra venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v’è stato preparato sin dalla fondazione del mondo” (Matteo 25:34) e ciò sarà il risultato non di disquisizioni teologiche sul nome di Dio, ma frutto della nostra risposta all’invito amorevole di Dio di fare la sua volontà, mostrata attraverso l’amore nei confronti confronti del nostro prossimo... (Matteo 7:21; 25:41-46). FLORO DOMENICO Note: 26 - Enciclopedia della Bibbia op. cit. vol. 6° pag. 1270, 1271. 27 - Enciclopedia della Bibbia op. cit. vol. 4° pag. 212. 28 - Enciclopedia della Bibbia op. cit. vol. 2° pag. 908. 29 - Nuovo Dizionario Biblico di R. Paché (1981) pag. 438. 30 - Nuovo Dizionario Biblico op. cit. pag. 233. 31 - Dizionario Biblico di G. Miegge op. cit. pag. 174. 32 - Rotoli e Pergamene.. op. cit. pag. 114. 33 - Vedi t.d.g. 1/9/1983 pag. 4; t.d.g. 1/6/1984 pag. 6, 9; Il Nome Divino.. op. cit. pag. 5, 28; t.d.g. 15/7/1980 pag. 11; t.d.g. 15/7/1980 pag. 8. 34 - Vedi t.d.g. 1/6/1984 pag. 4,13; Il Nome Divino pag. 12; Potete vivere su di una terra paradisiaca pag. 42. The Kingdom Interlinear Translation of the Greek Scriptures pag. 11, pubblic. dai t.d.g. nel 1969. 34a - Vedi t.d.g. 15/7/1980 pag. 7 35 - Vedi Svegliatevi 8/11/1973 pag. 28÷30. 36 - Vedi t.d.g. 1/2/1961 pag. 95. 37 - Vedi La Verità che conduce alla vita eterna op. cit. pag. 18. 37a - The Kingdom Interlinear Translation of the Greek Scriptures pag. 23 , pubblic. dai t.d.g. nel 1969, pag. 12 ediz. 1985. 38 - Vedi Potete vivere su di una terra paradisiaca op. cit. pag. 43. 39 - Vedi Ragioniamo facendo uso delle scritture op. cit. pag. 158. 40 - Vedi La Conoscenza che conduce alla vita eterna, pag. 24, pubblic. dai t.d.g. nel 1995. 40a - Vedi t.d.g. 1/2/1999 pag. 30. 41 - Vedi t.d.g. 1/2/1961; The Kingdom Interlinear of the Greek Scriptures op. cit. pag. 23 (1969), pag. 12 (ediz. 1985). 42 - Vedi La verità che conduce alla vita eterna op. cit. pag. 18. 43 - Vedi Potete vivere per sempre op. cit. pag. 43. 44 - Vedi La conoscenza che conduce alla vita eterna op. cit. pag. 24. 45 - Vedi The Kingdom Interlinear Trnslation op. cit. pag. 11 (ediz. del 1969). 46 - Vedi t.d.g. 15/7/1980 pag. 7. 47 - Vedi Il Nome Divino che durerà.. op. cit. pag. 9. 48 - Vedi Il Nome Divino.. op. cit. pag. 11. 49 - Lettera privata del sottoscritto datata 18 Marzo 1998. 50 - Si veda t.d.g. 15/7/1980 pag. 12; Il Nome Divino... op. cit. pag. 9, 10. 51 - Si veda Il Nome Divino op. cit. pag. 15, 16. 52 - Vi sono alcuni testi nel vangelo di Giovanni in cui l’utilizzo dell’espressione Io sono, secondo studi approfonditi è l’equivalente del nome divino. Però i t.d.Geova non hanno mai utilizzato questi testi per dimostrare la loro tesi secondo la quale Gesù avrebbe utilizzato il nome divino anche perché questi testi mostrerebbero la piena divinità di Gesù, insegnamento non condiviso dai t.d.Geova. 53 - Si veda il libro di A. Aveta “I testimoni di Geova un’ideologia che logora” pag. 109÷110, ediz. Dehoniane Roma.54 - Vedi Il Nome Divino.. pag. 25. 55 - Nicola Tornese nel suo opuscolo Geova, chi era costui? Napoli 1980 pag. 7. 56 - Vedi ..Geova, chi era costui....op. cit. pag. 22 e seg. 57 - Pubblicato dai t.d.Geova nel 1936 (in italiano) pag. 134. 58 - Vedi The Kingdom Interlinear Translation... pag. 15. 59 - Vedi il testo citato e la nota che si trova nella t.d.guardia del 1/2/1980 pag. 31. |