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Sheevón – Sláinte

 

Su uno degli ultimi numeri di Keltika abbiamo publicato l’intervista con il chitarrista scozzese Ian Melrose, ed eravamo piuttosto incuriositi per il fatto che un chitarrista scozzese – per inciso tra i migliori al mondo nell’ambito della cosiddetta Celtic guitar – avesse deciso di vivere e lavorare stabilmente in Germania. La sua risposta al nostro stupore fu che per certi versi suonare in Germania è anche più facile e redditizio che in Scozia, e che il pubblico tedesco è uno dei più disponibili e ricettivi nei confronti della musica celtica.

Questa volta ci occupiamo di quella che viene dai più considerata la migliore Celtic band tedesca, e di sicuro uno dei migliori gruppi di musica celtica (soprattutto di ispirazione irlandese) dell’Europa continentale. Parliamo degli Sheevón, gruppo con oltre venti anni di attività e nove album alle spalle, che ospitiamo sulla nostra compilation con uno dei brani tratti dal loro recente disco, Sláinte!, recentemente pubblicato proprio per celebrare il ventennale di attività del gruppo.

Il nome vero della band avrebbe dovuto essere “Siobhán”, un nome gaelico femminile, ma Harald Jüngst, leader del  gruppo, si rese ben presto conto che in Germania ben pochi avrebbero saputo pronunciare (e ricordare!) un nome così “strano”, per cui venne deciso per una deformazione in “Sheevón”, sicuramente dal suono più facile e accattivante.

La storia degli inizi degli Sheevón è la tipica storia di un innamoramento nei confronti di una musica del tutto lontana dalla realtà di questi musicisti, ma che alla fine ha avuto la meglio su qualsiasi barriera di tipo geografico e culturale.

Tutto ha inizio nel lontano 1974: il giovanissimo Harald Jüngst decide di trascorrere con alcuni amici le sue vacanze in Irlanda, che raggiunge ovviamente a bordo del classico maggiolino Volkswagen. Per sua stessa ammissione, tutto quello che sapeva di quei posti si riassumeva nella cordialità della gente, nella bellezza naturale di quell’isola e nella consapevolezza che il clima lì non fosse proprio dei migliori. I tre giovani tedeschi finirono in un campeggio nei pressi di Cork, e rimasero colpiti dal numero di ragazzi che suonavano: c’era musica ovunque, e ciò fu verosimilmente la molla che avrebbe spinto successivamente Harald a ritornare sempre più spesso in Irlanda. Quello che colpiva il giovane tedesco era soprattutto il senso di unitarietà costituito dalla gente, dal paesaggio e dalla cultura dell’isola di smeraldo.

In uno dei viaggi successivi divenne quindi ovvio per Harald acquistare lì alcuni “Irish music songbook” ed una sera, preso il coraggio a quattro mani, il giovane appassionato di musica tedesca salì su un palcoscenico dalle parti di Lurgan, nella contea di Armagh, e iniziò a cantare “Spancil Hill” e “The Cliffs Of Doonen”: il grande passo era fatto, Jüngst era diventato un esecutore di musica irlandese, e in Irlanda per giunta!

Infervorato dall’esperienza Harald, una volta tornato in Germania, fondò appunto gli Sheevón, con cui cominciò ad esibirsi in occasione di feste tra amici. Le amicizie “irlandesi” negli anni coltivate riservarono ad Harald e compagni una piacevole sorpresa: nel 1982 gli Sheevón furono invitati per una serie di concerti nei pub irlandesi, ed in una di queste occasioni vennero notati da un organizzatore del Letterkenny International Folk Festival, che li scritturò per quell’anno. Si imponeva a quel punto la produzione di un album, che desse maggiore “spessore” a questa band venuta dalla Germania per suonare in uno dei principali folk festival irlandesi, e vide quindi la luce il LP di esordio, intitolato Érin Go Brá.

L’esperienza a Letterkenny andò al di là delle migliori aspettative, e convinse Harald Jüngst ed il resto della band a proseguire professionalmente nel loro discorso musicale, un’attività che dura fino ad oggi. Come si diceva all’inizio, altri otto dischi si sono aggiunti al primo in due decenni di attività, accompagnati da un crescente consenso di pubblico e critica: si sono susseguiti i tour in Germania e in Irlanda, e gli Sheevón sono stati ospiti di molti programmi televisivi tedeschi (ARD, ZDF, WDR, NDR), ma anche irlandesi (RTE, BBC, Raidio na Gaeltachta). In patria, inoltre, gli Sheevón hanno vinto il German Grammaphone Academy Award ed il premio “Stadtmusik” della WDR.

Oggi gli Sheevón sono composti da Harald Jüngst alle tastiere e bodhrán, Eva Fechner (voce), Claus de Crau (voce e chitarra), Eva Krause (flauto), Bernd Herrmann (basso elettrico) e Conny Lesón (fiddle).

La musica degli Sheevón fa evidentemente tesoro delle esperienze dei più importanti gruppi storici irlandesi degli ultimi decenni, ma mantiene comunque una propria originalità, una propria autenticità. Di loro è stato detto (Irish Music Magazine) che riescono ed evitare la trappola del “proviamo a suonare alla maniera dei musicisti irlandesi”, e questo ci sembra veramente un bel complimento, che vale ancora di più se si considera che viene dal più celebre periodico di musica irlandese.

Gli Sheevón effettivamente riescono a creare un proprio sound, caratterizzato sì dalla tradizione, ma molto “moderno” nell’uso degli strumenti elettrici (basso, tastiere), nell’approccio al materiale sonoro e nella scelta dei brani, sempre gradevoli e accattivanti per il gusto degli arrangiamenti.

Sláinte! è quindi l’album che celebra i venti anni di attività del gruppo: come molti di voi sapranno, si tratta di una parola che può essere tradotta sostanzialmente in “Salute!”, e proprio questo è il senso che Harald e gli altri membri degli Sheevón hanno inteso dare a questa loro ultima produzione, un vero e proprio “brindisi musicale” alla salute dei loro fan.

Dei nove brani che compongono il disco, due sono stati composti dalla band, “Bird Of Paradise (5th Of June)” e “The Crolly Stone” ispirata ad un masso situato a Crolly, nel Donegal, la cui storia è ricca di miti e romantiche leggende. Tre sono le song presenti su Sláinte!, tutte notissime ma riarrangiate con sapiente gusto dalla band tedesca: “Green Grow The Rushes Oh” di Robert Burns, “Whatever Goes Around Comes Around” di Chris Jones e “Ride On” di Jimmy McCarty. Il lato strumentale della band è ben rappresentato dal brano scelto a presentare ai lettori di Keltika questo Sláinte!: si tratta di “The Wild Mushroom Treatment”, set composto da tre reel (“The Wild Irishman”/”The Mushroom Treatment”/”Gan Aimm”) dalla struttura ritmico-armonica abbastanza inconsueta. L’album degli Sheevón Sláinte! può essere ordinato all’indirizzo di posta elettronica di Harald Jüngst: juengst@sheevon.com al prezzo di 15€ + spese di spedizione; presso il sito ufficiale degli Sheevón www.sheevon.com sono disponibili ulteriori informazioni sull’attività musicale della band tedesca.

Non ci resta quindi che augurare agli Sheevón almeno altri venti anni di gloriosa carriera e ricambiare loro l’augurale Sláinte!

 

                                                                                              Testo di Alfredo De Pietra

Discografia

 

Érin go Brá (1982) Errigal Records MG 670

Dún na nGall (1984) Errigal Records MG 671

Lannigan’s Ball/ Caledonia (1985) Errigal Records MG 672

Emotions (1987) Errigal Records MG CD 673

Living On Distant Shores (1989) Errigal Records MG CD 674

A Long Road To Travel (1991) Errigal Records MG CD 675

Tides Of Time (1996) Errigal Records MG CD 676

Fool’s Paradise (2000) Errigal Records MG CD 677

Sláinte! (2001) Errigal Records MG CD 678

 

Sheevón - Fool’s Paradise

 

Su uno degli ultimi numeri di Keltika avevamo fatto conoscenza con gli Sheevón, uno dei più validi gruppi di musica tradizionale di ispirazione irlandese operanti in Germania. Una band molto popolare in patria, nazione ormai da circa quarant’anni fortemente interessata alla musica e alla cultura dell’isola di Smeraldo: non è infatti un caso fortuito se la maggior parte degli artisti irlandesi ambisce particolarmente a presentarsi - in concerto e mediante le proprie incisioni discografiche - al pubblico tedesco, notoriamente affezionato alle melodie e alle canzoni di origine irlandese.

In quell’occasione ci colpì la determinazione di un gruppo come gli Sheevón, che in modo intelligente propone ormai da venti anni la propria musica facendo attenzione a non imitare i grandi nomi della musica irlandese: la loro offerta artistica si distingue inoltre per un sapiente uso dell’elettronica, e nella loro musica non mancano anche alcuni riferimenti alla musica classica e al pop: il tutto, ovviamente, filtrato da una grande competenza – e passione – nei confronti della musica irlandese.

Oggi gli Sheevón sono composti da Harald Jüngst alle tastiere e bodhrán, Eva Fechner (voce), Claus de Crau (voce e chitarra), Eva Krause (flauto), Bernd Herrmann (basso elettrico) e Conny Lesón (fiddle).

Il leader e fondatore degli Sheevón, Harald Jüngst, ha risposto ad alcune nostre domande sulla situazione della musica tradizionale in Germania e sull’attività artistica della band.

La Germania è senza alcun dubbio la nazione “non-celtica” in cui la musica irlandese è in assoluto più popolare. Secondo lei quali sono i motivi?

“Secondo me anche la musica folk tedesca venne distrutta e fatta a pezzi - insieme a tutto il resto - durante il regime nazista, a causa della aberrante ideologia di quest’ultimo. Dopo il 1945 erano infatti pochissimi i musicisti tedeschi interessati ad un lavoro di ricerca, raccolta e diffusione degli elementi fondamentali della musica folk della nostra nazione. Così la musica tradizionale tedesca perse di interesse, praticamente fino a scomparire, ed essendo considerata alla stregua di un pezzo di antiquariato venne identificata come qualcosa irrimediabilmente legato al passato remoto della Germania.

Alla fine degli anni ’60 accadde qualcosa di veramente straordinario, quando i Dubliners fecero un lungo tour da noi: questi musicisti irlandesi stregarono il pubblico tedesco! Era evidente che la loro musica proveniva direttamente dal cuore. E soprattutto era un’espressione artistica del tutto naturale. I loro concerti erano bellissimi, pieni di spirito, di energia, di entusiasmo ma anche di rispetto nei confronti di una tradizione vecchia di secoli, ma tuttavia assolutamente viva. Era come se il pubblico tedesco cominciasse a rendersi conto di aver perso qualcosa di prezioso, e tutti insistevano per approfondire questa conoscenza con la musica irlandese. Così, dopo la prima ondata di una musica tradizionale che si identificava sostanzialmente con le ballad, fu la volta di gruppi strumentali come i Chieftains e la Bothy Band, che presentavano un lavoro artistico nettamente più sofisticato. In breve, entrambi gli approcci risultarono graditi al pubblico tedesco, e furono questi i gruppi che aprirono la strada a molti altri musicisti dell’area celtica.”

Sì, ma pur con tutto questo successo, è possibile oggi vivere in Germania facendo esclusivamente il “musicista celtico”? In Italia la quasi totalità di questi musicisti ha una seconda attività professionale…

“Sì, anche qui abbiamo tutti necessariamente un secondo lavoro. Nel caso della nostra band, che le ricordo è composta da ben sei elementi, sarebbe veramente difficile riuscire a vivere in maniera decorosa esclusivamente della nostra musica. C’è però il vantaggio, in questo modo, di non essere ossessionati dalla necessità di produrre CD e di procurarsi concerti in modo continuativo. In fondo noi suoniamo e registriamo i nostri album solo quando ci va!”

Rimanendo in Germania, nota dei cambiamenti nei gusti del pubblico tedesco? Ad esempio, secondo lei la musica new age ha contribuito alla fama della musica celtica?

“Certo! La new age music – penso ad esempio ad Enya – ha condotto la musica celtica ad un successo ancora maggiore, e ciò ha portato indirettamente ad un positivo effetto di traino anche nei confronti delle band più tradizionali e ortodosse. Ma comunque attualmente in Germania va forte qualsiasi tipo di musica celtica, dalle ballad al folk-jazz, sino al cosiddetto classical celtic. Penso comunque che anche senza la new age la musica celtica oggi sarebbe ugualmente nel cuore del pubblico tedesco.”

Ma è solo un interesse “musicale”, o in Germania sono popolari anche altri settori della cultura celtica?

“Diciamo che l’interesse predominante è sempre nei confronti della musica…certo, a sua volta ciò ha avuto un effetto anche su altri media: film e libri a tema “celtico” sono sempre più popolari in Germania.”

E lei? Quando si è innamorato di questa particolare musica? E come mai ha scelto il nome Sheevón per la sua band?

“La mia storia d’amore con la musica celtica è iniziata nel lontano 1974, durante la mia prima visita all’”isola di smeraldo”. Mi colpì la splendida armonia esistente tra le persone, lo scenario, la cultura e la tradizione vivente della musica irlandese: è uno spirito saldamente presente e ancora ben vivo ancora oggi. E poi è incredibile, si direbbe che quasi tutti lì siano in grado di suonare uno strumento, o di saper cantare benissimo!

Comunque, dopo essere tornato in Germania, parlai con entusiasmo della mia “esperienza irlandese” con alcuni miei amici, che suonavano altri generi musicali come la classica o il rock. Rimasero entusiasti all’idea di miscelare le loro esperienze con questo nuovo – per loro – tipo di musica, e dopo alcuni anni di session in feste private, il gruppo degli Sheevón vide ufficialmente la nascita nel 1981. Sheevón è la versione fonetica del nome femminile irlandese Siobhan.”

Comunque, ascoltando i vostri dischi, è evidente che voi suonate in uno stile nettamente irlandese, più che genericamente “celtico”…

“È senz’altro così. Tutti gli elementi della nostra band hanno viaggiato spesso in Irlanda, dove abbiamo fatto anche tre tour, e dove abbiamo partecipato ad uno shov televisivo della R.T.E. ed a molte trasmissioni radiofoniche.”

La vostra band è insieme da venti anni. Come è cambiata la vostra musica nel corso di tanto tempo?

“Inizialmente i nostri arrangiamenti erano molto semplici, quasi scarni. Successivamente, introdotto l’uso delle tastiere, i nostri brani sono diventati più sofisticati. Inoltre ovviamente la nostra abilità strumentale è andata migliorando nel tempo, e per finire ora nel nostro repertorio c’è un buon numero di brani originali, composti da noi stessi.”

Forse il miglior complimento vi è venuto dall’Irish Music Magazine, quando ha affermato che fate musica irlandese senza copiare le band irlandesi. Ma ci sarà comunque qualche influenza che lei avverte come fondamentale per la vostra musica…

“Vediamo un po’…essenzialmente citerei la Bothy Band, i Clannad, Christy Moore e Donal Lunny.”

Nel giro di pochi mesi avete pubblicato due album, Slainte! e Fool’s Paradise. Come sono stati accolti dal pubblico dei vostri fan?

“Bene, molto bene! Ovviamente il grosso delle vendite avviene dopo qualche nostro concerto…”

Avete mai suonato in Italia?

“Finora gli Sheevón hanno suonato in Irlanda, in Lituania e in Irlanda del Nord, oltre che naturalmente in Germania. Non ci siamo mai esibiti in Italia, e ovviamente saremmo ben felici se fossimo invitati a suonare da voi…”

Progetti futuri?

“Abbiamo in calendario molti concerti, e torneremo presto in sala di registrazione. Ma a parte questo stiamo intraprendendo un nuovo progetto: conferenze e recital di letteratura irlandese, aventi per sottofondo gli Sheevón in versione unplugged.”

Sulla compilation di Keltika di questo mese è presente il brioso “The Humours Of Ranafast”, tratto dal recente album Fool’s Paradise, solo di pochi mesi precedente all’ottavo disco della band, Sláinte!, pubblicato a celebrare il ventennale di attività della band e già presentato dalla nostra testata solo alcuni mesi fa.

L’album degli Sheevón Fool’s Paradise può essere ordinato all’indirizzo di posta elettronica di Harald Jüngst: juengst@sheevon.com al prezzo di 17€ + spese di spedizione; presso il sito ufficiale degli Sheevón www.sheevon.com sono disponibili ulteriori informazioni sull’attività musicale della band tedesca.

 

                                                                                              Intervista di Alfredo De Pietra

 

Harald Jüngst – Grünes Herzbeben 

Testo di Alfredo De Pietra

Ed ecco a voi il primo (forse…) audio-book in tema celtico! D’altro canto c’era da aspettarselo, il fenomeno dei “libri da ascoltare” è in grande crescita, e sinceramente l’idea di raccontare alcune storie in chiave irlandese era nell’aria. Solo, quello che non ci aspettavamo era che quest’idea venisse a un tedesco, ovvero a quell’Harald Jüngst che già altre volte è stato ospite delle nostre pagine insieme al gruppo degli Sheevón, di cui è fondatore e leader.

In fondo però l’operazione ha una sua logica: la passione per le “cose d’Irlanda” è in Germania particolarmente alta, e quindi non è difficile pronosticare in patria un buon successo di vendite di Grünes Herzbeben (che tradotto in italiano vuol dire “Terremoto Verde”), firmato dal leader della band Irish-oriented più popolare oggi in Germania.

Si tratta infatti di sei novelle in tema irlandese, recitate da Jüngst, in cui fanno qua e là capolino gli altri elementi della band con le loro musiche, trascinanti e coinvolgenti, e che sembrano perfettamente calate nella dimensione di sogno di storie legate alle leggende dell’isola di smeraldo.

Diciamo “sembrano”, perché una precisazione però va fatta, a scanso di equivoci: si tratta di testi in lingua tedesca, assolutamente sconosciuta a chi scrive questa recensione, e che quindi deve necessariamente astenersi da qualsiasi giudizio sulla qualità delle novelle stesse.

La sensazione complessiva (anche se superficiale, per il motivo appena detto) è comunque gradevole, e sarà possibile anche per il pubblico italiano – altoatesino per la precisione – assistere alla performance teatrale/musicale degli Sheevón e del suo leader dal 22 al 24 luglio con tre concerti, rispettivamente a Silandro, Caldaro e Prato allo Stelvio, tutti Comuni in provincia di Bolzano.

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