Teannaich
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Teannaich – Lucid

Intervista di Alfredo De Pietra

Guardando alla tradizione, con la mente rivolta al presente.

Inconsuete alchimie nel disco di esordio di questi musicisti di Edinburgo, che con coraggio mescolano cadenze tipiche della tradizione e strumentazione tipica del rock e del funky. Un disco perfetto per gli amanti delle contaminazioni musicali.

Abbiamo sempre più spesso la sensazione che la Scozia sia una delle regioni ove la musica tradizionale tenda, attraverso alcuni dei suoi gruppi più “audaci”, a uscire da una situazione di stallo artistico in cui ostinati purismi pretenderebbero di cristallizzarla. D’altronde la società in cui viviamo, multietnica e di conseguenza multiculturale, esige quasi naturalmente, nelle menti più aperte, l’adeguamento degli stilemi del folk al mutare – in tutti i sensi – dei tempi.

È un discorso che può calzare perfettamente per i Teannaich, band di Edinburgo il cui CD Lucid presentiamo questo mese ai lettori di “Keltika” con il brano “The Lover’s Bits”. Un album che dalle prime note potrebbe lasciare interdetti: basso funky, chitarra elettrica con pedale wha-wha, batteria pulsante…non è che per caso abbiamo sbagliato disco? I dubbi, in realtà, vengono fugati ben presto, ovvero nel momento in cui su questo tappeto veramente “solido” irrompono i suoni del fiddle e del mandolino, con le cadenze tipiche della musica tradizionale scozzese. Ed è allora che si comprende il progetto artistico di questi ragazzi di Edinburgo, tutti provenienti dalla musica tradizionale, ma con l’idea di coniugarvi le cadenze del funky, del rock e del jazz, come ci ha spiegato Mark Neal, il chitarrista (ma anche flautista, nonché percussionista) di questa band veramente sperimentale:

I Teannaich si sono formati nel 1996 da un gruppo di musicisti incontratisi durante i loro corsi di studio all’Università di Edinburgo. In qualità di membri della Edinburgh University Folk Society, la più antica associazione folk scozzese, ovviamente eravamo molto interessati alla musica folk scozzese, e quando ci venne chiesto di partecipare a qualche ceilidh, decidemmo di mettere insieme la band per l’occasione: ci divertimmo tanto che pensammo di dare al gruppo un assetto più stabile e permanente, e da quel punto in poi siamo riusciti a costruirci una buona reputazione nella scena folk scozzese, sia per quanto riguarda i ceilidh che i concerti.

Quindi, nonostante l’abbondare di sonorità legate al pop e all’elettronica, le vostre origini sono nella tradizione…

È difficile specificare con precisione la provenienza del nostro sound. Tutti noi amiamo la musica tradizionale, naturalmente, ma anche altri generi musicali. A ben vedere tuttavia predominano le influenze da parte del rock, del jazz e del funk, più che la pop music. E uno degli scopi della nostra musica è quello di cercare di rimanere fedeli alle tradizioni musicali della nostra terra, pur spaziando in altri stili.

Non c’è quindi il rischio di tradire l’essenza stessa della musica folk? Non vi preoccupa l’opinione dei cosiddetti “puristi”?

No, è inaccettabile il pensiero che la musica possa essere in qualche modo “tradita”, e d’altronde la maggior parte di noi si occupa anche di altri progetti, anche, come dice lei, nella scia del “purismo” musicale. No, con l’esperienza dei Teannaich semplicemente cerchiamo di dare un prodotto un po’ differente, sperando di avvicinare a queste sonorità anche il pubblico della musica tradizionale, notoriamente restio ad ascoltare altri generi musicali.

Veniamo a questo vostro album, Lucid.

“Lucid è stato un vero e proprio progetto a lungo termine, che ha richiesto quesi due anni di preparazione, e per questo motivo vede impegnati anche ex-membri della band, come il pianista Adam Park. Alla fine probabilmente l’album risulta leggermente più “soft” rispetto alla nostra musica dal vivo, e con una minore influenza rock, ma tutto sommato rispecchia abbastanza fedelmente l’essenza del gruppo.

Il futuro prossimo dei Teannaich…

Per ora siamo impegnatissimi a fare concerti, e almeno per un anno niente studio di registrazione. Consideri che in media facciamo ottanta concerti l’anno, e ad esempio siamo appena tornati da un lungo tour delle isole della costa occidentale scozzese…

La formazione dei Teannaich (www.teannaich.com) comprende, oltre al già citato Mark Neal, Colin Cairncross alla batteria, Andrew Christie al fiddle, Jonathan Kemp al basso elettrico e Mike Ross al mandolino e alle tastiere. Come specificato da Neal nel corso dell’intervista, il piano che si ascolta nel brano presente nella nostra compilation è suonato da Adam Park, che attualmente non fa parte del gruppo.

Una curiosità ci rimane, a maggior ragione in seguito alle parole di Mark Neal: visto che Lucid risulta più soft della realtà live dei Teannaich, ci piacerebbe sperimentare il loro “drive” in qualche loro concerto. Scommettiamo sulla loro energia!