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XVIII e XIX secolo
Fa la sua prima comparsa nella storia d’Irlanda un genere che può essere descritto “patriottico”, anche se il fatto è tutt’ora oggetto di discussione: lo Aisling (in gaelico “visione”) è una forma poetica complessa in cui un uomo incontra una bella e giovane donna (spéirbhean o donna del cielo); al termine di una lunga storia, la giovane gli rivela di essere l’Irlanda, che attende il ritorno sul trono d’Inghilterra del “Bonnie Prince Charlie” (il principe Charles Edward Stuart, noto come “il Pretendente”, 1720-1788), dopo che il cattolico Giacomo II (1633-1701, detto “il Corvo”) era stato spodestato nel 1688. Questo genere conobbe una grande popolarità nel XVIII secolo, in particolare nel sud-est dell’Irlanda, perché i testi erano sempre composti su arie popolari molto note. E’ in quest’epoca che datano i nomi femminili dati
all’Irlanda, come Caitlìn Nì Uallachàin, An tSeanbhean Bhocht o Càit
Nì Dhuibhir. Composta da poeti-insegnanti per circolare per lo più in
forma di trasmissione orale, l’arte raffinata dei discendenti dei bardi
incontrava per la prima volta gli strati sociali più poveri della popolazione
irlandese.
“E’ da deplorare il fatto che persone altolocate, e
che per rango o per ricchezza sarebbero le più indicate a svolgere opere
filantropiche per il proprio Paese sono, dispiace dirlo, le meno disposte a
fare. Non tenterò più di dire che si tratta di un’abitudine o di una
tendenza. Mi si dice che della musica e della povertà irlandese essi conoscono
solo il nome, tanto grande è in loro il desiderio di promuovere la musica
inglese”. Egli fece organizzare tre incontri nella sua città natale
di Granard nel 1784, nel 1785 e nel 1786. L’idea fu ripresa a Belfast nel 1792
dai membri della giovane Belfast Harp Society, che conferì al giovane
Edward Bunting, all’epoca diciannovenne, il compito di annotare tutte le
melodie suonate dagli arpisti dell’epoca, così da conservare, per i secoli
futuri, una testimonianza dell’eredità dei Bardi. La musica divenne così, a partire dal XIX secolo, uno dei
modi di affermare una distinta E’ anche da aggiungere che questo successo è dovuto
anche all’uso, in questi canti, della lingua inglese, per un pubblico
urbanizzatosi, in un’epoca durante la quale le campagne andavano
progressivamente spopolandosi a causa della carestia che colpì i decenni a
cavallo della metà del XIX secolo. La maggior parte di coloro che si recavano in Irlanda nel XVIII secolo diventavano testimoni dell’enorme sviluppo delle danze popolari: “Tutti i poveri, uomini e donne, imparano a danzare, ed
apprezzano questo divertimento in modo particolare: ho visto un giovane a piedi
nudi invitare una giovane donna, pure scalza e mal vestita, a ballare il
minuetto. L’amore per la danza e per la musica è generalizzato”. E’ a questo punto, ovvero verso la fine del XVIII secolo,
che fa la sua comparsa il “Maestro di Danze”, la cui figura si è mantenuta
sino al XX secolo, in qualche modo reincarnazione del musicista itinerante, che
combinava la sua arte con la funzione di insegnante. Alcuni di essi poterono
acquisire le proprie conoscenze anche nell’Europa continentale o in Gran
Bretagna, in un’epoca in cui le grandi guerre napoleoniche (1800-1815)
contribuirono and un notevole rimescolamento di culture e popolazioni in Europa.
Un primo, timido, tentativo di rinascita della musica
tradizionale irlandese fallì senz alcun dubbio per la mancanza di strutture,
malgrado un tentativo di associazione di questo movimento con la Gaelic
League ma anche, e soprattutto, perché la musica veniva associata ancora
troppo alla vita rurale, ormai fuori moda, mentre invece la tendenza si spostava
sempre più verso musiche urbane come il jazz ed il blues, generi musicali
comparsi negli Stati Uniti alla fine del XIX secolo. Solo un piccolo movimento ebbe un limitato punto in comune con la National Theatre Society e con la National Literary Society: è a Londra che, sotto l’egida della Gaelic League, ed indubbiamente per l’attenzione dei nostalgici immigrati irlandesi, fanno la loro comparsa serate durante le quali si possono imparare alcuni passi delle danze popolari in ambientazioni irlandesi ricreate ad hoc per la circostanza. Militanti patriottici, invero con un gusto naif, eliminarono da queste danze tutti i passi che ritennero estranei alla tradizione, e li sostituirono con altri, senza alcuna logica se non il proprio gusto personale. Malgrado una volontà sincera di ritrovare un forma pura ed autentica di danza irlandese, essi non fecero altro che ricreare delle danze sul modello dei balli tipici delle sale da ballo europee. La prima serata di céilì ebbe luogo a Londra nel
1897, e celebrò la nascita delle danze di gruppo. Sempre più concentrato sulle
zone urbane, questo movimento non incontrò l’approvazione delle classi povere
e rurali irlandesi, e ciò costituì la causa del fallimento del momimento di
rinnovamento del XIX secolo. Il XX secolo
I tre elementi essenziali per la musica tradizionale
irlandese del XX secolo sono, in ordine cronologico: 1. la raccolta di Francis O’Neill, all’inizio del secolo, negli Stati Uniti 2. sempre negli Stati Uniti, l’invenzione del disco fonografico 3.
la diffusione delle musiche di tutto il mondo tramite i media Leggendo questi tre elementi, si può facilmente intuire
quanto essenziale sia stata l’importanza degli Stati Uniti, nazione ove tra
l’altro risiede un numero molto significativo di immigrati di origine
irlandese. E’ da notare per inciso che gli Stati Uniti hanno avuto
un’importanza particolare nel revival di altre musiche tradizionali, come ad
esempio la musica klezmer, di origine ebraica. Le conseguenze di tali eventi sono particolarmente
tangibili oggi, nell’esercizio professionale dell’attività musicale. Grande
appassionato di musica irlandese, flautista e nativo della contea di Cork,
Francis O’Neill raccolse un numero impressionante di arie e melodie relative a
danze, di cui pubblicò 1850 estratti nel 1903 con il titolo “The Music of
Ireland”.
Nello stesso tempo l’industria del disco faceva il suo ingresso nel mercato americano; le grandi compagnie del disco erano a caccia dei giovani talenti immigrati, italiani, irlandesi, ebrei…L’esempio più evidente si ha con il fiddle, ovvero con il violino suonato nella musica tradizionale: le tre figure preminenti di quest’epoca furono senza alcun dubbio Michael Coleman, Paddy Killoran e James Morrison, tutti originari della contea di Sligo. Popolari negli Stati Uniti dove vissero agli inizi del secolo, e dove registrarono la loro musica negli anni ’20, essi lo divennero anche in tutta l’Irlanda, dove circolavano i loro dischi, e dove vennero considerati dei modelli per molti musicisti. La standardizzazione degli stili si sommò così a quella
del repertorio: brillanti violinisti, ed esempi di uno stile
proprio della contea di Sligo, i tre suonatori di fiddle influenzarono i
loro colleghi di tutta l’Irlanda che, dimenticando le proprie influenze
stilistiche locali, cercarono di copiare i maestri universalmente riconosciuti
fin nei minimi dettagli, da Dublino a Galway, da Cork fino a Belfast. Solo le
aree del Donegal e Slieve Luachra (a cavallo tra le contee di Kerry e di Cork)
possono tutt’ora essere orgogliose di possedere alcuni musicisti detentori di
uno stile propro e ben caratterizzato. E’ anche da notare che alcuni musicisti
cercarono di ampliare il proprio repertorio introducendo melodie meno
conosciute, e che fecero la loro ricomparsa alcuni tipi di forme musicali ormai
dimenticate, come la barndance. Il
terzo livello riguardante il XX secolo non è altro che il prolungamento
dell’ultimo Ecco quindi che la musica, una prima volta sotto l’influenza di musicisti partiti verso New York, Boston o Los Angeles, e poi sotto l’influenza di registrazioni provenienti dai quattro angoli del pianeta, diviene man mano una musica urbana, vale a dire suonata da musicisti che per lungo tempo hanno vissuto in aree urbane, sia in Irlanda che negli Stati Uniti. Insistendo sul ruolo dell’emigrazione nella desertificazione delle campagne irlandesi alla metà del XX secolo, Terence Brown spiega: “Risultò da questa emigrazione post-bellica una
variazione del bilanciamento della popolazione tra città e campagna. Nel 1951
il 41,44% della popolazione viveva in città o villaggi.”
La musica tradizionale appariva agli occhi degli irlandesi
con un’immagine intrisa di caratteristiche rurali ed arretrate, destino
simile, tra l’altro, alla lingua gaelica. Il lento declino continuava
inesorabilmente sin dai tempi in cui gli arpisti, in precedenza apprezzati
musicisti di corti aristocratiche, erano diventati semplici musicisti
itineranti, alla stregua dei suonatori di fiddle o di cornamusa,
strumenti popolari per eccellenza. I primi segni di un profondo, radicale cambiamento si
osservarono alla fine degli anni ’50 in Irlanda, quando il regista George
Morrison chiese al compositore di formazione classica Seàn O’Riada di
comporre la colonna sonora del film Mise Eire (“Io sono l’Irlanda”,
1959) utilizzando brani
musicali tradizionali arrangiati per orchestra sinfonica. La musica tradizionale
irlandese diventava improvvisamente rispettabile e rispettata. Negli Stati Uniti il successo dei Clancy Brothers & Tommy Makem nel 1961, causò un entusiasmo senza precedenti per il ballad singing, per il canto senza accompagnamento (detto sean-nòs) e per la musica da ballo: cosi come Seàn O’Riada aveva mostrato che era possibile rendere la musica tradizionale irlandese un’espressione culturale accettabile, i Clancy Brothers avevano realizzato la stessa cosa con la canzone “folk”. Come puntualizza Ciaràn MacMathùna: “Un pubblico molto più numeroso di prima era
ritornato alla vera tradizione della musica irlandese; era stata riscoperta la
musica originale; il pubblico era tornato all’origine di queste canzoni grazie
ai Clancy Brothers, che lo avevano riportato verso la musica strumentale.” Una componente essenziale di questa improvvisa riscoperta
era senza dubbio la grande Molti irlandesi si ritrovarono a strimpellare la chitarra ed a cantare nei pub, pensando che tutto ciò era facile, e che sarebbe bastata un po’ di passione musicale per avere successo. Questo avvenne anche in Irlanda del Nord, dove la moda
delle ballads conobbe un
rinnovato interesse a causa dei ben noti eventi politici: è questa la
principale influenza diretta del conflitto in atto nell’Irlanda del Nord sulla
musica irlandese. L’entusiasmo passò e l’onda si affievolì lentamente,
ma la musica si era ormai comunque urbanizzata ed aveva perso quella immagine
rurale di povertà che l’aveva avvolta nel XIX secolo. La stessa società
irlandese si era urbanizzata, e la musica tradizionale irlandese seguiva il
percorso che tutte queste influenze gli avevano tracciato. L’esplosione mondiale della musica tradizionale irlandese, che oggi ha ampiamente travalicato i confini dell’isola, riempiendo le sale da concerto di tutto il mondo, ed i cui artisti sono presenti in festival di tutti i continenti, conferma indirettamente la scomparsa di una immagine rurale, portando così gli stessi irlandesi a pensare alla loro musica con la stessa considerazione di cui da tempo godevano letteratura e teatro. Così, su iniziativa di Nicholas Carolan, l’Irish
Traditional Music Archive, costituito nel 1987 grazie all’assistenza
dell’Arts Council della Repubblica d’Irlanda e dell’Arts Council
of Northern Ireland, è divenuto accessibile al pubblico nel 1991. E’ da
notare tuttavia che se il riconoscimento ufficiale tende a diventare più
concreto, alcuni elementi indicano ancora una certa gerarchia tra i vari aspetti
della cultura: ad esempio, a partire dal 1969, e grazie alla sezione 2 del Finance
Act promulgato dal governo Fianna
Fàil di Charles Haughey, gli artisti di qualsiasi nazionalità residenti in
Irlanda possono usufruire della esenzione totale delle tasse sui redditi; sembra
però, secondo le reazioni dei musicisti quando si parla di questa legge, che
ben pochi di loro fanno parte degli “eletti”, a differenza di scrittori e
artisti di arti grafiche. Inoltre l’importanza accordata alla musica
tradizionale dal Arts Council nel corso della sua esistenza
cinquantennale è stata, e rimane, di basso profilo, per stessa ammissione del
suo attuale presidente, Ciaràn Benson, nominato nel 1993 dal Ministro per la
Cultura Michael D. Higgins. In breve, il destino del musicista professionista in Irlanda durante questi venti secoli rimane strettamente legato alla società cui appartiene: di alto rango aristocratico nella organizzazione dei clan della società gaelica fino al XVII secolo, il musicista perde il suo ruolo con la caduta dell Ordine Gaelico; viene censurato e perseguitato, diviene un semplice musicista itinerante, emigra persino, prima di entrare nel mondo dello spettacolo, trovando così una modalità di espressione che gli permette di sopravvivere al XX secolo.
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