Il Nome di Dio
(prima parte)   


Scopo del presente studio è quello di avere una panoramica generale sull’argomento in questione, analizzando ciò che la Bibbia afferma al riguardo.

Vi sono dei gruppi religiosi i quali fanno del nome Dio motivo di dissenso teologico, usando certe argomentazioni a riguardo per stabilire l’identificazione della vera religione. 
Vi sono anche coloro che da ciò hanno  dato il nome alla propria organizzazione come i TESTIMONI DI GEOVA, ASSEMBLEA DI YAHWEH, ASSEMBLEE DI YAHWEH, CASE DI YAHWEH, ASSEMBLEA DI YAHVAH, REGNO DI YAHWEH.1 

In queste pagine, presenteremo il modo con cui gli scrittori biblici chiamano Dio, il significato dei termini usati, il rapporto che questi (nomi e/o titoli) hanno con noi, la concezione del nome di Dio all’interno dell’organizzazione dei T.d.Geova ed infine uno studio su Gesù e il nome di Dio.


In tutto il mondo semitico il nome è la realtà stessa di una cosa, la conoscenza del nome di una persona comporta una specie di potere sull’essere di cui si conosce così l’essenza e l’energia. Nella magia possedere il nome di Dio significa poterlo dominare e manipolare a proprio vantaggio1a. Quando si vuole conoscere una persona uno dei primi passi è quello di conoscere il suo nome; mentre per noi occidentali i nomi sono un piacevole o meno suono fonetico o semplici lettere alfabetiche, i nomi biblici nella cultura orientale, hanno un significato notevole. Nella Bibbia i nomi servono ad identificare persone, luoghi, situazioni, dando a loro dei particolari significati che differiscono dalla concezione di noi occidentali. Quando dobbiamo dare il nome ad un figlio che è venuto al mondo, diamo importanza alla pronuncia fonetica se suona bene, se è piacevole da pronunciare, o consuetudine che sta andando in disuso, dare il nome di un nostro genitore, dando a volte un doppio nome, uno dei quali non pronunceremo quasi mai. Non è così per la cultura orientale nella quale il nome identifica tutto un programma di vita oppure tiene conto della situazione creatasi, ecc.

Esaminiamo alcuni esempi tratti dalla Bibbia:

Genesi 2:7.. Uomo, dall’ebraico adham (da cui Adamo), da adhamah.. (terra, suolo, terreno).
Genesi 4:25.. Set...dall’ebraico sheth.. sostituito.. messo in luogo.. al posto  (sostituì Abele ucciso).
Genesi 16:11.. Ismaele.. Dio ascolta....  (Dio ascoltò l’afflizione di Sara).
Genesi 17:19...Isacco....ride.. (Sara rise alla notizia dell’annuncio della nascita).
Esodo 2:10.. Mosè.. dall’ebraico mashah.. trarre fuori (tratto fuori dall’acqua).

Isaia ..
servo di IAH.

Daniele
.. Dio è il mio giudice 

Stesso discorso viene fatto per i luoghi Biblici:

Genesi 11:9.. Babel....da un verbo che significa confondere
Genesi 12:8.. Betel...casa di Dio

Si potrebbero menzionare altre centinaia e centinaia di nomi e di luoghi con il loro significato, perché nella cultura ebraica la parola utilizzata per “nome” significa “segno”, “pegno”...di chi lo porta.

Dal nome di una persona si può rilevare la personalità, il carattere, il proposito, ecc. Vi sono nella Bibbia anche dei casi in cui a seconda della missione o del ruolo della persona, il suo nome viene cambiato:

Genesi 17:4.. Abramo (padre eccelso)..cambia in Abraamo (padre di una moltitudine)
Numeri 13:8... Hoscea...(salvezza)..cambia in Giosuè.. (Yahu è salvezza).. Numeri 14:30 

Per poter ben determinare il significato di qualsiasi parola nella Bibbia, bisogna tenere conto di alcuni fattori importanti:2

1) Il significato della parola nell’epoca in cui veniva adoperata.
2) Il significato della parola nell’uso generale dello stesso scrittore in altri suoi scritti.

3) Il contesto del brano nel quale si trova la parola.

Nella sacra scrittura si nota una particolare e costante cura per evitare qualsiasi confusione nell’uso delle parole per indicare Dio. Ogni qualvolta che un brano biblico poteva sembrare ambiguo (parola utilizzata per Dio confusa per un essere inferiore a Lui), gli scrittori biblici davano sempre una descrizione complementare per indicare l’unico vero Dio. Quando una delle parole indicanti Dio è accompagnata da un titolo complementare, ci si vuole riferire sempre al vero Dio. Quando una di queste parole usate per Dio si riferisce chiaramente ad un essere inferiore al vero Dio, vedremo che non è accompagnata da alcun attributo complementare. Ogni qualvolta nella Bibbia si vuole indicare un dio falso, il contesto ci fa vedere che il dio è:
creato - in contrasto al Dio creatore
limitato - in contrasto al Dio supremo e potente
straniero - in contrasto al Dio di Abraamo, Isacco e Giacobbe
un dio falso - inventato o che assume il nome di Dio in contrasto con il vero Dio

NOMI E TITOLI USATI PER DIO NELLA BIBBIA

 ELOHIM

 Genesi 1:1 ..Dio ( ELOHIM) creò i cieli e la terra

Questa parola è menzionata 32 volte nel primo capitolo della Genesi, circa 2570 volte nel V.T. e probabilmente si tratta di un plurale intensivo esprimente la pienezza della divinità concentrata nel Dio unico. Il termine Elohim è una forma plurale di incerta etimologia (plurale di ELOAH o EL). Il termine vuol dire “Il Supremo”. Menzionato circa 372 volte in Deuteronomio, circa 366 volte nei Salmi, circa 193 volte in Genesi, mentre non compare invece nei libri di Abdia, Cantico dei Cantici, Lamentazioni, Ester.

Elohim viene utilizzato circa 200 volte per indicare esseri inferiori a Dio e nella maggior parte di questi casi si riferisce indiscutibilmente a falsi dei.

Dio stabilì Mosè come “Elohim” per il faraone (Esodo 7:1), ma ovviamente nessuno confonderebbe Mosè con il supremo Elohim in quanto Mosè è semplicemente uno strumento di Dio. Inoltre, nessuna parola di lode è attribuita a Mosè, così l’uso di questo nome (a Mosè) rispetta le regole accennate all’inizio.

Elohim riferito ad oggetti creati : Genesi 31:30-32 (furto di idoli, déi), Geremia 16:20; a déi stranieri: Sofonia 2:11; a déi limitati: Isaia 36:19; a déi posti a confronto con il vero Dio: Deuteronomio 6:14, Salmo 95:3; a uomini-giudici redarguiti da Dio: Salmo 82:6, parola (Elohim) utilizzata in senso ironico... morrete come gli altri vers. 7. In tutti casi, non viene espressa mai lode a costoro.

YaHWeH

Nome composto dalle lettere ebraiche yod, he, waw, he. Yahweh è il nome personale e proprio di Dio, utilizzato per la prima volta da solo in Genesi 4:1. Nei Salmi questo nome è utilizzato circa 640 volte, in Geremia circa 563 volte, mentre non compare in Cantico dei Cantici, Ester, Ecclesiaste. Il nome composto ELOHIM-YHWH (utilizzato 19 volte nel V.T.) ci viene presentato la prima volta in Genesi 2:4. Spesso le scritture utilizzano espressioni come “mio Dio”, “Dio vivente”, ma mai troveremo espressioni come “mio Yhwh” o “Yhwh vivente”, in quanto questo termine non è mai applicato ad un dio straniero o falso come “Elohim”, perciò non vi era la necessità di qualificare o di precisare di quale Yhwh si stesse parlando. Yahweh compare circa 7000 volte nell’A.T. L’etimologia di questo nome non è conosciuta,  ma gli ebrei associavano la parola con “hayâ che vuol dire “l’essere”  e molti hanno visto in Yhwh, Colui che possiede esistenza e vita in se stesso. Torneremo più avanti su questo nome3  facendo un’analisi più approfondita.

YAHHWEH ZEBAOTH

Significa Yahweh degli eserciti ed è una designazione frequente nell’A.T. (1° Samuele 6:2, 1° Cronache 17:7, Isaia 10:16, 28:22, Geremia 32:18, 46:18, 51:57). Probabilmente il termine eserciti si riferisce alle coorti angeliche che sono ai suoi ordini (Salmo 103:21, 148:2). 

QEDOSH YSRAEL

Significa il Santo d’Israele, epiteto divino frequente in Isaia (vedi 60:9, ecc.)

EL

Questo titolo di Dio ci viene presentato in Genesi: 14:18. Esso viene citato 224 volte e di solito viene tradotto Dio, collegato all’idea di “Potenza”. Quando EL vuol riferirsi ad un dio falso, il contesto rivela che esso è limitato, creato, straniero e messo in contrasto con il vero Dio (Esodo 15:11, 34:14, Salmo 81:9..) In Isaia 7:14 è scritto che colui il quale doveva nascere, sarebbe stato chiamato Emmanuele che significa “Dio con noi” (El con noi). 

EL SHADDAI

Deriva molto probabilmente dalla radice shadad, che significa agire con potenza. Esso viene inteso generalmente come onnipotente e tradotto Dio onnipotente, termine con il quale Egli si rivelò ad Abramo (Genasi 17:1, 35:11, Esodo 6:3).

EL ELYON

Significa Dio altissimo e così viene normalmente tradotto. Lo si trova per la prima volta nel racconto dell’incontro tra Abramo e Melchisedec (Genesi 14:18, 19), ma compare soprattutto nei Salmi per esprimere  in modo trasparente il concetto della trascendenza divina. 

EL OLAM

Titolo divino che significa Dio d’eternità ed esprime il concetto dell’atemporalità di Dio, lo troviamo in Genesi 21:33, Isaia 40:28 ecc.

ADONAI

Questo titolo (nome) viene adoperato per la prima volta in Genesi 15:2, utilizzato molte volte da solo (Isaia 6:1) o associato a YHWH (Isaia 54:4,5). È citato circa 290 volte nell’A.T. e non è mai applicato all’uomo, ma esclusivamente alla Deità. Compare circa 47 volte nei Salmi, circa 23 volte in Isaia, ecc. Di solito è tradotto con Signore ed è l’unica forma, oltre Yhwh, che è usata esclusivamente per l’essere supremo.  

ADON

Termine utilizzato la prima volta in Genesi 18:12, dove Sara chiama Abraamo il “mio signore” (Adon). Il termine è utilizzato sia per gli uomini che per Dio. Menzionato per circa 300 volte dei quali  circa 30 casi si riferiscono al vero Dio, mentre in altri il termine Adon può essere tradotto anche “maestro”, “ padrone” o “signore”.

YAH ( IAH)

Questo nome è la contrazione di YHWH e viene utilizzato 41 volte3a nel libro dei Salmi, nell’Esodo, nonché in Isaia. Lo si trova in Esodo 15:2, 17:16, Salmo 146:1 (lodate IAH), 68:4 (il suo nome è IAH), Salmo 115:7, 150:6, 102:18, 106:1, 147:1, 148:14, Apocalisse 19:1, 3, 4, 6 (ALLELUIA = LODATE IAH) Isaia 12:2, 26:4, 38:11, Cantico dei Cantici 8:6. Torneremo su questo nome in seguito.

ELOAH

 Questo termine è il singolare di Elohim? Non è chiaro se sia la forma singolare o se sia una voce distinta. Quel che è certo è che la sua origine è molto antica. Si trova 57 volte nell’A.T. e viene adoperato per la prima volta in Deuteronomio 32:15, e per circa 41 volte nel libro di Giobbe, ecc. Questo termine è utilizzato anche  per déi stranieri ( Daniele 11:37).

AB

Questa è la parola utilizzata per “padre” e viene applicata a Dio alcune volte (2° Samuele 7:14, 1° Cronache 17:13 ecc.).

ELAH

Si trova per la prima volta in Esdra 4:24 ed è utilizzata circa 43 volte in questo libro e circa 45 volte nel libro di Daniele. Questa parola si riferisce sia al vero Dio quanto agli déi falsi, per quest’ultimi vedi Geremia 10:11 e Daniele 3:12, dove sono messi in contrasto con il vero Dio. Troviamo Elah in Daniele 2:11, dove il termine è utilizzato dai magi e indovini  babilonesi. 

MARE

Utilizzata soltanto nel libro di Daniele per 4 volte e si riferisce 2 volte a “Signore” Daniele 2:47,5:23; e 2 volte a “signore” Daniele 4:19,24.
Altri epiteti riferiti a Dio sono: EL GIBBOR ( Dio potente ) che troviamo in Isaia 10:21, ed Isaia 9:5 (quest’ultimo con riferimento a Cristo); Terrore d’Isacco (Genesi 31:42); Rocca d’Israele (Genesi 49:24); Potente di Giacobbe (Genesi 49:24); L’Iddio vivente (Geremia 10:10); Il Re di gloria ( Salmo 24:7); Re (Salmo 47:2); Più rari sono epiteti come L’Iddio che mi vede (Genesi 16:13) e il Dio di Betel (Genesi 35:7).  

I nomi e/o titoli sin qui analizzati si riferiscono all’A.T. I nomi ed i titoli riferiti a Dio nel N.T. (scritto in greco),  sono in sostanza gli stessi che si trovano nell’A.T. nella forma greca della LXX (testo dell’A.T. scritto in greco) e racchiudono  più o meno gli stessi significati.

THEOS

Essa è la parola greca utilizzata per “Dio”. Nel N.T. essa corrisponde all’Elohim dell’A.T., con la differenza che Theos, ha un significato più ristretto. Infatti “Theos” viene utilizzato più sovente per indicare il vero Dio, ed a differenza di Elohim che nell’A.T. in rari casi poteva significare anche Giudice e/o Angelo, nel N.T. Theos indica o il vero Dio, o dei falsi déi.

Le uniche eccezioni si trovano in Giovanni 10:34,35, dove Gesù adopera “Theos” nello stesso senso ironico in cui Elohim venne utilizzato nel Salmo 82:6, ed in Filippesi 3:19, dove Paolo denuncia in modo sarcastico quelli il cui dio è il loro ventre che in questo senso è un dio falso.

Theos viene utilizzato c. 1276 volte nel N.T. e si trova per la prima volta in Matteo 1:23. Meno dell’1% dei casi è utilizzato per un essere diverso dal Dio vero. Utilizzato 4 volte per indicare qualcuno diverso da Dio (Atti 12:22,28:6, 2° Corinzi 4:4, Filippesi 3:19). Il plurale di Theos non ha mai il significato del vero Dio (Giovanni 10:34,35, Atti 7:40, 14:11, 19:26, 1° Corinzi 8:5, e Galati 4:8).

KYRIOS

Significa “Signore”, e si trova oltre 700 volte nel N.T. Circa il 10% di questi casi indica un essere inferiore al vero Dio. In tutti gli altri casi si riferisce esplicitamente a Cristo ed a Dio in maniera esplicita. I termini dell’A.T. “Adon, Adonai, Yhwh e Mare”, sono resi con Kyrios nella versione greca della LXX;  Nel N.T. spesse volte  viene citato l’A.T. secondo la versione greca dei LXX.

DESPOTES

 Ha il significato di padrone, signore e nel linguaggio comune indicava il padrone di uno schiavo (1° Timoteo 6:1, 1° Pietro 2:18 ecc.) Si riferisce a Dio ( Atti 4:24, Apocalisse 6:10), ed una volta a Gesù (Giuda 4). Despotes nella LXX traduce usualmente l’ebraico Adonai.

PANTOKRÀTOR

Il suo significato è Onnipotente. Corrisponde all’ebraico Shaddai e nel N.T. si trova unito a Theos o a Kyrios  (2° Corinzi 6:18, Apocalisse 1:8, 11:17, ecc.).

HYPSISTOS

Il suo significato è Altissimo, e lo si incontra specie nel vangelo di Luca, come designazione di Dio (Luca 1:32,35, 6:35 ecc.).

SOTER 

Significa  Salvatore, è un titolo riferito a  Dio in diversi luoghi (Luca 1:47, 1°Timoteo 1:1, 4:10, Tito  2:10 ecc.). Vi sono più riferimenti a Gesù (Luca 2:11, Atti 5:31, Tito 1:4, ecc.). Nell’A.T. talora denota Dio come autore della salvezza d’Israele (Salmo 106:21, Isaia 60:16 ecc.).

PATER

Significa Padre, appellativo di Dio molto frequente nel N.T. ( Matteo 5:48, 6:9, Atti 2:33, Romani 1:7, 1° Corinzi 8:6, Galati 1:1 ecc.). É l’appellativo con cui Gesù ci ha insegnato a rivolgerci a Dio nella preghiera modello (Matteo 6:9). Questo termine dice molto circa la qualità del rapporto che Dio vuole avere con gli uomini. Padre (ebraico Ab), riferito a Dio s’incontra alcune volte nell’A.T., ma rapportato ad Israele piuttosto che agli individui (Isaia 63:16).

ABBA 

Termine aramaico che esprime l’affetto filiale verso Dio. Il suo significato è padre, con una caratteristica che esprime un legame profondo, vezzeggiativo tipo il nostro papà. Lo si trova in Marco 14:36, Romani 8:15 e Galati 4:6.  

Altri titoli sporadici di Dio nel N.T. sono: Re dei secoli (1° Timoteo 1:17); Re dei re (1° Timoteo 6:15, Apocalisse 17:14, 19:6), quest’ultimo applicato principalmente a Gesù.

Significato del nome di Dio attraverso la storia biblica

Nel corso della storia biblica dell’A.T., Dio a seconda delle circostanze, ha mostrato al suo popolo ed alle nazioni confinanti con Israele, le caratteristiche della sua persona, attraverso i nomi e titoli che abbiamo esaminato. Come detto all’inizio dello studio, attraverso il nome di una persona si  potevano comprendere i propositi, il carattere, le manifestazioni ecc. e partendo da questi concetti possiamo capire il perché Dio si presenta agli uomini sotto diversi nomi e/o titoli. Come già affermato a proposito del nome YAHWEH, esso vuole indicare agli uomini l’esistenza unica nel suo genere di Dio. Infatti il suo significato deriva dal verbo hawâ, termine che esprime l’Esssere, il divenire, l’accadere, ovvero Colui che è e/o Colui che ha in sé la causa della sua esistenza, ma anche Colui che è presente nel mondo e tra il suo popolo. Dio si presenta in questa a maniera a Mosè, rivelandogli questo nome (Esodo 3:15,16) e presentandosi come il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, quindi come il Dio dei padri. Questi patriarchi conoscevano Dio con il nome Yahweh? Leggendo Esodo 6:3 in cui è affermato che i padri conobbero Dio come El SHADDAI (Dio onnipotente) e non come Iahweh, si deduce che non lo conoscessero, eppure il termine Iahweh era già noto in tempi remoti (vedi Genesi 4:26 in cui è chiaramente scritto che allora , ai tempi di Set figlio di Adamo, si cominciò ad invocare il nome di Iahweh). La contraddizione è solo apparente (a detta di studiosi moderni) in quanto ai tempi di Adamo se ne conosceva il nome in se stesso ma non la comprensione del suo significato. Infatti ai figli d’Israele Yahweh avrebbe rivelato un senso nuovo del suo nome mostrandosi come l’Iddio che ha tenuto fede alle promesse del patto stretto con i suoi padri (Esodo 6:4), come colui che redimerà il popolo dalla schiavitù (Esodo 6:7,8). Per altri studiosi il nome Yahweh fu conosciuto solo da Mosè in poi, in quanto a differenza di molti nomi di persone e luoghi che contenevano i termini EL, nel libro della Genesi (5:12, 10:28, 28:19 ecc.) non compaiono nomi o luoghi che contengono il termine YHWH, YAH, YAHO o qualsiasi altra forma abbreviata del nome YHWH. Alcuni si chiederanno perché il nome YHWH è usato in tutto il testo della Genesi, visto che non era conosciuto prima di Mosè. La spiegazione è che il libro della Genesi fu compilato in un tempo successivo a quello dei patriarchi, tempo in cui il nome YHWH era conosciuto e lo scrittore o i revisori, lo inclusero perciò nel testo. In effetti nelle genealogie del 1° libro di Cronache che iniziano da Adamo, si nota che partire dal tempo di Mosè, o poco dopo, ma non prima, molti dei nomi citati includono una forma di YHWH. Giacobbe, per esempio, chiamò il luogo dove YHWH gli apparve in sogno Beth-El (casa di Dio) e non Beth-YHWH. Queste ultime considerazioni vengono corrobate da un esame dei nomi teofori composti che includono una forma del nome divino che vissero prima di Mosè3b. Per Israele, dunque, Yahweh fu per eccellenza il nome del Dio del patto, colui il quale è presente ed attivo tra il suo popolo. Il nome rappresenta la personalità di colui al quale appartiene.

Partendo dal concetto che Dio si rivela con i suoi nomi e titoli a seconda delle circostanze, possiamo capire i versetti in cui si afferma qual’è il nome di Dio.


QUAL È IL NOME DI DIO?

YAHWEH DEGLI ESERCITI

Tu sei Dio grande, potente, il cui nome è YAHWEH DEGLI ESERCITI.. Geremia 32:18
.... Dice il Re che si chiama  YAHWEH DEGLI ESERCITI .. Geremia 46:18,51:57
.
Il suo nome è YAHWEH DEGLI ESERCITI... Isaia 54:6

Dio si presenta al profeta Geremia sotto questo nome per indicare che ha delle schiere di angeli innumerevoli e ciò in un contesto in cui gli eserciti di Babilonia attaccano Gerusalemme, al fine di evidenziare che Lui dirige gli eventi di quel tempo e che sotto la sua protezione non vi è nulla da temere, se gli si è fedeli (Salmo 34:7, 2° RE 6:16,17).

YAHWEH

Io sono YAHWEH, questo è il mio nome....Isaia 42:8
Il cui nome è YAHWEH ... Salmo 83:18      

Sul significato di questo nome ne abbiamo parlato in precedenza. Il contesto di questi due testi ci fa capire che Egli è in netto contrasto con gli idoli e che la lode spetta solo a Lui unico Altissimo su tutta la terra.

YAH

Yah è il suo nome.. Salmo 68:4 
Nome di cui ci siamo occupati in precedenza. Esso è una contrazione di YHWH e troviamo questo nome particolarmente nella T.N.M.

DIO DEGLI ESERCITI 

Il cui nome è Dio degli eserciti :Amos 5:27 (vers. CEI, N. RIVEDUTA, GAROFALO, KING JAMES versione inglese, L. SEGOND versione francese)
Il cui nome è l’Iddio degli eserciti
: Amos 5:27  (vers. DIODATI, RIVEDUTA, RICCIOTTI)
Dio delle schiere è il suo nome
: Amos 5:27  (vers. NUOVISSIMA VERS. DELLA BIBBIA)                  

Riguardo al nome di Dio vi sono affermazioni che ci vogliono far comprendere le caratteristiche di Dio. Alcuni esempi sono riportati qui di seguito: Il cui nome è Geloso, che si chiama il Geloso, Esodo 34:14 (in varie versioni bibliche). Il cui nome è Santo, che si chiama il Santo, Isaia 57:15 (in varie versioni bibliche). Il mio nome è tremendo tra le nazioni, Malachia 1:14. Il tuo nome è buono Salmo 52:9.

Nella Scrittura frasi come: credere nel nome.. 1° Giovanni 5:13, 3:23; fede nel suo nome.. Atti 3:16; fatto nel nome.. Atti 4:10; mediante il nome.. Atti 4:30; spererò nel tuo nome.. Salmo 52:9; salvami per il tuo nome.. Salmo 54:1; ricevere dei piccoli nel mio nome.. Marco 9:37; giustificati nel nome.. 1° Corinzi 6:11; ecc., vogliono esprimere la piena fiducia da parte del credente in Dio e porsi pienamente nelle sue braccia, accettandolo quale nostro Salvatore.

Far conoscere il tuo nome.. Giovanni 17:26, ...ai tuoi avversari.. Isaia 64:2; celebrare il tuo nome.. Salmo 138:2, Isaia 26:13; sia santificato il tuo nome.. Matteo 6:9; ho manifestato il tuo nome.. Giovanni 17:6; ecc., significa Lodare Dio facendo conoscere il suo amore agli altri (Giovanni 17:26), rispettare la sua santità (Malachia 3:16), fare ogni cosa nel suo nome (Colossesi 3:17), cioè secondo la sua volontà, tutto ciò per dar gloria a Dio. Al contrario a causa del comportamento peccaminoso del suo popolo, il suo nome può essere bestemmiato...profanato...disprezzato.. Romani 2:24, 1° Timoteo 6:1, Ezechiele 36:20, Malachia 1:6,7. Ovviamente qui il nome è sinonimo dell’essere a cui si riferisce. Testi come: Il nome di Yahweh è una forte torre.. Proverbi 18:10; noi cammineremo nel nome di Yahweh.. Michea 4:5, significano sicurezza e certezza che Dio è con il popolo che fa la sua volontà.

Origine del nome YAHWEH e di YEHOVAH

Il testo ebraico in origine era scritto con le sole consonanti in numero di 22 ed il nome YHWH formato da 4 di esse  yod, he, waw, he, detto il tetragramma, è stato traslitterato (trasporre nella propria lingua le lettere ebraiche) così come gli altri nomi nella Bibbia. La vocalizzazione dei nomi, come delle altre parole,  veniva fatta durante la lettura da chi ovviamente conosceva la lingua.

“Negli ultimi secoli prima di Cristo, il nome di Dio venne circondato da tale venerazione che finì per non essere  più usato. Il terzo comandamento ingiunge: Non proferirai il nome di YHWH tuo Dio invano, perché YHWH non lascerà impunito chi proferisce il suo nome invano. Questo potrebbe essere innanzitutto un ammonimento contro lo spergiuro, anche se non necessariamente nel senso tecnico della parola. Il piccolo catechismo di Westminster  è nel giusto quando afferma che questo comandamento esige la venerazione del nome di Dio, dei suoi titoli, attributi, ordini, parole e opere e proibisce ogni venerazione e abuso di tutte quelle cose per mezzo delle quali Dio si è fatto conoscere. Gli antichi ebrei provarono qualcosa del genere e decisero che il modo migliore per evitare un uso improprio del nome di Dio era di non usarlo affatto. In un primo momento, probabilmente, evitarono di usarlo nella conversazione quotidiana; in seguito lo evitarono anche nella lettura pubblica della Scrittura, sostituendolo con Signore o Dio. Era già questa la prassi quando la Bibbia ebraica venne tradotta in greco nel III° sec. a.C., perché i LXX rendono il tetragramma YHWH con Kyrios (Signore) o Theos (Dio)4. Si è detto che l’unica volta in cui il nome veniva effettivamente pronunciato a quei tempi, era quando il sommo sacerdote entrava nel Santo dei Santi del tempio, durante la ricorrenza annuale del Giorno dell’Espiazione (yom kippur). Questa consuetudine cessò con la distruzione del tempio nel 70 d.C.. In questo modo sembra che gli ebrei abbiano perduto l’originale pronuncia del nome di Dio. Ad ogni modo, quando i Masoreti5 dotarono le consonanti ebraiche di segni vocalici, non ci sarebbe stato comunque alcun bisogno di aggiungere quelli propri alle consonanti del tetragramma YHWH, perché la parola non doveva essere pronunciata. Quello che fecero, fu aggiungere alle consonanti YHWH i segni vocalici della parola che doveva essere letta al suo posto, Adonai (Signore) o Elohim (Dio). Quando nell’Europa occidentale tornò in auge lo studio dell’ebraico, dal XII° secolo in poi, in un primo momento non si capì che le consonanti YHWH erano accompagnate dalle vocali di un’altra parola, e si cercò di leggere il tetragramma YHWH o JHWH con le vocali di Adonai. Il risultato fu la forma ibrida “Jehovah”. Quali che fossero le vocali originali ebraiche è stato argomento di accese discussioni, ma generalmente si ritiene che fossero a ed e, e la parola quindi deve pronunciarsi Javhè. Abbiamo la prova che nei primi secoli del cristianesimo questa era la pronuncia presso i Samaritani e altri circoli di Ebrei che non condividevano gli scrupoli eccessivi nel pronunciare il nome di Dio. Una prova ulteriore si trova nell’Antico Testamento, dove il nome di Dio ricorre anche nelle forme abbreviate Yahu e Yah (cfr. Salmo 68:4, “Il suo nome è Yah”)”6.

L’esatta vocalizzazione del tetragramma si è persa. Tuttavia dalla forma del nome proprio divino nei papiri di Elefantina (Yaho) e nei nomi composti di persona che compaiono nella Bibbia (Yahu) e dalla antica traslitterazione in greco presso Clemente d’Alessandria (iaoue) e Teodoreto (iabe, pron. iave), si è dedotto che Yahveh deve essere la lettura più vicina a quella originale. I masoreti per evitare la profanazione del nome divino, posero fra le 4 consonanti YHWH le vocali della parola Adonai, “Signore”, falsandone la pronuncia Yehovah7. La maggior parte dei traduttori bibblici, laddove in Ebraico si trova il tetragramma, ha preferito il termine Signore o Eterno (vers. riveduta), salvo rare eccezioni tipo la Bibbia tradotta da S. Garofalo che riporta il termine Jahve, Signore8. A proposito del nome, i t.d.Geova hanno pubblicato nel 1984, un opuscolo di 33 pagine dal titolo “ Il NOME  DIVINO che durerà per sempre. Citeremo da questo opuscolo alcuni brani che a grandi linee ripercorrono quanto scritto nelle righe precedenti a parte qualche nota un po' singolare. Come si pronuncia il nome di Dio? Rispondendo a questa domanda l’opuscolo9 prosegue affermando: A dir la verità nessuno sa con certezza come si pronunciasse in origine il nome di Dio. Perché? Perché la prima lingua usata per scrivere la Bibbia fu l’ebraico, lingua in cui si scrivevano solo le consonanti, senza vocali. Perciò, quando gli scrittori ispirati scrivevano il nome di Dio, facevano ovviamente la stessa cosa, scrivendo soltanto le consonanti. Finché l’ebraico antico continuò a essere una lingua d’uso quotidiano, non ci fu nessun problema. La pronuncia di questo nome era nota agli israeliti, per cui quando lo vedevano scritto vi aggiungevano le vocali (così come per il lettore italiano, ad esempio, l’abbreviazione “cfr.” sta per “confronta”, e “btg.” per “battaglione”. Ma accaddero due fatti che modificarono la situazione. Primo, fra gli ebrei nacque una superstizione (o eccessiva venerazione a tal punto da evitarlo ? N.d.R.) secondo cui non si doveva pronunciare udibilmente il nome di Dio; così quando lo incontravano nella lettura della Bibbia pronunciavano al suo posto la parola ebraica Adhonay (“Sovrano Signore”). Secondo, col passare del tempo l’ebraico antico cessò di essere una lingua d’uso quotidiano, e così l’originale pronuncia ebraica del nome di Dio fu infine dimenticata. Per far sì che la pronuncia della lingua ebraica nell’insieme non andasse perduta, studiosi ebrei della seconda metà del primo millennio E.V.(era volgare N.d.R.) escogitarono un sistema di punti per rappresentare le vocali mancanti, e li collocarono vicino alle consonanti nella Bibbia ebraica. Così vennero scritte sia le vocali che le consonanti, preservando la pronuncia comune a quell’epoca. (ciò era ovviamente valido per tutte quelle parole di uso corrente conosciute (N.d.R.). Per un studio interessante a proposito della lingua ebraica con relative vocalizzazioni, si veda il libro di F. Fyvie Bruce op. cit.10. Per quanto riguarda il nome di Dio, invece di mettervi i segni vocalici giusti (come avrebbero potuto visto che non li conoscevano? sic! N.d.R.), nella maggioranza dei casi vi misero altri segni vocalici per ricordare al lettore di leggere Adhonay. Da ciò derivò la grafia Iehouah, diventata poi “Geova”, la tradizionale pronuncia del nome di Dio in italiano.

Dal nome Iehouah quindi deriva il termine Geova in italiano. Nella torre di  guardia del 15 luglio 1980 pag. 11 è scritto che il primo ad usare la pronuncia “Jehova” per rendere il nome divino fu un monaco spagnolo dell’ordine dei domenicani, Raimondo Martini, nel suo libro Pugeo Fidei, pubblicato nel 1270, oltre 700 anni fa. In realtà  il domenicano Raimondo Martini usò la grafia Yohoua (e non Jehova) nel 1278 non nel 127011. Inoltre solo in secoli successivi, ristampe di quest’opera riportano il nome divino con la forma Jehova12 e quindi intorno al XVI° sec., in Europa si trovano le prime tracce di Jehova. Successivamente a questo periodo troviamo la forma Jehova in qualche chiesa cattolica, mentre in diverse altre compare soltanto il Tetragramma YHWH13. Il fatto che vi siano dei riferimenti a questo termine Geova ci autorizza a ritenerla una forma corretta?

GEOVA È UNA FORMA CORRETTA DEL NOME DI DIO?

I t.d.Geova affermano in un loro libro che “il Nome personale di Dio ci viene fatto conoscere per mezzo della sua parola, la Bibbia e questo nome è Geova”.... questo nome si trova in Salmo 83:18, dove leggiamo: “affinché conoscano che tu, il cui nome è Geova, tu solo sei l’Altissimo su tutta la terra”14. Inoltre nello stesso libro scrivono: Un’ulteriore esigenza della vera religione è che deve santificare il nome di Dio... Se volete ottenere la salvezza, anche voi, dovete conoscere e onorare il nome di Dio. Romani 10:13, 14...Quale gruppo religioso è massimamente conosciuto perché proclama il nome di Dio, come lo proclamò Gesù? Le chiese evitano di usare il nome di Geova15.

Abbiamo già evidenziato in precedenza il significato di santificare il nome così come è lampante il significato di Romani 10:13,14 in cui è scritto che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato; il vers. 9 afferma che la salvezza avviene per mezzo della fede “...se avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato”. La salvezza è un dono di Dio e non dipende da una semplice invocazione...non chiunque mi dice Signore Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli..  Matteo 7:21 Ovviamente il significato del testo di Romani 10:13,14 va molto più in là di una semplice invocazione verbale. Torneremo in seguito sul nome attraverso il quale “si ottiene salvezza”.  

Come già visto, la forma Geova è il risultato di due parole, YHWH con le vocali di Adonai. Ciò significa che il termine Geova è un ibrido in quanto è una parola formata da due parole delle quali, solo una (YHWH) è incontestabilmente corretta, mentre le vocali dell’altra (Adonai), e, o, a sono state inserite dai Masoreti, i quali hanno deciso di inserire le vocali di Adonai, perché così si leggeva il nome di Dio. Se veniva letto invece Elohim, le vocali sarebbero state altre cioè e, o, i, se invece veniva pronunciato El, le vocali sarebbero state e, e, e  e così via. La forma  adottata è stata una convenzione frutto dello studio di uomini, ai quali comunque va un plauso per il loro impegno, ricordando ai lettori che il testo Masoretico (testo Ebraico dell’A.T.) è giunto sino a noi grazie al loro impegno. Ma ciò non vuol dire che tutto il lavoro da loro svolto sia esente da errori (il testo Masoretico contiene degli errori la maggior parte dei quali dovuti ai copisti), ed in seguito la forma da loro utilizzata per il nome di Dio in si è rivelata un errore.

Riporteremo di seguito le citazioni tratte dai maggiori dizionari e/o commentari biblici a proposito del nome Iehovah (Geova).

1°-- IEHOVAH. Pronuncia popolare, erronea del nome  divino....Quando poi venne vocalizzato il testo sacro, non vennero poste al tetragramma vocali proprie, ma bensì quelle derivate da Adonay. Da ciò l’ibrido fonetico YeHoWaH (Iehovah)16.

2°-- La grafia “Iehovah”, il cui uso risale agli anni intorno al 1110 d.C., è basata su una vocalizzazione erronea...Questo procedimento (vocalizzazione N.d.R.) dette luogo alla grafia e alla pronuncia errata di “Iehovah”17.  

3°-- Siccome gli Ebrei, in omaggio al terzo comandamento, evitavano di pronunciare il nome proprio di Dio, erano soliti leggere invece di Yahweh, Adonai, il Signore e di conseguenza alle consonanti intangibili YHWH misero accanto la vocali di Adonai, risultandone il termine ibrido di Jehovah (YeHoWaH), da cui si è fatto Geova. Questo nome non è dunque mai esistito, se non per dei lettori inesperti del testo ebraico, perché gli antichi scrivevano YHWH e leggevano Yahweh, e più tardi si scrisse Jehowah e si lesse Adonai. Le moderne traduzioni perciò o trascrivono Yahweh o traducono il Signore o l’Eterno18.  

4° -- Per impedire l’uso magico di questo nome divino gli Ebrei sostituirono le quattro lettere JHWH (Jahvé) col termine Adonai, Signore, le cui vocali furono apposte alle consonanti JHWH causando la lettura deforme di Jehova (Geova)..18a

5°-- Per leggerlo i Masoreti ebbero l’idea di accompagnare alle quattro consonanti YHWH le vocali appartenenti al sostantivo Signore (Adonai). Il lettore ebr. non commetteva errori perché sapeva di avere davanti agli occhi due parole in una: una tutta vocali e l’altra tutta consonanti. Più tardi i traduttori cristiani trascrissero questo nome erroneamente “Jehowah” (Geova) formando così una sola parola laddove ve n’erano due19.  

6°-- Iehovah. Pronuncia erronea del tetragramma ebraico YHWH, Yahweh o Jahweh, uno dei nomi di Dio. Questa pronuncia era divenuta comune dall’epoca di Pietro Galatino, confessore di papa Leone X, nel 1518 d.C.. Si è ora tornati alla forma giusta Yahweh, ma la forma Geova o Iehovah sussiste in alcune versioni nei nomi o espressioni seguenti : Jehovah-jireh (l’Eterno provvederà, Genesi 22:14), Iehovah-Nissi (l’Eterno è la mia bandiera, Esodo 17:15,16)20

7°-- Geova “è parola fittizia. Essa deriva da uno strano giuoco intorno al tetragramma, o lettere sacre indicanti il nome di Yahweh. Esso era scritto in ebraico con le sole consonanti YHWH;  poiché YHWH era normalmente letto Adonay fu vocalizzato con le vocali di quest’ultimo: a o a, solo che la prima a, per una legge fonetica ebraica divenne e con le nuove consonanti; donde Ye-Ho-Wa-h: parola quindi inesistente, ma assai diffusa specie nei manuali di qualche tempo fa (N.d.T.)!”20a

8°-- “Il diffuso Jehovah (Geova) è derivato da un’erronea lettura del nome nel testo ebraico, e pertanto l’uso di esso non ha giustificazione alcuna”.20b

Si potrebbero riportare altre citazioni a riguardo.. Enciclopedia Americana pag. 11; vocabolario Biblico di Von Allen pag. 117; dizionario biblico di McKenzie pag. 250; dizionario di Xavier Léon-Dofour pag. 319 e numerose note di molte Bibbie, tutte concordi con le affermazioni sinora citate. 

Indubbiamente alla luce di studi più recenti, si riscontra che la pronuncia Geova è un errore. Le citazione su riportate ne danno conferma. Oggi vi sono comunque alcuni dizionari (altri no) della lingua italiana che riportano il nome “Geova”21, che si rifanno ad una tradizione ormai obsoleta di questo nome entrato in una cultura considerata oggi superata, grazie alle scoperte più recenti. Stesso discorso vale per le Bibbie più antiche, le quali scritte in tempi non recenti, riportano qua e la alcuni riferimenti a Geova perché non aggiornate secondo gli studi più recenti. Alcuni tra gli esempi sono la versione riveduta di G. Luzzi (anno1924), la quale nella nota di Matteo 1:21 parla di Geova, ed in Genesi 22:14 ha “Iehovah” come parte di un nome composto (Iehovah-jireh). A proposito di quest’ultimo testo la nuova versione riveduta21a riporta Iavè-Irè, mentre nella nota a Matteo 1:21 riporta Geova e la stessa nota afferma che corrisponde alla vocalizzazione del Tetragramma (Yhwh)... Prosegue affermando che si era fatto ricorso a Geova, che non corrisponde alla dizione originale  (considerazioni che non apparivano nella prima versione). Questa nota fa riferimento al nome di Gesù, ma cosa alquanto strana nell’indice Biblico della suddetta Bibbia nuova riveduta (pag. 1274), alla voce Gesù è detto.. Lett. YHWH salva... (gli autori hanno fatto un po' di confusione in quanto confondono la forma Geova con YHWH e questo lo analizzeremo in seguito).

Anche nella versione Diodati, Bibbia la cui prima edizione risale al 1641 d.C., utilizzata ancora da alcuni evengelici compare il termine Geova22. Esso compare solo in alcune versioni nella sovrascritta di Isaia 41 e nell’intestazione a pag. 584 (pagina del testo di Isaia 41). Il riferimento è ad una Bibbia stampata nel 1964  a cura della Società Biblica Britannica e Forestiera che però non fa riferimento alla Diodati ma la considera una Versione Riveduta Sui Testi Originali (in effetti il linguaggio arcaico utilizzato, mostra che è una versione di G. Diodati). Consultando altre edizioni Diodati, ho notato che una versione Diodati del 1894 (nuova edizione riscontrata su quella del 1641 e in taluni punti lievemente emendata, parole riportate nell’intestazione) si riscontra il nome Geova così come l’edizione del 1964, in una edizione del 1914 (accuratamente riscontrata su quella del 1641 e in taluni punti lievemente emendata, parole riportate nell’intestazione) il termine Geova ricorre solo nella sovrascritta di Isaia 41. In una versione del 1850 le intestazioni dei capitoli non vi sono e naturalmente non compare il nome Geova. Ho trovato infine una versione di  G. Diodati del 1875 (con referenze del medesimo, parole riportate nell’intestazione) dove il termine utilizzato nell’intestazione della pagina (890) è “il Signore è solo efficace soccorritore mentre non vi è nessuna sovrascritta di Isaia 41. Da quest’ultima versione (con referenze del medesimo, G. Diodati) si evince che Diodati non avrebbe usato il nome Geova. In effetti anche se lo avesse usato, avrebbe seguito un’antica tradizione di quel tempo, ma non si comprenderebbe come mai nelle 7000 volte circa in cui compare il tetragramma egli abbia tradotto tutte le volte SIGNORE. L’eventuale riferimento a Geova ricorrerebbe  solo 2  volte e solo in sovrascritta e intestazione e mai nel testo sacro. Stesso discorso all’incirca vale anche per la versione riveduta. Nella NUOVA DIODATI (1991) non compare il termine Geova. Nelle altre versioni Bibliche citate in Ragioniamo pag. 155/156, a parte l’unico testo della versione di O. Cocorda (N.T. e Salmi) di Salmo 83:18 dove compare “JEHOVA”, tutte le altre versioni citate, riportano “Jahve, Iavè, Jahweh, Jahvé” ecc. in alcuni testi, ma qui il discorso è ben diverso in quanto come vedremo successivamente queste forme risultano più corrette rispetto a Geova. Stesso discorso vale per  le versioni di S. Garofalo e di L. Monaldi che utilizzano Jahve nei testi in cui ricorre il tetragramma. Altre Bibbie riportano il nome più corretto Jahweh, ma solo in rare note a piè pagina.

Nella Bibbia di A. Martini (Bibbia tradotta nel XVIII° sec.) vi sono delle note riguardanti il nome di Dio, precisamente a piè pagina di Esodo 3:14,15 ed Esodo 6:3. Riportiamo alcuni brani a commento di questi 2 testi: IO SONO QUEGLI CHE SONO. S. Giovanni nell’Apoc. 1,8, espresse la forza di questo nome, dicendo: Colui, ch’è, che era, e che sarà...Dinotasi con questo nome la necessità dell’esistenza di Dio, la eternità, l’immutabilità, e la pienezza dell’essere....La maniera di pronunciare il nome incomunicabile di Dio è diversa negli antichi autori, e ne’ Padri.  San Girolamo e Origene pronunciano Jao. Vedi il primo in Ps. 8, e il secondo, lib. 6 cont. Cels. I più lo pronunciano Jehovah: i Giudei non pronunciano questo nome: ma incontrandolo nel testo della scrittura leggono in cambio di esso Adonai. Con questo nome mi rammenteranno, ecc. Con questo nome Jehovah io sarò rammentato, e invocato ne’ tempi avvenire23.

E non rivelai ad essi il mio nome ADONAI.  Nell’ebreo leggesi il mio nome Jehovah; ma l’autore della Volgata, ad esempio degli Ebrei, per rispetto a quel nome adorabile, ha sostituito l’altro Adonai. Questo uso di non esprimere quel nome è antichissimo, come attesta Giuseppe Flavio, e Filone, i quali asseriscono che non si pronunciava se non nel tempio, e una sola volta l’anno, il giorno del gran digiuno. Intorno a’ nomi di Dio vedi S. Girolamo (ep. ad  Marc.). Ma onde avvien  egli, che qui si dica che Dio non aveva rivelato il suo nome di Jehovah a’padri, mentre questo nome è usato sovente nella Genesi, e i padri invocarono Dio con questo nome? Vedi Gen. IV, 26; XV, 8. Rispondesi, che questo nome veramente non fu conosciuto, né usato da’ Patriarchi; ma il libro della Genesi essendo stato scritto da Mosè, dopo che Dio aveva manifestato il questo nome, egli lo adoperò nella Genesi come il vero, e proprio nome di Dio24.

Alcuni t.d.Geova leggendo questi riferimenti a Jehovah, (nell’ebreo leggesi il mio nome Jehovah), (ma l’autore della Volgata, ad esempio degli Ebrei, per rispetto a quel nome adorabile), giungono alla conclusione che S. Girolamo (traduttore della Volgata), conosceva la pronuncia Jehovah. Questo è un errore grossolano, in quanto il nome Jehovah è stato introdotto dopo il I° millennio, mentre S. Girolamo è vissuto ne IV° Sec. Inoltre i riferimenti a Jehova di A.Martini in queste sue note, e solo in esse (mentre nel testo Biblico utilizza Signore), ci fanno capire che al tempo in cui viveva (XVIII° SEC.), si utilizzava raramente il nome Jehovah, e dall’inserimento nelle sue note si comprende che era solo un’eccezione.

Tutto ciò mostra che sino a quando non si sono scoperte altre fonti (citate in precedenza), il nome Geova veniva  usato anche sino a diversi decenni fa, in testi che in seguito hanno subito gli ovvi cambiamenti.

I t.d.Geova nel libro Potete vivere per sempre..25, scrivono .. Ecco come appare il nome di Dio in quattro versioni italiane della Bibbia... dando così l’impressione che queste quattro versioni citate utilizzino normalmente il nome Geova e Jahve; ma delle quattro Bibbie citate, solo la T.N.M. (Bibbia tradotta dai t.d.Geova), compare normalmente quel nome, mentre delle altre tre, la versione di Garofalo utilizza il nome Jahve spessissimo, insieme a Signore. Delle altre due versioni citate, la Diodati utilizza Geova 2 volte ma solo nella sovrascritta e intestazione, mentre della versione di O. Cocorda usa una volta Jehova, e varie volte Iaveh.

A questo punto bisogna rispondere alla domanda, YAHWEH o GEOVA?

Vai alla seconda parte:


Note:

1 - Vedi il libro Le Nuove Religioni, M. Introvigne  pp. 127÷135 ediz.Sugarco 1989.

1a - La Bibbia, nuovissima versione dai testi originali ed. paoline 1983 II ed. pag. 79 (nota ad Esodo 3:14).

2 -  Molte delle argomentazioni riportate sono state tratte da un libricino (Gesù Cristo è Dio), scritto da un pastore evangelico Peter Hedley e da un dizionario avventista  del 1990,  voce “Dio” (autore A. Caracciolo).

3 -  Il termine YHWH, viene in quasi tutte le Bibbie sostituito con  Signore  (Adonai), o Eterno (vers. riveduta), mentre nella    versione di S. Garofalo ricorre il termine Jahve, Signore.

3a - I testi utilizzati per questo nome  (Iah), si riferiscono alla T.N.M. DEL 1987 (traduzione biblica ad uso dei t.d.Geova)

3b - Tratto da un articolo “Qual è il nome del Signore” (pubblicato dalla Chiesa di Dio universale) nel 1980.

4 - Vedi ROTOLI E PERGAMENE di F. F. BRUCE, edizioni  Piemme 1994, pag. 113. In un frammento papiraceo della versione greca del Deutoronomio, proveniente dal Cairo (papiro Fuad 266), e risalente al II° sec. a.C., il nome YHWH non è tradotto ed è scritto in caratteri ebraici quadrati. Era scritto così anche nella versione greca di Aquila.. Ma il lettore greco istruito sapeva di doverlo leggere Kyrios o Theos  (nota in calce al libro su citato pag. 113).

 5 - Masoreti..(studiosi di fine  I° millennio d.C.). Questi specialisti non portarono a termine il loro lavoro secondo i principi rigorosi di quella che oggi chiamiamo critica testuale. Il loro compito consisteva piuttosto nello studiare e pubblicare il testo ebraico della Bibbia, trovato nelle copie a loro disposizione, alla luce delle tradizioni autorevoli, trasmesse attraverso successive generazioni di  maestri. Ed è proprio dal riferimento alla tradizione che questi studiosi presero il nome con il quale sono generalmente conosciuti Masoreti. Il nome deriva dal termine ebraico  masorah, “tradizione”, ed il testo stabilito dai Masoreti in base ai loro studi, è noto come testo “masoretico”(ROTOLI E PERGAMENE  di F. Fyvie Bruce op. cit. pag. 110-111).

6 -  ROTOLI E PERGAMENE op. cit. pag. 113-114.

7 -  Dizionario di dottrine  Bibliche, voce Dio pag. 110, edizioni ADV 1990 op. cit..

8 -  Per una panoramica sul nome di Dio nella varie versioni si veda “Tutta la scrittura è ispirata da Dio...” pag. 322, pubblic. dai t.d.Geova nel 1990.

9 -  Si leggano le pag. 7 e 8 dell’opuscolo citato.

10 - Si legga il cap. 3°...”La lingua ebraica” .. da pag. 31 a 45 del libro ROTOLI E PERGAMENE ..così nacque la Bibbia.. Tutte le grandi scoperte sui codici e le lingue dei libri di Dio . Piemme editore 1994.

11 - Vedi Il Nome Divino...op. cit. pag. 17.

12 - Vedi Il Nome Divino...op. cit. pag. 17 nota in calce.

13 - Vedi raffigurazioni a pag. 9 e 10 dell’opuscolo Il Nome Divino op. cit.

14 - Vedi il libro La Verità che conduce alla Vita Eterna, pag. 17  pubbl. nel 1968 dai t.d.G.

15 - Vedi il libro La Verità che conduce...op. cit. pag. 127.

16 - Enciclopedia della Bibbia.. LDC. (1971) vol. 4° pag. 212, 213.

17 - Enciclopedia  della Bibbia ..op. cit. vol. 6° pag. 1270, 1271.

18 - Dizionario Biblico di G. Miegge, ediz. riveduta  e aggiornata (1968) pag. 174, (Feltrinelli) a cura di B. Corsani, J. A. Soggin, G. Tourn.

18a - La Bibbia nuovissima versione dai testi originali, ed. paoline II ediz. 1983, pag. 80 (nota ad Esodo 3:14,15).

19 -  Nuovo Dizionario Biblico di R. Paché (1981), pag. 233.

20 -  Nuovo Dizionario Biblico op. cit. pag. 438. Il riferimento ai nomi Iehovah-Jireh e Jehovah-Nissi si riferisce alla Versione Biblica riveduta di G. Luzzi (tradotta nel 1924 ed in uso nelle comunità evangeliche, oggi la nuova riveduta riporta rispettivamente Iavè-Ire ed il Signore è la mia bandiera, N.d.R.).

20a  - J. barr, Semantica del linguaggio biblico, Bologna 1968, pag. 370 (citazione tratta dal libro “Analisi di una setta” di A. Aveta, Filadelfia editrice 1985 pag. 35).

20b - Vedi Grande Commentario Biblico della Queriniana pag. 65, (citato da A. Aveta in “I T.D.G. un’ideologia che logora” ediz. Dehoniane Roma pag. 112.

21 - Vedi  Ragioniamo facendo uso delle scritture (pubblic. dai t.d.G. nel 1985,1989) pag. 159.

21a - Da un lato, esso (testo biblico N.d.R.) non ha alcuna relazione con il testo della Bibbia tradotta da G. Luzzi  ma, dall’altro, risulta in continuità con la riveduta del 1924, fra i cui revisori si trovava Giovanni Luzzi come coordinatore. E poiché la Riveduta del 1924 è una revisione proveniente da una serie di revisioni che ebbero il loro impianto di origine nel testo di Diodati, se ne conclude che la nostra Nuova Riveduta del 1994 si colloca nella linea della tradizione del testo tradotto da Giovanni Diodati nel 1607 a Ginevra. Ma, allo stesso tempo, se ne distingue sia per l’aggiornamento linguistico sia per la revisione fatta sulla base dei manoscritti greci ed ebraici più antichi e prestigiosi che non erano disponibili settant’anni fa e ancora meno, all’epoca del Diodati stesso. Per quanto concerne la traduzione del tetragramma (YHWH), abbiamo preferito ricorrere alla tradizione orale (tanto in lingua ebraica quanto in lingua greca) quella corrispondente  a : “Signore”. Quest’ultimo termine risulta scritto in carattere maiuscolo perché il lettore possa distinguerlo dalla parola Signore che invece è la traduzione del termine ebraico “adhonai”. Laddove ricorre “adhonai Yhwh” abbiamo reso tale espressione con “il Signore , Dio” per evitare la ripetizione. (Prefazione della Nuova Riveduta  II° ediz. 1995 pag. VI).

22 -  Vedi Ragioniamo...op. cit. pag. 155 e  Potete vivere per sempre su di una terra paradisiaca (pubblic. dai t.d.G. nel 1982 pag. 42).

23 -  Bibbia di A. Martini pag. 95,96.

24 -  Bibbia di A. Martini pag. 99.

25 - Si veda la pag. 43.

26 - Enciclopedia della Bibbia op. cit. vol. 6° pag. 1270, 1271.