Urban Trad
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Urban Trad – Elem

Testo di Alfredo De Pietra

La folk music europea del ventunesimo secolo? Arriva dal Belgio!

Gli otto musicisti capitanati dal piper Yves Barbieux giungono al terzo album, prodotto da Simon Emmerson, anima dei britannici Afro Celts. A brevissimo termine (Triskell 2005) il loro debutto italiano.

Urban Trad, ovvero “musica folk dell’Europa del XXI secolo”. Questo è il biglietto da visita che troviamo sulla home page del gruppo belga (http://www.urbantrad.com/), senza alcun dubbio una delle realtà musicali più interessanti emerse – a livello europeo, è bene chiarirlo subito – negli ultimi anni.

Dobbiamo la conoscenza di questo elettrizzante gruppo di musicisti ai buoni uffici del nostro collaboratore dublinese, Seán Laffey, direttore peraltro del celebre “Irish Music Magazine”. Laffey poco più di un anno fa ci ebbe a parlare in termini entusiastici proprio di questo gruppo belga, che faceva musica tradizionale, certo, ma in una maniera veramente particolare. In quei giorni veniva pubblicato il secondo album del gruppo, Kerua, che conteneva tra l’altro quel “Sanomi”, brano scritto in un linguaggio immaginario (e pertanto universale…) che era riuscito nella quasi impossibile impresa di fare aggiudicare a un gruppo di musica folk il secondo posto all’Eurofestival, svoltosi nel 2003 in Lituania.

Contattare il dinamico impresario del gruppo, Wilfried Brits, fece il resto: in breve tempo ci venne recapitato un DVD del concerto degli Urban Trad al festival folk di Dranouter, registrazione che ci confermò che l’entusiasmo di Laffey nei confronti di questa band era assolutamente condivisibile, e il numero 74 della nostra rivista presentava l’articolo di presentazione degli Urban Trad a firma del nostro collaboratore irlandese, con il brano “Quimper-Moscou” sulla relativa compilation.

Che la strada imboccata dagli Urban Trad fosse quella giusta, se ne accorsero ben presto un po’ tutti gli addetti i lavori, constatando che le vendite di Kerua superarono, solo in Belgio, le 30.000 copie. Non solo: il CD, distribuito dalla potente Universal, è stato pubblicato di conseguenza in molti Paesi europei con universale apprezzamento di pubblico e critica, e l’attività concertistica dei musicisti belgi si è espansa, oltre che in patria, anche in Spagna, Repubblica Ceca e Olanda.

E dire che tutto era iniziato quasi per caso, nel maggio del 2000, quando Yves Barbieux, leader della band, pensò di raccogliere per un CD (One-O-Four) il meglio della scena folk belga. Nei progetti del piper si sarebbe dovuto trattare solo di un album-esperimento, ma il successo dei concerti promozionali, in occasione del lancio del disco, lo convinse a tentare un’avventura più strutturata e ad ampio respiro.

La formula della band sta tutta nello stesso nome: Urban Trad, ovvero una musica a evidente ispirazione tradizionale, tenendo tuttavia conto che viviamo nella civiltà multietnica e ipertecnologica del ventunesimo secolo. Il canto e gli strumenti acustici (cornamusa, flauti, violino, accordion) sono quindi affiancati da una pulsante sezione ritmica (basso elettrico, batteria) in un mix dinamico  e vigoroso che rende questo gruppo appetibile sia per un pubblico di giovanissimi avvezzi alle sonorità del rock, che di appassionati di folk, purchè aperti alle sperimentazioni, quando intelligenti e di buon gusto.

È tuttavia il 2004 l’anno di svolta per gli otto musicisti belgi che formano il gruppo. La loro musica arriva anche alle orecchie di “quelli che contano”, e a prendere in mano la produzione del terzo album della band, intitolato Elem e che presentiamo sul sampler di questo mese con il trascinante brano “Vigo”, è niente meno che Simon Emmerson, mente e ispiratore dei celeberrimi Afro Celt Sound System.

Il tocco dell’“afro-celta” nella elaborazione del disco è evidente: il sound è ottimo, compatto e aggressivo (Elem è stato registrato in quello stesso Studio One londinese che vide le registrazioni di The Wall dei Pink Floyd…), a far da contorno a una coloratissima produzione musicale, non più limitata al mondo celtico (seppur ancora preponderante), ma con sguardi anche verso la Scandinavia, la Francia e l’Europa dell’Est. Un disco eccellente, da consigliare indistintamente a tutti.

Ad accompagnare il polistrumentista Yves Barbieux (tin & low whistle, flauto dolce alto e soprano, cornamusa spagnola e belga, voce, programmazione elettronica) in questo nuovo capitolo della storia degli Urban Trad sono Sophie Cavez (accordion), Verónica Codesal (voce, percussioni), Soetkin Collier (voce), Philip Masure (chitarra), Michel Morvan (batteria), Dick Naessens (violino) e Cédric Waterschoot (basso).

Da segnalare infine che il debutto italiano degli Urban Trad avverà sabato 11 giugno 2005 a Trieste, in occasione del festival Triskell 2005, organizzato dall’associazione Uther Pendragon (www.utherpendragon.it): un’occasione imperdibile per fare la conoscenza diretta con una band di cui – ne siamo sicuri – sentiremo molto parlare, nei prossimi anni.