I TdG E L’INTERPRETAZIONE DELLA BIBBIA


I TdG fanno pubblicamente (e di casa in casa) due affermazioni molto importanti:

  1. di essere gli unici a conoscere la "Verità"

  2. di basare tutte le loro dottrine esclusivamente sulla Bibbia

Riguardo la prima affermazione, premesso che per un vero Cristiano la Verità è il Cristo stesso (I Giov. 4:20, Giov.14:6) è proprio la figura ed il vero insegnamento di Cristo che risultano particolarmente alterati e travisati sia a livello della Traduzione del NM e sia nelle dottrine spacciate come verità agli ignari TdG dal Corpo Direttivo.

Riguardo la seconda affermazione, essa è falsa per due motivi:

  • il primo, il più grave, è che la Traduzione del NM non è la Bibbia, ma è solo una versione "addomesticata" per meglio sostenere le dottrine del Corpo Direttivo.

  • Il secondo è che la "chiave di lettura o di studio della Bibbia" usata dal Corpo Direttivo, è quella tipica (errori ed alterazioni a parte) dei gruppi protestanti fondamentalisti americani. Esempio: si vuole dimostrare che una certa dottrina si basa sulla Bibbia? Si prende un versetto da un Salmo, uno da una lettera paolina, uno da Rivelazione, uno dal Pentateuco, ecc. e si mettono in fila senza tenere minimamente conto del contesto in cui quei singoli versetti erano stati scritti, del perché erano stati scritti, a chi erano rivolti, in quali circostanze, ecc. Non si tiene conto dei generi letterari diversissimi contenuti nella Bibbia, del contesto storico, ecc.

Se vogliamo fare un’esegesi seria ed accurata della Bibbia e comprenderne tutto il reale messaggio (anche se ciò non è indispensabile per essere veri Cristiani ma è utile per evitare di essere manipolati da false organizzazioni che si definiscono uniche depositarie della Verità biblica) dobbiamo prima fare uno studio dei generi letterari in essa contenuti, del contesto storico degli scritti (la Bibbia è stata scritta in un arco di 1500 anni circa in ambienti e situazioni diverse), delle lingue antiche in cui è stata scritta e delle espressioni tipiche di quelle lingue e di quelle culture che se tradotte alla lettera nelle lingue moderne diventano oscure se non ridicole o addirittura fuorvianti. Ciò non viene assolutamente fatto dai gruppi cosiddetti "fondamentalisti" come i TdG, il cui studio della Bibbia consiste nell’imparare ad estrapolare dal contesto quanti più versetti possibile per adattarli ai mutevoli schemi dottrinali del Corpo Direttivo.

Un esempio recente è quello del termine greco "genea" che si può anche tradurre letteralmente "generazione" purché venga spiegato che questo termine ha anche un significato più "estensivo" e precisamente significa quello che è sempre stato scritto su qualunque vocabolario di greco: stirpe, nazione, progenie, ecc. Ovviamente il Corpo Direttivo lo ha sempre saputo, ma finché ha potuto lo ha nascosto in modo da alimentare così le attese di una fine imminente dato che la "generazione" (intesa in precedenza come un periodo di 70-80 anni) che aveva vissuto gli avvenimenti del 1914 non sarebbe dovuta passare prima della "fine". Attualmente, poiché era ormai diventato troppo difficile sostenere questa dottrina, si è ricorsi al trucco ormai abusato dell’intendimento progressivo, spacciando per una nuova e più profonda interpretazione del termine quella che invece era fin dall’inizio l’unica interpretazione possibile tenuto conto del senso del discorso di Gesù. Ciò ha provocato disorientamento in molti dei TdG come già avvenuto nel passato (la precedente data "rinviata" è stata quella del 1975) e conseguente allontanamento dall’Organizzazione (come si può notare dalle statistiche).

Tornando, con qualche altro esempio, all’interpretazione dei versetti biblici, questi vengono in genere interpretati dai TdG in senso letterale ma se la "lettera" si scontra con i preconcetti dottrinali di Brooklyn allora non hanno difficoltà a farne una lettura "simbolica".

Ad esempio Gesù parlava spesso per parabole o illustrazioni in modo che i concetti fossero comprensibili da chiunque. In genere anche il Corpo Direttivo non interpreta in senso letterale le illustrazioni di Gesù (l’esempio più importante è forse quello della dottrina dell’inferno basata su una interpretazione più o meno letterale di molti versetti biblici che invece i TdG interpretano simbolicamente), ma per alcune parabole si decide che quella illustrazione va presa invece alla lettera (come ad esempio quando in Mt.24:45 Gesù fa l’esempio del "servo fedele e prudente" che per i TdG è il Corpo Direttivo di Brooklyn).

In altri casi invece, dove sembra evidente che Gesù faccia esempi "concreti" e non "simbolici", si decide che quell’insegnamento di Gesù non va preso alla lettera (vedi Mt.25:34-46) in quanto non compatibile con le dottrine del Corpo Direttivo, anzi proprio in quest’ultimo esempio, quando Gesù parlava di "dar da bere agli assetati, dar da mangiare agli affamati, ecc.", il Corpo Direttivo spiega che Egli non si riferiva al nostro prossimo come certamente avevano ben compreso i suoi ascoltatori, ma si riferiva ai signori del Corpo Direttivo residenti a Brooklyn 1900 anni circa dopo il suo insegnamento!

Un esempio classico di simbolismo biblico è quello dei "144.000" di Rivelazione numero tipico del genere letterario apocalittico che fa ampio uso del numero 12 (le 12 tribù di Israele) e dei suoi multipli per indicare, in questo caso, l’intero popolo di Israele, ma che deve essere interpretato in senso letterale dal Corpo Direttivo per coprire un’altra delle tante profezie fallite: quella relativa al 1914. Gesù è così diventato per Brooklyn il mediatore solo di 144.000 persone!

Tutte le espressioni bibliche che fanno parte del genere letterario "apocalittico" non vanno prese alla lettera, ma bisogna conoscerne il significato simbolico. Sarebbe come se noi prendessimo "alla lettera" la Divina Commedia e quando Dante dice che "nel mezzo del cammino della sua vita si ritrovò in una selva oscura" uno cercasse di speculare sul luogo dove si può trovare questo "bosco" di cui parla Dante! È più o meno quello che fanno i TdG quando, prendendo "troppo alla lettera" certe espressioni bibliche, si aspettano di abitare in un paradiso con villette monofamiliari in stile hollywoodiano, contornati da animali docili alla Walt Disney.

Ma gli stessi TdG sono pronti ad interpretare in modo simbolico le espressioni contenute in Apocalisse quando l’interpretazione letterale si scontra con le loro dottrine: ad esempio Riv. 1:7, in cui si dice con estrema chiarezza che Gesù ritornerà in maniera visibile, viene interpretato in maniera simbolica sempre per nascondere il fallimento delle aspettative legate al 1914.

Quello di utilizzare la Bibbia come libro "profetico" (nel senso errato di "libro che prevede il futuro") è tipico dei gruppi fondamentalisti che estrapolando frasi fuori dal loro contesto storico/letterario non hanno difficoltà a ricavare ogni genere di "profezia". Il seguente esempio dimostra come questo modo di leggere la Bibbia sia totalmente fuorviante. Prendiamo un versetto della Bibbia a caso e vedremo che con un po’ di fantasia non è poi così difficile adattarlo ad un personaggio o ad un evento che vogliamo noi. Esempio: "Se contro di me si accampa un esercito il mio cuore non teme; se contro di me divampa la battaglia anche allora ho fiducia".

Se esistesse la religione di "Rambo" (in america tutto è possibile) questo potrebbe essere ritenuto un versetto biblico che "profetizzava" con assoluta evidenza (tranne che per gli increduli) la sua venuta. Ma potrebbe essere altrettanto ovvio che si riferisca a James Bond, o al leader settario David Koresh assediato dalle forze di polizia nel suo ranch, o forse si riferisce all'assedio finale al Che Guevara da parte dell'esercito boliviano, oppure potrebbe profetizzare la detenzione di Gesù da parte dell'esercito romano, ecc., ecc.

È evidente che in questo modo con la Bibbia (così come con qualunque altro libro di pari complessità e antichità) si può sostenere tutto ed il contrario di tutto.

Se uno scritto di tipo storico è corretto interpretarlo alla lettera, uno scritto di tipo poetico (di cui abbonda la Bibbia) ovviamente no. Se nella poesia "Pianto Antico" il Carducci così si esprime "Tu, fior della mia pianta percossa e inaridita...", nessuno pensa che Carducci sia una pianta e suo figlio un fiore. Nelle lingue antiche, così come nelle moderne, ci sono modi di dire caratteristici che se tradotti alla lettera non vogliono dire assolutamente nulla o peggio portano a conclusioni assurde: ad esempio noi usiamo l’espressione "fare quattro passi" per indicare una breve passeggiata. Chi volesse prendere alla lettera il numero quattro per stabilire la distanza percorsa, traviserebbe completamente il pensiero dell’autore. E’ ovvio che questo tipo di studio, che presuppone una certa base culturale, venga condannato dai gruppi fondamentalisti, altrimenti i loro aderenti si accorgerebbero dell’inconsistenza di molte dottrine propagandate come "verità".

Claudio Forte