I motori passo-passo hanno un costo abbastanza rilevante,giustificato appieno dalle loro caratteristiche ma un hobbista che vuole solo fare delle esperienze con questo tipo di motori non trova sicuramente opportuno affrontare questa spesa.Spesso,perciò,si cercano questi motori nei vecchi apparecchi elettrici da cui si ricavano piccoli motorini su cui fare pratica.Dopo aver recuperato il motore,però,non si sa nè il tipo nè il collegamento delle varie bobine.
Per quel che riguarda il primo dubbio non è un problema visto che,come si è detto,tutti i tipi di motore possono essere pilotati allo stesso modo.Arrivati in possesso del motore si dovrà risalire alla configurazione delle bobine eccitatrici tramite il metodo più antico che esiste:la sperimentazione pratica.Nel paragrafo sulla teoria di funzionamento si è preso in considerazione un modello puramente teorico formato da quattro bobine sole ma,anche se in realtà il motore ne ha un numero maggiore,la sequenza di eccitazione e il numero di fili che fuoriescono dal motore restano invariati.Infatti le varie bobine sono collegate in parallelo e il rotore è formato da varie espansioni polari o da diversi magneti,ma in numero minore rispetto alle bobine:in questo modo anche il motore a magnete permanente si comporta come il motore a riluttanza variabile.Avendo quindi solo quattro gruppi di bobine dal corpo del motore usciranno quattro fili.La prima cosa che si deve fare dovrà essere riconoscere il tipo di configurazione e quindi il tipo di alimentazione delle bobine.Si considererà la configurazione delle bobine unipolare poiché il caso di bobine bipolari è una semplificazione del caso unipolare.Se il motore ha cinque fili quello comune di alimentazione è sempre di colore rosso che andrà collegato al positivo.Nel caso in cui fuoriescano sei fili due di questi saranno di colore uguale (di solito verdi o blu o rossi):questi sono i due fili di alimentazione che andranno collegati al positivo.Se ci sono otto fili tra questi ce ne saranno due neri e due grigi che sono quelli che andranno collegati al positivo.Successivamente si dovrà sperimentalmente determinare la posizione delle bobine.Per fare ciò si opererà nel modo seguente:
dai dati sulla targhetta stabilire la tensione di alimentazione.
collegare i comuni al positivo.
scegliere un filo a caso,siglarlo come bobina A e collegarlo a massa.
prendere un altro filo e collegarlo a massa:se l’albero ruota di uno step in senso orario siglare il filo come bobina C,se ruota in senso antiorario siglarlo D,se invece non ruota o ruota di due step sarà la bobina B.
ripetere il passo precedente con un altro filo.
Il procedimento appena descritto si applica per i motori unipolari.Per quelli bipolari la cosa è più semplice e si procede come segue:
determinare le due coppie di fili che fanno capo alle bobine.
alimentare una coppia di bobine,siglare il positivo con A e il negativo con B.
alimentare l’altra coppia e verificare la direzione dello step:se è oraria siglare il positivo con C e il negativo con D,altrimenti il positivo sarà D e il negativo C.
Come si può notare i procedimenti appena descritti sono abbastanza empirici ma questo non deve assolutamente creare dubbi in quanto il siglaggio dei fili serve solo per determinare la sequenza di eccitazione e perciò è irrilevante chiamare il filo A o 1 o Pippo,il filo C o 2 o Pluto,ma l’importante è sapere che dopo A si deve alimentare B.I riferimenti adottati per la siglazione precedente sono gli stessi adottati negli schemi e nella trattazione della teoria di funzionamento.