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John Sikorski & The Scottish Stepdance Company – Sole Music Piedi da ascoltare Intervista di Alfredo De Pietra Uno dei dancer più importanti di Scozia, fondatore della Scottish Stepdance Company, ha deciso di venire a vivere in Italia, e tramite la nostra testata fa un appello agli appassionati italiani di danza e musica scozzesi allo scopo di continuare a praticare le sue arti anche qui da noi. Ve lo presentiamo con due brani tratti da un CD ricco di buona musica. La storia che ha portato alla recensione che vi state accingendo a leggere è del tutto singolare, e merita di essere raccontata. Qualche tempo addietro fummo contattati dalla Scozia da John Sikorski; non lo conoscevamo direttamente, e ci scriveva comunicandoci la sua intenzione di venire a vivere in Italia: è “anche” un insegnante di inglese, ma il motivo della sua email non aveva nulla a che fare con lo studio delle lingue. Sikorski è infatti anche un musicista, ballerino e insegnante di stepdance scozzese, e ci chiedeva di essere messo in contatto con quanti fossero, qui da noi, interessati a condividere con lui la passione per la musica e il ballo tradizionali scozzesi. Nel corso dello scambio epistolare è però saltato fuori che Sikorski, nativo dell’isola di Skye, è oggi in realtà una delle figure più importanti nella scena del folk revival scozzese, essendo tra l’altro tra i membri fondatori della Scottish Stepdance Orchestra, gruppo dedito alla promozione e alla reintroduzione della stepdance nello scenario della musica tradizionale scozzese contemporanea. Lo stesso Sikorski si è detto ben felice di introdurci all’attività musicale del gruppo di Edinburgo, presentandoci il CD Sole Music, pubblicato da Foot Stompin Records (http://www.footstompin.com/); un album gioioso e divertente, la cui musica è fortemente basata sulle tradizioni della costa occidentale scozzese, incentrate sul canto in gaelico e sulla musica per pipes e fiddle. Quanto alle danze, chiaramente avvertibili durante l’ascolto di Sole Music, variano da quelle tradizionali alle più moderne, contribuendo alla riuscita di un disco vario e divertente. Degno di nota il fatto che tutti i membri della Scottish Stepdance Orchestra sono sia musicisti che ballerini – Sikorski ad esempio è anche pianista e contrabbassista – cosa che contribuisce in modo determinante alla “compattezza”, al senso di unitarietà di quest’ottimo album, che presentiamo sulla compilation di questo mese con due brani, “John’s Solo” (dove ovviamente “John” è proprio John Sikorski) e il trascinante “Finale”. Lo stepdancer scozzese, nei prossimi mesi gradito ospite della nostra penisola, ha risposto ad alcune nostre domande: Nell’immaginario collettivo quando si parla di danza dei Paesi di origine celtica, il pensiero va immancabilmente ai vari Riverdance, Lord Of The Dance e così via. Se dovesse parlarci brevemente delle caratteristice tipiche della musica scozzese… “Beh, si tratta di una storia molto lunga…difficile da riassumere in poche parole, ma voglio provarci ugualmente. In Scozia abbiamo fondamentalmente tre tipi di danze, la country dancing, la Highland dancing e la stepdance. Il tipo di stepdance praticato da me era in auge fino agli inizi del 1800, epoca in cui iniziò il suo declino a causa dell’esilio forzato cui dovettero andare incontro molte famiglie delle Highlands, scacciate dai proprietari terrieri che avevano deciso di destinare il terreno al pascolo delle pecore. Molti scozzesi emigrarono in Canada, dove fortunatamente sia la stepdance che il nostro tipico stile di fiddle riuscirono a sopravvivere, principalmente in aree come Cape Breton e l’isola di Price Edward. Negli ultimi quindici anni si è assistito a un intenso scambio culturale tra Scozia e Cape Breton, grazie al quale la stepdance è potuta in un certo senso tornare a casa, in Scozia. Da un punto di vista tecnico, la stepdance scozzese è molto vicina al vecchio stile di danza irlandese, che possiamo ritrovare ancora oggi in alcune regioni occidentali dell’Irlanda. I passi sono però più “rilassati” e il piede è più vicino al pavimento, mentre lo stile irlandese contemporaneo è maggiormente finalizzato alle competizioni, con salti di notevole altezza e passi di danza con una forte componente spettacolare. A parte questo, in entrambe le culture si balla il reel, con alcuni passi in comune, ma mentre in Irlanda si balla anche a tempo di jig e di hornpipe, in Scozia si danza a ritmo di strathspey.” E alla luce di tutto ciò, quanto è popolare lo stepdancing oggi in Scozia? “C’è un certo numero di persone che lo pratica, e in genere i giovani qualche tentativo in questo senso lo fanno…Va però detto che la maggior parte degli scozzesi preferisce ballare, in realtà praticamente entrando in collisione tra di loro, nelle sale dove si svolgono le “ceilidh dance”, caratterizzate maggiormente da balli di coppia e set dance, oltre che da un tasso alcoolico abbastanza elevato. Un consiglio ai vostri lettori che fossero interessati all’argomento: date un occhiata al sito www.stdt.org.uk” Come nasce la Scottish Stepdance Company? “Nasce nel 1997, da alcune mie considerazioni con altri musicisti scozzesi, a proposito del fatto che all’epoca non vi era nessuno show basato sulla stepdance scozzese, cosa che secondo noi sarebbe stata molto divertente! Abbiamo portato il nostro spettacolo in giro per tutto il Regno Unito, nei festival e in vari concerti, ma anche all’estero. Attualmente invece lavoro più da solo, esplorando le correlazioni tra le varie forme di danza, ballando e suonando accompagnato da un suonatore di fiddle.” Ma quando ha iniziato a occuparsi di musica e danza tradizionali? “Innanzitutto io sono un musicista. Sono cresciuto nell’isola di Skye, e ho cominciato a suonare la fisarmonica a orecchio all’età di quindici anni. Suonavo ai concerti, negli hotel, accompagnavo danze…insomma la solita trafila. Poi ho imparato a suonare il piano, e sono passato ad accompagnare solisti: cantanti, ma anche fiddler, piper…Durante la mia adolescenza non vi erano corsi di stepdance sull’isola di Skye, così ad essa sono arrivato in seguito: avevo venti anni, e ho iniziato a studiarla con un maestro originario di Cape Breton. Mi ci sono avvicinato come un pesce all’acqua, e in un certo senso i miei veri maestri sono stati Ashley MacIsaac, Mairi Rankin e Sandy Silve.” Insomma, si direbbe che questa tradizione ha un’importanza molto particolare nella sua vita… “La musica e la danza costituiscono la parte più importante della mia identità. Non riesco nemmeno a immaginare la mia vita senza di esse. Negli ultimi anni sono stato sovvenzionato dallo Scottish Arts Council per esplorare le forme di danza correlate alla nostra, in Nord-America e in Transilvania. Così ora io insegno e faccio spettacoli. Tuttavia, sono anche un tipo abbastanza curioso, e così mi lascio distrarre da altre cose come la fotografia, la pittura su vetro, i viaggi, le lingue…” John Sikorski, più un musicista o più un ballerino? “Bella domanda…diciamo che dal momento che il mio modo di ballare è più percussivo – e quindi musicale – che votato alla spettacolarità…beh, diciamo 60/40 a favore del musicista!” E come mai ha deciso di venire a vivere in Italia? Esperienze precedenti? “Sì, spero di venire a vivere in Italia all’inizio del 2005. Sono già stato da voi diverse volte, e mi affascina la varietà dell’Italia, la sua differenza rispetto a qualsiasi altro posto…vorrei tanto riuscire a imparare l’italiano…e poi…chi lo sa che non ci sia qualche altra sorpresa per me, lì da voi!” Alla luce delle sue parole, c’è da immaginare che vorrà continuare a coltivare la sua passione per la danza e per la musica tradizionale anche qui da noi. Quindi, c’è qualche messaggio che vuole lanciare ai tanti appassionati italiani di danza e musica celtica? “Spero veramente di essere contattato da qualsiasi musicista italiano che desideri incontrarmi per suonare insieme, meglio se dotato di un pianoforte. Inoltre vorrei, se possibile, dare lezioni di stepdance. Chiunque fosse interessato in questo senso può contattarmi liberamente all’indirizzo di posta elettronica info@johnsikorski.com Ci vediamo presto!” |