Carissimi Elisa ed
Ettore,[nota1]
Ci fa piacere sapere che state bene, come abbiamo anche saputo dall'ultima
vostra "circolare" dai Caraibi.
È bello sapere che siate riusciti a sopravvivere a tante difficoltà anche come
coppia, io e Susanna avemmo un'esperienza di servizio analoga
all'inizio del nostro matrimonio, non eravamo proprio nei Caraibi, la località
se ricordo bene era ...Bagno di Romagna, i tempi cambiano, le
distanze si allungano e il mondo rimpicciolisce.
Ho voluto dare un inizio sereno a questa mia mail, perché non potrò
essere sereno per tutta la lettera, anche se vorrei. Mi addolora avere appreso
oggi
da una sorella che domenica siete venuti a Galeata, ma non vi siete fatti vivi.
Nella stessa mail che avete spedito sabato sera alle 22,55, e che io
ho letto lunedì mattina, non fate menzione della vostra venuta a Galeata, non
voglio farvene una colpa, ma scusatemi se vi dico che l'atteggiamento
che avete mostrato è identico a quello che tanti altri hanno avuto nei nostri
confronti in questi ultimi tempi e che mi ha fatto amaramente
acquistare una consapevolezza che è andata maturando in questo ultimi due anni
e contro cui mi sono alacremente battuto fino al sangue con gli anziani
della mia congregazione, con quelli di una congregazione vicina e con i vari
sorveglianti viaggianti. L'amara constatazione è che siamo estremamente
bravi come individui e come organizzazione a incoraggiare i forti, ma come siamo
completamente impreparati e incapaci a sostenere i deboli!
I mesi che ci stanno alle spalle contengono i giorni più tristi di tutta la nostra
esistenza. Legami, speranze e convinzioni profondamente radicate, a
cui avevamo ancorato la nostra esistenza e l'esistenza dei nostri figli, sono
state scosse dalle fondamenta. Molti ovviamente desiderano credere che
la colpa di quanto è accaduto è solo e unicamente nostra. Soprattutto gli
anziani della congregazione a cui ho appartenuto per ventisette anni
desiderano credere di avere fatto tutto quello che era possibile e che la colpa
è solo nostra.
Non so cosa vi abbiano raccontato di noi, certo non è facile difendersi quando
non si è presenti. Voi direte: "E chi vi ha detto di non venire?".
Questa per ora è la nostra scelta, una scelta a cui siamo stati portati dagli
eventi e dalla riflessione. Anche se gli eventi hanno avuto un enorme
peso nello scatenare la riflessione che ne è seguita, non sono gli eventi che
ora ci spingono ad avere l'atteggiamento che abbiamo. È vero che siamo
feriti per essere arrivati ad oltre metà della nostra esistenza, dopo avere
dedicato ventisette anni al servizio dell'organizzazione dei Testimoni di
Geova, di cui venti come anziano e tredici complessivamente come pionieri, e non
ritrovarsi vicino nessuna o quasi di quelle persone che credevamo nostri
intimi amici. Per alcune di quelle persone ci siamo spesi con tutto quello che
avevamo, abbiamo trascurato i nostri bisogni e condiviso ogni cosa.
Abbiamo pianto con loro e per loro e supplicato Dio perché continuasse a farle
crescere e li abbiamo amati molto di più dei nostri fratelli e parenti
carnali. Non li abbiamo "allevati" perché fossero nostri discepoli,
consideravamo il loro progresso direttamente proporzionale alla misura con
cui si staccavano da noi e cominciavano ad attaccarsi all'organizzazione. Ma
credevamo anche di avere creato delle amicizie che avrebbero potuto
sostenerci nel momento del bisogno, spirituale, materiale o emotivo che fosse. Credevamo
anche che l'organizzazione verso cui ci siamo comportati
con estrema lealtà, Geova ci è testimone, ci ripagasse con amorevole
considerazione ed un briciolo di comprensione per tutto il servizio e la lealtà
resa. Purtroppo così non è stato.
Ripeto, non so cosa possano avervi raccontato, so comunque che qualche settimana
fa, il discorso pronunciato alla congregazione e riferito a me e a
Susanna (alla quale nessuno degli anziani aveva neppure cercato di parlare in
anticipo) è stato di una durezza e un dispregio tale che alcune sorelle
si sono profondamente scandalizzate. Il discorso è stato fatto in seguito ad
una mia lettera in cui raccontavo la nostra esperienza di Testimone per 27
anni e denunciavo il comportamento bizzarro e di parte mostrato in alcuni gravi
casi accaduti nella congregazione. L'unica altra cosa di cui possono
accusarmi è di essermi "scaldato" un paio di volte con un fratello,
che da anni mostra lo spirito di Diotrefe (3 Gio. 9-10 ), per la bizzarria,
l'ipocrisia e l'arroganza che ha mostrato nel corso degli anni. Questo fratello,
Giulio Giuliani [nota1], per sua stessa ammissione, ha mostrato uno
spirito malvagio per ripicca nei confronti di altri fratelli. In un'occasione il
suo spirito portò alla chiusura di una Sala del Regno che un fratello aveva
donato alla congregazione. Il dolore provato dal fratello Vitale Bonati [nota1], che aveva donato la Sala del Regno, lo portò alla morte qualche
tempo più tardi. Eppure quest'uomo, pur avendo riconosciuto recentemente che in
quell'occasione agì malvagiamente, continua a mostrare lo stesso spirito. Nel
corso degli anni con i suoi modo arroganti ha cacciato almeno altre due famiglie
dalla congregazione. Lo scorso dicembre ha disassociato una ragazzina di
quindici
anni per fumo. Giulia - è il nome della ragazzina - aveva avuto il padre
suicida tre anni prima. La madre si era risposata ancora prima del suicidio,
perché dopo essere diventata Testimone il marito l'aveva lasciata. Gli era
stata diagnosticata una forma seria di depressione e si autolesionava.
Pensate che ci fosse l'opportunità di mostrare misericordia... lo pensavo
anch'io. Ma misericordia non c'è stata... con cinque domande, nel corso di
un'unica seduta è stata decisa la sua sorte eterna.
Nonostante questo grave evento, che aveva segnato la mia esistenza, Giulia
è
stata come una mia seconda figlia, ha un anno meno di Priscilla e sono
cresciute insieme dall'età di tre anni, cercai di ricucire i legami con gli
altri anziani, anche con Giulio Giuliani, con il quale piansi cercando di fargli
capire la condizione tremenda in cui mi trovavo a causa dell'amicizia di
Priscilla per Giulia e come temessi per la sua stessa vita in quanto
anche lei aveva dato segni di autolesionismo e depressione. Ad un'altro anziano,
Campitelli, che ho allevato spiritualmente, feci capire in lacrime
il bisogno che avevo di sentirmi vicino qualche amico in questo difficile
momento, da quell'occasione passarono diversi mesi senza ricevere neanche una
telefonata. Lo stesso feci con un altro anziano, col quale avevo studiato. Poco
dopo questi fatti il sorvegliante viaggiante, Eligio Zanaboni, che
colleziona rimozioni, arrivò nella nostra congregazione. In una settimana
distrusse tutto quello che avevo cercato di ricucire e mi mise contro tutti
gli altri anziani che firmarono un diffamante rapporto alla società sul mio
conto, letteralmente pieno di menzogne. La cosa che mi distrusse e che
questi uomini che firmarono, sapevano di firmare cose false, ma non seppero
resistere alle sue intimidazioni. Non seppero neppure mostrare
considerazione per tutto quello che avevo fatto fino ad allora. Eppure sapevo
che questi uomini erano fra i migliori della circoscrizione, ma le
loro coscienze erano state plasmate non per reagire a compassione e
misericordia, ma piuttosto per applicare giudizi secondo schemi predefiniti
(Matteo 12:7).
Mentre barcollavamo per queste ferite, e già allora molti soprattutto fra i
nominati cominciarono ad evitarci forse perché ci avevano visti
particolarmente rattristati per la disassociazione di Giulia [nota1] e la susseguente rimozione del padre adottivo da servitore di
ministero, mentre appunto mi trovavo in questa situazione, un fratello dalla
Betel di Brooklyn mi mandò la notizia di un triste avvenimento accaduto negli
Usa. Un ex anziano, disassociato qualche tempo prima per divergenze con gli
altri anziani della sua congregazione, aveva sterminato la sua famiglia
di quattro figli dai nove ai diciassette anni e la moglie. La cosa era ancora più
grave per il fatto che era un Testimone di seconda generazione, tutti i
suoi parenti, genitori e tre fratelli, erano Testimoni. Tutti si trovarono
d'accordo nell'isolarlo, il padre che lavorava con lui in una piccola
azienda di giardinaggio di loro proprietà si dimise per non lavorare più con
il figlio e in seguito iniziò le pratiche per l'affidamento dei nipoti. Il
fratello in questione, Robert Bryant, in poco tempo si trovò senza lavoro perché
tutti i suoi clienti, essendo altri Testimoni, non lo vollero più nei
loro giardini. Disperati, dalla California se ne andarono in Oregon lo scorso
dicembre 2001, e lì il 23 marzo 2002 hanno trovato la morte Se ti
interessa puoi trovare i particolari a questo link del giornale
locale.
Non avevo ancora finito di addolorarmi per questo che una sorella sempre dagli
Usa mi mandò il link di una trasmissione della BBC nella quale un fratello, William Bowen, parlava assieme ad alcune vittime di pedofilia
da parte di altri Testimoni di Geova, in alcuni casi anziani e servitori di
ministero, esponendo profonda preoccupazione per le attuali disposizioni della
Società, le quali avevano, anche se involontariamente, protetto i pedofili all'interno delle
congregazioni, richiedendo la presenza di due testimoni oculari per
accettare un'accusa di pedofilia. Avete mai sentito di un pedofilo che
pratichi la sua perversione davanti a due testimoni??? Inoltre, non
facendo
sapere le inclinazioni di queste persone agli altri componenti della
congregazione o a qualche autorità sanitaria che potesse fornire aiuto, si
espongono altri ignari componenti alle pratiche del pedofilo, come in effetti
è successo in molti casi dove questi ignobili individui hanno continuato ad
operare per anni (e qui parlo anche per esperienza diretta nella nostra
congregazione). La trasmissione faceva notare che mentre i pedofili
"pentiti"
erano rimasti membri della congregazione, le vittime, poiché avevano
continuato a chiedere giustizia, erano state disassociate dalla
congregazione. Cosa che infine, come hanno riportato alcuni giornali
statunitensi, è avvenuta anche a William Bowen lo scorso luglio, preoccupato
solo di cambiare le attuali disposizioni della Società riguardo al
trattamento dei pedofili, e questo, in seguito alle pressioni esercitate da
lui e dalle trasmissioni televisive, sta avendo luogo. Questo è il sito di
William Bowen: Silentlambs.org
(nel sito c'è anche un traduttore automatico dall'inglese all'italiano; la
traduzione è molto lontana dalla perfezione però si riesce a capire).
Questi fatti mi indussero a fare ricerche personali nella sacra Bibbia sulla
disassociazione come attualmente viene praticata tra di noi, insegnamento
che avevo da sempre accettato e applicato a mia volta su altri come anziano.
Nella mia ricerca non seppi trovare nulla che giustificasse una rigidità
simile a quella dei familiari di Robert Bryant, o una bizzarria simile a
quella applicata nel caso di pedofili. Notai innanzitutto che sia Gesù
(Matteo 18:17) che Paolo (1 Corinti 1:2; 5:11) si rivolgevano alla
congregazione e non agli anziani. In secondo luogo la massima pena secondo
Gesù doveva essere questa: «Se non li ascolta [gli anziani], parla alla congregazione. Se egli
non ascolta neanche la congregazione, ti sia proprio come un uomo delle
nazioni e come un esattore di tasse» ( Matteo 18:17).
Come venivano trattati gli esattori di tasse? come li trattò Gesù? Il libro
Perspiscacia (1 843) dice:
«Esattore di tasse:
In Palestina c'erano
dunque
molti ebrei che facevano gli esattori di tasse. Essi erano malvisti dai loro
connazionali perché spesso esigevano più del dovuto. (Mt 5:46; Lu 3:12, 13;
19:7, 8) Gli ebrei di solito evitavano di proposito di stare in compagnia
degli esattori di tasse e li consideravano dei peccatori alla pari delle
meretrici. (Mt 9:11; 11:19; 21:32; Mr 2:15; Lu 5:30; 7:34 [confrontate le
scritture per favore per vedere cosa dicono]) Inoltre disprezzavano gli
esattori di tasse perché erano al servizio di una potenza straniera, Roma, e
in stretto contatto con gentili "impuri". Quindi trattare un
"fratello" che
aveva mostrato d'essere un peccatore impenitente come un "esattore di
tasse"
significava evitarne volutamente la compagnia. - Mt 18:15-17» (la parentesi
quadra è mia).
Il fatto di evitare la compagnia non autorizzava nessuno ad essere cinici e
spietati fino al punto di troncare qualsiasi legame e non salutare nemmeno
queste persone. Gesù non fece così. Il fatto che fosse comune, soprattutto
per i Farisei evitarli, non autorizza nessuno di noi a comportarci come Farisei; questo è quanto si capisce dalle parole di Gesù in Matteo
9:11-13: «Ma vedendo questo i farisei dicevano ai suoi discepoli: "Perché il
vostro
maestro mangia con gli esattori di tasse e con i peccatori?" Uditi[li],
egli disse: "I sani non hanno bisogno del medico, ma quelli che stanno male
sì. Andate, dunque, e imparate che cosa significa questo: 'Voglio
misericordia, e non sacrificio'. Poiché io non sono venuto a chiamare i
giusti, ma i peccatori». Quando noi evitiamo qualsiasi rapporto o
contatto
con i moderni "esattori di tasse" l'esempio di chi stiamo imitando,
quello
di Gesù o quello dei Farisei?
Nemmeno le parole di Paolo in 1Corinti capitolo giustificano un
atteggiamento così estremo come l'attuale disassociazione o dal 1981 anche la
dissociazione. Innanzitutto Paolo sta parlando alla congregazione, (di tutte
le lettere scritte da Paolo alle congregazioni solo la lettera ai Filippesi
è rivolta agli anziani e ai servitori di ministero oltre che alla
congregazione) e si sta riferendo ad uno scandalo. Il fatto di non mangiare
nemmeno con un tal uomo, non escludeva che gli si potesse parlare o rivolgere un
saluto. Inoltre qualcuno poteva prendere una posizione diversa da quella
pronunciata da Paolo senza incorrere in ulteriori sanzioni da parte della
congregazione, come le incontrerebbe oggi chi saluta o parla con un
disassociato. Questo lo si evince dalla frase riportata in 2 Corinti, dove,
commentando la posizione presa da alcuni componenti della congregazione nei
confronti del trasgressore menzionato nella lettera precedente, Paolo
dice: «Questo rimprovero fatto dalla maggioranza è sufficiente a tal
uomo» (2Cor.2:6). Se era la maggioranza a fare il rimprovero, significa che
una minoranza non aveva aderito, ma in nessun luogo viene detto che ora si
dovevano prendere "provvedimenti disciplinari" nei confronti di
coloro che
non avevano aderito alle precedenti ammonizioni. Inoltre, perché qualcuno
dovrebbe sentirsi spinto ad andare oltre a quanto scritto in 2 Tessalonicesi
3:14-15: «Ma se qualcuno non è ubbidiente alla nostra parola per mezzo di
questa lettera, tenetelo segnato, smettete di associarvi con lui, affinché
si vergogni. Eppure non lo considerate come un nemico, ma continuate ad
ammonirlo come un fratello»?
A quel punto un articolo del Resto del Carlino (link)
che mi aveva dato qualche
tempo prima un amico di mio suocero mi portò ad un'altra triste scoperta.
L'articolo citava un giornalista inglese delThe Guardian che aveva accusato la
Società Torre di Guardia di ipocrisia in quanto, pur condannando e bollando
le Nazioni Unite (ONU) come uno strumento del Diavolo, ne aveva fatto parte
come NGO dal 1992, producendo nella sua letteratura articoli a sostegno di
tale organizzazione. Qualche giorno dopo la pubblicazione
dell'articolo, amplificato dai mass media nel mondo anglofono, e che aveva
avuto l'effetto di una bomba, la Società ritirò la sua appartenenza all'ONU
come NGO. Poco tempo dopo nelle congregazioni, immagino anche nella RD,
arrivò una circolare con l'istruzione di farla leggere solo ai fratelli che
avessero chiesto informazioni al riguardo, nella quale si affermava che la Società si
era iscritta all'ONU come NGO al solo scopo di avere accesso alla biblioteca
delle Nazioni Unite per fare delle ricerche. Se ciò fosse vero, il fatto in sé
dimostrerebbe poca avvedutezza da parte della "Madre", sarebbe come
dire: "Poiché il partito Destra Nazionale ha una biblioteca molto rifornita a cui
voglio avere accesso, prenderò la loro tessera al solo scopo di fare ricerche". Come sarebbe considerato un fratello che ragionasse in questo
modo? Un anziano che avesse avuto la tessera di DN o di un altro partito
potrebbe rimanere anziano? E allorché fosse stato scoperto, gli sarebbe bastato
dire che faceva solo delle ricerche per rimanere al suo posto? Sapete qual è la
risposta.
Tuttavia purtroppo le cose non stanno così. La circolare è una
menzogna, per accedere alla biblioteca delle Nazioni Unite non occorre
alcuna appartenenza alle NGO. Le ricerche fatte direttamente alla sede ONU
via email e fax hanno confermato dalla fonte ufficiale che non occorre
alcuna appartenenza alle NGO, ma chiunque può accedervi su richiesta. Quanto
detto sopra è completamente documentabile con documenti originali. Perché la
Società, il "canale di Geova sulla terra", doveva ricorrere a simili metodi,
al compromesso e persino alla menzogna?
Questo nuovo fatto mi spinse ad un'altra ricerca ancora nelle Sacre
Scritture. Questa volta la ricerca che feci riguardava il sistema di
direttiva nel primo secolo. Scoprii che le differenze erano notevoli. Benché
esistessero anziani e responsabili di congregazione la loro funzione era
prevalentemente pastorale. In nessun caso la loro posizione poteva andare
oltre le parole pronunciate da Gesù in Matteo 20:25-27: «Ma Gesù,
chiamatili a sé, disse: "Voi sapete che i governanti delle nazioni le
signoreggiano e che i grandi esercitano autorità su di esse. Non sarà
così fra voi; ma chiunque vorrà divenire grande fra voi dovrà essere vostro
ministro, e chiunque vorrà essere il primo fra voi dovrà essere vostro
schiavo. Proprio come il Figlio dell'uomo non è venuto per essere
servito, ma per servire e per dare la sua anima come riscatto in cambio di molti».
Una tale affermazione poteva giustificare la creazione di una struttura
organizzativa che domina dall'alto verso il basso? Che stabilisce decreti
che possono privare della vita eterna coloro che non ubbidiscono? [Nota2]
Esisteva una tale struttura nel primo secolo? Esaminiamo alcuni avvenimenti
del primo secolo. Ricordate dove ad esempio venne dato per la prima volta,
"per divina provvidenza" un nome ai discepoli di Cristo cioè cristiani? Atti
11:26 dice ad Antiochia. Perché non a Gerusalemme se lì c'era il corpo
direttivo? Perché sempre ad Antiochia furono nominati missionari, i quali
partirono e ritornarono ad Antiochia facendo ai fratelli di Antiochia il
loro rapporto su quanto avevano svolto? Atti 13:1- Atti 14:21. Se oggi
come congregazione di Galeata decidessimo di nominare dei missionari ed
assegnarli a qualche lontana destinazione cosa accadrebbe? O se decidessimo
di mantenere qualcuno pioniere regolare o speciale contro il parere
contrario di Brooklyn o Roma cosa accadrebbe? Paolo salì a Gerusalemme solo
dopo quattordici anni di servizio missionario, in cui aveva agito in
completa indipendenza guidato solo dallo spirito santo (Galati capitoli 1 e
2). Trovai alcuni importanti informazioni nel libro "Storia del Cristianesimo", di uno storico laico,
Panfilo Gentile, libro che fra l'altro avevo usato in passato per dimostrare l'origine
pagana di tante credenze cattoliche. A pagina 110 e nota in calce, ecco cosa si
legge su
questo argomento:
«La comunità [dei cristiani] in principio non aveva
gerarchie stabilite, implicava anzi quale unione dei credenti in una stessa
fede e aspiranti alla stessa dignità del regno,l'eguaglianza di diritto di
tutti i membri, e costituiva una specie di democrazia diretta, nella quale
tutti i poteri restavano alla comunità nel suo insieme ... Gli stessi
Dodici, pur godendo di un'autorità preminente, non costituivano però un
collegio dirigente investito di poteri superiori a quelli dell'assemblea».
Nota in calce: «In Atti è la comunità che decide la nomina di Matteo in
sostituzione di Giuda (Atti 1:15-16,23), che elegge i sette diaconi, (Atti
6:5) che invia Barnaba come proprio rappresentante ad Antiochia (Atti
11:22), che giudica la condotta di Pietro a Cesarea (Atti 11:1-4), che
decide sull'evangelizzazione ai Gentili fatta da Paolo (Atti 15:12,22; Atti
21: 22) Il che è confermato da Paolo stesso nella lettera ai Galati cap.1 e
2» [Nota3].
Un altro punto di contrasto fra le Scritture e quello che vedevo
nell'organizzazione odierna è il fatto che in settant'anni di storia
documentata nelle scritture del cristianesimo primitivo, dal 33 E.V. al 100
E.V. non si parla di un solo edificio costruito, ma le adunanze avvenivano
principalmente in case private. Ben diversa è stata la nostra storia
moderna. Solo in Italia le diciassette Sale dei Congressi hanno un giro di
"contribuzioni indotte", le sette mila lire per proclamatore per ogni
assemblea, di oltre 46 miliardi di vecchie lire all'anno. Il mantenimento e
la costruzione di questi edifici hanno richiesto un'enormità di denaro e di
tempo da parte dei fratelli che molte lo hanno sottratto alle loro famiglie
e ai loro figli, con i tristi risultati che vediamo sempre più spesso nelle
congregazioni di tutto il mondo. Erano davvero necessari questi edifici? Perché i cristiani del primo secolo ne fecero a meno? Erano meno zelanti ?
Erano meno organizzati? O forse preferivano usare le loro risorse, quando
c'erano, in altro modo come descritto nei seguenti versetti (da questo punto
in avanti uso una traduzione elettronica della Riveduta, perché riesco a
fare più in fretta):
- Atti 2:45: vendevano le proprietà e i beni, e li distribuivano a tutti,
secondo il bisogno di ciascuno.
- Atti 4:34, 35: Infatti non c'era nessun bisognoso tra di loro; perché tutti
quelli che possedevano poderi o case li vendevano, portavano l'importo delle
cose vendute, e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi, veniva distribuito a
ciascuno, secondo il bisogno.
- Atti 6:1: In quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un
mormorio da parte degli ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove
erano trascurate nell'assistenza quotidiana.
- 2Corinzi 8:12-14: La buona volontà, quando c'è, è gradita in ragione di quello
che uno possiede e non di quello che non ha. Infatti non si tratta di mettere voi nel bisogno per dare
sollievo agli altri, ma di seguire un principio di uguaglianza; nelle attuali circostanze, la vostra abbondanza serve a
supplire al loro bisogno, perché la loro abbondanza supplisca altresì al
vostro bisogno, affinché ci sia uguaglianza, secondo quel che è scritto:
2Corinzi 8:15: «Chi aveva raccolto molto non ne ebbe di troppo, e chi aveva
raccolto poco, non ne ebbe troppo poco».
- 2Corinzi 9:1-5: Quanto alla sovvenzione destinata ai santi, è superfluo che io
ve ne scriva, perché conosco la prontezza dell'animo vostro, per la quale mi
vanto di voi presso i Macedoni, dicendo che l'Acaia è pronta fin dall'anno
scorso; e il vostro zelo ne ha stimolati moltissimi. Ma ho mandato i fratelli affinché il nostro vantarci di voi non
abbia ad essere smentito a questo riguardo; e affinché, come dicevo, siate
pronti; non vorrei che, venendo con me dei Macedoni e non vedendovi
pronti, noi (per non dire voi) abbiamo a vergognarci di questa nostra
fiducia. Perciò ho ritenuto necessario esortare i fratelli a venire da
voi prima di me e preparare la vostra già promessa offerta, affinché essa
sia pronta come offerta di generosità e non d'avarizia.
- Galati 2:10: soltanto ci raccomandarono di ricordarci dei poveri, come ho
sempre cercato di fare.
- 1Timoteo 5:9,10: La vedova sia iscritta nel catalogo quando abbia non meno di
sessant'anni, quando è stata moglie di un solo marito, quando
è conosciuta per le sue opere buone: per aver allevato figli, esercitato
l'ospitalità, lavato i piedi ai santi, soccorso gli afflitti, concorso a
ogni opera buona.
A chi era destinato il denaro, la cui raccolta venne incoraggiata dalle
parole di 2Corinti 9:6-7, scrittura tanto spessa usata per stimolare le contribuzioni
? Risposta....: ai fratelli nel bisogno!
Allora come si finanziava l'Opera potrebbe chiedere qualcuno? Paolo aveva il
suo metodo: «Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai
bisogni miei e di coloro che erano con me. In ogni cosa vi ho
mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi
delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: "Vi è più
gioia
nel dare che nel ricevere"» (Atti 20:34,35).
La ricerca successiva riguardò il modo di predicare. È assolutamente fuori
discussione se i cristiani debbano o no essere dei predicatori. Gesù rese
chiaro che dovevano predicare fino alla più distante parte della terra ed
Egli sarebbe stato con loro fino alla fine. Ma il modo che Gesù e i suoi
apostoli seguirono era quello di andare di porta in porta? Vi riesce di
ricordare un solo versetto dove Paolo, il più grande predicatore di tutti i
tempi, viene descritto mentre si reca di porta in porta? Lo troviamo nelle
sinagoghe, nei luoghi di preghiera, nella piazze, persino nelle aule
scolastiche o davanti a governanti, ma mai di casa in casa, mai. Gli unici
due versetti usati a sostegno di quest'opera, Atti 5:42 e Atti 20:20,
contengono le parole greche kat' oikon nel primo versetto e kat' oikous (plurale)
nel secondo. La quasi totalità delle traduzioni traduce il termine kat'
oikon "nelle case" o "nelle case private" e non "di
casa in casa" come la
Traduzione del Nuovo Mondo. Inoltre in questi versetti "il predicare di
casa in casa" viene posto in antitesi con il modo precedente descritto e
cioè "pubblicamente", quindi con il termine kat' oikon Paolo
intendeva un
metodo in antitesi con metodo pubblico, appunto nelle case private. Un altro
passo dove ricorre il termine kat' oikon nel libro di Atti si trova nel
capitolo 2 versetto 46.
In questo punto però la Traduzione del Nuovo Mondo non traduce "di casa in
casa", ma piuttosto si allinea con gli altri traduttori e rende il passo
come segue: «E di
giorno in giorno erano con costanza assidui nel tempio, di comune accordo, e
prendevano i loro pasti nelle case private». È chiaro che non potevano
"prendere i pasti di casa in casa"! Potete controllare quanto vi ho
detto
consultando l'Interlineare della Società.
"Ma allora come si fa a predicare? Inoltre l'opera di casa in casa è così
efficace", potrebbe dire qualcuno. Che sia il metodo più efficace di
predicare mi è un po' difficile crederlo. Nella mia congregazione, su 60-70 proclamatori, a condurre studi biblici eravamo in pochissimi. Alcuni,
nonostante che fossero Testimoni da molti anni, non avevano mai condotto
studi o aiutato qualcuno a divenire Testimone, e questo includeva anche alcuni
anziani e servitori di ministero. Avete mai pensato a quante
ore occorrono di predicazione totale per fare un proclamatore? Provate a
dividere le ore di predicazione di ciascuna nazione per il numero di nuovi
battezzati o nuovi proclamatori. Il risultato è disarmante. Alcune altre
organizzazioni religiose, nate nello stesso periodo in cui sono nati i
Testimoni, pur non avendo compiuto l'opera di casa
in casa ma usato altri sistemi di proselitismo, li hanno superato nel
numero degli aderenti. I Mormoni, ad esempio, nati nello stesso periodo, anno
più anno meno, credo che siano ora oltre nove milioni, e gli Avventisti sono
circa dodici milioni. Allora dov'è tutta questa grande efficacia? Lo si
vuole usare comunque come metodo? Mi sta bene, ma non si dica che è il
metodo apostolico, né si dica che è il metodo più efficace.
Avrei molte altre cose da dirvi, e vorrei dirvele, non per scoraggiarvi, ma
piuttosto per incoraggiare in voi l'amore per Geova e suo Figlio Gesù
Cristo, che, per quanto vi possa sembrare strano, non si è attenuato in me,
piuttosto ho provato in questo periodo profondi sentimenti di serenità
interiore che mi hanno aiutato a non rispondere colpo su colpo a chi mi ha
ferito, vilipeso e denigrato con veemenza, ma non so neppure se leggerete
queste mie parole. È una cosa triste che lo studio e la ricerca fra i
Testimoni debbano solo andare in una direzione e che non si possano
condividere informazioni come quelle esposte in questa lettera. Siete i primi a cui parlo così
apertamente, l'ho fatto sapendo di avere poche opportunità di potervi
incontrare di persona, se non in questo periodo, nel caso vogliate
incontrarci, magari per una pizza.
Quanto detto sopra non offusca minimamente l'affetto e l'apprezzamento che
abbiamo per voi. Spero che Dio continui a guidarvi affinché possiate
giungere a "trovarlo, come a tastoni, benché egli non sia lontano da
ciascuno di noi" - Atti 17: 27.
Sempre vostri amici e nelle nostre
preghiere,
Con profondo affetto,
Silvano & Susanna
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